LETTERA ENCICLICA
LAUDATO SIโ
DEL SANTO PADRE
FRANCESCO
SULLA CURA DELLA CASA COMUNE
1. ยซLaudato siโ, miโ Signoreยป, cantava san Francesco dโAssisi. In questo bel cantico ci ricordava che la nostra casa comune รจ anche come una sorella, con la quale condividiamo lโesistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia: ยซLaudato siโ, miโ Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herbaยป.[1]
2. Questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa dellโuso irresponsabile e dellโabuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla. La violenza che cโรจ nel cuore umano ferito dal peccato si manifesta anche nei sintomi di malattia che avvertiamo nel suolo, nellโacqua, nellโaria e negli esseri viventi. Per questo, fra i poveri piรน abbandonati e maltrattati, cโรจ la nostra oppressa e devastata terra, che ยซgeme e soffre le doglie del partoยป (Rm 8,22). Dimentichiamo che noi stessi siamo terra (cfr Gen 2,7). Il nostro stesso corpo รจ costituito dagli elementi del pianeta, la sua aria รจ quella che ci dร il respiro e la sua acqua ci vivifica e ristora.
Niente di questo mondo ci risulta indifferente
3. Piรน di cinquantโanni fa, mentre il mondo vacillava sullโorlo di una crisi nucleare, il santo Papa Giovanni XXIII scrisse unโEnciclica con la quale non si limitรฒ solamente a respingere la guerra, bensรฌ volle trasmettere una proposta di pace. Diresse il suo messaggio Pacem in terris a tutto il โmondo cattolicoโ, ma aggiungeva โe a tutti gli uomini di buona volontร โ. Adesso, di fronte al deterioramento globale dellโambiente, voglio rivolgermi a ogni persona che abita questo pianeta. Nella mia Esortazione Evangelii gaudium, ho scritto ai membri della Chiesa per mobilitare un processo di riforma missionaria ancora da compiere. In questa Enciclica, mi propongo specialmente di entrare in dialogo con tutti riguardo alla nostra casa comune.
4. Otto anni dopo la Pacem in terris, nel 1971, il beato Papa Paolo VI si riferรฌ alla problematica ecologica, presentandola come una crisi che รจ ยซuna conseguenza drammaticaยป dellโattivitร incontrollata dellโessere umano: ยซAttraverso uno sfruttamento sconsiderato della natura, egli rischia di distruggerla e di essere a sua volta vittima di siffatta degradazioneยป.[2] Parlรฒ anche alla FAO della possibilitร , ยซsotto lโeffetto di contraccolpi della civiltร industriale, di [โฆ] una vera catastrofe ecologicaยป, sottolineando ยซlโurgenza e la necessitร di un mutamento radicale nella condotta dellโumanitร ยป, perchรฉ ยซi progressi scientifici piรน straordinari, le prodezze tecniche piรน strabilianti, la crescita economica piรน prodigiosa, se non sono congiunte ad un autentico progresso sociale e morale, si rivolgono, in definitiva, contro lโuomoยป.[3]
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5. San Giovanni Paolo II si รจ occupato di questo tema con un interesse crescente. Nella sua prima Enciclica, osservรฒ che lโessere umano sembra ยซnon percepire altri significati del suo ambiente naturale, ma solamente quelli che servono ai fini di un immediato uso e consumoยป.[4] Successivamente invitรฒ ad una conversione ecologica globale.[5] Ma nello stesso tempo fece notare che si mette poco impegno per ยซsalvaguardare le condizioni morali di unโautentica ecologia umanaยป.[6] La distruzione dellโambiente umano รจ qualcosa di molto serio, non solo perchรฉ Dio ha affidato il mondo allโessere umano, bensรฌ perchรฉ la vita umana stessa รจ un dono che deve essere protetto da diverse forme di degrado. Ogni aspirazione a curare e migliorare il mondo richiede di cambiare profondamente gli ยซstili di vita, i modelli di produzione e di consumo, le strutture consolidate di potere che oggi reggono le societร ยป.[7] Lโautentico sviluppo umano possiede un carattere morale e presuppone il pieno rispetto della persona umana, ma deve prestare attenzione anche al mondo naturale e ยซtener conto della natura di ciascun essere e della sua mutua connessione in un sistema ordinatoยป.[8] Pertanto, la capacitร dellโessere umano di trasformare la realtร deve svilupparsi sulla base della prima originaria donazione delle cose da parte di Dio.[9]
6. Il mio predecessore Benedetto XVI ha rinnovato lโinvito a ยซeliminare le cause strutturali delle disfunzioni dellโeconomia mondiale e correggere i modelli di crescita che sembrano incapaci di garantire il rispetto dellโambienteยป.[10] Ha ricordato che il mondo non puรฒ essere analizzato solo isolando uno dei suoi aspetti, perchรฉ ยซil libro della natura รจ uno e indivisibileยป e include lโambiente, la vita, la sessualitร , la famiglia, le relazioni sociali, e altri aspetti. Di conseguenza, ยซil degrado della natura รจ strettamente connesso alla cultura che modella la convivenza umanaยป.[11] Papa Benedetto ci ha proposto di riconoscere che lโambiente naturale รจ pieno di ferite prodotte dal nostro comportamento irresponsabile. Anche lโambiente sociale ha le sue ferite. Ma tutte sono causate in fondo dal medesimo male, cioรจ dallโidea che non esistano veritร indiscutibili che guidino la nostra vita, per cui la libertร umana non ha limiti. Si dimentica che ยซlโuomo non รจ soltanto una libertร che si crea da sรฉ. Lโuomo non crea se stesso. Egli รจ spirito e volontร , ma รจ anche naturaยป.[12] Con paterna preoccupazione ci ha invitato a riconoscere che la creazione risulta compromessa ยซdove noi stessi siamo le ultime istanze, dove lโinsieme รจ semplicemente proprietร nostra e lo consumiamo solo per noi stessi. E lo spreco della creazione inizia dove non riconosciamo piรน alcuna istanza sopra di noi, ma vediamo soltanto noi stessiยป.[13]
Uniti da una stessa preoccupazione
7. Questi contributi dei Papi raccolgono la riflessione di innumerevoli scienziati, filosofi, teologi e organizzazioni sociali che hanno arricchito il pensiero della Chiesa su tali questioni. Non possiamo perรฒ ignorare che anche al di fuori della Chiesa Cattolica, altre Chiese e Comunitร cristiane โ come pure altre religioni โ hanno sviluppato una profonda preoccupazione e una preziosa riflessione su questi temi che stanno a cuore a tutti noi. Per citare solo un esempio particolarmente significativo, voglio riprendere brevemente parte del contributo del caro Patriarca Ecumenico Bartolomeo, con il quale condividiamo la speranza della piena comunione ecclesiale.
8. Il Patriarca Bartolomeo si รจ riferito particolarmente alla necessitร che ognuno si penta del proprio modo di maltrattare il pianeta, perchรฉ ยซnella misura in cui tutti noi causiamo piccoli danni ecologiciยป, siamo chiamati a riconoscere ยซil nostro apporto, piccolo o grande, allo stravolgimento e alla distruzione dellโambienteยป.[14] Su questo punto, egli si รจ espresso ripetutamente in maniera ferma e stimolante, invitandoci a riconoscere i peccati contro la creazione: ยซChe gli esseri umani distruggano la diversitร biologica nella creazione di Dio; che gli esseri umani compromettano lโintegritร della terra e contribuiscano al cambiamento climatico, spogliando la terra delle sue foreste naturali o distruggendo le sue zone umide; che gli esseri umani inquinino le acque, il suolo, lโaria: tutti questi sono peccatiยป.[15] Perchรฉ ยซun crimine contro la natura รจ un crimine contro noi stessi e un peccato contro Dioยป.[16]
9. Allo stesso tempo Bartolomeo ha richiamato lโattenzione sulle radici etiche e spirituali dei problemi ambientali, che ci invitano a cercare soluzioni non solo nella tecnica, ma anche in un cambiamento dellโessere umano, perchรฉ altrimenti affronteremmo soltanto i sintomi. Ci ha proposto di passare dal consumo al sacrificio, dallโaviditร alla generositร , dallo spreco alla capacitร di condividere, in unโascesi che ยซsignifica imparare a dare, e non semplicemente a rinunciare. Eโ un modo di amare, di passare gradualmente da ciรฒ che io voglio a ciรฒ di cui ha bisogno il mondo di Dio. Eโ liberazione dalla paura, dallโaviditร e dalla dipendenzaยป.[17] Noi cristiani, inoltre, siamo chiamati ad ยซaccettare il mondo come sacramento di comunione, come modo di condividere con Dio e con il prossimo in una scala globale. Eโ nostra umile convinzione che il divino e lโumano si incontrino nel piรน piccolo dettaglio della veste senza cuciture della creazione di Dio, persino nellโultimo granello di polvere del nostro pianetaยป.[18]
San Francesco dโAssisi
10. Non voglio procedere in questa Enciclica senza ricorrere a un esempio bello e motivante. Ho preso il suo nome come guida e come ispirazione nel momento della mia elezione a Vescovo di Roma. Credo che Francesco sia lโesempio per eccellenza della cura per ciรฒ che รจ debole e di una ecologia integrale, vissuta con gioia e autenticitร . Eโ il santo patrono di tutti quelli che studiano e lavorano nel campo dellโecologia, amato anche da molti che non sono cristiani. Egli manifestรฒ unโattenzione particolare verso la creazione di Dio e verso i piรน poveri e abbandonati. Amava ed era amato per la sua gioia, la sua dedizione generosa, il suo cuore universale. Era un mistico e un pellegrino che viveva con semplicitร e in una meravigliosa armonia con Dio, con gli altri, con la natura e con se stesso. In lui si riscontra fino a che punto sono inseparabili la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, lโimpegno nella societร e la pace interiore.
