Portare la pace: compito del Cristiano
Il brano del vangelo secondo Luca che lโordo liturgico ci propone per questa domenica non รจ solo ricco di messaggi sulla missione dei discepoli ma appare fortemente ispiratore in questโora della chiesa, per una ricomprensione dellโevangelizzazione tra le genti.
Gesรน ha giร dato inizio alla missione, inviando i Dodici che aveva chiamato โapostoliโ, cioรจ missionari, inviati (cf. Lc 6,13; 9,1), perchรฉ annunciassero il regno di Dio e guarissero i malati. Ora perรฒ sente il bisogno di designare (anรฉdeixen) altri, diversi dai Dodici e anche dai messaggeri (รกngheloi: Lc 9,52) inviati in Samaria. Di fronte al bisogno e allโurgenza della missione, Gesรน รจ libero, visionario, creativo, e si mostra โ potremmo dire โ come โil Signore dei ministeriโ. Questi discepoli designati sono settantadue, il numero delle genti pagane fissate da Gen 10 (secondo la versione greca) e dal pensiero giudaico. Sono dunque idealmente inviati a tutte le genti della terra, verso le quali non a caso dopo la resurrezione di Gesรน si recheranno gli apostoli, in una missione universale testimoniata da Luca negli Atti.
Cโรจ bisogno di missionari e, quando questi si mostrano insufficienti, occorre innanzitutto pregare il Signore della messe affinchรฉ invii operai per questa mietitura, metafora della raccolta escatologica di tutti gli esseri umani nel Regno. Ma occorrono anche audacia e creativitร per scegliere inviati diversi dai Dodici eppure sempre a servizio del Regno che si avvicina. Ecco dunque una nuova forma di missione dettata dalla necessitร della salvezza di tutti gli umani. Anche questi settantadue, che non ricevono un nome ministeriale come quello di โapostoliโ riservato ai Dodici, sono inviati โcome agnelli in mezzo ai lupiโ, come precursori di Gesรน nelle diverse cittร in cui egli si sarebbe recato (anche nel tempo post-pasquale, quale Signore risorto e vivente!), e devono assumere un comportamento essenziale per il discepolo: mitezza, non-violenza, umiltร , disponibilitร anche a essere attaccati dai lupi.
Gesรน li invia a due a due, affinchรฉ la loro testimonianza, fondata sulla parola di due testimoni (cf. Dt 19,15), risulti credibile, affidabile, ma anche perchรฉ in due si puรฒ vivere la fraternitร , la solidarietร , lโaiuto reciproco; senza dimenticare che la presenza di un altro fratello รจ un invito a non cedere alle tentazioni individualistiche ed egocentriche. La dimensione comunitaria รจ essenziale nella missione perchรฉ impedisce lโautoreferenzialitร , la mancanza di correzione reciproca, la vertigine dellโio che non imputa mai a se stesso errori o peccati. Per questo negli Atti degli apostoli Luca si compiace di narrare le missioni di Paolo e Barnaba, di Paolo e Sila, di Barnaba e Marcoโฆ
Ma ecco altre consegne da parte di Gesรน. Egli in primo luogo chiede di mettere piena fiducia in Dio, vivendo nella sobrietร e senza cercare con ansia mezzi di sussistenza quali il denaro o lโequipaggiamento. Il bagaglio per la missione deve essere leggero, perchรฉ piรน si รจ poveri piรน si riesce ad annunciare la gratuitร del regno di Dio veniente, la gratuitร dellโamore di Dio che mai deve essere meritato nรฉ acquistato. Lโinviato dipende solo dal suo Signore, ma puรฒ confidare anche nei discepoli, negli amici del Signore stesso. Guai se i missionari di Gesรน apparissero come predicatori itineranti che vivono come funzionari o addirittura come prestatori dโopera, che si fanno ricompensare lautamente o si fanno mantenere dalle comunitร tra le quali gironzolano, raccogliendo denaro. Non devono neppure apparire come chiacchieroni che parlano con chiunque incontrano, dimenticando che la loro missione non รจ mai paragonabile a un viaggio in cui si appagano curiositร o ci si comporta da turisti.
