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Enzo Bianchi – Commento al Vangelo del 24 Novembre 2024

Domenica 24 Novembre 2024NOSTRO SIGNORE GESร™ CRISTO RE DELL'UNIVERSO โ€“ ANNO B โ€“ SOLENNITร€
Commento al brano del Vangelo di: Gv 18,33-37

Gesรน, un โ€œRe al contrarioโ€

Gesรน รจ un โ€œRe al contrarioโ€, non ha il potere mondano, la gloria dei re della terra. Proprio nella nuditร  di un uomo trattato come schiavo, torturato, flagellato, financo incoronato di spine, si rivela quale unico e vero Re di tutto lโ€™universo, con una gloria che nessuno puรฒ strappargli: la gloria dellโ€™amore vissuto e mai contraddetto.

Siamo giunti alla fine dellโ€™anno liturgico B, nel quale abbiamo ascoltato nella liturgia domenicale il vangelo secondo Marco. Domenica scorsa lโ€™annuncio del Veniente, il Figlio dellโ€™uomo (cf. Mc 13,26), ci ha rallegrati, perchรฉ questa รจ la nostra speranza, la nostra attesa: che il Signore Gesรน venga nella gloria e venga presto.

Oggi, in veritร , celebriamo un aspetto di questa venuta nella gloria, attraverso il quarto vangelo, che con audacia profonda sa leggerla giร  nella storia di Gesรน di Nazaret, addirittura nella sua passione. In essa avviene unโ€™epifania: proprio quando Gesรน รจ nel pretorio romano di Gerusalemme, consegnato dai capi dei giudei, si confessa davanti a Pilato โ€œRe dei giudeiโ€, cioรจ loro Messia, unto e inviato da Dio al suo popolo. Ma attenzione: nel quarto vangelo Gesรน รจ un Re paradossale, un โ€œRe al contrarioโ€, perchรฉ non ha il potere mondano, la gloria dei re della terra, non si fregia dellโ€™applauso della gente, non appare in una scenografia trionfale. Al contrario, proprio nella nuditร  di un uomo trattato come schiavo, quindi torturato, flagellato, financo incoronato di spine, si rivela quale unico e vero Re di tutto lโ€™universo, con una gloria che nessuno puรฒ strappargli, la gloria di chi ama il mondo fino alla fine (cf. Gv 13,1), di chi sa dare la vita per gli uomini (cf. Gv 15,13), rimanendo nellโ€™amore (cf. Gv 15,9): dunque, gloria dellโ€™amore vissuto e dellโ€™amore mai contraddetto.

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Ma cerchiamo di leggere con obbedienza il racconto di questa scena, o meglio di questa โ€œepifaniaโ€. La passione secondo Giovanni (cf. Gv 18,1-19,42), si compone di undici scene, ognuna situata in uno dei diversi luoghi in cui Gesรน รจ stato trascinato dai suoi persecutori. Al centro sta la scena (la sesta) dellโ€™incoronazione di spine, che nella passione giovannea รจ il vertice della rivelazione dellโ€™identitร  di Gesรน (cf. Gv 19,1-3). Gesรน รจ stato flagellato come uno schiavo e i soldati si accaniscono contro di lui. Per smentire la sua pretesa regale, gli mettono sul capo una corona di spine, che lo trafiggono e lo sfigurano, e lo rivestono di un manto di porpora come quello dei re della terra. Questa intronizzazione prevede lโ€™omaggio dei sudditi e i soldati dunque si prostrano a lui e gli fanno doni mentre, dandogli schiaffi, cosรฌ lo salutano: โ€œSalve, Re dei giudei!โ€ (Gv 19,3). รˆ una scena oggettivamente di derisione, una parodia, ma nel vangelo secondo Giovanni รจ vera epifania, perchรฉ in essa รจ rivelata la vera regalitร  di Gesรน, servo del Signore e vittima innocente del male del mondo.

