Enzo Bianchi โ€“ Commento al Vangelo del 24 Luglio 2022

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Un padre dร  sempre cose buone ai figli

Il brano del vangelo di questa domenica รจ in realtร  composto di tre parti: la preghiera di Gesรน (vv. 1-4), la parabola dellโ€™amico insistente (vv. 5-8) e infine la sua applicazione (vv. 9-13). Tutto il brano si regge sullโ€™informazione dataci da Luca a proposito degli atteggiamenti di Gesรน durante il viaggio verso Gerusalemme (cf. Lc 9,51). Anche in questo camminare Gesรน si fermava, sostava e pregava: i discepoli lo vedevano impegnato in questa azione fatta certamente in un modo che li colpiva e li interrogava.

Proprio alla fine di una di queste soste in preghiera, non sappiamo in quale ora della giornata, se al mattino o alla sera, un discepolo gli chiede di insegnare a tutta la comunitร  come pregare, sullโ€™esempio di ciรฒ che aveva fatto Giovanni il Battista con quanti lo seguivano. In risposta, Gesรน consegna una preghiera breve, essenziale che Luca e Matteo (cf. Mt 6,9-13) ci hanno trasmesso in due versioni. Quella di Luca รจ piรน breve, costituita innanzitutto da due domande che hanno un parallelo nella preghiera giudaica del Qaddish: la santificazione del Nome e la venuta del Regno. Seguono poi tre richieste riguardo a ciรฒ che รจ veramente necessario al discepolo: il dono del pane di cui si ha bisogno ogni giorno, la remissione dei peccati e la liberazione dalla tentazione. Preghiera semplice quella del cristiano, senza troppe parole, ma piena di fiducia in Dio โ€“ invocato come Padre โ€“ nel suo Nome santo, nel suo Regno che viene. Avendo commentato piรน volte il โ€œPadre nostroโ€, vorrei qui sostare piuttosto sui versetti seguenti, quelli che contengono la parabola e la sua applicazione.

Questa parabola รจ riportata solo da Luca, il quale vuole presentare la preghiera di domanda come preghiera insistente, assidua, che non viene meno ma che sa mostrare davanti a Dio una determinazione e una perseveranza fedele. Gesรน intriga gli ascoltatori, li coinvolge e per questo, invece di raccontare una storia in terza persona, li interroga: โ€œChi di voiโ€ฆ?โ€. รˆ una parabola che narra ciรฒ che puรฒ accadere a ciascuno degli ascoltatori:

Chi tra voi, se ha un amico e va a casa sua a mezzanotte e gli dice: โ€œAmico, prestami tre pani, perchรฉ รจ giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgliโ€, lo sente rispondere dallโ€™interno: โ€œNon procurarmi molestie! La porta รจ giร  chiusa e i miei bambini sono a letto con me! Non posso alzarmi per darteliโ€?  Vi dico: anche se non si alzerร  a darglieli perchรฉ รจ suo amico, almeno per la sua insistenza si alzerร  a dargliene quanti gliene occorrono.

Parabola semplice, che vuole mostrare come lโ€™insistenza di una domanda provochi la risposta anche da parte di chi, pur essendo amico, sulle prime non รจ disposto a esaudirla. Sรฌ, รจ lโ€™insistenza (persino noiosa!) dellโ€™amico e non il sentimento dellโ€™amicizia a causare lโ€™esaudimento e il conseguente dono: con la sua ostinata domanda un amico importuno puรฒ fare cambiare parere a un altro amico importunato.

Proprio perchรฉ le cose vanno cosรฌ, Gesรน allora commenta:

Chiedete e vi sarร  dato,
cercate e troverete,
bussate e vi sarร  aperto.

รˆ vero che non si usa esplicitamente il verbo โ€œpregareโ€, ma รจ evidente che Gesรน si riferisce sempre alla preghiera, proprio in risposta alla domanda iniziale del discepolo. Chiedete โ€“ raccomanda Gesรน โ€“ cioรจ non abbiate paura di chiedere a Dio che รจ Padre, chiedete con semplicitร , sicuri di essere esauditi da chi vi ama, e chiedete senza stancarvi mai. Si tratta di cercare con la convinzione della necessitร  della ricerca, con la convinzione che cโ€™รจ qualcosa che vale la pena di essere cercato, a volte faticosamente, a volte lungamente, ma occorre essere certi che prima o poi si giungerร  a trovare. Dove cโ€™รจ una promessa, si tratta di attendere vigilanti, di cercarne lโ€™esaudimento. Si tratta anche di bussare a una porta: se si bussa, รจ perchรฉ cโ€™รจ speranza che qualcuno dal di dentro apra e ci accolga, ma a volte occorre bussare ripetutamenteโ€ฆ

Di conseguenza, ci poniamo subito la domanda: perchรฉ Dio ha bisogno di essere piรน volte supplicato, perchรฉ vuole essere cercato, perchรฉ vuole che bussiamo ancora e ancora? Ne ha cosรฌ bisogno? No, siamo noi che abbiamo bisogno di chiedere, perchรฉ siamo dei mendicanti e non vogliamo riconoscerci tali; siamo noi che dobbiamo rinnovare la nostra ricerca di ciรฒ che รจ veramente necessario; siamo noi che dobbiamo desiderare che ci sia aperta una porta, in modo da poter incontrare chi ci accoglie. Dio non ha bisogno della nostra insistente preghiera, ma siamo noi ad averne bisogno per imprimerla nelle fibre della nostra mente e del nostro corpo, per aumentare il nostro desiderio e la nostra attesa, per dire a noi stessi la nostra speranza.

