Enzo Bianchi โ€“ Commento al Vangelo del 16 Ottobre 2022

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Sparirร  la fede sulla terra?

Nel vangelo secondo Luca Gesรน aveva giร  dato un insegnamento sulla preghiera attraverso la consegna ai discepoli del Padre nostro (cf. Lc 11,1-4) e una parabola, poi commentata, sulla necessitร  di insistere nella preghiera, chiedendo e bussando presso Dio, che sempre concede lo Spirito santo, cioรจ la cosa buona tra le cose buone, quella piรน necessaria ai credenti (cf. Lc 11,5-13). Al capitolo 18 cโ€™รจ una ripresa di questo insegnamento, attraverso la parabola parallela a quella dellโ€™amico importuno: la parabola del giudice iniquo e della vedova insistente.

รˆ necessario pregare sempre, dice Gesรน. Ma cosa significa pregare sempre? E ancora, dobbiamo chiedercelo: comโ€™รจ possibile? Evadere queste domande significa per il credente rimuovere una veritร  elementare: la preghiera รจ unโ€™azione difficile, faticosa, per questo รจ molto comune, anche tra i credenti maturi e convinti, essere vinti dalla difficoltร  del pregare, dallo scoraggiamento, dalla constatazione di non essere esauditi secondo i desideri, dalle vicissitudini della vita. Oggi poi la domanda non รจ solo: โ€œcome pregare?โ€, ma anche: โ€œperchรฉ pregare?โ€. Viviamo in una cultura nella quale scienza e tecnica ci fanno credere che noi umani siamo capaci di tutto, che dobbiamo sempre cercare unโ€™efficacia immediata, che lโ€™autonomia dataci da Dio nel vivere nel mondo ci esime dal rivolgerci a lui. E va anche riconosciuto che a volte in molti credenti la preghiera sembra solo il frutto di unโ€™indomabile angoscia, una chiacchiera con Dio, un verbalizzare sentimenti generati dalle nostre profonditร , devozione e pietร  in cerca di garanzia e di meriti per se stessi. Cโ€™รจ una preghiera diffusa che รจ brutta e falsa preghiera: non la preghiera cristiana, quella secondo la volontร  di Dio, quella che Dio gradisce.

E allora, al di lร  delle difficoltร  naturali che sovente denunciamo โ€“ mancanza di tempo, velocitร  della vita quotidiana, distrazioni, ariditร  spirituale โ€“, cosa possiamo imparare dal Vangelo riguardo alla preghiera? Innanzitutto, va sempre ribadito che la preghiera cristiana si accende, nasce dallโ€™ascolto della voce del Signore che ci parla. Come โ€œla fede nasce dallโ€™ascoltoโ€ (Rm 10,17), cosรฌ anche la preghiera, che รจ nientโ€™altro che lโ€™eloquenza della fede (cf. Gc 5,15). Per pregare in modo cristiano, e non come fanno i pagani (cf. Mt 6,7), cioรจ le altre vie religiose umane, occorre ascoltare, occorre lasciarsi aprire gli orecchi dal Signore che parla e accogliere la sua Parola: โ€œParla, Signore, perchรฉ il tuo servo ti ascoltaโ€ (1Sam 3,9). Non cโ€™รจ preghiera piรน alta ed essenziale dellโ€™ascolto del Signore, della sua volontร , del suo amore che mai deve essere meritato.

Una volta avvenuto lโ€™ascolto, la preghiera puรฒ diventare un pensare davanti a Dio e con Dio, unโ€™invocazione del suo amore, una manifestazione di lode, adorazione, confessione nei suoi confronti. La preghiera cambia in ciascuno di noi a seconda dellโ€™etร , del cammino spirituale percorso, delle situazioni nelle quali viviamo. Ci sono tanti modi di pregare quanti sono i soggetti oranti. E guai a chi pretende di giudicare la preghiera di un altro: il sacerdote Eli giudicava la preghiera di Anna nella dimora di Dio come il borbottio di unโ€™ubriaca, mentre quella era preghiera gradita a Dio e da lui ascoltata (cf. 1Sam 1,9-18)! Dunque veramente la preghiera personale รจ โ€œsecretum meum mihiโ€, e la preghiera liturgica deve ispirarla, ordinarla, illuminarla e renderla sempre piรน evangelica, come Gesรน Cristo lโ€™ha normata.

Quando cosรฌ avviene, la preghiera deve essere solo insistente, perseverante, non venire meno, perchรฉ sia che viva del pensare di fronte a Dio o con Gesรน Cristo, sia che si manifesti come lode o ringraziamento, sia che assuma la forma dellโ€™intercessione per gli umani, รจ sempre dialogo, comunicazione con Dio, apertura e accoglienza della sua presenza, tempo e spazio in cui lo Spirito di Dio che รจ vita ispira, consola e sostiene. Ecco perchรฉ pregare sempre! Non si tratta di ripetere costantemente formule o riti (sarebbe impossibile farlo continuamente), ma di pensare e compiere tutto alla presenza di Dio, ascoltando la sua voce e confessando la fede in lui. Per questo lโ€™Apostolo Paolo nelle sue lettere piรน volte e con diverse espressioni ripete il comandamento: โ€œPregate ininterrottamenteโ€ (1Ts 5,17); โ€œSiate perseveranti nella preghieraโ€ (Rm 12,12); โ€œIn ogni occasione, pregate con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spiritoโ€ (Ef 6,18); โ€œPerseverate nella preghiera e vegliate in essa, rendendo grazieโ€ (Col 4,2). Ciรฒ significa restare sempre in comunione con il Signore, nel sentire la sua presenza, nellโ€™invocarlo nel proprio cuore e accanto a sรฉ, nellโ€™offrirgli il corpo, cioรจ la concreta vita umana, come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio (cf. Rm 12,1).

