Enzo Bianchi โ€“ Commento al Vangelo del 13 Aprile 2025

Domenica 13 Aprile 2025 -DOMENICA DELLE PALME - PASSIONE DEL SIGNORE - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Lc 22,14-23,56

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Tentazione e perdono

Chiamato a scegliere tra il castigo per lโ€™infrazione della Legge e la misericordia, Gesรน sceglie la misericordia senza contraddire la Legge. Questโ€™ultima รจ essenziale quale rivelazione della vocazione umana che Dio ci rivolge; ma una volta che il peccato ha infranto la Legge, a Dio resta solo la misericordia, ci insegna Gesรน. Nessuna condanna, solo misericordia!Per Luca la passione รจ lโ€™ora dellโ€™estrema tentazione satanica che assale Gesรน, assale i discepoli e quindi anche la chiesa. Gesรน sa vincerla con la preghiera, mentre lo stesso non puรฒ dirsi di Pietro e degli altri Undici, della chiesaโ€ฆ In questo vangelo vi รจ un accento particolare posto sul perdono che Gesรน sa dare anche in questโ€™ora, lโ€™ora dei suoi nemici, lโ€™ora che egli stesso definisce come quella delle tenebre. Guardando a Gesรน crocifisso, lโ€™unica autentica contemplazione cristiana, si puรฒ passare dalla contemplazione al pentimento e alla conversione, che รจ sempre un ritorno sulle sue tracce.

I vangeli ci consegnano quattro racconti della passione di Gesรน, narrazioni che si accordano sullo svolgimento dei fatti ma ci appaiono anche differenti tra loro. Nel racconto di Luca, proclamato questโ€™anno nella liturgia, vi sono episodi assenti dagli altri vangeli e vengono registrati particolari eloquenti, che contribuiscono a presentarci un Christus patiens con caratteristiche che il terzo evangelista vuole mettere in evidenza per i lettori della sua opera.

Nella celebrazione della cena pasquale, Gesรน consegna ai Dodici un insegnamento sul suo essere โ€œservoโ€ in mezzo ai discepoli e profetizza una grande tentazione da parte di Satana nei confronti della comunitร  da cui sta per essere strappato; nello stesso tempo, assicura a Simone una preghiera per lui e per la sua fede vacillante, affidandogli la missione di confermare i suoi fratelli. Nellโ€™agonia del Getsemani Gesรน รจ assalito da una forte angoscia, fino a sudare sangue per quella tensione-paura davanti alla morte. A lui viene perรฒ in aiuto un angelo, un messaggero di Dio che appare come un segno dellโ€™interpretazione salvifica di quella passione. Durante il processo presso il procuratore romano Pilato per ben tre volte Gesรน รจ dichiarato innocente e subito dopo incontra il tetrarca Erode, di fronte al quale fa assoluto silenzio. Le donne discepole incontrano Gesรน sul cammino verso il Golgota e ricevono da lui una parola. Infine, sulla croce con le sue ultime brevi parole Gesรน perdona il malfattore accanto a sรฉ e rimette il suo respiro, il suo spirito, nelle mani del Padre.

Possiamo notare che quasi un terzo dei versetti del racconto della passione sono redatti da Luca, mentre gli altri sono tratti dalla sua fonte, Marco. Non potendo commentare tutto il racconto lucano, scegliamo dunque di mettere in evidenza solo gli episodi propri a questo evangelista, in modo da comprendere attraverso questa via la ricca diversitร  dei racconti evangelici, capace di nutrire e approfondire la nostra fede.

Per Luca la passione รจ innanzitutto lโ€™ora della tentazione che assale Gesรน, assale i discepoli e quindi anche la chiesa. Quando il bambino Gesรน fu presentato al tempio per essere offerto al Signore, lโ€™anziano Simeone, che attendeva la liberazione messianica, riconoscendolo per rivelazione dello Spirito santo, proclamรฒ: โ€œEgli รจ posto come segno di contraddizione โ€ฆ affinchรฉ siano svelati i pensieri di molti cuoriโ€ (Lc 2,34-35). Ora, durante la passione, Gesรน appare come segno di fronte al quale avviene la caduta nelle tentazioni oppure la resurrezione, la salvezza.

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Per Luca lโ€™ora della passione รจ anche โ€œil tempo fissatoโ€ (Lc 4,13), in cui il diavolo sarebbe tornato da lui per tentarlo. Non lo aveva vinto nel deserto (cf. Lc 4,1-12), ma adesso ritorna mettendo in bocca ai persecutori di Gesรน le sue stesse parole: โ€œSe tu sei il Cristo, salva te stessoโ€ฆโ€. Soprattutto al monte degli Ulivi Gesรน, proprio per non cadere in tentazione, prega, addirittura prostrandosi in ginocchio, e chiede: โ€œPadre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontร โ€. Ecco lโ€™agonia, il combattimento che avviene allโ€™interno di una preghiera piรน intensa. La paura della morte vissuta da Gesรน attesta senza equivoci la sua appartenenza in tutto alla condizione umana. Gesรน non ha una volontร  diversa o contraria a quella del Padre e fino alla fine cerca soltanto di realizzare tale volontร ; ma come uomo uguale a noi in tutto eccetto che nel peccato (cf. Eb 4,15) prova angoscia di fronte alla morte, nonostante lโ€™avesse annunciata come esito necessario della sua vita conforme allโ€™amore di Dio (cf. Lc 9,22.43-45; 18,31-34).