La scena-epifania descritta nella pericope odierna รจ precedente (la quarta), quando i capi dei giudei hanno ormai consegnato Gesรน al procuratore romano, perchรฉ lo condanni a morte come malfattore. Pilato, che non vorrebbe interessarsi della sorte di questo giudeo, a causa della pressione degli accusatori entra nel pretorio, fa chiamare Gesรน e lo interroga. Innanzitutto gli chiede ciรฒ che piรน gli interessa: โ€œSei tu il Re dei giudei?โ€. Ovvero: โ€œTu vanti un potere politico su questa terra e su questa gente?โ€. Questo, infatti, puรฒ essere un attentato al potere imperiale romano, unโ€™insidia per Cesare. Ma Gesรน non gli risponde subito, ponendogli invece a sua volta una domanda: โ€œTu, che non sei ebreo, ma appartieni alle genti, ai gojim, mi fai questa domanda mosso da una ricerca personale o semplicemente perchรฉ sei istigato dai miei accusatori?โ€. Insomma, Pilato รจ manipolato dai capi dei giudei o la sua domanda nasce da una mozione interiore?

Pilato, perรฒ, non comprende e mostra anzi il profondo disprezzo verso i giudei e anche verso Gesรน, un uomo legato, consegnato a lui, inerme e per nulla bellicoso. Ripete solo a Gesรน che sono proprio i suoi connazionali, i capi religiosi dei giudei, ad averlo dato in balia del suo potere di procuratore romano a Gerusalemme. Segue dunque la domanda: โ€œChe cosa hai fatto per poter essere da loro incolpato, quale delitto contro la legge hai commesso?โ€. Ed ecco che Gesรน fa la rivelazione: โ€œIl Regno, quello mio, non รจ di questo mondoโ€. Quello di Gesรน non รจ un regno che si instaura con la violenza della spada, non ha soldati pronti alla guerra, non รจ un potere tra i poteri di questo mondo, in concorrenza tra loro. Non รจ possibile nessuna concorrenza, tanto meno una conciliazione tra il Regno che Gesรน annuncia e i regni che sono sulla terra. Il Regno di Gesรน รจ altro: non รจ dominio ma servizio, รจ portatore di vita non di morte, รจ pace, giustizia e non puรฒ essere neppure compreso a partire dallโ€™esperienza dei poteri di questo mondo.

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Ma Pilato non riesce a reggere questa risposta di Gesรน, non riesce a sintonizzarsi sulle sue parole. Non puรฒ fare altro che dirgli: โ€œDunque tu sei re?โ€, cioรจ pretendi โ€“ condannato come sei, in mio potere, ridotto a โ€œcosaโ€, consegnato a me dai capi dei giudei e da me consegnabile alla morte โ€“ di essere re? Gesรน allora replica: โ€œTu lo dici: io sono Re. Per essere Re sono nato e sono venuto in questo mondo, con una missione che mi chiede semplicemente di essere testimone della veritร : testimone della veritร  sullโ€™uomo che รจ chiamato a essere figlio di Dio; testimone della veritร  che deve essere โ€˜fattaโ€™, realizzata da ogni uomo e da ogni donna; testimone della veritร  di un Dio, mio Padre, che ha tanto amato lโ€™umanitร  da darle suo Figlio (cf. Gv 3,16)โ€. Stiamo attenti: la veritร  non รจ una realtร  astratta, non รจ neppure riducibile a una dottrina o a unโ€™etica, ma รจ innanzitutto una โ€œvitaโ€, la vita di Gesรน, la vita di un uomo conforme alla volontร  di Dio, la vita di un uomo che dona se stesso amando fino alla morte, dunque la vita di Dio stesso che Gesรน vive in sรฉ e narra umanamente a tutti quelli che lo incontrano, lo vedono, lo ascoltano.

