Enzo Bianchi โ€“ Commento al Vangelo del 23 Aprile 2023

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โ€œNoi speravamoโ€ฆโ€

Il racconto dellโ€™incontro tra Gesรน risorto e i due discepoli in cammino verso Emmaus รจ stato sapientemente collocato da Luca nellโ€™ultimo capitolo del suo vangelo, che vuole significare una conclusione e nello stesso tempo unโ€™apertura della narrazione che proseguirร  negli Atti degli apostoli. Siamo di fronte a una sintesi di tutto il vangelo, perchรฉ questo testo riassume non solo lโ€™intera vicenda di Gesรน di Nazaret, ma anche lโ€™intera storia di salvezza che Gesรน stesso traccia โ€œspiegando tutte le Scrittureโ€ (cf. Lc 24,27). Proprio la seconda parte dellโ€™opera lucana, gli Atti, sarร  unโ€™interpretazione, una spiegazione di tutte le Scritture dellโ€™Antico Testamento compiutesi in Gesรน e, nel contempo, la narrazione degli eventi avvenuti nel ricordo delle sue parole.

Con il riconoscimento di Gesรน โ€œveramente risortoโ€ da parte degli Undici, ossia di quanti lo avevano seguito โ€“ come dice Pietro โ€“ โ€œper tutto il tempo nel quale il Signore Gesรน ha vissuto tra noi, cominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui รจ stato di mezzo a noi assunto in cieloโ€ (At 1,21-22), si chiude lโ€™epoca della testimonianza oculare: coloro che sono stati โ€œtestimoni oculariโ€ (Lc 1,2) devono diventare โ€œservi della Parolaโ€ (ibid.) e dunque โ€œinviatiโ€, โ€œapostoliโ€ (cf. Lc 24,49) per โ€œannunciare a tutte le genti la conversione e la remissione dei peccatiโ€ (cf. Lc 24,47). In questโ€™ultimo capitolo Luca, narrando eventi racchiusi in un solo giorno, il giorno della resurrezione del Signore, ci rivela che si tratta di un giorno senza fine, un giorno unico, il โ€œgiorno unoโ€ (Gen 1,5) della nuova creazione, il โ€œgiorno uno che solo il Signore conosceโ€ (Zc 14,7). Ma รจ anche il giorno โ€œnostroโ€, il nostro tempo, lโ€™oggi nel quale camminiamo sulle strade del mondo, mentre il Risorto cammina con noi, fino a quando lo riconosceremo definitivamente alla tavola del Regno eterno.

Quanto alla struttura di questo capitolo, esso รจ evidentemente composto da tre racconti:

  • le donne al sepolcro (vv. 1-12);
  • i discepoli di Emmaus (vv. 13-35);
  • gli Undici a Gerusalemme (vv. 36-53).

Innanzitutto le donne recatesi al sepolcro il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, trovano la pietra rotolata via dallโ€™ingresso della tomba e, entrate, non trovano il corpo cadavere di Gesรน. Mentre sono nellโ€™aporia (cf. Lc 24,4), due uomini si presentano a loro in vesti sfolgoranti e dicono alle donne impaurite e con il volto chinato a terra: โ€œPerchรฉ cercate il Vivente tra i morti? Non รจ qui, รจ risorto. Ricordatevi di come vi parlรฒ quando era ancora in Galilea e diceva: โ€˜รˆ necessario che il Figlio dellโ€™uomo sia consegnato nelle mani di uomini peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giornoโ€™โ€ (Lc 24,5-7). Essi chiedono il ricordo delle parole di Gesรน, e le donne effettivamente si ricordano e dunque credono. Subito, ritornate dal sepolcro, annunciano la buona notizia agli Undici e agli altri. Ma โ€œquelle parole parvero a loro come un vaneggiamentoโ€, unโ€™allucinazione, una sciocchezza, โ€œe non credevano a esse. Pietro tuttavia, alzatosi, corse al sepolcro e, chinatosi, vide solo le bende. E tornรฒ indietro, pieno di stupore per lโ€™accadutoโ€ (Lc 24,11-12). Al centro di questa prima parte vi รจ lโ€™annuncio della resurrezione, fondato sulle parole di Gesรน: ricordando le sue parole si giunge alla fede pasquale.