Ma a questa parabola e al suo primo commento Gesรน aggiunge unโ€™altra applicazione, sempre breve e sempre in forma interrogativa:

Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darร  forse una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darร  forse uno scorpione? O se gli chiede un pane, gli darร  forse un sasso (questโ€™ultima aggiunta รจ presente solo in una parte della tradizione manoscritta)?

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Ecco, questo non avviene tra un padre e un figlio, perchรฉ il legame di sangue impedisce un simile comportamento paterno, anche in caso di scarso affetto. A maggior ragione โ€“ dice Gesรน โ€“ se questo non avviene tra voi che siete cattivi, eppure sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto piรน il Padre che รจ nel cielo darร  lo Spirito santo a quelli che glielo chiedono.

Questโ€™ultima parola di Gesรน รจ stata meditata poco e con poca intelligenza dagli stessi cristiani negli ultimi secoli. Gesรน sa, e per questo lo dice con franchezza, che noi umani siamo tutti cattivi (poneroรญ), perchรฉ in noi cโ€™รจ una pulsione, un istinto a pensare a noi stessi, ad affermare noi stessi, alla philautรญa, lโ€™amore egoistico di sรฉ. Eppure, anche se questa รจ la nostra condizione, siamo capaci di azioni buone, almeno nel caso di un rapporto famigliare tra padre e figlio. Ebbene, se noi, pur nella nostra cattiveria, diamo cose buone ai figli che ce le chiedono, quanto piรน Dio, che โ€œรจ il solo buonoโ€ (agathรณs: Lc 18,19), darร  cose buone a chi gliele chiede! Ma come dimenticare che sovente abbiamo fatto di Dio un padre piรน cattivo dei nostri padri terreni? Scriveva Voltaire: โ€œNessuno vorrebbe avere come padre terreno Dioโ€, ed Engels gli faceva eco: โ€œQuando un uomo conosce un Dio piรน severo e cattivo di suo padre, allora diventa ateoโ€. รˆ cosรฌ, ed รจ avvenuto cosรฌ perchรฉ i cristiani hanno dato unโ€™immagine di Dio come giudice severo, vendicativo e perverso, fino a spingere gli umani ad abbandonare un tale Dio e a negarlo! Gesรน invece ci parla di un Dio Padre piรน buono dei padri di cui abbiamo fatto esperienza, insegnandoci che sempre Dio ci dร  cose buone quando lo invochiamo.

Ma in questo brano cโ€™รจ una precisazione importante e decisiva a proposito della preghiera. Luca si discosta dalla versione di queste parole di Gesรน fornita da Matteo, perchรฉ sente il bisogno di chiarirle e di spiegarle. Sรฌ, รจ vero che Dio ci esaudisce con cose buone (cf. Mt 7,11), ma queste non sempre sono quelle da noi giudicate buone. La preghiera non รจ magia, non รจ un โ€œaffaticare gli dรจiโ€ โ€“ come scriveva il filosofo pagano Lucrezio (La natura delle cose IV,1239) โ€“ o uno stordire Dio a forza di parole moltiplicate, dice altrove Gesรน (cf. Mt 6,7-8). Dio non รจ a nostra disposizione per esaudire i nostri desideri, spesso egoisti ma soprattutto ignoranti, in senso letterale: non sappiamo ciรฒ che vogliamo! Ecco perchรฉ โ€“ precisa la versione lucana โ€“ โ€œle cose buoneโ€ sono in realtร  โ€œlo Spirito santoโ€. Sempre Dio ci dร  lo Spirito santo, se glielo chiediamo nella preghiera, e lo Spirito che scende nella nostra mente e nel nostro cuore, lui che si unisce al nostro spirito (cf. Rm 8,16), รจ la risposta di Dio. Ma รจ bene fare un esempio, a costo di essere brutali. Se io, affetto da una grave malattia, chiedo a Dio la guarigione, non รจ detto che questa si verifichi effettivamente, ma posso essere certo che Dio mi darร  lo Spirito santo, forza e amore per vivere la malattia in un cammino in cui continuare ad amare e ad accettare che gli altri mi amino. Questo รจ lโ€™esaudimento vero e autentico, questo รจ ciรฒ di cui abbiamo veramente bisogno!

Per gentile concessione dal blog di Enzo Bianchi