Ed ecco allora la parabola. Cโ€™รจ una vedova (categoria che, insieme allโ€™orfano e al povero, esprime secondo la Bibbia la condizione di chi รจ senza difesa, oppresso) che chiede a un giudice di farle giustizia, di liberarla dalla sua ingiusta oppressione. Ma quel giudice, dice Gesรน, โ€œnon teme Dio nรฉ ha rispetto per gli umaniโ€. รˆ dunque un cattivo giudice, che mai avrebbe esercitato la giustizia a favore di quella donna; eppure a un certo momento, vinto dalla sua insistenza e per non essere piรน tormentato da lei, decide di esaudirla. Lo fa nella sua logica egoistica, per non essere piรน disturbato. Al termine di questa breve parabola, Gesรน se ne fa esegeta e con autorevolezza pone una domanda ai suoi ascoltatori: โ€œSe accade cosรฌ sulla terra da parte di un giudice al quale non importa nรฉ la giustizia umana nรฉ la Legge di Dio, Dio che รจ giudice giusto non ascolterร  forse le suppliche e le grida dei chiamati da lui a essere suo popolo, sua comunitร  e assemblea in alleanza con lui? Tarderร  forse a intervenire?โ€.

Con queste parole Gesรน conferma la fede dei credenti in lui e tenta di placare la loro ansia e i loro dubbi sullโ€™esercizio della giustizia da parte di Dio. La comunitร  di Luca, infatti, ma ancora oggi le nostre comunitร , faticano a credere che Dio รจ il difensore dei poveri e degli oppressi. Lโ€™ingiustizia continua a regnare e nonostante le preghiere e le grida nulla sembra cambiare. Ma Gesรน, con la sua forza profetica, assicura: โ€œDio farร  loro giustizia in fretta!โ€. Il giudizio di Dio ci sarร , verrร  su tutti come suo improvviso intervento e arriverร  in fretta, nella fretta escatologica, anche se a noi umani sembra tardare. โ€œAi tuoi occhi, o Dio, mille anni sono come ieriโ€, canta il salmo (90,4), ed รจ vero che per noi umani non รจ come per Dio, ma attendiamo quel giorno che, sebbene sembri indugiare, verrร  in fretta, senza tardare (cf. Ab 2,3; Eb 10,37; 2Pt 3,9). Dunque la perseveranza nel pregare ha i suoi effetti, non รจ inutile, e occorre sempre ricordare che Dio รจ un giudice giusto che esercita il giudizio in un modo che per ora non conosciamo. Siamo miopi e ciechi quando cerchiamo di vedere lโ€™azione di Dio nel mondo, e soprattutto lโ€™azione di Dio sugli altriโ€ฆ

Ma per Gesรน la preghiera รจ lโ€™altra faccia della medaglia della fede perchรฉ, come si รจ detto, nasce dalla fede ed รจ eloquenza della fede. Per questo segue unโ€™ultima domanda, non retorica, che indica lโ€™inquietudine di Gesรน circa lโ€™avventura della fede nel mondo: โ€œMa il Figlio dellโ€™uomo, quando verrร , troverร  la fede sulla terra?โ€. Domanda che inquieta anche noi, che a volte abbiamo lโ€™impressione di essere gli ultimi cristiani sulla terra e temiamo che la nostra fede venga meno. Nulla รจ garantito, nulla รจ assicurato, e purtroppo ci sono cristiani convinti che la chiesa resterร  sempre presente nella storia. Ma chi lo assicura, se neanche la fede รจ assicurata? Dio non abbandona certo la sua chiesa, ma questa puรฒ diventare non-chiesa, fino a diminuire, scomparire e dissolversi nella mondanitร , magari religiosa, senza piรน essere comunitร  di Gesรน Cristo il Signore. La chiamata di Dio รจ sempre fedele, ma i cristiani possono diventare increduli, la chiesa puรฒ rinnegare il Signore.

Quando leggiamo il nostro oggi, possiamo forse non denunciare la morte della fede come fiducia, adesione, fede nellโ€™umanitร  e nel futuro, prima ancora che nel Dio vivente? E se viene a mancare la fiducia negli altri che vediamo, come potremo coltivare una fiducia nellโ€™Altro, nel Dio che non vediamo (cf. 1Gv 4,20)? La mancanza di fede รจ la ragione profonda di molte patologie dei credenti e la tentazione di abbandonare la fede รจ quotidiana e presente nei nostri cuori. Non ci resta dunque che rinnovare la fede, con la speranza nella venuta di Gesรน, Figlio dellโ€™uomo, Giudice giusto, e con lโ€™amore fraterno vissuto attingendo allโ€™amore di Gesรน, amore fedele fino alla fine (cf. Gv 13,1), per tutti gli umani.

Per gentile concessione dal blog di Enzo Bianchi