11. La sua testimonianza ci mostra anche che lโecologia integrale richiede apertura verso categorie che trascendono il linguaggio delle scienze esatte o della biologia e ci collegano con lโessenza dellโumano. Cosรฌ come succede quando ci innamoriamo di una persona, ogni volta che Francesco guardava il sole, la luna, gli animali piรน piccoli, la sua reazione era cantare, coinvolgendo nella sua lode tutte le altre creature. Egli entrava in comunicazione con tutto il creato, e predicava persino ai fiori e ยซli invitava a lodare e amare Iddio, come esseri dotati di ragioneยป.[19] La sua reazione era molto piรน che un apprezzamento intellettuale o un calcolo economico, perchรฉ per lui qualsiasi creatura era una sorella, unita a lui con vincoli di affetto. Per questo si sentiva chiamato a prendersi cura di tutto ciรฒ che esiste. Il suo discepolo san Bonaventura narrava che lui, ยซconsiderando che tutte le cose hanno unโorigine comune, si sentiva ricolmo di pietร ancora maggiore e chiamava le creature, per quanto piccole, con il nome di fratello o sorellaยป.[20] Questa convinzione non puรฒ essere disprezzata come un romanticismo irrazionale, perchรฉ influisce sulle scelte che determinano il nostro comportamento. Se noi ci accostiamo alla natura e allโambiente senza questa apertura allo stupore e alla meraviglia, se non parliamo piรน il linguaggio della fraternitร e della bellezza nella nostra relazione con il mondo, i nostri atteggiamenti saranno quelli del dominatore, del consumatore o del mero sfruttatore delle risorse naturali, incapace di porre un limite ai suoi interessi immediati. Viceversa, se noi ci sentiamo intimamente uniti a tutto ciรฒ che esiste, la sobrietร e la cura scaturiranno in maniera spontanea. La povertร e lโausteritร di san Francesco non erano un ascetismo solamente esteriore, ma qualcosa di piรน radicale: una rinuncia a fare della realtร un mero oggetto di uso e di dominio.
12. Dโaltra parte, san Francesco, fedele alla Scrittura, ci propone di riconoscere la natura come uno splendido libro nel quale Dio ci parla e ci trasmette qualcosa della sua bellezza e della sua bontร : ยซDifatti dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si contempla il loro autoreยป (Sap 13,5) e ยซla sua eterna potenza e divinitร vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiuteยป (Rm 1,20). Per questo chiedeva che nel convento si lasciasse sempre una parte dellโorto non coltivata, perchรฉ vi crescessero le erbe selvatiche, in modo che quanti le avrebbero ammirate potessero elevare il pensiero a Dio, autore di tanta bellezza.[21] Il mondo รจ qualcosa di piรน che un problema da risolvere, รจ un mistero gaudioso che contempliamo nella letizia e nella lode.
Il mio appello
13. La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, poichรฉ sappiamo che le cose possono cambiare. Il Creatore non ci abbandona, non fa mai marcia indietro nel suo progetto di amore, non si pente di averci creato. Lโumanitร ha ancora la capacitร di collaborare per costruire la nostra casa comune. Desidero esprimere riconoscenza, incoraggiare e ringraziare tutti coloro che, nei piรน svariati settori dellโattivitร umana, stanno lavorando per garantire la protezione della casa che condividiamo. Meritano una gratitudine speciale quanti lottano con vigore per risolvere le drammatiche conseguenze del degrado ambientale nella vita dei piรน poveri del mondo. I giovani esigono da noi un cambiamento. Essi si domandano comโรจ possibile che si pretenda di costruire un futuro migliore senza pensare alla crisi ambientale e alle sofferenze degli esclusi.
14. Rivolgo un invito urgente a rinnovare il dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta. Abbiamo bisogno di un confronto che ci unisca tutti, perchรฉ la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti. Il movimento ecologico mondiale ha giร percorso un lungo e ricco cammino, e ha dato vita a numerose aggregazioni di cittadini che hanno favorito una presa di coscienza. Purtroppo, molti sforzi per cercare soluzioni concrete alla crisi ambientale sono spesso frustrati non solo dal rifiuto dei potenti, ma anche dal disinteresse degli altri. Gli atteggiamenti che ostacolano le vie di soluzione, anche fra i credenti, vanno dalla negazione del problema allโindifferenza, alla rassegnazione comoda, o alla fiducia cieca nelle soluzioni tecniche. Abbiamo bisogno di nuova solidarietร universale. Come hanno detto i Vescovi del Sudafrica, ยซi talenti e il coinvolgimento di tutti sono necessari per riparare il danno causato dagli umani sulla creazione di Dioยป.[22] Tutti possiamo collaborare come strumenti di Dio per la cura della creazione, ognuno con la propria cultura ed esperienza, le proprie iniziative e capacitร .
15. Spero che questa Lettera enciclica, che si aggiunge al Magistero sociale della Chiesa, ci aiuti a riconoscere la grandezza, lโurgenza e la bellezza della sfida che ci si presenta. In primo luogo, farรฒ un breve percorso attraverso vari aspetti dellโattuale crisi ecologica allo scopo di assumere i migliori frutti della ricerca scientifica oggi disponibile, lasciarcene toccare in profonditร e dare una base di concretezza al percorso etico e spirituale che segue. A partire da questa panoramica, riprenderรฒ alcune argomentazioni che scaturiscono dalla tradizione giudeo-cristiana, al fine di dare maggiore coerenza al nostro impegno per lโambiente. Poi proverรฒ ad arrivare alle radici della situazione attuale, in modo da coglierne non solo i sintomi ma anche le cause piรน profonde. Cosรฌ potremo proporre unโecologia che, nelle sue diverse dimensioni, integri il posto specifico che lโessere umano occupa in questo mondo e le sue relazioni con la realtร che lo circonda. Alla luce di tale riflessione vorrei fare un passo avanti in alcune ampie linee di dialogo e di azione che coinvolgano sia ognuno di noi, sia la politica internazionale. Infine, poichรฉ sono convinto che ogni cambiamento ha bisogno di motivazioni e di un cammino educativo, proporrรฒ alcune linee di maturazione umana ispirate al tesoro dellโesperienza spirituale cristiana.
16. Ogni capitolo, sebbene abbia una sua tematica propria e una metodologia specifica, riprende a sua volta, da una nuova prospettiva, questioni importanti affrontate nei capitoli precedenti. Questo riguarda specialmente alcuni assi portanti che attraversano tutta lโEnciclica. Per esempio: lโintima relazione tra i poveri e la fragilitร del pianeta; la convinzione che tutto nel mondo รจ intimamente connesso; la critica al nuovo paradigma e alle forme di potere che derivano dalla tecnologia; lโinvito a cercare altri modi di intendere lโeconomia e il progresso; il valore proprio di ogni creatura; il senso umano dellโecologia; la necessitร di dibattiti sinceri e onesti; la grave responsabilitร della politica internazionale e locale; la cultura dello scarto e la proposta di un nuovo stile di vita. Questi temi non vengono mai chiusi o abbandonati, ma anzi costantemente ripresi e arricchiti.
QUELLO CHE STA ACCADENDO ALLA NOSTRA CASA
17. Le riflessioni teologiche o filosofiche sulla situazione dellโumanitร e del mondo possono suonare come un messaggio ripetitivo e vuoto, se non si presentano nuovamente a partire da un confronto con il contesto attuale, in ciรฒ che ha di inedito per la storia dellโumanitร . Per questo, prima di riconoscere come la fede apporta nuove motivazioni ed esigenze di fronte al mondo del quale facciamo parte, propongo di soffermarci brevemente a considerare quello che sta accadendo alla nostra casa comune.
18. La continua accelerazione dei cambiamenti dellโumanitร e del pianeta si unisce oggi allโintensificazione dei ritmi di vita e di lavoro, in quella che in spagnolo alcuni chiamano โrapidaciรณnโ (rapidizzazione). Benchรฉ il cambiamento faccia parte della dinamica dei sistemi complessi, la velocitร che le azioni umane gli impongono oggi contrasta con la naturale lentezza dellโevoluzione biologica. A ciรฒ si aggiunge il problema che gli obiettivi di questo cambiamento veloce e costante non necessariamente sono orientati al bene comune e a uno sviluppo umano, sostenibile e integrale. Il cambiamento รจ qualcosa di auspicabile, ma diventa preoccupante quando si muta in deterioramento del mondo e della qualitร della vita di gran parte dellโumanitร .
19. Dopo un tempo di fiducia irrazionale nel progresso e nelle capacitร umane, una parte della societร sta entrando in una fase di maggiore consapevolezza. Si avverte una crescente sensibilitร riguardo allโambiente e alla cura della natura, e matura una sincera e dolorosa preoccupazione per ciรฒ che sta accadendo al nostro pianeta. Facciamo un percorso, che sarร certamente incompleto, attraverso quelle questioni che oggi ci provocano inquietudine e che ormai non possiamo piรน nascondere sotto il tappeto. Lโobiettivo non รจ di raccogliere informazioni o saziare la nostra curiositร , ma di prendere dolorosa coscienza, osare trasformare in sofferenza personale quello che accade al mondo, e cosรฌ riconoscere qual รจ il contributo che ciascuno puรฒ portare.
I. INQUINAMENTO E CAMBIAMENTI CLIMATICI
Inquinamento, rifiuti e cultura dello scarto
20. Esistono forme di inquinamento che colpiscono quotidianamente le persone. Lโesposizione agli inquinanti atmosferici produce un ampio spettro di effetti sulla salute, in particolare dei piรน poveri, e provocano milioni di morti premature. Ci si ammala, per esempio, a causa di inalazioni di elevate quantitร di fumo prodotto dai combustibili utilizzati per cucinare o per riscaldarsi. A questo si aggiunge lโinquinamento che colpisce tutti, causato dal trasporto, dai fumi dellโindustria, dalle discariche di sostanze che contribuiscono allโacidificazione del suolo e dellโacqua, da fertilizzanti, insetticidi, fungicidi, diserbanti e pesticidi tossici in generale. La tecnologia che, legata alla finanza, pretende di essere lโunica soluzione dei problemi, di fatto non รจ in grado di vedere il mistero delle molteplici relazioni che esistono tra le cose, e per questo a volte risolve un problema creandone altri.