E quando questi inviati entrano in una casa, allora innanzitutto annunciano e portano la pace, affinchรฉ se in quella casa vi รจ chi desidera e cerca la pace, la possa ottenere come una benedizione che porta vita, desta gioia, ispira riconciliazione. Quanto poi al cibo e allโospitalitร che si riceve, li si deve accogliere con gratitudine, senza pretendere la comoditร , il lusso, la raffinatezza. Non valgono piรน le regole giudaiche sui cibi puri e impuri, nรฉ quelle ascetiche che condannano o vietano alcuni alimenti. No, il missionario sa che a tavola ogni barriera รจ abolita (cf. Mc 7,14-20), sa che tutto ciรฒ che Dio ha creato รจ buono (cf. Sap 11,24), sa che deve rispettare il cibo, rendere grazie per esso e soprattutto condividerlo con chi รจ povero e bisognoso (cf. 1Cor 9,15-18; 11,20-22). E si faccia attenzione: queste non sono prescrizioni secondarie o meri dettagli, ma esigenze che definiscono il comportamento, lo stile cristiano in mezzo agli altri uomini e donne. Quanto poi al messaggio da annunciare, รจ brevissimo: โIl regno di Dio si รจ avvicinato a voiโ, cioรจ โpotete far regnare Dio nelle vostre vite, nelle vostre storie, nel mondo in cui abitate; lasciate che Dio sia il Signore, lโunico vostro Signore, e allora il regno di Dio sarร tra di voi e in voiโ.
Gesรน avverte poi i discepoli che potrร loro anche accadere di non essere accolti, di essere osteggiati, cacciati e addirittura perseguitati. Quello che egli ha vissuto nella sua vita potrร essere vissuto anche dai suoi inviati. In tal caso i discepoli non risponderanno con insulti, con maledizioni o con ostilitร , ma con mitezza usciranno dalla cittร e scuoteranno dai loro piedi la polvere che vi si รจ attaccata, affermando di non voler portare con sรฉ neanche quellaโฆ Verrร comunque il giudizio di Dio nel suo โgiornoโ, e allora sarร manifesto che il peccato degli abitanti di Sodoma (cf. Gen 19) รจ meno grave del peccato di chi non accoglie la buona notizia della salvezza. Infatti, piรน grande รจ il dono ricevuto da Dio, piรน grande รจ il peccato di chi lo rifiuta! Risuonano dunque anche sulla bocca di Gesรน le invettive profetiche rivolte alle cittร in cui non solo egli aveva predicato la conversione ma aveva pure compiuto prodigi (cf. Lc 10,13-15). E cosรฌ lโantico oracolo contro Babilonia (cf. Is 14,13-15), cittร nemica del Dio vivente, viene rinnovato contro Cafarnao, la cittร che รจ stata centro dellโattivitร e della missione di Gesรน. Queste immagini del giudizio ci intimoriscono, ma cerchiamo di cogliere in esse la passione di Gesรน per la venuta e lโaccoglienza del regno di Dio, nonchรฉ la sua chiaroveggenza profetica sulla strada percorsa verso la rovina proprio dai destinatari della sua parola. La sua รจ infatti parola di Dio, di colui che lo ha inviato perchรฉ fosse ascoltato, ed รจ la stessa parola da lui consegnata ai discepoli missionari. Perciรฒ chi disprezza lโinviato, disprezza anche colui che lo ha mandato (cf. Lc 10,16).
Infine Luca racconta anche il ritorno dei settantadue dalle trentasei missioni da loro compiute. Grande รจ la gioia perchรฉ, secondo la promessa contenuta nellโinvio in missione, i demoni arretrano di fronte alla loro predicazione carica di autoritร (exousรญa) e allโinvocazione del Nome di Gesรน. Ed รจ proprio Gesรน stesso, il Signore, che, ascoltando il loro racconto, confida la visione da lui avuta: quale veggente e profeta ha contemplato la caduta di Satana dal cielo verso il basso, proprio come cade un fulmine. Non si tratta ancora della fine definitiva di Satana, ma ormai la presenza di Cristo e la sua lotta risultano vincenti sul male e sulle potenze diaboliche. Ma quella gioia dei discepoli โ ricorda loro Gesรน โ รจ poca cosa rispetto alla gioia che deve abitarli in profonditร , gioia per la consapevolezza di essere amati da Dio ora e al di lร della morte, perchรฉ anche nel cielo della vita eterna continuerร la vita del discepolo.
Il brano evangelico celebrato in questa domenica deve dunque stimolare ognuno di noi e la chiesa nel suo insieme a pregare il Signore perchรฉ mandi operai nella sua messe, come e dove lui vuole. Nello stesso tempo, deve ricordarci che, di fronte alle urgenze della missione, prima Gesรน e poi la chiesa hanno saputo creare ministeri, trovare forme inedite, chiamare nuovi soggetti a essere โinviatiโ del regno di Dio. Ancora oggi lo Spirito santo rinnovi in noi audacia, coraggio e saldezza della fede.
Per gentile concessione dal blog di Enzo Bianchi