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Enzo Bianchi – Commento al Vangelo del 22 Dicembre 2024

Domenica 22 Dicembre 2024 - IV DOMENICA DI AVVENTO - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Lc 1, 39-45

Il grande mistero della Visitazione

Il racconto della Visitazione dร  le vertigini: il Messia Gesรน, non ancora nato ma presente nel grembo della madre Maria, incontra il precursore Giovanni, profeta presente egli pure nel grembo della madre Elisabetta e, riconosciuto, causa gioia ed esultanza.

Avviene lโ€™incontro con il Cristo da parte di tutta la profezia che lo ha preceduto, che discerne la venuta del Veniente tanto desiderato; e questo riconoscimento provoca la danza adorante e gioiosa per il compimento delle promesse di Dio. Tutto questo accade nellโ€™incontro umanissimo tra due donne, che parlano lโ€™una allโ€™altra, si ascoltano e si rallegrano lodando Dio.

Il quarto vangelo confessa in modo dossologico, glorioso: โ€œLa Parola si รจ fatta carne e ha posto la sua tenda tra di noiโ€ (Gv 1,14), e anche i vangeli sinottici ci testimoniano che la Parola di Dio si รจ umanizzata in mezzo a noi in Gesรน di Nazaret, il figlio di Maria e di Giuseppe.

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Luca, in particolare, รจ lโ€™evangelista che vuole precisare quando e come questa Parola, ben prima di apparire pubblicamente, ha abitato in mezzo a noi, e con audacia ci racconta il momento stesso in cui, secondo le parole del messaggero di Dio, la potenza dello Spirito santo stende la sua ombra su Maria (cf. Lc 1,35), una ragazza vergine di Nazaret, e la rende madre di un figlio di Adamo che solo Dio ci poteva dare: suo Figlio! Cosรฌ, nel nascondimento, nel silenzio avviene lโ€™umanizzazione di Dio: da quel concepimento la Parola di Dio รจ in mezzo a noi e Maria, la madre di Gesรน, รจ la tenda nella quale essa prende dimora. Secondo Luca questa Parola, questo lรณgos toรป theoรป, inizia un viaggio, vive tra gli umani (cf. Bar 3,38), da Nazaret a Gerusalemme e da Gerusalemme fino agli estremi confini del mondo, fino a Roma (cf. Lc 2,22.41; 9,51; 24,47; At 1,8; 28,30-31). Ecco โ€œla corsa della Parolaโ€ (cf. 2Ts 3,1), lโ€™evangelizzazione che inizia โ€“ lo si dimentica troppo spesso โ€“ con il cammino, il viaggio di una donna, di Maria, la madre del Figlio di Dio.

Sรฌ, perchรฉ Maria appena ricevuto lโ€™annuncio della sua gravidanza (cf. Lc 1,26-38), per un impulso interiore causato dalle parole dellโ€™angelo, che rivelandole la sua maternitร  le ha anche rivelato la feconditร  del grembo di Elisabetta, sua cugina, si mette in viaggio in fretta, la fretta escatologica, verso la montagna della Giudea. Dalla Galilea alla Giudea, da Nazaret alla periferia di Gerusalemme, un viaggio di piรน giorni. Da cosa รจ mossa Maria? Dalla caritร  verso lโ€™anziana Elisabetta, che tutti dicono โ€œla sterileโ€ (cf. Lc 1,36), ma anche dallโ€™ansia di comunicare la buona notizia, il vangelo ricevuto dallโ€™angelo, nonchรฉ dal desiderio di ascoltare la cugina come donna nella quale Dio ha compiuto meraviglie. Maria appare subito come donna di caritร , donna missionaria. Ed ecco lโ€™incontro tra le due donne: Maria entra nella casa di Zaccaria, marito di Elisabetta, sacerdote che รจ afono, dunque non ha potuto dare la benedizione al popolo nel tempio, dopo lโ€™annuncio dellโ€™angelo circa la nascita di un figlio da sua moglie (cf. Lc 1,8-22).

Entrando in casa, Maria saluta Elisabetta: una donna gravida di fronte a unโ€™altra donna gravida, entrambe in questa condizione in virtรน della grazia e della potenza di Dio, che ha reso fecondo il loro grembo, uno vergine, lโ€™altro sterile; entrambe portatrici di un figlio voluto da Dio, tende per due embrioni sui quali dimora una straordinaria e unica vocazione da parte di Dio. Il figlio di Maria si manifesterร  come Messia, Figlio del Dio Altissimo, re sul trono di David (cf. Lc 1,32-33); il figlio di Elisabetta come colui che โ€œcamminerร  davanti al Messia con lo spirito e la potenza di Eliaโ€ (cf. Lc 1,17), profeta ripieno di Spirito santo ancor prima di nascere. Ecco dunque donne e due promesse. E non appena il saluto di Maria raggiunge Elisabetta, comunicandole lo shalom, il bambino al sesto mese nel grembo di questโ€™ultima si mette a danzare, esulta, scalcia di gioia, come solo le madri sanno riconoscereโ€ฆ Nello stesso momento lo Spirito santo scende su Elisabetta per riempire lei e il bambino della sua presenza e della sua forza. Cosรฌ, di fatto, Maria causa la prima pentecoste cristiana: lo Spirito sceso su di lei nellโ€™ora dellโ€™annunciazione ora, grazie alla sua presenza, percepita dal bambino Giovanni come quella della tenda, dellโ€™arca del Signore (cf. Es 40,34-35; 2Sam 6,9.14), scende su Elisabetta e sullo stesso Giovanni.