In questa risposta a Pilato, dunque in questa epifania, Gesรน รจ Re piรน che mai, Re dellโ€™universo, Re di tutta lโ€™umanitร , perchรฉ รจ lui lโ€™umanitร  autentica come Dio lโ€™ha pensata, voluta e creata. Qui Gesรน si mostra Re piรน che mai, perchรฉ non ha nessuna paura, perchรฉ regna su tutto ciรฒ che lo attornia e su tutto ciรฒ che accade; domina gli eventi, resta libero e parla, agisce solo per amore: regna con la stessa regalitร  con la quale regna Dio! Se cโ€™รจ unโ€™ora in cui il Regno di Dio รจ venuto, รจ stato in mezzo a noi e si รจ rivelato, รจ stato narrato, questa รจ lโ€™ora della passione e della croce. Comprendiamo allora perchรฉ lโ€™evangelista subito dopo annota che Pilato, rivolgendosi alla folla e ai capi dei giudei, proclama per due volte che Gesรน รจ innocente, che non cโ€™รจ in lui alcuna colpa secondo il diritto romano (cf. Gv 18,38; 19,4; e ancora in 19,6); poi, dopo averlo fatto flagellare (cf. Gv 19,1), lo presenta a tutti con le parole: โ€œEcco lโ€™uomo!โ€ (Gv 19,5). Pilato perรฒ โ€“ ci rivela sempre lโ€™evangelista โ€“ durante quellโ€™interrogatorio ha paura, e quando sente che, secondo lโ€™accusa, Gesรน si รจ fatto Figlio di Dio, โ€œha ancor piรน pauraโ€ (cf. Gv 19,7-8). I poteri di questo mondo possono non avere paura lโ€™uno dellโ€™altro, e per questo si fanno guerra; ma di fronte a Gesรน โ€œhanno pauraโ€, perchรฉ Gesรน indifeso, inerme, mite, povero, innocente, regna veramente ed รจ lui il Re e il Giudice di tutto lโ€™universo.

Questo titolo di Re di Israele, di Re dei giudei, nel vangelo secondo Giovanni รจ decisivo riguardo allโ€™identitร  di Gesรน. Fin dallโ€™inizio del vangelo risuona sulle labbra di Natanaele, nellโ€™ora della sua vocazione e del suo primo incontro con Gesรน (cf. Gv 1,49): confessione di fede che riconosce il Messia, discendente di David, Re-Figlio di Dio, colui che adempie la promessa di Dio per il suo popolo e porta la liberazione, la giustizia e la pace. Proprio nellโ€™attesa del compimento di questa promessa, la speranza messianica era viva al tempo di Gesรน ma si era caricata di attesa politica, di desiderio di sovranitร  mondana! Per questo, quando le folle avevano visto il segno della moltiplicazione dei pani, volevano prendere Gesรน per farlo re (cf. Gv 6,14), ma non vi riuscirono perchรฉ egli fuggรฌ da loro ritirandosi nella solitudine della montagna (cf. Gv 6,15). Ma anche quando Gesรน entra in Gerusalemme per la sua ultima Pasqua, la folla gli va incontro con rami di palma, acclamandolo โ€œRe dโ€™Israele veniente, benedetto nel nome del Signore (Gv 12,13). Eppure anche quellโ€™evento non viene capito nel suo significato, nemmeno dai suoi discepoli (cf. Gv 12,16).

Solo ora, nella passione, la regalitร  di Gesรน รจ svelata ed รจ significativamente rifiutata da quelli che gridano la bestemmia: โ€œNon abbiamo altro re allโ€™infuori di Cesareโ€ (Gv 19,15), del potere mondano. Tuttavia quando Gesรน sarร  in croce, il cartello voluto da Pilato nelle tre lingue dellโ€™ecumene โ€“ ebraico, greco e latino โ€“ proclamerร  la veritร : โ€œGesรน Nazoreo รจ il re dei giudeiโ€ (Gv 19,19). Sรฌ, โ€œogni lingua confessa che Gesรน รจ Signoreโ€ (Fil 2,11), Kรฝrios, a partire dalla croce!

Ecco dunque il fondamento della celebrazione di questa festa di Cristo Re, che รจ stata ricompresa dalla riforma liturgica del Vaticano II, grazie alla scelta delle letture evangeliche che presentano Gesรน quale Re nella passione (il testo odierno nellโ€™annata B e Lc 23,35-43 nellโ€™annata C) e quale Giudice veniente nella misericordia (Mt 25,31-46 nellโ€™annata A).

Per gentile concessione dal blog di Enzo Bianchi.

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