Il primo comandamento
Risalendo alla volontร del Legislatore, Gesรน discerne che amore di Dio e del prossimo sono in stretta connessione tra loro: la Legge e i Profeti sono riassunti e dipendono dallโamore di Dio e del prossimo, non lโuno senza lโaltro. Se รจ vero che ogni essere umano รจ creato da Dio a sua immagine, non รจ possibile pretendere di amare Dio e, contemporaneamente, disprezzare la sua immagine sulla terra. E il prossimo รจ colui al quale ci facciamo prossimi, vicini, come Gesรน ha affermato a commento della parabola del samaritano.
Uno scriba che ha appena ascoltato la discussione di Gesรน con i sadducei a proposito della resurrezione dei morti (cf. Mc 12,18-27) e ha apprezzato la sua sapienza, si avvicina a lui per chiedergli: โQual รจ il primo di tutti i comandamenti?โ. Domanda che nasce da unโesigenza assai diffusa nellโambiente religioso del tempo di Gesรน: operare una sintesi dei precetti di Dio presenti nella Torah (613, secondo il Talmud babilonese), cosรฌ da giungere allโessenziale, a ciรฒ che costituisce lโintenzione profonda del cuore di Dio, della sua offerta di vita e di senso a tutta lโumanitร .
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Gesรน risponde citando come primo comandamento lโinizio dello Shemaโ Jisraโel (cf. Dt 6,4-9) ossia la grande professione di fede nel Signore Dio ripetuta tre volte al giorno dal credente ebreo, centrale in tutta la tradizione rabbinica: โAscolta, Israele! Il Signore nostro Dio รจ uno. Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutte le tue forzeโ (Dt 6,4-5). Questa preghiera rivela che lโascolto ha un primato assoluto, รจ la modalitร di relazione decisiva dellโuomo nei confronti di Dio: lโascolto obbediente รจ il fondamento dellโamore. Anzi, le parole del Deuteronomio riprese da Gesรน sembrano addirittura tracciare un movimento che dallโascolto (โAscolta, Israeleโ) conduce alla fede (โIl Signore รจ il nostro Dioโ), dalla fede alla conoscenza (โIl Signore รจ unoโ) e dalla conoscenza allโamore (โAmerai il Signoreโ)โฆ Al Dio che ci ama di un amore eterno (cf. Ger 31,3), che ci ama per primo gratuitamente (cf. 1Gv 4,19), si risponde con un amore libero e pieno di gratitudine, che si radica nellโascolto obbediente della sua Parola, fonte della fede. Fidarsi di Dio significa fidarsi del suo amore della sua capacitร di amare, del suo essere amore (cf. 1Gv 4,8.16). Questo significa credere in Dio e dunque anche, inseparabilmente, amarlo.
Qui possiamo e dobbiamo approfondire la nostra meditazione, chiedendoci cosa significhi amare Dio con tutto il cuore, con tutta lโanima e con tutte le forze. Che amore รจ mai questo verso un tu invisibile, โtre volte santoโ (cf. Is 6,3), cioรจ altro, distinto da chi ama? Nella tradizione cristiana incontriamo almeno due risposte diverse a tale questione. In Agostino e in una lunga tradizione spirituale dietro a lui, lโamore verso Dio da parte del credente รจ un amore di desiderio, un sentimento, una dinamica per cui il credente va alla ricerca dellโamore e dunque ama lโamore. Il linguaggio di questo amore รจ sovente quello presente nel Salterio:
Io ti amo, Signore, mia forza, Signore, mia rupe, mia difesa, mio liberatore (Sal 18,2-3).
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Lโanima mia ha sete di Dio, del Dio vivente (Sal 42,3).
La mia anima ha sete di te, a te, mio Dio, anela la mia carne (Sal 63,2).
Sรฌ, Dio รจ oggetto di amore da parte dellโessere umano, perchรฉ รจ il โtuโ che con il suo amore preveniente desta lโamore del credente come risposta; lโamore per Dio puรฒ essere un amore piรน forte di quello nutrito per se stessi o per qualche altra persona. Si faccia perรฒ attenzione: non si tratta di un amore totalitario che esclude altri amori, ma รจ un amore appassionato, un amore in cui non cโรจ timore (cf. 1Gv 4,18). In breve, un amore che supera e ri-orienta tutti gli altri amori.
Ma nella spiritualitร cristiana รจ presente anche unโaltra interpretazione dellโamore per Dio. ร quella che legge nellโamore per Dio un amore obbediente, nel senso di un amore che nasce dallโascolto (ob-audire), di un amore che risponde โamenโ alla parola del Signore e allโamore stesso del Signore sempre preveniente. ร un amore non di desiderio, di ricerca, di nostalgia, ma di adesione; รจ un amore con cui il credente cerca di realizzare pienamente la volontร di Dio, cerca di vivere come vuole il suo Signore e cosรฌ mostra di amarlo. Ci sono parole di Gesรน anche a questo proposito: โSe mi amate, osserverete i miei comandamentiโ (Gv 14,15); โse uno mi ama, osserverร la mia parolaโ (Gv 14,23). E ancora, nella Prima lettera di Giovanni: โQuesto รจ lโamore di Dio, osservare i suoi comandamentiโ (1Gv 5,3). In questa seconda ottica lโaccento cade quindi sullโamore del prossimo comandato da Dio: realizzare questo comando, sintesi di tutta la Legge e i Profeti (cf. Rm 13,10; Gal 5,14), significa amare Dio. Dunque amare Dio รจ innanzitutto amare lโaltro come Dio lo ama, perchรฉ โ come ha chiarito una volta per tutte il discepolo amato โ โchi non ama il proprio fratello che vede, non puรฒ amare Dio che non vedeโ (1Gv 4,20).
