La moltiplicazione dei pani
Gesรน appare come il Profeta escatologico, che non soccorre solo la fame, il bisogno umano di mangiare per vivere, ma fa il dono del suo corpo, amando i suoi fino alla fine. Nel gesto di Gesรน vi รจ il venire incontro al bisogno umano ma anche la narrazione dellโamore di Dio, amore gratuito e sovrabbondante, eccessivo, che non chiede contraccambio, ma solo accoglienza e ringraziamento.
Lโordo delle letture bibliche dellโannata liturgica B ha previsto che, giunti nella lettura cursiva di Marco allโevento della moltiplicazione dei pani (cf. Mc 6,35-44), si interrompa la lettura del vangelo piรน antico e la si sostituisca con la lettura dello stesso episodio narrato nel quarto vangelo. Per cinque domeniche si legge dunque il capitolo 6 di Giovanni, un testo che richiede una breve introduzione generale.
In veritร questo capitolo, tutto incentrato sul tema del โpane di vitaโ, che mai appare altrove, sembra piuttosto isolato nello svolgimento del racconto giovanneo. Con buona probabilitร , si tratta di un brano aggiunto piรน tardi per dare alla chiesa giovannea una catechesi sullโeucaristia, essendo il racconto della sua istituzione mancante nel quarto vangelo, sostituito da quello della lavanda dei piedi (cf. Gv 13,1-17).
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Questo capitolo in ogni caso รจ decisamente importante nel quarto vangelo, perchรฉ proprio attraverso la comprensione eucaristica Pietro e gli altri discepoli giungono alla confessione dellโidentitร di Gesรน: per i giudei รจ il figlio di Giuseppe, semplicemente un uomo della Galilea (cf. Gv 6,42), mentre Gesรน dichiara di essere il Figlio di Dio, colui che รจ e disceso dal cielo come inviato del Padre (cf. Gv 6,57); la vera identitร di Gesรน รจ proclamata con la confessione di Pietro, che riconosce in lui โil Santo di Dioโ (Gv 6,69).
Dellโevento della moltiplicazione dei pani i vangeli ci danno ben sei testimonianze perchรฉ Matteo e Marco hanno conservato due tradizioni di quel โprodigioโ, recepito dalla chiesa come profetico del dono del pane eucaristico dato da Gesรน ai suoi discepoli la sera della sua passione. Il quarto vangelo in modo ancora piรน esplicito lo narra come โsegnoโ (semeรฎon) che annuncia il dono del corpo e del sangue, dellโintera vita di Gesรน.
Gesรน si trova in Galilea, sul lago di Tiberiade, quando decide di attraversare lโampia insenatura per raggiungere lโaltra riva, sempre sul lato occidentale del lago, forse per cercare un luogo di riposo e di preghiera. Ma โuna grande follaโ lo segue, e subito lโevangelista ce ne fornisce la ragione: Gesรน ha compiuto molti segni sui malati, la sua azione e la sua predicazione destano stupore e curiositร . Questa sembra dunque essere unโora di successo per lui, che sceglie di salire sul monte, come aveva fatto Mosรจ in occasione della celebrazione dellโalleanza tra Dio e il suo popolo. Viene anche esplicitata unโinformazione temporale: โera vicina la Pasqua, la festa dei Giudeiโ. Era dunque unโora vigiliare (come lโora dellโistituzione eucaristica), e infatti il segno che Gesรน opererร sarร il segno della Pasqua cristiana per eccellenza.
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Seduto in alto, Gesรน ha davanti a sรฉ la grande folla, che osserva alzando gli occhi: รจ una folla in attesa! Ed ecco che liberamente e gratuitamente prende lโiniziativa di dare un segno, di compiere un gesto che racconti lโamore di Dio, il quale ama cosรฌ tanto lโumanitร da darle in dono suo Figlio (cf. Gv 3,16). Chiama a sรฉ un discepolo, Filippo, e gli chiede: โDa dove potremo comprare il pane per sfamare costoro?โ. In realtร Gesรน sa cosa sta per compiere, perchรฉ la sua intenzione รจ frutto della sua comunione con i pensieri di Dio, che lui chiama โPadreโ. Filippo invece compie i calcoli per determinare la spesa dellโacquisto del pane per tanta gente e Andrea fa presente che i cinque pane dโorzo e i due pesci che un ragazzo ha portato con sรฉ sarebbero assolutamente insufficienti.
Allora Gesรน, con la sua sovranitร , chiede ai discepoli di far adagiare la folla su quellโerba verde che ricorda i pascoli dove Dio, il Pastore, conduce le sue pecore (cf. Sal 23,2), affinchรฉ abbiano cibo abbondante. Poi davanti a tutti compie il gesto: โprese i pani e, dopo aver reso grazie (eucharistรฉsas), li distribuรฌ a quelli che erano adagiati sullโerba, e lo stesso fece con i pesciolini, secondo il loro bisognoโ. Ecco il segno dato e i gesti che preannunciano quelli dellโistituzione eucaristica nellโultima cena:
Gesรน prende nelle sue mani il pane,
rende grazie a Dio (o lo benedice, secondo Marco e Matteo),
lo spezza
e lo dร , lo distribuisce ai discepoli.
