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Enzo Bianchi – Commento al Vangelo del 26 Maggio 2024

Domenica 26 Maggio 2024
Commento al brano del Vangelo di: Mt 28, 16-20

La Triunitร  di Dio

In Dio cโ€™รจ ormai lโ€™umanitร  del Figlio morto come uomo ma risuscitato nella forza dello Spirito santo, sicchรฉ non si puรฒ piรน parlare di Dio senza parlare dellโ€™uomo e non si puรฒ piรน andare a Dio se non attraverso โ€œla viaโ€ che รจ suo Figlio Gesรน Cristo, uomo nato da Maria, vissuto tra di noi, morto e risorto nella nostra storia, il Signore veniente.

Domenica scorsa con la Pentecoste, pienezza delle energie della resurrezione di Cristo, abbiamo terminato di vivere il tempo pasquale e siamo cosรฌ entrati nel tempoย per annum. Una consuetudine millenaria della liturgia latina ci chiede di celebrare in questa domenica la festa della Santissima Trinitร : ci chiede dunque di contemplare con umiltร  il mistero del nostro Dio, il Dio vivente e vero, mistero espresso attraverso un termine dottrinale e dogmatico, la Triunitร  di Dio.

Questo titolo, infatti, vuole affermare che Dio รจ uno โ€“ come recita il comandamento dato a Israele: โ€œAscolta, Israele, il Signore nostro Dio รจ unoโ€ (Dt 6,4) โ€“, ma si รจ rivelato attraverso la venuta di suo Figlio nella nostra umanitร , dunque รจ comunione del Padre e del Figlio e dello Spirito santo: unโ€™unica vita divina, ma vissuta nellaย koinonรญa, nella sinfonia di soggetti di un unico amore, lโ€™agรกpeย (cf. 1Gv 4,8.16: โ€œDio รจ amoreโ€).

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Ma proprio perchรฉ le idee e le formule sono sempre inadeguate nel rivelare il Dio che nessuno ha mai visto (cf. Gv 1,18) nรฉ contemplato (cf. 1Gv 4,12), dovremmo soprattutto credere a una realtร : in Dio cโ€™รจ ormai lโ€™umanitร  del Figlio Gesรน Cristo, morto come uomo ma risuscitato nella forza dello Spirito santo, sicchรฉ non si puรฒ piรน parlare di Dio senza pensare a lui, senza parlare dellโ€™uomo e pensare lโ€™uomo.

Soprattutto, non si puรฒ piรน andare a Dio se non attraverso โ€œla viaโ€ (Gv 14,6) che รจ suo Figlio Gesรน Cristo, uomo nato da Maria, vissuto tra di noi, morto e risorto nella nostra storia. Ecco allora cosa annunciare in questa festa che succede al tempo pasquale: con lโ€™incarnazione di suo Figlio, Dio si รจ unito allโ€™umanitร  in modo indissolubile e lโ€™umanitร  trasfigurata รจ in Dio attraverso il Figlio Gesรน che, come era disceso, cosรฌ รจ salito al cielo (cf. Ef 4,9-10), โ€œcostituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santitร , in virtรน della resurrezione dei mortiโ€ (Rm 1,4).ย 

Per celebrare la santa Triunitร  di Dio, la liturgia ci propone la conclusione del vangelo secondo Matteo, in cui Gesรน consegna ai discepoli parole che di fatto sono la โ€œprofessione di fedeโ€ di ogni cristiano quando diventa tale, discepolo di Gesรน attraverso il battesimo. Vorrei sostare soprattutto su una frase molto semplice: โ€œGli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesรน aveva loro indicatoโ€.

Secondo Matteo solo Maria di Magdala e lโ€™altra Maria, dopo aver trovato la tomba vuota, avevano visto Gesรน, il quale le aveva salutate con il dono messianico della pace: โ€œShalom!โ€ (Mt 28,9). Poi aveva comandato loro di essere messaggere dellโ€™annuncio pasquale presso gli apostoli: โ€œNon temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: lร  mi vedrannoโ€ (Mt 28,10). I discepoli intimi di Gesรน, ascoltato lโ€™annuncio da parte delle donne discepole, eseguono puntualmente quel comando.

E cosรฌ quel gruppo di dodici, ridotto a undici perchรฉ Giuda se nโ€™รจ andato, ritorna sulle strade della Galilea. Devono lasciare Gerusalemme, la cittร  santa, e tornare dovโ€™era iniziata la predicazione di Gesรน (cf. Mt 4,12-17): nella Galilea delle genti, terra periferica, terra spuria, abitata da ebrei e non ebrei, terra cosmopolitaโ€ฆ

Devono andare nel mondo, tra gli uomini e le donne, per affermare che tutti sono chiamati alla fede in Cristo, che ormai โ€“ come scrive Paolo โ€“ โ€œnon cโ€™รจ piรน nรฉ giudeo nรฉ grecoโ€ (Gal 3,28), per dare vita a una nuova comunitร , non piรน legata da carne e sangue, da lingua o cultura, da vicinanza o lontananza, ma una comunitร  che trovi in Gesรน Cristo un legame, un fondamento al suo credere, sperare e amare. Potremmo dire che quel soggetto di undici persone รจ โ€œil piccolo greggeโ€ (Lc 12,32), la chiesa sulle strade del mondo, un piccolo gregge non chiuso in un recinto, non pauroso, non autoreferenziale, ma disposto a stare in mezzo ad altri, fossero anche dei lupi. Non รจ una gran cosa, nรฉ quegli undici sono uomini straordinari: di qualcuno si รจ tramandato qualche fatto della vita, di altri sappiamo appena il nome; povera gente, in mezzo alla quale vi sono anche alcuni che dubitano su Gesรน e sulla sua missioneโ€ฆ

