“Che cosa dobbiamo fare?”
Ciรฒ che Giovanni il Battista chiede nella sua predicazione appartiene alla vita quotidiana. Affinchรฉ il popolo sia preparato allโincontro con il Veniente, egli non richiede di fare sacrifici e olocausti, di recarsi piรน volte al tempio per partecipare alle solenni liturgie, di rispettare calendari liturgici o di fare particolari digiuni, ma chiede azioni umanissime. Chiede di assumere comportamenti quotidiani, nelle relazioni con gli altri: condivisione, giustizia, non violenza. Ecco dove si mostra concretamente la conversione, la metรกnoia.
Il vangelo di domenica scorsa ci presentava la vocazione di Giovanni il Battista e la sua missione (cf. Lc 3,1-6). Come era accaduto per i profeti, anche su di lui โcaddeโ, cioรจ โa lui fu rivolta la parola di Dioโ (Lc 3,2), mentre abitava nel deserto. Giovanni รจ il profeta che non solo porta la Parola (pro-phรฉtes) al popolo, ma รจ colui che รจ venuto per indicare la Parola stessa di Dio ormai presente, fattasi carne (cf. Gv 1,14) in Gesรน di Nazaret suo discepolo. Nella fede Giovanni sa che la parola di Dio non cadrร su Gesรน, non sarร rivolta a lui, perchรฉ egli รจ la Parola stessa di Dio: il precursore annuncia dunque al popolo la conversione in vista di questo incontro e del possibile riconoscimento di Gesรน.
Cosa chiede Giovanni nella sua predicazione? Lโevento che si compie รจ straordinario, unico in tutta la storia: Dio รจ tra gli uomini, uomo tra gli uomini, talmente uomo da aver avuto bisogno di un maestro (Giovanni), di una comunitร di fratelli (quella del Battista), per โvenire al mondoโ nella sua soggettivitร adulta capace di prendere e di rivolgere la parola.
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Come era stato generato da Maria, educato da lei e da Giuseppe, cosรฌ aveva avuto bisogno di un โtempo oscuroโ nel deserto per essere iniziato alla sua missione. Sรฌ, tutto avviene nella semplicitร della vita umana quotidiana, e cosรฌ anche ciรฒ che il Battista chiede nella sua predicazione appartiene alla vita quotidiana. Affinchรฉ il popolo sia preparato allโincontro con il Veniente, Giovanni non richiede di fare sacrifici e olocausti, di recarsi piรน volte al tempio per partecipare alle solenni liturgie, di rispettare calendari liturgici o di fare particolari digiuni, ma chiede azioni umanissime. Ecco dunque le sue risposte alle domande che le folle gli pongono, domande che ogni essere umano, di ogni generazione, sempre rinnova nella storia: โChe cosa dobbiamo fare? Che fare?โ.
Innanzitutto egli afferma: โChi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettantoโ. Ecco ciรฒ che bisogna fare in vista della venuta del Signore: condividere lโessenziale, cioรจ cibo, vestito, casa. Questo รจ sufficiente per dire che uno si รจ convertito, ha fattoย metรกnoia, ha cambiato la sua vita in vista dellโincontro con il Signore veniente.
Giovanni ci stupisce, perchรฉ non chiede ciรฒ che ancora oggi la predicazione ecclesiastica chiede: liturgie, novene, pii eserciziโฆ Questi infatti sono strumenti, solo strumenti per acquisire una piรน grande caritร , per essere piรน facilmente capaci di condividere lโessenziale. Dopo aver incontrato Gesรน, Zaccheo dร la metร dei suoi beni ai poveri (cf. Lc 19,8) e cosรฌ la salvezza entra nella sua casa (cf. Lc 19,9); i giudei di Gerusalemme, diventati cristiani, condividono i loro beni (cf. At 2,44; 4,32). Noi cristiani, come tutti gli uomini religiosi, ci preoccupiamo invece cosรฌ spesso di regole di puritร , mentre il Vangelo ci chiede di preoccuparci di condividere ciรฒ che abbiamo in casa, ciรฒ che รจ nostro, con chi รจ nel bisogno: allora saremo nella vera puritร (cf. Lc 11,41)!
