Andare a Cana
Siamo sempre invitati al banchetto di Cana, per essere noi coinvolti in questo incontro tra Cristo, Signore e Sposo, e la sua comunitร . Si tratta di andare a Cana, di cercare di vedere con occhi di fede, di ascoltare le parole della fede, di eseguire le parole dette da Gesรน, di gustare il vino del Regno e di toccare, sรฌ di toccare il corpo di Gesรน. Allora sentiremo che lui รจ in attesa di bere presto con noi il vino nuovo del Regno: lโha bevuto sulla terra, lโha lasciato a noi in dono eucaristico, ma lo berrร di nuovo con noi nella terra nuova, nel cielo nuovo.
Per chi comprende il brano evangelico delle nozze di Cana nella sua intenzione piรน profonda, risulta sempre imbarazzante sentirlo proclamare nelle celebrazioni dei matrimoni. Perchรฉ? Perchรฉ, se lo si legge attentamente, ci si accorge che mai appaiono in esso uno sposa e una sposa che agiscono o sigillano il loro matrimonio nellโalleanza.
La sposa non รจ mai nominata, mentre allo sposo viene rivolta solo una volta la parola dal capo tavola, ma egli non ribatte: รจ una figura senza voce, senza carne, senza corpo, come se si sottraesse alla scena, lasciando lo spazio a un altro Sposoโฆ Il protagonista di questa pagina รจ infatti Gesรน, mentre gli altri personaggi sono presentati solo in riferimento a lui: โla madre di Gesรนโ, โsua madreโ (senza che si dica il nome Maria) e โi suoi discepoliโ, testimoni silenziosi, ma che alla fine appariranno come la comunitร , la sposa di quellโalleanza con lo Sposo Gesรน, sigillata nel vino nuovo del Regno.
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Cerchiamo dunque di comprendere questa โepifaniaโ, questaย manifestazioneย che nella festa dellโEpifania veniva cantata, insieme alle due altre, mediante lโantifonaย Tribus miraculis: il riconoscimento dei magi (manifestazione alle genti), il battesimo (manifestazione a Israele) e, appunto, le nozze di Cana (manifestazione alla chiesa). Si celebra dunque un matrimonio al quale รจ presente la madre di Gesรน ed รจ invitato Gesรน stesso insieme ai suoi discepoli.
Siamo nel โterzo giornoโ, espressione temporale che evoca il giorno della gloria del Gesรน, giorno in cui egli si รจ mostratoย Kรฝriosย piรน che mai (cf. Mc 8,31 e par.; At 10,40, ecc.). La madre di Gesรน รจ presenza,ย staย qui allโโinizio dei segniโ, come sarร presenza, starร , alla fine dei segni, presso la croce (cf. Gv 19,25).
Proprio in quanto madre di Gesรน, presente a quellโora, vedendo che in queste nozze non cโรจ vino, si rivolge a lui con audacia per dirgli: โNon hanno vinoโ. E se non vi รจ vino, come si potranno celebrare le nozze con la gioia necessaria alla festa? Penso sovente che se la chiesa in mezzo allโumanitร svolgesse anche solo questa funzione di far notare al Signore che โnon cโรจ vinoโ, non cโรจ gioia, questo sarebbe giร da parte sua assolvere un ministero essenzialeโฆ
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Nelle Scritture il vino รจ innanzitutto promessa di Dio stesso, dono della beatitudine e della gioia fatto al suo popolo. ร il vino che rallegra il cuore dellโuomo (cf. Sal 104,15), ma anche il cuore di Dio (cf. Gdc 9,13:ย โElohim), ed รจ proprio il vino che segnerร il banchetto escatologico promesso, attraverso il profeta, a tutti i popoli della terra, quel banchetto in cui si celebrerร la liberazione definitiva dalla morte (cf. Is 25,8): โIl Signore dellโuniverso imbandirร un banchetto, lo preparerร per tutti i popoli sul monte Sion, un banchetto di vivande scelte e vini eccellenti, di cibi gustosi e vini raffinatiโ (Is 25,6). ร il vino che crea il clima dellโamore tra lo sposo e la sposa nella โcella vinariaโ (Ct 2,4) del Cantico dei cantici, vino che scenderร come rigagnoli dalle colline della terra benedetta (cf. Gl 4,18).