21. Cโรจ da considerare anche lโinquinamento prodotto dai rifiuti, compresi quelli pericolosi presenti in diversi ambienti. Si producono centinaia di milioni di tonnellate di rifiuti lโanno, molti dei quali non biodegradabili: rifiuti domestici e commerciali, detriti di demolizioni, rifiuti clinici, elettronici o industriali, rifiuti altamente tossici e radioattivi. La terra, nostra casa, sembra trasformarsi sempre piรน in un immenso deposito di immondizia. In molti luoghi del pianeta, gli anziani ricordano con nostalgia i paesaggi dโaltri tempi, che ora appaiono sommersi da spazzatura. Tanto i rifiuti industriali quanto i prodotti chimici utilizzati nelle cittร e nei campi, possono produrre un effetto di bio-accumulazione negli organismi degli abitanti delle zone limitrofe, che si verifica anche quando il livello di presenza di un elemento tossico in un luogo รจ basso. Molte volte si prendono misure solo quando si sono prodotti effetti irreversibili per la salute delle persone.
22. Questi problemi sono intimamente legati alla cultura dello scarto, che colpisce tanto gli esseri umani esclusi quanto le cose che si trasformano velocemente in spazzatura. Rendiamoci conto, per esempio, che la maggior parte della carta che si produce viene gettata e non riciclata. Stentiamo a riconoscere che il funzionamento degli ecosistemi naturali รจ esemplare: le piante sintetizzano sostanze nutritive che alimentano gli erbivori; questi a loro volta alimentano i carnivori, che forniscono importanti quantitร di rifiuti organici, i quali danno luogo a una nuova generazione di vegetali. Al contrario, il sistema industriale, alla fine del ciclo di produzione e di consumo, non ha sviluppato la capacitร di assorbire e riutilizzare rifiuti e scorie. Non si รจ ancora riusciti ad adottare un modello circolare di produzione che assicuri risorse per tutti e per le generazioni future, e che richiede di limitare al massimo lโuso delle risorse non rinnovabili, moderare il consumo, massimizzare lโefficienza dello sfruttamento, riutilizzare e riciclare. Affrontare tale questione sarebbe un modo di contrastare la cultura dello scarto che finisce per danneggiare il pianeta intero, ma osserviamo che i progressi in questa direzione sono ancora molto scarsi.
Il clima come bene comune
23. Il clima รจ un bene comune, di tutti e per tutti. Esso, a livello globale, รจ un sistema complesso in relazione con molte condizioni essenziali per la vita umana. Esiste un consenso scientifico molto consistente che indica che siamo in presenza di un preoccupante riscaldamento del sistema climatico. Negli ultimi decenni, tale riscaldamento รจ stato accompagnato dal costante innalzamento del livello del mare, e inoltre รจ difficile non metterlo in relazione con lโaumento degli eventi meteorologici estremi, a prescindere dal fatto che non si possa attribuire una causa scientificamente determinabile ad ogni fenomeno particolare. Lโumanitร รจ chiamata a prendere coscienza della necessitร di cambiamenti di stili di vita,di produzione e di consumo, per combattere questo riscaldamento o, almeno, le cause umane che lo producono o lo accentuano. Eโ vero che ci sono altri fattori (quali il vulcanismo, le variazioni dellโorbita e dellโasse terrestre, il ciclo solare), ma numerosi studi scientifici indicano che la maggior parte del riscaldamento globale degli ultimi decenni รจ dovuta alla grande concentrazione di gas serra (biossido di carbonio, metano, ossido di azoto ed altri) emessi soprattutto a causa dellโattivitร umana. La loro concentrazione nellโatmosfera ostacola la dispersione del calore che la luce del sole produce sulla superficie della terra. Ciรฒ viene potenziato specialmente dal modello di sviluppo basato sullโuso intensivo di combustibili fossili, che sta al centro del sistema energetico mondiale. Ha inciso anche lโaumento della pratica del cambiamento dโuso del suolo, principalmente la deforestazione per finalitร agricola.
24. A sua volta, il riscaldamento ha effetti sul ciclo del carbonio. Crea un circolo vizioso che aggrava ancora di piรน la situazione e che inciderร sulla disponibilitร di risorse essenziali come lโacqua potabile, lโenergia e la produzione agricola delle zone piรน calde, e provocherร lโestinzione di parte della biodiversitร del pianeta. Lo scioglimento dei ghiacci polari e di quelli dโalta quota minaccia la fuoriuscita ad alto rischio di gas metano, e la decomposizione della materia organica congelata potrebbe accentuare ancora di piรน lโemissione di biossido di carbonio. A sua volta, la perdita di foreste tropicali peggiora le cose, giacchรฉ esse aiutano a mitigare il cambiamento climatico. Lโinquinamento prodotto dal biossido di carbonio aumenta lโaciditร degli oceani e compromette la catena alimentare marina. Se la tendenza attuale continua, questo secolo potrebbe essere testimone di cambiamenti climatici inauditi e di una distruzione senza precedenti degli ecosistemi, con gravi conseguenze per tutti noi. Lโinnalzamento del livello del mare, ad esempio, puรฒ creare situazioni di estrema gravitร se si tiene conto che un quarto della popolazione mondiale vive in riva al mare o molto vicino ad esso, e la maggior parte delle megalopoli sono situate in zone costiere.
25. I cambiamenti climatici sono un problema globale con gravi implicazioni ambientali, sociali, economiche, distributive e politiche, e costituiscono una delle principali sfide attuali per lโumanitร . Gli impatti piรน pesanti probabilmente ricadranno nei prossimi decenni sui Paesi in via di sviluppo. Molti poveri vivono in luoghi particolarmente colpiti da fenomeni connessi al riscaldamento, e i loro mezzi di sostentamento dipendono fortemente dalle riserve naturali e dai cosiddetti servizi dellโecosistema,come lโagricoltura, la pesca e le risorse forestali. Non hanno altre disponibilitร economiche e altre risorse che permettano loro di adattarsi agli impatti climatici o di far fronte a situazioni catastrofiche, e hanno poco accesso a servizi sociali e di tutela. Per esempio, i cambiamenti climatici danno origine a migrazioni di animali e vegetali che non sempre possono adattarsi, e questo a sua volta intacca le risorse produttive dei piรน poveri, i quali pure si vedono obbligati a migrare con grande incertezza sul futuro della loro vita e dei loro figli. Eโ tragico lโaumento dei migranti che fuggono la miseria aggravata dal degrado ambientale, i quali non sono riconosciuti come rifugiati nelle convenzioni internazionali e portano il peso della propria vita abbandonata senza alcuna tutela normativa. Purtroppo cโรจ una generale indifferenza di fronte a queste tragedie, che accadono tuttora in diverse parti del mondo. La mancanza di reazioni di fronte a questi drammi dei nostri fratelli e sorelle รจ un segno della perdita di quel senso di responsabilitร per i nostri simili su cui si fonda ogni societร civile.
26. Molti di coloro che detengono piรน risorse e potere economico o politico sembrano concentrarsi soprattutto nel mascherare i problemi o nasconderne i sintomi, cercando solo di ridurre alcuni impatti negativi di cambiamenti climatici. Ma molti sintomi indicano che questi effetti potranno essere sempre peggiori se continuiamo con gli attuali modelli di produzione e di consumo. Perciรฒ รจ diventato urgente e impellente lo sviluppo di politiche affinchรฉ nei prossimi anni lโemissione di biossido di carbonio e di altri gas altamente inquinanti si riduca drasticamente, ad esempio, sostituendo i combustibili fossili e sviluppando fonti di energia rinnovabile. Nel mondo cโรจ un livello esiguo di accesso alle energie pulite e rinnovabili. Cโรจ ancora bisogno di sviluppare tecnologie adeguate di accumulazione. Tuttavia, in alcuni Paesi ci sono stati progressi che cominciano ad essere significativi, benchรฉ siano lontani dal raggiungere una proporzione importante. Ci sono stati anche alcuni investimenti in modalitร di produzione e di trasporto che consumano meno energia e richiedono minore quantitร di materie prime, come pure in modalitร di costruzione o ristrutturazione di edifici che ne migliorino lโefficienza energetica. Ma queste buone pratiche sono lontane dal diventare generali.
27. Altri indicatori della situazione attuale sono legati allโesaurimento delle risorse naturali. Conosciamo bene lโimpossibilitร di sostenere lโattuale livello di consumo dei Paesi piรน sviluppati e dei settori piรน ricchi delle societร , dove lโabitudine di sprecare e buttare via raggiunge livelli inauditi. Giร si sono superati certi limiti massimi di sfruttamento del pianeta, senza che sia stato risolto il problema della povertร .
28. Lโacqua potabile e pulita rappresenta una questione di primaria importanza, perchรฉ รจ indispensabile per la vita umana e per sostenere gli ecosistemi terrestri e acquatici. Le fonti di acqua dolce riforniscono i settori sanitari, agropastorali e industriali. La disponibilitร di acqua รจ rimasta relativamente costante per lungo tempo, ma ora in molti luoghi la domanda supera lโofferta sostenibile, con gravi conseguenze a breve e lungo termine. Grandi cittร , dipendenti da importanti riserve idriche, soffrono periodi di carenza della risorsa, che nei momenti critici non viene amministrata sempre con una adeguata gestione e con imparzialitร . La povertร di acqua pubblica si ha specialmente in Africa, dove grandi settori della popolazione non accedono allโacqua potabile sicura, o subiscono siccitร che rendono difficile la produzione di cibo. In alcuni Paesi ci sono regioni con abbondanza di acqua, mentre altre patiscono una grave carenza.
29. Un problema particolarmente serio รจ quello della qualitร dellโacqua disponibile per i poveri, che provoca molte morti ogni giorno. Fra i poveri sono frequenti le malattie legate allโacqua, incluse quelle causate da microorganismi e da sostanze chimiche. La dissenteria e il colera, dovuti a servizi igienici e riserve di acqua inadeguati, sono un fattore significativo di sofferenza e di mortalitร infantile. Le falde acquifere in molti luoghi sono minacciate dallโinquinamento che producono alcune attivitร estrattive, agricole e industriali, soprattutto in Paesi dove mancano una regolamentazione e dei controlli sufficienti. Non pensiamo solamente ai rifiuti delle fabbriche. I detergenti e i prodotti chimici che la popolazione utilizza in molti luoghi del mondo continuano a riversarsi in fiumi, laghi e mari.