ร lui, il Cristo Signore, che dร , distribuisce (dรฉdoken) quel pane che sfama cinquemila persone, quei cinque pani che, condivisi, riescono a saziare tutti. E proprio in virtรน di questa azione totalmente decisa e fatta da lui stesso, potrร dire: โIl pane che io darรฒ รจ la mia carne per la vita del mondoโ (Gv 6,51). Cosรฌ Gesรน appare come il Profeta escatologico, ben piรน di Eliseo che aveva moltiplicato i pani dโorzo (cf. 2Re 4,42-44), perchรฉ non soccorre solo la fame, il bisogno umano di mangiare per vivere, ma fa il dono del suo corpo, amando i suoi fino alla fine (cf. Gv 13,1).
Il pane, che รจ una necessitร per lโuomo, per il suo bisogno di vivere, รจ anche ciรฒ che Dio dona a ogni creatura (cf. Sal 136,25). Nel gesto di Gesรน vi รจ dunque il venire incontro al bisogno umano ma anche la narrazione dellโamore di Dio, amore gratuito e sovrabbondante, eccessivo, che non chiede contraccambio, ma solo accoglienza e ringraziamento.
Anche lโingiunzione di Gesรน โRaccogliete i pezzi avanzati, perchรฉ nulla vada perdutoโ ha un significato particolare: non manifesta solo lโabbondanza del pane condiviso ma significa che sempre nella comunitร del Signore ci sarร il pane eucaristico, che dovrร essere conservato con cura e sollecitudine.
Il racconto di questo segno si risolve perรฒ in un malinteso. Attraverso questo segno Gesรน ha voluto rivelare qualcosa della sua identitร e del suo inserimento nella storia di salvezza: รจ il Profeta, รจ il Messia, รจ colui che rinnova e trascende in unโinedita pienezza i segni operati da Dio stesso nellโesodo, ma la gente che giunge a questa comprensione di Gesรน trae delle conseguenze che egli rigetta, fino a sottrarsi e a fuggire nella solitudine. Infatti, posta di fronte a quel segno profetico e a quel prodigio della moltiplicazione del pane condiviso, la folla pensa che sia giunta lโora di proclamare Gesรน Re dei Giudei e di celebrare la sua gloria. Equivoco, malinteso che svela come anche lโacquisizione della conoscenza di Gesรน possa essere sviante e tradire la sua vera identitร e lโautentica intenzione dei suoi gesti.
Percepire Gesรน come re al modo dei re, dei potenti di questo mondo, sarebbe negare la missione che egli ha ricevuto dal Padre e acconsentire alle intenzioni del Principe di questo mondo, Satana. Gesรน รจ il Re dei Giudei, e tale sarร proclamato sulla croce dal titolo che Pilato farร innalzare sul suo capo (cf. Gv 19,19); ma รจ un Re crocifisso, nella debolezza dellโuomo dei dolori, vittima dellโodio del mondo, solidale con i perseguitati, gli oppressi, i poveri, gli scarti della storia. La numerosa folla misconosce dunque quel Gesรน che ha seguito, perchรฉ lo interpreta e lo vuole secondo i propri desideri e le proprie proiezioni, non essendo disposta ad accettare un Profeta e Messia conforme al disegno di Dio.
ร significativo che Giovanni annoti che โvolevano impadronirsi di lui per farlo reโ, volevano cioรจ ridurlo a un oggetto, un idolo plasmato dai loro desideri, volevano un Messia con un programma mondano. Ma Gesรน rifiuta perchรฉ sa che quel potere che gli vogliono dare non รจ il vero potere conferitogli dal Padre. Come aveva fuggito le tentazioni di potere nel deserto (cf. Mc 1,12-13; Mt 4,1-11; Lc 4,1-13), cosรฌ ora si ritira nella solitudine della montagna, fuggendo dalla folla che lo acclama, discernendo lโillusione di un apparente successo, che non puรฒ nรฉ desiderare nรฉ accettare. Salendo su quel monte, da solo, lasciando a valle anche i discepoli, Gesรน medita su quellโincomprensione e si affida nuovamente al Padre, affidandogli anche quella folla e quei discepoli che non avevano capito nรฉ il suo gesto nรฉ la sua intenzione.
Ma il seguito del racconto, che ascolteremo nelle prossime domeniche, ci rivelerร , attraverso un lungo discorso di Gesรน, che colui che ha dato il pane in abbondanza รจ in veritร lui stesso il pane dato da Dio allโumanitร per la pienezza della sua vita.
Per gentile concessione dal blog di Enzo Bianchi.