ร il vino della gratuitร , che fa trascendere la vita sotto il segno della necessitร del pane, in un eccesso che chiama lโuomo e la donna fuori di sรฉ. Per questo nel pasto lasciato da Gesรน come suo memoriale ci sono il pane necessario e il vino gratuito (cf. Mc 14,22-24 e par.; 1Cor 11,23-25), perchรฉ lโumano deve sempre affermare lโuno e lโaltro, sentirsi creatura bisognosa ma anche capace di creazione, di bellezza, di canto e di danza.
Non cโรจ dunque celebrazione di nozze senza vino, e la madre di Gesรน per questo interviene. Ma la risposta di Gesรน avviene tramite parole che creano una distanza, che le chiedono di restare al suo posto, perchรฉ in quanto madre fisica di Gesรน non puรฒ pretendere nulla: โChe cosa cโรจ tra me e te, o donna?โ. In altri termini, Gesรน le sta dicendo che, se cโรจ qualcosa di suo proprio, non รจ certo il suo essere madre, ma qualcosโaltro. Ed ecco che Maria da madre si fa discepola che ascolta, obbedisce al figlio e chiede agli altri di fare lo stesso: โTutto quello che vi dirร , fateloโ. La madre, divenuta discepola, chiede che siano riservati a Gesรน ascolto e obbedienza, nientโaltro. Non puรฒ dire altre parole, perchรฉ รจ una donna credente, capace di ascolto, obbediente al Signore: รจ la prima discepola di Gesรน.
A questo punto Gesรน dร un segno in cui anticipa la sua ora, non ancora venuta, ma che giungerร solo alla croce, dove si celebreranno nozze di sangue. I servi di tavola subito gli obbediscono: portano sei giare piene di acqua, che serviva per la purificazione. Non vi รจ perรฒ piรน bisogno di questโacqua, perchรฉ รจ la presenza dello Sposo a purificare tutti i convitati. Ed ecco che quellโacqua cosรฌ abbondante, piรน di seicento litri, diventa vino per le nozze! Quantitร e qualitร eccezionali dicono che quel vino e piรน di semplice vino, รจ il vino dellโamore donato da Gesรน ai suoi, รจ lโamore che non puรฒ piรน mancare.
Noi ancora oggi continuiamo a bere di quel vino di Cana donatoci da Gesรน, e alla sua tavola, quando celebriamo lโincontro con lui, lโadesione a lui, la fede in lui, celebriamo le nozze tra lui e la comunitร cristiana, suo corpo. Come nelle nozze i due diventano โuna sola carneโ (Gen 2,24; Mc 10,7.8; Mt 19,5.6; Ef 5,31), cosรฌ nellโeucaristia i credenti diventano carne di Cristo, Signore e Sposo, Sposo che si dร totalmente alla sua comunitร . โQuestoโ โ conclude lโevangelista โ โfu lโinizio, il primo dei segni della manifestazione della gloria di Gesรน, quando i suoi discepoli credettero in luiโ e divennero la sua comunitร , la sua sposa.
Perchรฉ รจ cosรฌ potente e intrigante la metafora delle nozze? Perchรฉ piรน di altre esprime la veritร dellโincarnazione: corpi che diventano un solo corpo, comunione e comunicazione nel canto dellโamore, nella sobria ebbrezza del vino. Il nostro linguaggio umano รจ limitato, soprattutto quando vuole alludere a realtร invisibili, e allora fa ricorso alle realtร piรน umane, umanissime: il mangiare, il bere vino, lโincontro dei corpi nella celebrazione dellโamore reciproco e della reciproca appartenenza. Siamo sempre invitati al banchetto di Cana, non per cercare uno sposo e una sposa che non ci sono, ma per essere noi coinvolti in questo incontro tra Cristo, Signore e Sposo, e la sua comunitร .
Si tratta di andare a Cana,
di cercare di vedere con occhi di fede,
di ascoltare le parole della fede,
di eseguire le parole dette da Gesรน,
di gustare il vino del Regno
e di toccare, sรฌ di toccare il corpo di Gesรน.
Allora sentiremo che lui รจ in attesa di bere presto con noi il vino nuovo del Regno (cf. Mc 14,25 e par.): lโha bevuto sulla terra, lโha lasciato a noi in dono eucaristico, ma lo berrร di nuovo con noi nella terra nuova, nel cielo nuovo (cf. Is 65,17; 66,22; 2Pt 3,13; Ap 21,1).
Per gentile concessione dal blog di Enzo Bianchi.