30. Mentre la qualitร dellโacqua disponibile peggiora costantemente, in alcuni luoghi avanza la tendenza a privatizzare questa risorsa scarsa, trasformata in merce soggetta alle leggi del mercato. In realtร , lโaccesso allโacqua potabile e sicura รจ un diritto umano essenziale, fondamentale e universale, perchรฉ determina la sopravvivenza delle persone, e per questo รจ condizione per lโesercizio degli altri diritti umani. Questo mondo ha un grave debito sociale verso i poveri che non hanno accesso allโacqua potabile, perchรฉ ciรฒ significa negare ad essi il diritto alla vita radicato nella loro inalienabile dignitร . Questo debito si salda in parte con maggiori contributi economici per fornire acqua pulita e servizi di depurazione tra le popolazioni piรน povere. Perรฒ si riscontra uno spreco di acqua non solo nei Paesi sviluppati, ma anche in quelli in via di sviluppo che possiedono grandi riserve. Ciรฒ evidenzia che il problema dellโacqua รจ in parte una questione educativa e culturale, perchรฉ non vi รจ consapevolezza della gravitร di tali comportamenti in un contesto di grande inequitร .
31. Una maggiore scarsitร di acqua provocherร lโaumento del costo degli alimenti e di vari prodotti che dipendono dal suo uso. Alcuni studi hanno segnalato il rischio di subire unโacuta scarsitร di acqua entro pochi decenni se non si agisce con urgenza. Gli impatti ambientali potrebbero colpire miliardi di persone, e dโaltra parte รจ prevedibile che il controllo dellโacqua da parte di grandi imprese mondiali si trasformi in una delle principali fonti di conflitto di questo secolo.[23]
32. Anche le risorse della terra vengono depredate a causa di modi di intendere lโeconomia e lโattivitร commerciale e produttiva troppo legati al risultato immediato. La perdita di foreste e boschi implica allo stesso tempo la perdita di specie che potrebbero costituire nel futuro risorse estremamente importanti, non solo per lโalimentazione, ma anche per la cura di malattie e per molteplici servizi. Le diverse specie contengono geni che possono essere risorse-chiave per rispondere in futuro a qualche necessitร umana o per risolvere qualche problema ambientale.
33. Ma non basta pensare alle diverse specie solo come eventuali โrisorseโ sfruttabili, dimenticando che hanno un valore in sรฉ stesse. Ogni anno scompaiono migliaia di specie vegetali e animali che non potremo piรน conoscere, che i nostri figli non potranno vedere, perse per sempre. La stragrande maggioranza si estingue per ragioni che hanno a che fare con qualche attivitร umana. Per causa nostra, migliaia di specie non daranno gloria a Dio con la loro esistenza nรฉ potranno comunicarci il proprio messaggio. Non ne abbiamo il diritto.
34. Probabilmente ci turba venire a conoscenza dellโestinzione di un mammifero o di un volatile, per la loro maggiore visibilitร . Ma per il buon funzionamento degli ecosistemi sono necessari anche i funghi, le alghe, i vermi, i piccoli insetti, i rettili e lโinnumerevole varietร di microorganismi. Alcune specie poco numerose, che di solito passano inosservate, giocano un ruolo critico fondamentale per stabilizzare lโequilibrio di un luogo. Eโ vero che lโessere umano deve intervenire quando un geosistema entra in uno stadio critico, ma oggi il livello di intervento umano in una realtร cosรฌ complessa come la natura รจ tale, che i costanti disastri causati dallโessere umano provocano un suo nuovo intervento, in modo che lโattivitร umana diventa onnipresente, con tutti i rischi che questo comporta. Si viene a creare un circolo vizioso in cui lโintervento dellโessere umano per risolvere una difficoltร molte volte aggrava ulteriormente la situazione. Per esempio, molti uccelli e insetti che si estinguono a motivo dei pesticidi tossici creati dalla tecnologia, sono utili alla stessa agricoltura, e la loro scomparsa dovrร essere compensata con un altro intervento tecnologico che probabilmente porterร nuovi effetti nocivi. Sono lodevoli e a volte ammirevoli gli sforzi di scienziati e tecnici che cercano di risolvere i problemi creati dallโessere umano. Ma osservando il mondo notiamo che questo livello di intervento umano, spesso al servizio della finanza e del consumismo, in realtร fa sรฌ che la terra in cui viviamo diventi meno ricca e bella, sempre piรน limitata e grigia, mentre contemporaneamente lo sviluppo della tecnologia e delle offerte di consumo continua ad avanzare senza limiti. In questo modo, sembra che ci illudiamo di poter sostituire una bellezza irripetibile e non recuperabile con unโaltra creata da noi.
35. Quando si analizza lโimpatto ambientale di qualche iniziativa economica, si รจ soliti considerare gli effetti sul suolo, sullโacqua e sullโaria, ma non sempre si include uno studio attento dellโimpatto sulla biodiversitร , come se la perdita di alcune specie o di gruppi animali o vegetali fosse qualcosa di poco rilevante. Le strade, le nuove colture, le recinzioni, i bacini idrici e altre costruzioni, vanno prendendo possesso degli habitat e a volte li frammentano in modo tale che le popolazioni animali non possono piรน migrare nรฉ spostarsi liberamente, cosicchรฉ alcune specie vanno a rischio di estinzione. Esistono alternative che almeno mitigano lโimpatto di queste opere, come la creazione di corridoi biologici, ma in pochi Paesi si riscontra tale cura e tale attenzione. Quando si sfruttano commercialmente alcune specie, non sempre si studia la loro modalitร di crescita, per evitare la loro eccessiva diminuzione con il conseguente squilibrio dellโecosistema.
36. La cura degli ecosistemi richiede uno sguardo che vada aldilร dellโimmediato, perchรฉ quando si cerca solo un profitto economico rapido e facile, a nessuno interessa veramente la loro preservazione. Ma il costo dei danni provocati dallโincuria egoistica รจ di gran lunga piรน elevato del beneficio economico che si puรฒ ottenere. Nel caso della perdita o del serio danneggiamento di alcune specie, stiamo parlando di valori che eccedono qualunque calcolo. Per questo, possiamo essere testimoni muti di gravissime inequitร quando si pretende di ottenere importanti benefici facendo pagare al resto dellโumanitร , presente e futura, gli altissimi costi del degrado ambientale.
37. Alcuni Paesi hanno fatto progressi nella conservazione efficace di determinati luoghi e zone โ sulla terra e negli oceani โ dove si proibisce ogni intervento umano che possa modificarne la fisionomia o alterarne la costituzione originale. Nella cura della biodiversitร , gli specialisti insistono sulla necessitร di porre una speciale attenzione alle zone piรน ricche di varietร di specie, di specie endemiche, poco frequenti o con minor grado di protezione efficace. Ci sono luoghi che richiedono una cura particolare a motivo della loro enorme importanza per lโecosistema mondiale, o che costituiscono significative riserve di acqua e cosรฌ assicurano altre forme di vita.
38. Ricordiamo, per esempio, quei polmoni del pianeta colmi di biodiversitร che sono lโAmazzonia e il bacino fluviale del Congo, o le grandi falde acquifere e i ghiacciai. Eโ ben nota lโimportanza di questi luoghi per lโinsieme del pianeta e per il futuro dellโumanitร . Gli ecosistemi delle foreste tropicali hanno una biodiversitร di grande complessitร , quasi impossibile da conoscere completamente, ma quando queste foreste vengono bruciate o rase al suolo per accrescere le coltivazioni, in pochi anni si perdono innumerevoli specie, o tali aree si trasformano in aridi deserti. Tuttavia, un delicato equilibrio si impone quando si parla di questi luoghi, perchรฉ non si possono nemmeno ignorare gli enormi interessi economici internazionali che, con il pretesto di prendersene cura, possono mettere in pericolo le sovranitร nazionali. Di fatto esistono ยซproposte di internazionalizzazione dellโAmazzonia, che servono solo agli interessi economici delle multinazionaliยป.[24] Eโ lodevole lโimpegno di organismi internazionali e di organizzazioni della societร civile che sensibilizzano le popolazioni e cooperano in modo critico, anche utilizzando legittimi sistemi di pressione, affinchรฉ ogni governo adempia il proprio e non delegabile dovere di preservare lโambiente e le risorse naturali del proprio Paese, senza vendersi a ambigui interessi locali o internazionali.
39. Neppure la sostituzione della flora selvatica con aree piantate a bosco, che generalmente sono monocolture, รจ solitamente oggetto di unโadeguata analisi. In realtร essa puรฒ colpire gravemente una biodiversitร che non รจ albergata dalle nuove specie che si piantano. Anche le zone umide, che vengono trasformate in terreno agricolo, perdono lโenorme biodiversitร che ospitavano. In alcune zone costiere รจ preoccupante la scomparsa degli ecosistemi costituiti da mangrovie.
40. Gli oceani non solo contengono la maggior parte dellโacqua del pianeta, ma anche la maggior parte della vasta varietร di esseri viventi, molti dei quali ancora a noi sconosciuti e minacciati da diverse cause. Dโaltra parte, la vita nei fiumi, nei laghi, nei mari e negli oceani, che nutre gran parte della popolazione mondiale, si vede colpita dal prelievo incontrollato delle risorse ittiche, che provoca diminuzioni drastiche di alcune specie. Ancora si continua a sviluppare modalitร selettive di pesca che scartano gran parte delle specie raccolte. Sono particolarmente minacciati organismi marini che non teniamo in considerazione, come certe forme di plancton che costituiscono una componente molto importante nella catena alimentare marina, e dalle quali dipendono, in definitiva, specie che si utilizzano per lโalimentazione umana.