Se Gesรน vince ogni tentazione, non riescono a fare lo stesso i suoi discepoli e, tra di loro, in particolare Pietro. Uno dei Dodici, Giuda, tradisce Gesรน fino a consegnarlo nelle mani dei suoi avversari, i capi dei sacerdoti del tempio che ne avevano decretato la morte. Gli altri discepoli, proprio mentre Gesรน annuncia il tradimento da parte di un membro della sua comunitร , si mettono a discutere su chi tra loro fosse il piรน grande. E Pietro, quando gli viene annunciata la prova da parte di Satana, il loro essere passati al vaglio come il grano, in modo presuntuoso promette una fedeltร  a Gesรน che poche ore dopo smentirร , dichiarando di non averlo mai conosciuto. Questa la caduta nellโ€™ora della tentazione: i Dodici non hanno saputo pregare per entrare nella tentazione e risultarne vincitori, a differenza di Gesรน che, proprio in quel combattimento, proprio in quellโ€™ascolto della parola del Padre e in quellโ€™invocazione ripetuta, รจ riuscito a leggere (lโ€™angelo interprete di Lc 22,43!) il senso di quella sua morte e dunque a farne un atto preciso, una donazione nelle mani del Padre: โ€œPadre, nelle tue mani consegno il mio respiro!โ€, significativa citazione delle parole di un salmo (31,6) da lui tante volte pregato.

In Luca, oltre al tema della tentazione e della preghiera per combatterla e vincerla, possiamo scorgere un accento particolare posto sul perdono che Gesรน sa dare anche in questโ€™ora, lโ€™ora dei suoi nemici, lโ€™ora che egli stesso definisce come quella delle tenebre. Quando avviene la sua cattura e uno dei discepoli sfodera la spada per difenderlo, ferendo allโ€™orecchio un servo del sommo sacerdote, non solo Gesรน si oppone a tale comportamento ma subito tocca lโ€™orecchio sanguinante e lo guarisce, con un gesto che รจ molto piรน di una dichiarazione di perdono.

Colpisce anche unโ€™annotazione solo lucana sullo sguardo indirizzato da Gesรน a Pietro dopo il suo triplice rinnegamento. Lโ€™apostolo che aveva voluto rassicurare Gesรน sulla sua sequela fedele, in realtร  per ben tre volte nega di averlo conosciuto e lo fa davanti a una serva e ad altri due anonimi presenti nel cortile del sommo sacerdote. Allora il gallo canta e nello stesso istante Gesรน si volta, cerca Pietro con il suo sguardo di misericordia e causa in lui un pianto di pentimento, un pianto amaro che nasce dalla consapevolezza di non essere stato capace di rimanere saldo come una Roccia, saldo come la sua vocazione gli avrebbe richiesto.

Ma รจ soprattutto sulla croce che Gesรน rivela la sua misericordia e rende epifanico il suo perdono. Mentre รจ ormai innalzato tra due malfattori, uno a destra e uno a sinistra, guardando i suoi carnefici, i suoi nemici e la folla che assiste a quellโ€™esecuzione, Gesรน prega dicendo: โ€œPadre, perdona loro perchรฉ non sanno quello che fannoโ€. Mentre gli umani lo stanno uccidendo, Gesรน invoca su di loro il perdono di Dio, si fa strumento di riconciliazione. Non scusa i malfattori ma denuncia la loro ignoranza, il loro non sapere ciรฒ che fanno nรฉ ciรฒ che dicono contro di lui e contro il Padre, che lo ha inviato e lo ha dichiarato Figlio eletto e amato. Uno dei delinquenti crocifissi insieme a Gesรน lo insulta, lo provoca, lo tenta allo stesso modo dei capi del popolo e dei soldati: โ€œNon sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!โ€. Ma lโ€™altro malfattore, che sa riconoscere il proprio peccato contrapposto alla giustizia di Gesรน, grida: โ€œGesรน, ricordati di me quando verrai nel tuo regnoโ€. Gesรน allora gli risponde: โ€œIn veritร  ti dico: oggi con me sarai nel paradisoโ€. Non alla fine dei tempi, non nellโ€™ora della parousรญa, ma oggi, nellโ€™ora della morte costui potrร  seguire il Signore e Messia nel suo regno. In tal modo, Gesรน non ha preservato nรฉ se stesso nรฉ il malfattore dalla morte, ma ha fatto di questa morte un passaggio alla vera vita, quella in Dio.

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Se questi sono i tratti specifici di Luca nel consegnarci lโ€™icona del Christus patiens, รจ soltanto questo evangelista che osa parlare della crocifissione come theorรญa, contemplazione. Questa la contemplazione cristiana: il crocifisso! Guardando a lui, si puรฒ passare dalla contemplazione al pentimento e alla conversione, che รจ sempre un ritorno sulle sue tracce. Le folle che si erano radunate per quello spettacolo-visione, avendo visto come Gesรน aveva vissuto la sua morte violenta e avendo constatato il suo amore mitissimo capace di invocare su tutti il perdono, se ne ritornano battendosi il petto. Da parte sua, un centurione pagano โ€“ e noi siamo invitati a farlo con lui! โ€“ riconosce la gloria di Dio in questo evento che dava la morte a โ€œun uomo giustoโ€, senza peccato quale Figlio di Dio (cf. Sap 1,16-2,20).

Per gentile concessione dal blog di Enzo Bianchi.

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