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Questo racconto dร  le vertigini: il Messia Gesรน, non ancora nato ma presente nel grembo della madre Maria, incontra il precursore, profeta presente egli pure nel grembo della madre Elisabetta e, riconosciuto, causa la gioia, lโ€™esultanza, la danza, come quella di David davanti allโ€™arca della presenza del Signore (cf. 2Sam 6,12-15). Avviene lโ€™incontro con il Cristo da parte di tutta la profezia che lo ha preceduto, profezia di Israele ma anche delle genti, che discerne la venuta del Veniente tanto desiderato e profetizzato; e questo riconoscimento provoca la danza adorante e gioiosa per il compimento delle promesse di Dio. Tutto questo accade grazie a due donne che si incontrano. Elisabetta allora, riempita di Spirito santo profetico, รจ resa capace di interpretare la danza del suo bambino nel grembo e cosรฌ esclama, con unโ€™acclamazione liturgica (verbo anaphonรฉo: cf. 1Cr 15,28; 16,4.5.42; 2Cr 5,13 LXX): โ€œTu, Maria, sei benedetta tra tutte le donne, sei beata perchรฉ hai creduto alla parola del Signore, sei la madre del mio Signore (Kรฝrios!)โ€. Non riconosce in quella gravidanza solo la fecondazione divina (โ€œBenedetto sarร  il frutto del tuo grembo [, o Israele]โ€: Dt 28,4), ma confessa che quellโ€™embrione รจ il Signore concepito da Maria per la potenza dello Spirito di Dio. Sรฌ, il figlio di Maria รจ il Cristo Signore annunciato dal salmo 110 (v. 1), dunque Maria รจ lโ€™Israele benedetto, la terra benedetta perchรฉ contenente la benedizione piena e definiva di Dio per tutta lโ€™umanitร .

Sono tante le donne benedette nella storia della salvezza, anche se lo dimentichiamo troppo facilmente: da Sara a Elisabetta, infatti, la loro presenza nelle Scritture รจ continua. Ma Maria, proprio in quanto madre del Signore, รจ la benedetta tra tutte, รจ colei che tutte le generazioni acclameranno โ€œbeataโ€! Elisabetta, pur consapevole di ciรฒ che Dio ha operato nel suo grembo sterile, sa comprendere questa differenza: Maria รจ lโ€™arca dellโ€™alleanza, il luogo della presenza di Dio nel mondo, il sito in cui รจ localizzabile, individuabile il Dio fatto carne.

Qui il mistero รจ grande: mistero del Dio nascosto,
ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  ย ย ย  ย nascosto in un bambino ancora anonimo,
ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  ย ย ย  ย cioรจ ancora senza lโ€™imposizione umana del nome,
ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  ย ย ย  ย ma con un nome gradito a Dio: Gesรน, โ€œil Signore salvaโ€.
Nello stesso tempo,ย ย ย ย ย ย ย  mistero della profezia,
ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  ย ย ย  ย in Giovanni ancora afona,
ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  ย ย ย  ย ma che in lui sa giร  indicare il Veniente, il Signore,
ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  ย ย ย  ย perchรฉ egli sa subito vivere la vocazione di precursore.

Tutto questo nellโ€™utero di due donne che parlano lโ€™una allโ€™altra, si ascoltano e si rallegrano lodando Dio. Il suono della voce di Maria raggiunge Elisabetta, che โ€œcantaโ€ a lei e per lei; la confessione della fede di Elisabetta raggiunge Maria, che canta il Magnificat (cf. Lc 1,46-55).

Queste non sono preistorie del Messia, ma รจ la storia del Messia, del Figlio di Dio fattosi umano tra di noi: di questo sono eloquenti due donne, Elisabetta e Maria, donne capaci di fede nella parola del Signore. E come non dire qualcosa dei due uomini implicati in questa storia? Zaccaria รจ muto, afono per la sua poca fede; Giuseppe pensa di ripudiare Maria in segreto (cf. Mt 1,19). Certamente non erano capaci di fede come le loro spose, ma non erano neppure capaci di relazione, di cura dellโ€™altro e di caritร , come invece sono queste due donne.

Per gentile concessione dal blog di Enzo Bianchi.

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