41. Addentrandoci nei mari tropicali e subtropicali, incontriamo le barriere coralline, che corrispondono alle grandi foreste della terraferma, perchรฉ ospitano approssimativamente un milione di specie, compresi pesci, granchi, molluschi, spugne, alghe. Molte delle barriere coralline del mondo oggi sono sterili o sono in continuo declino: ยซChi ha trasformato il meraviglioso mondo marino in cimiteri subacquei spogliati di vita e di colore?ยป.[25] Questo fenomeno รจ dovuto in gran parte allโinquinamento che giunge al mare come risultato della deforestazione, delle monoculture agricole, dei rifiuti industriali e di metodi distruttivi di pesca, specialmente quelli che utilizzano il cianuro e la dinamite. Eโ aggravato dallโaumento della temperatura degli oceani. Tutto questo ci aiuta a capire come qualunque azione sulla natura puรฒ avere conseguenze che non avvertiamo a prima vista, e che certe forme di sfruttamento delle risorse si ottengono a costo di un degrado che alla fine giunge fino in fondo agli oceani.
42. Eโ necessario investire molto di piรน nella ricerca, per comprendere meglio il comportamento degli ecosistemi e analizzare adeguatamente le diverse variabili di impatto di qualsiasi modifica importante dellโambiente. Poichรฉ tutte le creature sono connesse tra loro, di ognuna devโessere riconosciuto il valore con affetto e ammirazione, e tutti noi esseri creati abbiamo bisogno gli uni degli altri. Ogni territorio ha una responsabilitร nella cura di questa famiglia, per cui dovrebbe fare un accurato inventario delle specie che ospita, in vista di sviluppare programmi e strategie di protezione, curando con particolare attenzione le specie in via di estinzione.
IV. DETERIORAMENTO DELLA QUALITร DELLA VITA UMANA E DEGRADAZIONE SOCIALE
43. Se teniamo conto del fatto che anche lโessere umano รจ una creatura di questo mondo, che ha diritto a vivere e ad essere felice, e inoltre ha una speciale dignitร , non possiamo tralasciare di considerare gli effetti del degrado ambientale, dellโattuale modello di sviluppo e della cultura dello scarto sulla vita delle persone.
44. Oggi riscontriamo, per esempio, la smisurata e disordinata crescita di molte cittร che sono diventate invivibili dal punto di vista della salute, non solo per lโinquinamento originato dalle emissioni tossiche, ma anche per il caos urbano, i problemi di trasporto e lโinquinamento visivo e acustico. Molte cittร sono grandi strutture inefficienti che consumano in eccesso acqua ed energia. Ci sono quartieri che, sebbene siano stati costruiti di recente, sono congestionati e disordinati, senza spazi verdi sufficienti. Non si addice ad abitanti di questo pianeta vivere sempre piรน sommersi da cemento, asfalto, vetro e metalli, privati del contatto fisico con la natura.
45. In alcuni luoghi, rurali e urbani, la privatizzazione degli spazi ha reso difficile lโaccesso dei cittadini a zone di particolare bellezza; altrove si sono creati quartieri residenziali โecologiciโ solo a disposizione di pochi, dove si fa in modo di evitare che altri entrino a disturbare una tranquillitร artificiale. Spesso si trova una cittร bella e piena di spazi verdi ben curati in alcune aree โsicureโ, ma non altrettanto in zone meno visibili, dove vivono gli scartati della societร .
46. Tra le componenti sociali del cambiamento globale si includono gli effetti occupazionali di alcune innovazioni tecnologiche, lโesclusione sociale, la disuguaglianza nella disponibilitร e nel consumo dellโenergia e di altri servizi, la frammentazione sociale, lโaumento della violenza e il sorgere di nuove forme di aggressivitร sociale, il narcotraffico e il consumo crescente di droghe fra i piรน giovani, la perdita di identitร . Sono segni, tra gli altri, che mostrano come la crescita degli ultimi due secoli non ha significato in tutti i suoi aspetti un vero progresso integrale e un miglioramento della qualitร della vita. Alcuni di questi segni sono allo stesso tempo sintomi di un vero degrado sociale, di una silenziosa rottura dei legami di integrazione e di comunione sociale.
47. A questo si aggiungono le dinamiche dei media e del mondo digitale, che, quando diventano onnipresenti, non favoriscono lo sviluppo di una capacitร di vivere con sapienza, di pensare in profonditร , di amare con generositร . I grandi sapienti del passato, in questo contesto, correrebbero il rischio di vedere soffocata la loro sapienza in mezzo al rumore dispersivo dellโinformazione. Questo ci richiede uno sforzo affinchรฉ tali mezzi si traducano in un nuovo sviluppo culturale dellโumanitร e non in un deterioramento della sua ricchezza piรน profonda. La vera sapienza, frutto della riflessione, del dialogo e dellโincontro generoso fra le persone, non si acquisisce con una mera accumulazione di dati che finisce per saturare e confondere, in una specie di inquinamento mentale. Nello stesso tempo, le relazioni reali con gli altri, con tutte le sfide che implicano, tendono ad essere sostituite da un tipo di comunicazione mediata da internet. Ciรฒ permette di selezionare o eliminare le relazioni secondo il nostro arbitrio, e cosรฌ si genera spesso un nuovo tipo di emozioni artificiali, che hanno a che vedere piรน con dispositivi e schermi che con le persone e la natura. I mezzi attuali permettono che comunichiamo tra noi e che condividiamo conoscenze e affetti. Tuttavia, a volte anche ci impediscono di prendere contatto diretto con lโangoscia, con il tremore, con la gioia dellโaltro e con la complessitร della sua esperienza personale. Per questo non dovrebbe stupire il fatto che, insieme allโopprimente offerta di questi prodotti, vada crescendo una profonda e malinconica insoddisfazione nelle relazioni interpersonali, o un dannoso isolamento.
48. Lโambiente umano e lโambiente naturale si degradano insieme, e non potremo affrontare adeguatamente il degrado ambientale, se non prestiamo attenzione alle cause che hanno attinenza con il degrado umano e sociale. Di fatto, il deterioramento dellโambiente e quello della societร colpiscono in modo speciale i piรน deboli del pianeta: ยซTanto lโesperienza comune della vita ordinaria quanto la ricerca scientifica dimostrano che gli effetti piรน gravi di tutte le aggressioni ambientali li subisce la gente piรน poveraยป.[26] Per esempio, lโesaurimento delle riserve ittiche penalizza specialmente coloro che vivono della pesca artigianale e non hanno come sostituirla, lโinquinamento dellโacqua colpisce in particolare i piรน poveri che non hanno la possibilitร di comprare acqua imbottigliata, e lโinnalzamento del livello del mare colpisce principalmente le popolazioni costiere impoverite che non ha dove trasferirsi. Lโimpatto degli squilibri attuali si manifesta anche nella morte prematura di molti poveri, nei conflitti generati dalla mancanza di risorse e in tanti altri problemi che non trovano spazio sufficiente nelle agende del mondo.[27]
49. Vorrei osservare che spesso non si ha chiara consapevolezza dei problemi che colpiscono particolarmente gli esclusi. Essi sono la maggior parte del pianeta, miliardi di persone. Oggi sono menzionati nei dibattiti politici ed economici internazionali, ma per lo piรน sembra che i loro problemi si pongano come unโappendice, come una questione che si aggiunga quasi per obbligo o in maniera periferica, se non li si considera un mero danno collaterale. Di fatto, al momento dellโattuazione concreta, rimangono frequentemente allโultimo posto. Questo si deve in parte al fatto che tanti professionisti, opinionisti, mezzi di comunicazione e centri di potere sono ubicati lontani da loro, in aree urbane isolate, senza contatto diretto con i loro problemi. Vivono e riflettono a partire dalla comoditร di uno sviluppo e di una qualitร di vita che non sono alla portata della maggior parte della popolazione mondiale. Questa mancanza di contatto fisico e di incontro, a volte favorita dalla frammentazione delle nostre cittร , aiuta a cauterizzare la coscienza e a ignorare parte della realtร in analisi parziali. Ciรฒ a volte convive con un discorso โverdeโ. Ma oggi non possiamo fare a meno di riconoscere che un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle discussioni sullโambiente, per ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri.
50. Invece di risolvere i problemi dei poveri e pensare a un mondo diverso, alcuni si limitano a proporre una riduzione della natalitร . Non mancano pressioni internazionali sui Paesi in via di sviluppo che condizionano gli aiuti economici a determinate politiche di โsalute riproduttivaโ. Perรฒ, ยซse รจ vero che lโineguale distribuzione della popolazione e delle risorse disponibili crea ostacoli allo sviluppo e ad un uso sostenibile dellโambiente, va riconosciuto che la crescita demografica รจ pienamente compatibile con uno sviluppo integrale e solidaleยป.[28] Incolpare lโincremento demografico e non il consumismo estremo e selettivo di alcuni, รจ un modo per non affrontare i problemi. Si pretende cosรฌ di legittimare lโattuale modello distributivo, in cui una minoranza si crede in diritto di consumare in una proporzione che sarebbe impossibile generalizzare, perchรฉ il pianeta non potrebbe nemmeno contenere i rifiuti di un simile consumo. Inoltre, sappiamo che si spreca approssimativamente un terzo degli alimenti che si producono, e ยซil cibo che si butta via รจ come se lo si rubasse dalla mensa del poveroยป.[29] Ad ogni modo, รจ certo che bisogna prestare attenzione allo squilibrio nella distribuzione della popolazione sul territorio, sia a livello nazionale sia a livello globale, perchรฉ lโaumento del consumo porterebbe a situazioni regionali complesse, per le combinazioni di problemi legati allโinquinamento ambientale, ai trasporti, allo smaltimento dei rifiuti, alla perdita di risorse, alla qualitร della vita.