ร in questo senso che possiamo comprendere la decisiva innovazione compiuta da Gesรน, il quale accosta il comandamento dellโamore per Dio a quello dellโamore per il prossimo: โAmerai il prossimo tuo come te stessoโ (Lv 19,18). Lโinnovazione consiste per lโappunto nellโabbinamento di questi due passi della Torah, dato senza paralleli nella letteratura giudaica antica, ripreso invece con frequenza dai successivi scritti cristiani. Basti pensare al brano di un antichissimo scritto cristiano delle origini, la Didachรฉ: โLa via della vita รจ questa: innanzitutto amerai il Dio che ti ha plasmato e poi il prossimo tuo come te stesso; e tutto ciรฒ che non vorresti fosse fatto a te, neppure tu fallo a un altroโ (1,2).
ร importante riflettere sulla novitร a livello dei contenuti della fede che questo accostamento di passi biblici porta con sรฉ. ร indubbio che Gesรน stabilisca una precisa gerarchia tra i due precetti, ponendo lโamore per Dio al di sopra di tutto. Nello stesso tempo, perรฒ, risalendo alla volontร del Legislatore, egli discerne che amore di Dio e del prossimo sono in stretta connessione tra loro: la Legge e i Profeti sono riassunti e dipendono dallโamore di Dio e del prossimo, non lโuno senza lโaltro. Non a caso nella versione di Matteo il secondo comandamento รจ definito simile al primo (cf. Mt 22,39), mentre lโevangelista Luca li unisce addirittura in un solo grande comandamento: โAmerai il Signore Dio tuo โฆ e il prossimo tuoโ (Lc 10,27). In altre parole, se รจ vero che ogni essere umano รจ creato da Dio a sua immagine (cf. Gen 1,26-27), non รจ possibile pretendere di amare Dio e, contemporaneamente, disprezzare la sua immagine sulla terra: ecco la profonda unificazione del pensare, parlare e agire alla quale Gesรน invita. Una comprensione riassuntiva delle sante Scritture porta dunque Gesรน โ il cui parere รจ condiviso dal suo interlocutore โ ad affermare che lโuomo compiuto, lโuomo โnon lontano dal regno di Dioโ รจ colui che, amando Dio con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutte le forze sa amare il prossimo come se stesso. E il prossimo รจ colui al quale ci facciamo prossimi, vicini, come Gesรน ha affermato a commento della parabola del samaritano (cf. Lc 10,36-37).
Nel quarto vangelo, quando dร lโultimo e definitivo comandamento, che per questo si chiama โil comandamento nuovoโ, Gesรน compie un ulteriore passo avanti: โAmatevi gli uni gli altri come io vi ho amatiโ (Gv 13,34; 15,12), ossia senza misura, โfino alla fineโ (Gv 13,1). In questa ardita sintesi, Gesรน non ha neppure esplicitato la richiesta di amare Dio, perchรฉ sapeva bene che quando gli umani si amano in veritร , quando si amano come lui li ha amati, nel fare questo vivono giร lโamore di Dio. Ecco perchรฉ lโapostolo Giovanni, che nel prologo del vangelo ha scritto: โDio nessuno lโha mai visto, ma il Figlio unigenito lo ha raccontatoโ (Gv 1,18), รจ lo stesso che nella sua Prima lettera afferma: โDio nessuno lโha mai visto, ma se ci amiamo gli uni gli altri Dio dimora in noi e in noi il suo amore รจ giunto a pienezzaโ (1Gv 4,12). Amando gli altri noi amiamo anche Dio e ne abbiamo una conoscenza autentica, mentre chi dice di credere in Dio senza amare i fratelli รจ un illuso e un bugiardo (cf. 1Gv 4,20-21)!
Gesรน ha vissuto la sua intera esistenza come capolavoro dโamore e in questo ha compiuto pienamente la volontร di Dio, รจ stato โlโuomo secondo il cuore di Dioโ. Cosรฌ facendo ha tracciato una via ben precisa per chi vuole seguirlo, semplificando allโestremo il cammino per andare a Dio: il comandamento che deve orientare la vita del cristiano รจ quello dellโamore per tutti, fino ai nemici (cf. Mt 5,44). Sรฌ, lโamore concreto e quotidiano per i fratelli e le sorelle รจ il segno da cui si riconoscono i discepoli di Gesรน Cristo, i cristiani, come ha indicato una volta per tutte Gesรน stesso: โDa questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altriโ (Gv 13,35).
Per gentile concessione dal blog di Enzo Bianchi.