Enzo Bianchi โ€“ Commento al Vangelo del 25 Giugno 2023

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Nessuna paura dei nemici e dei malvagi

Con questa domenica riprendiamo la lettura cursiva del vangelo secondo Matteo, esattamente dal capitolo decimo, che contiene il discorso di Gesรน sulla missione dei discepoli nel mondo. รˆ un discorso che si indirizza, al di lร  del tempo in cui รจ stato pronunciato e messo per iscritto, a tutti coloro che sono chiamati al servizio di Gesรน Cristo e del suo regno; un discorso che risente dellโ€™esperienza dei dodici apostoli in missione tra i figli di Israele e dei missionari della chiesa di Matteo nei decenni precedenti lโ€™80 d.C.

Gesรน invia i discepoli โ€œtra le pecore perdute della casa dโ€™Israeleโ€ e consegna loro il messaggio da annunciare, lโ€™azione da compiere e lo stile del comportamento (cf. Mt 10,5-15). Poi annuncia le persecuzioni che gli inviati dovranno sopportare nella missione (cf. Mt 10,16-23) e con autorevolezza e chiaroveggenza profetica dice loro: โ€œUn discepolo non รจ piรน grande del maestro, nรฉ un servo รจ piรน grande del suo signore; รจ sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebul il padrone di casa, quanto piรน quelli della sua famiglia!โ€ (Mt 10,24-25). Ovvero, ciรฒ che Gesรน ha vissuto, sarร  vissuto anche dai suoi inviati, che verranno chiamati diavoli, al servizio del capo dei demoni, Beelzebul, e verranno perseguitati fino a essere uccisi da chi crede di dare in questo modo gloria a Dio (cf. Gv 16,2).

Dunque? Occorre avere coraggio, lottare contro la paura, non temere mai. Questo รจ il messaggio della pericope di oggi, che Gesรน consegna come comando per ben tre volte: โ€œNon temete!โ€ (vv. 26.28.31). Nelle sante Scritture dellโ€™Antico e del Nuovo Testamento questo invito-comando รจ la parola indirizzata da Dio quando si manifesta e parla a quanti egli chiama: cosรฌ ad Abramo, a Mosรจ, ai profeti, a Maria, la madre di Gesรนโ€ฆ โ€œNon temere!โ€ cioรจ โ€œnon avere paura della presenza del Dio tre volte santo, ma abbi solo timore, ossia capacitร  di discernere la sua presenza, e quindi non avere mai paura degli uomini, anche quando sono nemici. Non avere mai paura, ma vinci la paura con la fiducia nel Signore fedele, sempre vicino, accanto al credente, e sempre fedele, anche quando sembra assente o inerteโ€. La paura รจ un sentimento umano grazie al quale impariamo a vivere nel mondo, facendo attenzione a dove vi sono il pericolo o la minaccia; ma per chi ha fede salda nel Signore, la paura deve essere vinta, non deve diventare determinante nel rapporto con il Signore e con la sua volontร .

Nel vivere il Vangelo e nellโ€™annunciarlo alle genti, i discepoli di Gesรน incontrano diffidenza, chiusura, ostilitร  e rifiuto. In queste situazioni la tentazione รจ tacere la speranza che abita il proprio cuore, restare silenti e nascondere la propria identitร , magari fino a fuggire. Ma Gesรน avverte: il tempo della missione รจ un tempo di apocalisse, non nel senso catastrofico solitamente attribuito a questo termine, ma nel senso etimologico di ri-velazione, di alzata del velo. Lโ€™annuncio del Vangelo, infatti, richiede che ciรฒ che Gesรน ha detto nellโ€™intimitร  sia proclamato in pieno giorno, ciรฒ che รจ stato detto nellโ€™orecchio sia gridato sui tetti. Cโ€™รจ stato un nascondimento di โ€œveritร โ€, avvenuto non per dimenticare o seppellire ma per rivelare nel tempo opportuno ciรฒ che era stato nascosto: โ€œNulla vi รจ di nascosto (verbo kalรฝpto) che non sarร  ri-velato (verbo apokalรฝpto) nรฉ di segreto (kryptรณs) che non sarร  conosciuto (verbo ginรณsko)โ€ (v. 26). Le cose nascoste fin dalla fondazione del mondo (cf. Mt 13,35; Sal 78,2) sono rivelate da Gesรน e poi dai discepoli nella storia.