51. Lโinequitร non colpisce solo gli individui, ma Paesi interi, e obbliga a pensare ad unโetica delle relazioni internazionali. Cโรจ infatti un vero โdebito ecologicoโ, soprattutto tra il Nord e il Sud, connesso a squilibri commerciali con conseguenze in ambito ecologico, come pure allโuso sproporzionato delle risorse naturali compiuto storicamente da alcuni Paesi. Le esportazioni di alcune materie prime per soddisfare i mercati nel Nord industrializzato hanno prodotto danni locali, come lโinquinamento da mercurio nelle miniere dโoro o da diossido di zolfo in quelle di rame. In modo particolare cโรจ da calcolare lโuso dello spazio ambientale di tutto il pianeta per depositare rifiuti gassosi che sono andati accumulandosi durante due secoli e hanno generato una situazione che ora colpisce tutti i Paesi del mondo. Il riscaldamento causato dallโenorme consumo di alcuni Paesi ricchi ha ripercussioni nei luoghi piรน poveri della terra, specialmente in Africa, dove lโaumento della temperatura unito alla siccitร ha effetti disastrosi sul rendimento delle coltivazioni. A questo si uniscono i danni causati dallโesportazione verso i Paesi in via di sviluppo di rifiuti solidi e liquidi tossici e dallโattivitร inquinante di imprese che fanno nei Paesi meno sviluppati ciรฒ che non possono fare nei Paesi che apportano loro capitale: ยซConstatiamo che spesso le imprese che operano cosรฌ sono multinazionali, che fanno qui quello che non รจ loro permesso nei Paesi sviluppati o del cosiddetto primo mondo. Generalmente, quando cessano le loro attivitร e si ritirano, lasciano grandi danni umani e ambientali, come la disoccupazione, villaggi senza vita, esaurimento di alcune riserve naturali, deforestazione, impoverimento dellโagricoltura e dellโallevamento locale, crateri, colline devastate, fiumi inquinati e qualche opera sociale che non si puรฒ piรน sostenereยป.[30]
52. Il debito estero dei Paesi poveri si รจ trasformato in uno strumento di controllo, ma non accade la stessa cosa con il debito ecologico. In diversi modi, i popoli in via di sviluppo, dove si trovano le riserve piรน importanti della biosfera, continuano ad alimentare lo sviluppo dei Paesi piรน ricchi a prezzo del loro presente e del loro futuro. La terra dei poveri del Sud รจ ricca e poco inquinata, ma lโaccesso alla proprietร dei beni e delle risorse per soddisfare le proprie necessitร vitali รจ loro vietato da un sistema di rapporti commerciali e di proprietร strutturalmente perverso. Eโ necessario che i Paesi sviluppati contribuiscano a risolvere questo debito limitando in modo importante il consumo di energia non rinnovabile, e apportando risorse ai Paesi piรน bisognosi per promuovere politiche e programmi di sviluppo sostenibile. Le regioni e i Paesi piรน poveri hanno meno possibilitร di adottare nuovi modelli di riduzione dellโimpatto ambientale, perchรฉ non hanno la preparazione per sviluppare i processi necessari e non possono coprirne i costi. Perciรฒ, bisogna conservare chiara la coscienza che nel cambiamento climatico ci sono responsabilitร diversificate e, come hanno detto i Vescovi degli Stati Uniti, รจ opportuno puntareยซspecialmente sulle necessitร dei poveri, deboli e vulnerabili, in un dibattito spesso dominato dagli interessi piรน potentiยป.[31] Bisogna rafforzare la consapevolezza che siamo una sola famiglia umana. Non ci sono frontiere e barriere politiche o sociali che ci permettano di isolarci, e per ciรฒ stesso non cโรจ nemmeno spazio per la globalizzazione dellโindifferenza.
VI. LA DEBOLEZZA DELLE REAZIONI
53. Queste situazioni provocano i gemiti di sorella terra, che si uniscono ai gemiti degli abbandonati del mondo, con un lamento che reclama da noi unโaltra rotta. Mai abbiamo maltrattato e offeso la nostra casa comune come negli ultimi due secoli. Siamo invece chiamati a diventare gli strumenti di Dio Padre perchรฉ il nostro pianeta sia quello che Egli ha sognato nel crearlo e risponda al suo progetto di pace, bellezza e pienezza. Il problema รจ che non disponiamo ancora della cultura necessaria per affrontare questa crisi e cโรจ bisogno di costruire leadership che indichino strade, cercando di rispondere alle necessitร delle generazioni attuali includendo tutti, senza compromettere le generazioni future. Si rende indispensabile creare un sistema normativo che includa limiti inviolabili e assicuri la protezione degli ecosistemi, prima che le nuove forme di potere derivate dal paradigma tecno-economico finiscano per distruggere non solo la politica ma anche la libertร e la giustizia.
54. Degna di nota รจ la debolezza della reazione politica internazionale. La sottomissione della politica alla tecnologia e alla finanza si dimostra nel fallimento dei Vertici mondiali sullโambiente. Ci sono troppi interessi particolari e molto facilmente lโinteresse economico arriva a prevalere sul bene comune e a manipolare lโinformazione per non vedere colpiti i suoi progetti. In questa linea il Documento di Aparecida chiede che ยซnegli interventi sulle risorse naturali non prevalgano gli interessi di gruppi economici che distruggono irrazionalmente le fonti di vitaยป.[32] Lโalleanza tra economia e tecnologia finisce per lasciare fuori tutto ciรฒ che non fa parte dei loro interessi immediati. Cosรฌ ci si potrebbe aspettare solamente alcuni proclami superficiali, azioni filantropiche isolate, e anche sforzi per mostrare sensibilitร verso lโambiente, mentre in realtร qualunque tentativo delle organizzazioni sociali di modificare le cose sarร visto come un disturbo provocato da sognatori romantici o come un ostacolo da eludere.
55. A poco a poco alcuni Paesi possono mostrare progressi importanti, lo sviluppo di controlli piรน efficienti e una lotta piรน sincera contro la corruzione. Eโ cresciuta la sensibilitร ecologica delle popolazioni, anche se non basta per modificare le abitudini nocive di consumo, che non sembrano recedere, bensรฌ estendersi e svilupparsi. Eโ quello che succede, per fare solo un semplice esempio, con il crescente aumento dellโuso e dellโintensitร dei condizionatori dโaria: i mercati, cercando un profitto immediato, stimolano ancora di piรน la domanda. Se qualcuno osservasse dallโesterno la societร planetaria, si stupirebbe di fronte a un simile comportamento che a volte sembra suicida.
56. Nel frattempo i poteri economici continuano a giustificare lโattuale sistema mondiale, in cui prevalgono una speculazione e una ricerca della rendita finanziaria che tendono ad ignorare ogni contesto e gli effetti sulla dignitร umana e sullโambiente. Cosรฌ si manifesta che il degrado ambientale e il degrado umano ed etico sono intimamente connessi. Molti diranno che non sono consapevoli di compiere azioni immorali, perchรฉ la distrazione costante ci toglie il coraggio di accorgerci della realtร di un mondo limitato e finito. Per questo oggi ยซqualunque cosa che sia fragile, come lโambiente, rimane indifesa rispetto agli interessi del mercato divinizzato, trasformati in regola assolutaยป.[33]
57. Eโ prevedibile che, di fronte allโesaurimento di alcune risorse, si vada creando uno scenario favorevole per nuove guerre, mascherate con nobili rivendicazioni. La guerra causa sempre gravi danni allโambiente e alla ricchezza culturale dei popoli, e i rischi diventano enormi quando si pensa alle armi nucleari e a quelle biologiche. Infatti ยซnonostante che accordi internazionali proibiscano la guerra chimica, batteriologica e biologica, sta di fatto che nei laboratori continua la ricerca per lo sviluppo di nuove armi offensive, capaci di alterare gli equilibri naturaliยป.[34] Si richiede dalla politica una maggiore attenzione per prevenire e risolvere le cause che possono dare origine a nuovi conflitti. Ma il potere collegato con la finanza รจ quello che piรน resiste a tale sforzo, e i disegni politici spesso non hanno ampiezza di vedute. Perchรฉ si vuole mantenere oggi un potere che sarร ricordato per la sua incapacitร di intervenire quando era urgente e necessario farlo?
58. In alcuni Paesi ci sono esempi positivi di risultati nel migliorare lโambiente, come il risanamento di alcuni fiumi che sono stati inquinati per tanti decenni, il recupero di boschi autoctoni, o lโabbellimento di paesaggi con opere di risanamento ambientale, o progetti edilizi di grande valore estetico, progressi nella produzione di energia non inquinante, nel miglioramento dei trasporti pubblici. Queste azioni non risolvono i problemi globali, ma confermano che lโessere umano รจ ancora capace di intervenire positivamente. Essendo stato creato per amare, in mezzo ai suoi limiti germogliano inevitabilmente gesti di generositร , solidarietร e cura.
59. Nello stesso tempo, cresce unโecologia superficiale o apparente che consolida un certo intorpidimento e una spensierata irresponsabilitร . Come spesso accade in epoche di profonde crisi, che richiedono decisioni coraggiose, siamo tentati di pensare che quanto sta succedendo non รจ certo. Se guardiamo in modo superficiale, al di lร di alcuni segni visibili di inquinamento e di degrado, sembra che le cose non siano tanto gravi e che il pianeta potrebbe rimanere per molto tempo nelle condizioni attuali. Questo comportamento evasivo ci serve per mantenere i nostri stili di vita, di produzione e di consumo. Eโ il modo in cui lโessere umano si arrangia per alimentare tutti i vizi autodistruttivi: cercando di non vederli, lottando per non riconoscerli, rimandando le decisioni importanti, facendo come se nulla fosse.
60. Infine, riconosciamo che si sono sviluppate diverse visioni e linee di pensiero in merito alla situazione e alle possibili soluzioni. Da un estremo, alcuni sostengono ad ogni costo il mito del progresso e affermano che i problemi ecologici si risolveranno semplicemente con nuove applicazioni tecniche, senza considerazioni etiche nรฉ cambiamenti di fondo. Dallโaltro estremo, altri ritengono che la specie umana, con qualunque suo intervento, puรฒ essere solo una minaccia e compromettere lโecosistema mondiale, per cui conviene ridurre la sua presenza sul pianeta e impedirle ogni tipo di intervento. Fra questi estremi, la riflessione dovrebbe identificare possibili scenari futuri, perchรฉ non cโรจ unโunica via di soluzione. Questo lascerebbe spazio a una varietร di apporti che potrebbero entrare in dialogo in vista di risposte integrali.