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Vi sono poi alcune categorie specifiche di persone, presenti nellโuditorio di Giovanni, che gli pongono la stessa domanda: โChe cosa dobbiamo fare?โ. ร il caso dei pubblicani, esattori delle tasse in combutta con il potere imperiale e frequentatori di pagani. A loro il Battista non chiede cose straordinarie, non chiede neppure di abbandonare la loro professione, ma di viverla nella giustizia.
Per questi funzionari tentati dal sopruso, dalla vessazione finanziaria, dal rubare nellโesigere le tasse, รจ sufficiente praticare una grande virtรน:ย la giustizia. Anche i militari sono attratti da Giovanni, uomo cosรฌ inerme, senza difesa, destinato a essere ucciso proprio da loro, esecutori degli ordini dei potenti di questo mondo, di quanti opprimono e dominano la povera gente e si fanno anche chiamare benefattori (cf. Lc 22,25). E Giovanni cosa chiede ai militari? Non di disertare, perchรฉ nella loro funzione cโรจ un compito necessario, quello di garantire la libertร e lโordine di qualsiasi convivenza sociale; no, chiede di rinunciare alla violenza. Comโรจ facile la violenza per chi ha armi, comโรจ facile compiere denunce false, comโรจ facile โ siccome le paghe sono normalmente base โ rivalersi sulla gente, usando lโimmunitร professionale concessa a polizia e forze dellโordine: quando si รจ piรน forti, diventa facilissimo schiacciare i deboliโฆ
Giovanni predica dunque una conversione che chiede un mutamento concreto del vivere quotidiano, un mutamento che cambia profondamente i rapporti interpersonali. In reazione a queste sue parole, si crea un clima di grande attesa nel popolo di Israele, al punto che sorgono domande su di lui: โChi รจ questo Giovanni? ร un profeta? ร il Profeta (cf. Dt 18,15.18)? ร Elia redivivo?โ. Non appena Giovanni si rende conto di questi pensieri presenti tra i suoi ascoltatori, subito proclama con chiarezza: โIo sono solo uno che immerge nellโacqua, ma ecco, viene il piรน forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi immergerร in Spirito Santo e fuocoโ. Tra le due immersioni, i due battesimi, cโรจ continuitร ma anche differenza. Entrambi significano spogliazione dellโuomo vecchio segnato dalla logica del peccato e rinascita dellโuomo nuovo, ma il battesimo di Giovanni รจ solo unโanticipazione di quello definitivo: lโuno รจ immersione nellโacqua, lโaltro nel fuoco dello Spirito santo. Questโultimo battesimo, lโimmersione operata da Gesรน, รจ quello che la comunitร dei discepoli riceverร nel giorno di Pentecoste (cf. At 2,1-11), quando sarร resa nuovo popolo di Dio mediante la nuova alleanza, perchรฉ la Legge sarร scritta nei cuori (cf. Ger 31,31-33) e lo Spirito nuovo abiterร un cuore nuovo (cf. Ez 11,19; 36,26). E proprio perchรฉ annuncia questa immersione nel fuoco dello Spirito santo, Giovanni, in conformitร alle Scritture alle quali obbedisce, deve annunciare che questo Veniente, questo piรน forte sarร giudice, con in mano il ventilabro del giudizio, della separazione tra grano e pula, tra giusti e ingiusti.
Cosรฌ, dice Luca, โGiovanni annunciava al popolo il Vangeloโ: giร lui, Giovanni, annuncia la stessa buona notizia di Gesรน. Va perรฒ detto che questo suo discepolo, Gesรน, da lui annunciato e presentato a Israele, lo deluderร nel realizzare la sua missione: sarร diverso e non sarร quel giudice che Giovanni aveva previsto. Giovanni si รจ dunque sbagliato? La sua predicazione รจ stata unโillusione (cf. Lc 7,18-19; Mt 11,2-3)? No, ma Dio la realizzerร solo alla fine dei tempi: per ora a Giovanni spetta il compiere ogni giustizia (cf. Mt 3,15), a Gesรน lโannunciare e il fare misericordia. E Giovanni, in carcere, accetta ancora una volta, in piena obbedienza, di rinnovare la sua avventura della fede. Sรฌ, come dirร Gesรน, โtra i nati da donna nessuno รจ piรน grande di Giovanniโ (Lc 7,28; cf. Mt 11,11).
Per gentile concessione dal blog di Enzo Bianchi.