Segue il nostro racconto, a cui dedicheremo uno spazio adeguato. Mi limito per ora a evidenziare il tratto fondamentale, che lo rende parallelo agli altri due brani, in una sapiente costruzione narrativa e teologica. I due discepoli in cammino non riconoscono Gesรน risorto, ma vedono solo un viandante il quale annuncia loro che, secondo le parole di Mosรจ e dei Profeti, il Cristo doveva patire e morire per entrare nella sua gloria: egli chiede la fede nelle parole dei Profeti, nelle Scritture (cf. Lc 24,25).

Lโ€™ultima parte ci testimonia che Gesรน in persona appare in mezzo agli Undici radunati nella camera alta, a Gerusalemme (cf. Lc 22,12; At 1,13). Il Risorto รจ lร , in mezzo a loro, li saluta donando loro la pace, ma essi, โ€œsconvolti e impauriti, credevano di vedere uno spiritoโ€ (Lc 24,37). Gesรน allora si fa riconoscere nei segni della passione impressi per sempre nella sua carne, chiede ai discepoli di guardarlo e di toccarlo, ma gli Undici restano increduli, tra gioia e stordimento. Gesรน dunque annuncia anche a loro โ€“ come giร  aveva fatto nei suoi giorni terreni โ€“ la necessitร  del compimento nella sua vita di quanto era scritto nella Legge di Mosรจ, nei Profeti e nei Salmi. โ€œAllora aprรฌ loro la mente, perchรฉ comprendessero le Scrittureโ€ (Lc 24,45), e con questa operazione terapeutica (cf. Lc 24,31-32) dona loro lโ€™intelligenza delle Scritture, li rende credenti, abilitandoli a essere โ€œtestimoniโ€ (mรกrtyres: Lc 24,48). Affinchรฉ tutto ciรฒ si realizzi pienamente, Gesรน dichiara che presto invierร  loro โ€œla promessa del Padreโ€ (Lc 24,49), lo Spirito santo (cf. At 2,1-12), poi li conduce a Betania e, benedicendoli, ascende al cielo. Ora finalmente i discepoli, ritornati a Gerusalemme pieni di gioia, possono innalzare a Dio una lode senza fine.

Ecco il riassunto dellโ€™ultimo capitolo del vangelo secondo Luca, nel quale รจ rivelato a ogni lettore, a ciascuno di noi, il cammino della fede del discepolo. Occorre ascoltare e comprendere le Scritture dellโ€™Antico Testamento, occorre ricordare le parole di Gesรน raccolte nel Nuovo Testamento, e allora sarร  possibile credere alla sua resurrezione. 

Ma veniamo al brano liturgico, centro del nostro capitolo e sintesi dossologica dellโ€™intero vangelo. Quando Gesรน fu catturato, i discepoli fuggirono tutti per la paura, lo scoramento, e qualcuno tra di loro fu anche tentato di abbandonare la comunitร . Ecco, infatti, che due di loro partono da Gerusalemme, lasciano gli altri e vanno verso il villaggio di Emmaus, dove quasi sicuramente vi era la loro casa. Sono delusi, pieni di tristezza โ€“ sentimento che traspare anche sui loro volti โ€“, ma conversano, dialogano, scambiano parole, riandando agli eventi di cui erano stati testimoni: cattura, condanna e crocifissione di Gesรน. Tutto sembra loro un fallimento e grande รจ la frustrazione delle loro speranze riposte in Gesรน: lโ€™avevano seguito credendo in lui, ascoltandolo, ma la sua morte รจ stata veramente la fine per lui, per la sua comunitร , per lโ€™attesa di ogni discepolo. Era un profeta, aveva una parola performativa, compiva azioni significative, ma i capi dei sacerdoti lo hanno consegnato ai romani ed egli รจ stato crocifisso. Sono passati ormai tre giorni, dunque Gesรน รจ morto per sempre, e la loro vita sembra non avere piรน senso, direzione, fondamento. รˆ la condizione in cui spesso veniamo a trovarci anche noi, e per questo lโ€™anonimato di uno dei due discepoli ci aiuta a collocarci allโ€™interno del raccontoโ€ฆ