61. Su molte questioni concrete la Chiesa non ha motivo di proporre una parola definitiva e capisce che deve ascoltare e promuovere il dibattito onesto fra gli scienziati, rispettando le diversitร di opinione. Basta perรฒ guardare la realtร con sinceritร per vedere che cโรจ un grande deterioramento della nostra casa comune. La speranza ci invita a riconoscere che cโรจ sempre una via di uscita, che possiamo sempre cambiare rotta, che possiamo sempre fare qualcosa per risolvere i problemi. Tuttavia, sembra di riscontrare sintomi di un punto di rottura, a causa della grande velocitร dei cambiamenti e del degrado, che si manifestano tanto in catastrofi naturali regionali quanto in crisi sociali o anche finanziarie, dato che i problemi del mondo non si possono analizzare nรฉ spiegare in modo isolato. Ci sono regioni che sono giร particolarmente a rischio e, aldilร di qualunque previsione catastrofica, รจ certo che lโattuale sistema mondiale รจ insostenibile da diversi punti di vista, perchรฉ abbiamo smesso di pensare ai fini dellโagire umano: ยซSe lo sguardo percorre le regioni del nostro pianeta, ci si accorge subito che lโumanitร ha deluso lโattesa divinaยป.[35]
IL VANGELO DELLA CREAZIONE
62. Perchรฉ inserire in questo documento, rivolto a tutte le persone di buona volontร , un capitolo riferito alle convinzioni di fede? Sono consapevole che, nel campo della politica e del pensiero, alcuni rifiutano con forza lโidea di un Creatore, o la ritengono irrilevante, al punto da relegare allโambito dellโirrazionale la ricchezza che le religioni possono offrire per unโecologia integrale e per il pieno sviluppo del genere umano. Altre volte si suppone che esse costituiscano una sottocultura che devโessere semplicemente tollerata. Tuttavia, la scienza e la religione, che forniscono approcci diversi alla realtร , possono entrare in un dialogo intenso e produttivo per entrambe.
63. Se teniamo conto della complessitร della crisi ecologica e delle sue molteplici cause, dovremmo riconoscere che le soluzioni non possono venire da un unico modo di interpretare e trasformare la realtร . ร necessario ricorrere anche alle diverse ricchezze culturali dei popoli, allโarte e alla poesia, alla vita interiore e alla spiritualitร . Se si vuole veramente costruire unโecologia che ci permetta di riparare tutto ciรฒ che abbiamo distrutto, allora nessun ramo delle scienze e nessuna forma di saggezza puรฒ essere trascurata, nemmeno quella religiosa con il suo linguaggio proprio. Inoltre la Chiesa Cattolica รจ aperta al dialogo con il pensiero filosofico, e ciรฒ le permette di produrre varie sintesi tra fede e ragione. Per quanto riguarda le questioni sociali, questo lo si puรฒ constatare nello sviluppo della dottrina sociale della Chiesa, chiamata ad arricchirsi sempre di piรน a partire dalle nuove sfide.
64. Dโaltra parte, anche se questa Enciclica si apre a un dialogo con tutti per cercare insieme cammini di liberazione, voglio mostrare fin dallโinizio come le convinzioni di fede offrano ai cristiani, e in parte anche ad altri credenti, motivazioni alte per prendersi cura della natura e dei fratelli e sorelle piรน fragili. Se il solo fatto di essere umani muove le persone a prendersi cura dellโambiente del quale sono parte, ยซi cristiani, in particolare, avvertono che i loro compiti allโinterno del creato, i loro doveri nei confronti della natura e del Creatore sono parte della loro fedeยป.[36] Pertanto, รจ un bene per lโumanitร e per il mondo che noi credenti riconosciamo meglio gli impegni ecologici che scaturiscono dalle nostre convinzioni.
II. LA SAPIENZA DEI RACCONTI BIBLICI
65. Senza riproporre qui lโintera teologia della Creazione, ci chiediamo che cosa ci dicono i grandi racconti biblici sul rapporto dellโessere umano con il mondo. Nel primo racconto dellโopera creatrice nel libro della Genesi, il piano di Dio include la creazione dellโumanitร . Dopo la creazione dellโuomo e della donna, si dice che ยซDio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buonaยป (Gen 1,31). La Bibbia insegna che ogni essere umano รจ creato per amore, fatto ad immagine e somiglianza di Dio (cfr Gen 1,26). Questa affermazione ci mostra lโimmensa dignitร di ogni persona umana, che ยซnon รจ soltanto qualche cosa, ma qualcuno. ร capace di conoscersi, di possedersi, di liberamente donarsi e di entrare in comunione con altre personeยป.[37] San Giovanni Paolo II ha ricordato come lโamore del tutto speciale che il Creatore ha per ogni essere umano ยซgli conferisce una dignitร infinitaยป.[38] Coloro che sโimpegnano nella difesa della dignitร delle persone possono trovare nella fede cristiana le ragioni piรน profonde per tale impegno. Che meravigliosa certezza รจ sapere che la vita di ogni persona non si perde in un disperante caos, in un mondo governato dalla pura casualitร o da cicli che si ripetono senza senso! Il Creatore puรฒ dire a ciascuno di noi: ยซPrima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciutoยป (Ger 1,5). Siamo stati concepiti nel cuore di Dio e quindi ยซciascuno di noi รจ il frutto di un pensiero di Dio. Ciascuno di noi รจ voluto, ciascuno รจ amato, ciascuno รจ necessarioยป.[39]
66. I racconti della creazione nel libro della Genesi contengono, nel loro linguaggio simbolico e narrativo, profondi insegnamenti sullโesistenza umana e la sua realtร storica. Questi racconti suggeriscono che lโesistenza umana si basa su tre relazioni fondamentali strettamente connesse: la relazione con Dio, quella con il prossimo e quella con la terra. Secondo la Bibbia, queste tre relazioni vitali sono rotte, non solo fuori, ma anche dentro di noi. Questa rottura รจ il peccato. Lโarmonia tra il Creatore, lโumanitร e tutto il creato รจ stata distrutta per avere noi preteso di prendere il posto di Dio, rifiutando di riconoscerci come creature limitate. Questo fatto ha distorto anche la natura del mandato di soggiogare la terra (cfr Gen 1,28) e di coltivarla e custodirla (cfr Gen 2,15). Come risultato, la relazione originariamente armonica tra essere umano e natura si รจ trasformato in un conflitto (cfr Gen 3,17-19). Per questo รจ significativo che lโarmonia che san Francesco dโAssisi viveva con tutte le creature sia stata interpretata come una guarigione di tale rottura. San Bonaventura disse che attraverso la riconciliazione universale con tutte le creature in qualche modo Francesco era riportato allo stato di innocenza originaria.[40] Lungi da quel modello, oggi il peccato si manifesta con tutta la sua forza di distruzione nelle guerre, nelle diverse forme di violenza e maltrattamento, nellโabbandono dei piรน fragili, negli attacchi contro la natura.
67. Noi non siamo Dio. La terra ci precede e ci รจ stata data. Ciรฒ consente di rispondere a unโaccusa lanciata contro il pensiero ebraico-cristiano: รจ stato detto che, a partire dal racconto della Genesi che invita a soggiogare la terra (cfr Gen 1,28), verrebbe favorito lo sfruttamento selvaggio della natura presentando unโimmagine dellโessere umano come dominatore e distruttore. Questa non รจ una corretta interpretazione della Bibbia come la intende la Chiesa. Anche se รจ vero che qualche volta i cristiani hanno interpretato le Scritture in modo non corretto, oggi dobbiamo rifiutare con forza che dal fatto di essere creati a immagine di Dio e dal mandato di soggiogare la terra si possa dedurre un dominio assoluto sulle altre creature. ร importante leggere i testi biblici nel loro contesto, con una giusta ermeneutica, e ricordare che essi ci invitano a ยซcoltivare e custodireยป il giardino del mondo (cfr Gen 2,15). Mentre ยซcoltivareยป significa arare o lavorare un terreno, ยซcustodireยป vuol dire proteggere, curare, preservare, conservare, vigilare. Ciรฒ implica una relazione di reciprocitร responsabile tra essere umano e natura. Ogni comunitร puรฒ prendere dalla bontร della terra ciรฒ di cui ha bisogno per la propria sopravvivenza, ma ha anche il dovere di tutelarla e garantire la continuitร della sua fertilitร per le generazioni future. In definitiva, ยซdel Signore รจ la terraยป (Sal 24,1), a Lui appartiene ยซla terra e quanto essa contieneยป (Dt 10,14). Perciรฒ Dio nega ogni pretesa di proprietร assoluta: ยซLe terre non si potranno vendere per sempre, perchรฉ la terra รจ mia e voi siete presso di me come forestieri e ospitiยป (Lv 25,23).
68. Questa responsabilitร di fronte ad una terra che รจ di Dio, implica che lโessere umano, dotato di intelligenza, rispetti le leggi della natura e i delicati equilibri tra gli esseri di questo mondo, perchรฉ ยซal suo comando sono stati creati. Li ha resi stabili nei secoli per sempre; ha fissato un decreto che non passerร ยป (Sal 148,5b-6). Ne consegue il fatto che la legislazione biblica si soffermi a proporre allโessere umano diverse norme, non solo in relazione agli altri esseri umani, ma anche in relazione agli altri esseri viventi: ยซSe vedi lโasino di tuo fratello o il suo bue caduto lungo la strada, non fingerai di non averli scorti [โฆ]. Quando, cammin facendo, troverai sopra un albero o per terra un nido dโuccelli con uccellini o uova e la madre che sta covando gli uccellini o le uova, non prenderai la madre che รจ con i figliยป (Dt 22,4.6). In questa linea, il riposo del settimo giorno non รจ proposto solo per lโessere umano, ma anche ยซperchรฉ possano godere quiete il tuo bue e il tuo asinoยป (Es 23,12). Cosรฌ ci rendiamo conto che la Bibbia non dร adito ad un antropocentrismo dispotico che non si interessi delle altre creature.