Eppure, obbedendo allโ€™indicazione delle donne vanno verso la montagna, il nuovo Nebo (cf. Dt 32,49; 34,1), il luogo della manifestazione della volontร  di Dio. Sulla montagna Gesรน aveva predicato il Vangelo delle beatitudini (cf. Mt 5,1-7,29), sulla montagna aveva moltiplicato il pane (cf. Mt 15,32-39), sulla montagna era stato trasfigurato dal Padre davanti ai discepoli (cf. Mt 17,1-8): ora sulla montagna gli Undici devono ascoltare le ultime parole del Risorto, le sue ultime volontร . Ed ecco che salgono sul monte indicato e, non appena vedono Gesรน, si prostrano, si inginocchiano a terra e adorano.

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Gesรน, che li aveva visti lโ€™ultima volta allโ€™inizio della passione, quando โ€œtutti i discepoli lo abbandonarono e fuggironoโ€ (Mt 26,56), ora li vede ai suoi piedi, in adorazione: gesto pieno di significato, perchรฉ quando un uomo si inchina di fronte a un altro, compie uno dei piรน grandi gesti umani. Come giร  accennato, essi adorano Gesรน anche tra i dubbi, perchรฉ in loro i dubbi rimangono e rimarranno fino alla morte, vinti perรฒ e trascesi dallโ€™amore: sรฌ, perchรฉ lโ€™amore vince i dubbi della fede, questa รจ la dinamica nel cuore del cristianoโ€ฆ

Gesรน allora si avvicina a questi uomini, chiesa di peccatori fragili e dubbiosi, ma chiesa che sa amare e adorare il suo Signore. Questa รจ la chiesa quotidiana che noi conosciamo e siamo, non unโ€™istituzione trionfante e che si impone, ma un gruppetto di povere persone che dicono per amore: โ€œSignore, aumenta la nostra fede (cf. Lc 17,5)! Signore, noi veniamo meno, qualcuno se ne va, ma vogliamo restare con te! Signore, siamo fuggiti davanti alla sofferenza e alla morte ma, non appena ci hai richiamati, eccoci qui, inchinati davanti a te! Vieni Signore Gesรน, vieni presto, Marana tha (1Cor 16,22; cf. Ap 22,20)!โ€.

Gesรน, in risposta, si rivolge agli Undici con la sua parola diย Kรฝrios, di Signore risorto e vivente, dicendo loro: โ€œUna volta andati tra le genti dellโ€™umanitร  intera, fino ai confini del mondo, fate discepoli, cioรจ cercate che gli uomini e le donne accolgano la buona notizia del Vangelo, mettendosi alla sua scuola. E immergeteli (questo significa letteralmente il verbo โ€œbattezzareโ€) nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santoโ€.

รˆ lโ€™unica volta in cui nel Nuovo Testamento si parla di battesimo-immersione nel Nome della Triunitร  di Dio, mentre di solito si attesta il battesimo nel Nome di Gesรน, lโ€™essere immersi con lui nella sua morte e resurrezione, o nello Spirito che rimette i peccati e santifica. Qui Matteo opera un accrescimento teologico, perchรฉ nel suo vangelo Gesรน rivela il Padre parlando sovente di lui e rivela lo Spirito promettendolo ai discepoli (cf. Mt 10,20). La comunitร  dei discepoli ha le sue radici nella vita triunitaria del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, รจ chiesa che nasce dalla vita della Triunitร  di Dio, nasce dalla caritร  di Dio, perchรฉ Dio รจ amore.

Infine, il Signore Gesรน proclama se stesso come colui che ha ricevuto ogni potere in cielo e sulla terra. La sua signoria รจ ben piรน grande di quella di Ciro, imperatore del mondo (cf. 2Cr 36,23, ultimo versetto della Bibbia ebraica!), perchรฉ รจ quella del Figlio dellโ€™uomo che riceve da Dio stesso il potere (cf. Dn 7,13-14). รˆ una signoria che chiede ai suoi servi solo di vivere il comandamento nuovo dellโ€™amore (cf. Gv 13,34; 15,12); รจ la signoria di colui che ci assicura: โ€œIo sono con voiโ€, dunque รจ lโ€™โ€˜Immanu-El, il Dio-con-noi (cf. Is 7,14; Mt 1,23), sempre, senza mai abbandonarci. Dio resta il Dio tre volte Santo nellโ€™alto dei cieli, โ€œSanto, Santo, Santoโ€ (Is 6,3), ma รจ ormai il Dio-uomo, il Dio-con-noi, che in Gesรน risorto e vivente per sempre ci accompagna sulle vie del mondo; e la comunione di Dio, comunione plurale, รจ la nostra dimora.

Per gentile concessione dal blog di Enzo Bianchi.

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