Ma su quel cammino ecco apparire un altro viandante che si accosta ai due e pone loro delle domande. Non si avvicina con un messaggio da proclamare, ma con il desiderio di ascoltare quel dialogo, di comprendere cosa i due hanno nel cuore, di accompagnarli. Innanzitutto chiede loro: โ€œChe cosa sono questi discorsi che fate camminando, pensosi?โ€. In risposta, Gesรน โ€“ di cui per il momento solo il lettore conosce lโ€™identitร  โ€“ ascolta un racconto pieno di affetto per il loro rabbi: ascolta quello che รจ successo, ascolta ciรฒ che dicono su di lui, ascolta le loro speranze deluse, e solo alla fine li interroga con molta delicatezza sulla loro fede, sul loro affidamento alle Scritture. Perchรฉ non sono capaci di credere ai profeti? Perchรฉ non sono capaci di leggere le Scritture?

Allora Gesรน, come tante volte aveva fatto con i suoi discepoli, rilegge la Torah di Mosรจ e i profeti, e attraverso le Scritture fa comprendere ai due la necessitas della sua morte. Attenzione, non il destino ma la necessitas illumina la morte di Gesรน: in un mondo ingiusto, il giusto viene rifiutato, osteggiato e tolto di mezzo, perchรฉ โ€œรจ insopportabile al solo vederloโ€ (Sap 2,14); e se il giusto, il Servo del Signore, resta fedele a Dio e alla sua volontร , rifiutando le tentazioni del potere, della ricchezza e del successo, allora รจ condotto alla morte rigettato da tutti. Quegli eventi che a una lettura umana significano solo fallimento e vuoto, possono anche essere compresi diversamente, se Dio lo concede, con i suoi doni. Ma proprio perchรฉ quei discepoli non credono alle Scritture, non possono neppure riconoscere Gesรน nel viandante che cammina con loro.

Giunti a casa, il misterioso viandante sembra voler proseguire da solo, ma i due, che stando accanto a Gesรน hanno imparato da lui almeno lโ€™attenzione per gli altri, si mostrano ospitali. Per questo insistono: โ€œResta con noi, perchรฉ si fa sera e il giorno ormai รจ al tramontoโ€. E cosรฌ il viandante rimane con loro, entra nella loro casa. Quando sono a tavola, dopo le parole, egli compie dei gesti sul pane, soprattutto lo spezza per darlo loro. A questo gesto, il piรน eloquente compiuto da Gesรน nellโ€™ultima cena (cf. Lc 22,19), segno di unโ€™intera vita offerta e donata per amore, โ€œsi aprirono loro gli occhi e lo riconobberoโ€: ma subito il viandante, il forestiero, il pellegrino scompare dalla loro vista. Presenza elusiva ma sufficiente per i due discepoli, i quali riconoscono che alla sua parola il cuore ardeva nel loro petto e che con la sua vita eterna egli poteva farsi presente e spezzare il pane.

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In questo mirabile racconto si parla di camminare insieme, di ricordare e pensare, di rispondere a chi chiede conto e quindi di celebrare la presenza vivente di Gesรน, il Risorto per sempre. Ma ciรฒ puรฒ avvenire in pienezza solo nella comunitร  cristiana, nella chiesa: per questo i due โ€œfanno ritorno a Gerusalemme, dove trovano riuniti gli Undici e gli altriโ€, che li precedono e annunciano loro la resurrezione. รˆ ciรฒ che avviene anche a noi ogni domenica, giorno pasquale; รจ ciรฒ che avviene anche oggi, nella comunitร  radunata dal Signore: la Parola contenuta nelle Scritture, lโ€™Eucaristia e la comunitร  sono i segni privilegiati della presenza del Risorto, il quale non si stanca di donarsi a noi, โ€œstolti e lenti di cuoreโ€, ma da lui amati, perdonati, riuniti nella sua comunione.

Per gentile concessione dal blog di Enzo Bianchi