Dโ€™altronde, i veri nemici dei discepoli non sono quelli di fuori ma quelli di dentro, quelle tentazioni che nascono dal cuore, quegli atteggiamenti idolatrici ai quali la comunitร  cristiana cede. I nemici di fuori, in realtร , sono occasioni per mettere in pratica il Vangelo, per mostrare la propria fede e la propria fedeltร  al regno di Dio. Annunciare la parola di Dio รจ un compito che trascende il discepolo, la discepola: chi assume tale compito sa che la sua vita รจ posta sotto una forza che viene da Dio, sa che non puรฒ sottrarsi alla vocazione affidatagli, ma deve lottare per farla risplendere, combattendo lโ€™idolatria che lo seduce. E la parola che proclama รจ dรฝnamis (cf. Rm 1,16), รจ forza che attraversa la storia umana senza impedimenti, in una sorta di corsa (cf. 2Ts 3,1)โ€ฆ

Si tratta dunque di non temere quelli che uccidono il corpo, che interrompono la vita terrestre, ma in veritร  non possono togliere la vera vita. Lโ€™unico โ€œtimoreโ€ โ€“ nel senso che si diceva โ€“ da avere รจ quello verso il Signore, perchรฉ lui solo puรฒ decidere della vita terrestre e di quella vera. La vita, infatti, puรฒ essere vissuta come umanizzazione, conformemente alla volontร  del Creatore, oppure essere segnata da scelte mortifere, che possono solo condurre alla rovina: per esprimere questo secondo esito Gesรน si riferisce metaforicamente alla Gehenna, la valle che raccoglieva la spazzatura di Gerusalemme.

Di seguito Gesรน eleva lo sguardo verso il suo Dio, il suo Abba, Padre, e testimonia tutta la potenza con cui egli si prende cura delle sue creature, le salva, non abbandonando mai chi ha fede in lui. Cosa sono due passeri? Queste creature piccole, che abitano a centinaia sui tetti, sembrano a noi creature insignificanti, che non meritano attenzione nรฉ cura, eppure non รจ cosรฌ per Dio! E qui si faccia attenzione. Nella Bibbia italiana la traduzione delle parole di Gesรน suona: โ€œDue passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrร  a terra senza il volere del Padre vostroโ€. E invece occorre rendere, alla lettera: โ€œโ€ฆ senza il Padre vostroโ€. Ovvero, neppure un passero, cadendo a terra, รจ abbandonato da Dio: non cade a terra perchรฉ Dio lโ€™ha voluto (fatalismo tipicamente pagano), ma anche quando cade a terra non รจ abbandonato dal Padre! Allo stesso modo, anche i capelli della nostra testa, che perdiamo ogni giorno senza accorgercene, sono tutti contati, tutti sotto lo sguardo di Dio. Da una tale contemplazione nasce la fiducia che scaccia il timore: Dio vede come ci vede un padre, che ci guarda sempre con amore e non ci abbandona mai, neanche quando cadiamo.

I discepoli di Gesรน, ben piรน preziosi agli occhi di Dio dei passeri e dei capelli della testa, possono essere perseguitati e messi a morte, ma anche nella loro morte il Padre รจ lร , nelle loro tentazioni il Signore รจ lร , nelle loro sofferenze รจ Cristo a soffrire. La comunione con il Signore non puรฒ essere spezzata se non da noi stessi, mai dagli altri. Per questo occorre essere preparati a riconoscere Gesรน Cristo, il Signore, davanti agli uomini: ciรฒ deve essere fatto con mitezza, senza arroganza e senza vanto, ma anche a caro prezzo. Oggi nel mondo occidentale non corriamo il rischio della persecuzione, del dover scegliere la testimonianza a Cristo che provoca una morte violenta, ma non illudiamoci di essere esenti dalla prova. Ogni volta che semplicemente arrossiamo nel dirci discepoli o discepole di Gesรน, ogni volta che manchiamo di coraggio nel testimoniare la veritร  cristiana, che รจ sempre a servizio dellโ€™umanizzazione, della giustizia, della pace e della caritร , allora noi scegliamo di non essere riconosciuti da Gesรน, nel giorno del giudizio, davanti al Padre che รจ nei cieli. Per essere rinnegatori di Gesรน, รจ sufficiente cedere al โ€œcosรฌ fan tuttiโ€, al โ€œcosรฌ dicon tuttiโ€, allโ€™ignavia pigra di chi non vuole essere disturbato, di chi teme anche solo di non poter piรน godere del favore di qualche potente o di chi contaโ€ฆ Pietro ha rinnegato davanti a una povera serva, non davanti a un tribunale (cf. Mt 26,69-75 e par.)!

In ogni caso, ci siano oggi di esempio quei cristiani che in Egitto e in medio oriente scelgono di partecipare alla liturgia sapendo che rischiano la vita e diventando vittime, in grande numero, di una cieca violenza anticristiana. Il martirio รจ ricomparso e oggi ci sono piรน martiri cristiani che nei secoli dellโ€™impero romano. รˆ dunque lโ€™ora del coraggio, del non temere, sapendo che Gesรน รจ accanto a noi nella potenza dello Spirito santo e lo sarร , come โ€œaltro Paraclitoโ€ (cf. Gv 14,26), avvocato per noi davanti al Padre. Coraggio! La paura รจ la piรน grande minaccia alla fede cristiana: essa induce al dubbio e il dubbio al rinnegamento del Signore e del Vangelo. Se invece nel cristiano cโ€™รจ unโ€™umile fiducia, cโ€™รจ una forza invincibile!

Per gentile concessione dal blog di Enzo Bianchi