La porta dell’inferno dantesco dice di sé: «Fecemi la divina potestate/la somma sapienza e il primo amore». Nell’eternità c’è una porta. Fatta di Potenza, Sapienza e Amore. Contro la quale il male urta senza sosta con il suo movimento contrario e stridente.
Opposto all’armoniosa danza della Trinità. Questo movimento si ripete nel tempo. E anche nel tempo si abbatte contro la porta invalicabile che l’alto Fattore ha inviato. Il Figlio, pieno di Spirito santo. Lo ha inviato. Ad attraversare deserti, alture e abissi. Della Palestina. E del cuore dell’uomo.
A farsi condurre dove il male ha posto il suo regno per essere quella “porta” onnipotente, sapiente e innamorata contro la quale è destinato a consumarsi o a rimanere imprigionato per l’eternità. A questo serve il tempo. Quello attraversato da Dio. Il kairòs. A estinguere il male o a fissarlo per sempre. […]
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