Con il tramonto del giovedรฌ santo ha inizio il triduo pasquale, quei giorni โsantiโ, distinti dagli altri, in cui noi cristiani meditiamo, celebriamo, riviviamo il mistero centrale della nostra fede: Gesรน entra nella sua passione, conosce la morte e la sepoltura e il terzo giorno รจ risuscitato dal Padre nella forza di vita che รจ lo Spirito santo. Ma questo evento della passione di Gesรน era dovuto al caso o a un destino che incombeva su Gesรน? Perchรฉ Gesรน ha conosciuto una condanna, la tortura e la morte violenta?
Sono domande cui si deve dare una risposta se si vuole cogliere e conoscere in profonditร il senso della passione. Ma sono gli stessi Vangeli che vogliono fornirci questa risposta testimoniando gli eventi di quei giorni pasquali dellโanno 30 della nostra era. Infatti Gesรน, proprio per manifestare ai discepoli che entrava nella passione assumendola come un atto, non costretto dal fato e neppure per la casualitร di eventi a lui sfavorevoli, anticipa con un mimo, con un gesto simbolico quello che gli sta per succedere e ne svela cosรฌ il significato.
Nella libertร , dunque, Gesรน accetta quella fine che va profilandosi: avrebbe potuto fuggire, avrebbe potuto evitare di affrontare quella prova e, certo, ha chiesto al Padre se non fosse possibile questo, ma se Gesรน voleva dimorare nella giustizia, se voleva collocarsi dalla parte dei giusti che in un mondo ingiusto sono sempre osteggiati e perseguitati, se voleva restare nella solidarietร con le vittime, gli agnelli della storia, allora doveva accettare quella condanna e quella morte. Sรฌ, liberamente lโha accettata perchรฉ fosse fatta la volontร del Padre: non che il Padre volesse la sua morte, ma la volontร del Padre chiedeva che Gesรน restasse nella giustizia, nella caritร , nella solidarietร con le vittime.
Ma questa libertร di Gesรน era nutrita e accompagnata anche dallโamore: amore per il Padre, certo, ma anche per la veritร e la giustizia, amore per noi uomini. Sรฌ, proprio perchรฉ fosse manifesto che Gesรน deponeva la sua vita liberamente e per amore โ non costretto dal destino nรฉ da circostanze fortuite โ Gesรน anticipa con il segno quello che sta per accadergli.
A tavola con i suoi discepoli, Gesรน compie sul pane e sul vino delle azioni accompagnate dalle sue parole: il suo corpo รจ spezzato e dato per gli uomini, il suo sangue รจ versato e dato per tutti. E il segno della sua morte imminente, il sacramento del rendimento di grazie รจ lโeucaristia che i cristiani dovranno celebrare in memoria di Gesรน per essere essi pure coinvolti in quel gesto che รจ dare la vita per i fratelli, per gli altri: alla fine di quellโazione Gesรน esclama โFate questo in memoria di me!โ. Fino al suo ritorno, per tutto il tempo in cui i cristiani vivono nel mondo tra la morte-risurrezione di Gesรน e la sua venuta nella gloria, รจ nella celebrazione di quel gesto del loro Maestro e Signore che i cristiani saranno plasmati come discepoli, parteciperanno alla vita stessa di Cristo, conosceranno che lui, il Signore, รจ con loro fino alla fine della storia.
- Pubblicitร -
Il giovedรฌ santo non puรฒ dunque non celebrare questo evento anticipatore della passione di Gesรน, narrazione del suo esodo da questo mondo al Padre. Ma la chiesa, significativamente, nella liturgia del giovedรฌ santo sera, oltre a ricordare e vivere questo gesto del suo Signore come in ogni eucaristia, vive e ripete anche un altro gesto di Gesรน, quello della lavanda dei piedi. Anche il quarto Vangelo, infatti, ricorda โlโultima cena di Gesรน con i suoiโ, quella cena in cui fu svelato il traditore e annunciato il rinnegamento di Pietro e la fuga di tutti gli altri discepoli, quella cena vissuta in occasione dellโultima pasqua di Gesรน a Gerusalemme prima della sua morte. Perรฒ, anzichรฉ narrare il segno del pane e del vino, Giovanni narra il segno della lavanda! Perchรฉ unโazione โaltraโ, un segno โaltroโ? Eppure anche il quarto evangelista conosce il racconto dellโeucaristia, la chiesa ormai da decenni celebra questo sacramento. Perchรฉ allora la memoria di questโaltro segno?
Possiamo ritenere molto probabile che questa scelta del quarto Vangelo sia motivata da unโurgenza avvertita nella chiesa alla fine del I secolo: la celebrazione eucaristica non puรฒ essere un rito disgiunto da una prassi coerente di agape, di amore e servizio ai fratelli, poichรฉ proprio questo รจ il suo significato: dare la vita per i fratelli! Lโevangelista vuole cosรฌ riattualizzare il messaggio dellโeucaristia ricordando che o essa รจ servizio reciproco, dono della vita per lโaltro, amore fino allโestremo, oppure รจ solo un rito che appartiene alla โscenaโ di questo mondo.
Potremmo dire che lโintenzione di Giovanni รจ che il sacramento dellโaltare sia letto e vissuto sempre come sacramento del fratello: celebrazione eucaristica con il pane spezzato e il vino offerto e servizio concreto, quotidiano al fratello si richiamano reciprocamente come due facce della partecipazione al mistero pasquale di Cristo. Ecco allora il gesto di Gesรน narrato lentamente, quasi al rallentatore, affinchรฉ resti ben impresso nella mente del discepolo di ogni tempo: Gesรน depone la veste, prende un asciugamano, se lo cinge ai fianchi, verso lโacqua nel catino, lava i piedi, li asciuga, riprende la vesteโฆ Sono verbi di azione che rendono plasticamente lโevento della lavanda. Eโ un gesto che Gesรน compie in piena consapevolezza: Gesรน, il Kyrios, il Signore, lava i piedi ai discepoli. Gesto anomalo, gesto paradossale che capovolge i ruoli, gesto scandaloso, come testimonia la reazione di Pietro! Eppure, proprio cosรฌ Gesรน racconta, โevangelizzaโ Dio, nel senso che rende Dio โbuona notiziaโ per noi.
Due azioni diverse, due mimi sacramentali, due segni che narrano la stessa realtร : Gesรน offre la sua vita e, liberamente e per amore, va verso la propria morte facendosi schiavo. Per questo, come al gesto eucaristico, cosรฌ anche al gesto della lavanda fa seguito il comando: โCome io ho lavato i piedi a voi, cosรฌ fate anche voiโ. E la chiesa, se vuole essere chiesa del Signore, cosรฌ deve fare in obbedienza al suo mandato: spezzare il pane, offrire il vino, lavare i piedi nellโassemblea dei credenti e nella storia degli uomini.
Per gentile concessione dal blog di Enzo Bianchi.
- Pubblicitร -