69. Mentre possiamo fare un uso responsabile delle cose, siamo chiamati a riconoscere che gli altri esseri viventi hanno un valore proprio di fronte a Dio e ยซcon la loro semplice esistenza lo benedicono e gli rendono gloriaยป,[41] perchรฉ il Signore gioisce nelle sue opere (cfr Sal 104,31). Proprio per la sua dignitร unica e per essere dotato di intelligenza, lโessere umano รจ chiamato a rispettare il creato con le sue leggi interne, poichรฉ ยซil Signore ha fondato la terra con sapienzaยป (Pr 3,19). Oggi la Chiesa non dice in maniera semplicistica che le altre creature sono completamente subordinate al bene dellโessere umano, come se non avessero un valore in sรฉ stesse e noi potessimo disporne a piacimento. Cosรฌ i Vescovi della Germania hanno spiegato che per le altre creature ยซsi potrebbe parlare della prioritร dellโessere rispetto allโessere utiliยป.[42] Il Catechismo pone in discussione in modo molto diretto e insistito quello che sarebbe un antropocentrismo deviato: ยซOgni creatura ha la sua propria bontร e la sua propria perfezione [โฆ] Le varie creature, volute nel loro proprio essere, riflettono, ognuna a suo modo, un raggio dellโinfinita sapienza e bontร di Dio. Per questo lโuomo deve rispettare la bontร propria di ogni creatura, per evitare un uso disordinato delle coseยป.[43]
70. Nel racconto di Caino e Abele, vediamo che la gelosia ha spinto Caino a compiere lโestrema ingiustizia contro suo fratello. Ciรฒ a sua volta ha causato una rottura della relazione tra Caino e Dio e tra Caino e la terra, dalla quale fu esiliato. Questo passaggio รจ sintetizzato nel drammatico colloquio tra Dio e Caino. Dio chiede: ยซDovโรจ Abele, tuo fratello?ยป. Caino dice di non saperlo e Dio insiste: ยซChe hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto, lontano da [questo] suoloยป (Gen 4,9-11). Trascurare lโimpegno di coltivare e mantenere una relazione corretta con il prossimo, verso il quale ho il dovere della cura e della custodia, distrugge la mia relazione interiore con me stesso, con gli altri, con Dio e con la terra. Quando tutte queste relazioni sono trascurate, quando la giustizia non abita piรน sulla terra, la Bibbia ci dice che tutta la vita รจ in pericolo. Questo รจ ciรฒ che ci insegna il racconto di Noรจ, quando Dio minaccia di spazzare via lโumanitร per la sua persistente incapacitร di vivere allโaltezza delle esigenze della giustizia e della pace: ยซร venuta per me la fine di ogni uomo, perchรฉ la terra, per causa loro, รจ piena di violenzaยป (Gen 6,13). In questi racconti cosรฌ antichi, ricchi di profondo simbolismo, era giร contenuta una convinzione oggi sentita: che tutto รจ in relazione, e che la cura autentica della nostra stessa vita e delle nostre relazioni con la natura รจ inseparabile dalla fraternitร , dalla giustizia e dalla fedeltร nei confronti degli altri.
71. Anche se ยซla malvagitร degli uomini era grande sulla terraยป (Gen 6,5) e Dio ยซsi pentรฌ di aver fatto lโuomo sulla terraยป (Gen 6,6), tuttavia, attraverso Noรจ, che si conservava ancora integro e giusto, Dio ha deciso di aprire una via di salvezza. In tal modo ha dato allโumanitร la possibilitร di un nuovo inizio. Basta un uomo buono perchรฉ ci sia speranza! La tradizione biblica stabilisce chiaramente che questa riabilitazione comporta la riscoperta e il rispetto dei ritmi inscritti nella natura dalla mano del Creatore. Ciรฒ si vede, per esempio, nella legge dello Shabbat. Il settimo giorno, Dio si riposรฒ da tutte le sue opere. Dio ordinรฒ a Israele che ogni settimo giorno doveva essere celebrato come giorno di riposo, uno Shabbat (cfr Gen 2,2-3; Es 16,23; 20,10). Dโaltra parte, fu stabilito anche un anno sabbatico per Israele e la sua terra, ogni sette anni (cfr Lv 25,1-4), durante il quale si concedeva un completo riposo alla terra, non si seminava e si raccoglieva soltanto lโindispensabile per sopravvivere e offrire ospitalitร (cfr Lv 25,4-6). Infine, trascorse sette settimane di anni, cioรจ quarantanove anni, si celebrava il giubileo, anno del perdono universale e della ยซliberazione nella terra per tutti i suoi abitantiยป (Lv 25,10). Lo sviluppo di questa legislazione ha cercato di assicurare lโequilibrio e lโequitร nelle relazioni dellโessere umano con gli altri e con la terra dove viveva e lavorava. Ma, allo stesso tempo, era un riconoscimento del fatto che il dono della terra con i suoi frutti appartiene a tutto il popolo. Quelli che coltivavano e custodivano il territorio dovevano condividerne i frutti, in particolare con i poveri, le vedove, gli orfani e gli stranieri: ยซQuando mieterete la messe della vostra terra, non mieterete fino ai margini del campo, nรฉ raccoglierete ciรฒ che resta da spigolare della messe; quanto alla tua vigna, non coglierai i racimoli e non raccoglierai gli acini caduti: li lascerai per il povero e per il forestieroยป (Lv 19,9-10).
72. I Salmi invitano con frequenza lโessere umano a lodare Dio creatore, Colui che ยซha disteso la terra sulle acque, perchรฉ il suo amore รจ per sempreยป (Sal 136,6). Ma invitano anche le altre creature alla lode: ยซLodatelo, sole e luna, lodatelo, voi tutte, fulgide stelle. Lodatelo, cieli dei cieli, voi, acque al di sopra dei cieli. Lodino il nome del Signore, perchรฉ al suo comando sono stati creatiยป (Sal 148,3-5). Esistiamo non solo per la potenza di Dio, ma davanti a Lui e con Lui. Perciรฒ noi lo adoriamo.
73. Gli scritti dei profeti invitano a ritrovare la forza nei momenti difficili contemplando il Dio potente che ha creato lโuniverso. La potenza infinita di Dio non ci porta a sfuggire alla sua tenerezza paterna, perchรฉ in Lui affetto e forza si coniugano. In realtร , ogni sana spiritualitร implica allo stesso tempo accogliere lโamore divino e adorare con fiducia il Signore per la sua infinita potenza. Nella Bibbia, il Dio che libera e salva รจ lo stesso che ha creato lโuniverso, e questi due modi di agire divini sono intimamente e indissolubilmente legati: ยซAh, Signore Dio, con la tua grande potenza e la tua forza hai fatto il cielo e la terra; nulla ti รจ impossibile [โฆ]. Tu hai fatto uscire dallโEgitto il tuo popolo Israele con segni e con miracoliยป (Ger 32,17.21). ยซDio eterno รจ il Signore, che ha creato i confini della terra. Egli non si affatica nรฉ si stanca, la sua intelligenza รจ inscrutabile. Egli dร forza allo stanco e moltiplica il vigore allo spossatoยป (Is 40,28b-29).
74. Lโesperienza della schiavitรน in Babilonia generรฒ una crisi spirituale che ha portato ad un approfondimento della fede in Dio, esplicitando la sua onnipotenza creatrice, per esortare il popolo a ritrovare la speranza in mezzo alla sua infelice situazione. Secoli dopo, in un altro momento di prova e di persecuzione, quando lโImpero Romano cercรฒ di imporre un dominio assoluto, i fedeli tornarono a trovare conforto e speranza aumentando la loro fiducia in Dio onnipotente, e cantavano: ยซGrandi e mirabili sono le tue opere, Signore Dio onnipotente; giuste e vere le tue vie!ยป (Ap 15,3). Se Dio ha potuto creare lโuniverso dal nulla, puรฒ anche intervenire in questo mondo e vincere ogni forma di male. Dunque, lโingiustizia non รจ invincibile.
75. Non possiamo sostenere una spiritualitร che dimentichi Dio onnipotente e creatore. In questo modo, finiremmo per adorare altre potenze del mondo, o ci collocheremmo al posto del Signore, fino a pretendere di calpestare la realtร creata da Lui senza conoscere limite. Il modo migliore per collocare lโessere umano al suo posto e mettere fine alla sua pretesa di essere un dominatore assoluto della terra, รจ ritornare a proporre la figura di un Padre creatore e unico padrone del mondo, perchรฉ altrimenti lโessere umano tenderร sempre a voler imporre alla realtร le proprie leggi e i propri interessi.
III. IL MISTERO DELLโUNIVERSO
76. Per la tradizione giudeo-cristiana, dire โcreazioneโ รจ piรน che dire natura, perchรฉ ha a che vedere con un progetto dellโamore di Dio, dove ogni creatura ha un valore e un significato. La natura viene spesso intesa come un sistema che si analizza, si comprende e si gestisce, ma la creazione puรฒ essere compresa solo come un dono che scaturisce dalla mano aperta del Padre di tutti, come una realtร illuminata dallโamore che ci convoca ad una comunione universale.
77. ยซDalla parola del Signore furono fatti i cieliยป (Sal 33,6). Cosรฌ ci viene indicato che il mondo proviene da una decisione, non dal caos o dalla casualitร , e questo lo innalza ancora di piรน. Vi รจ una scelta libera espressa nella parola creatrice. Lโuniverso non รจ sorto come risultato di unโonnipotenza arbitraria, di una dimostrazione di forza o di un desiderio di autoaffermazione. La creazione appartiene allโordine dellโamore. Lโamore di Dio รจ la ragione fondamentale di tutto il creato: ยซTu infatti ami tutte le cose che esistono e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato; se avessi odiato qualcosa, non lโavresti neppure formataยป (Sap 11,24). Cosรฌ, ogni creatura รจ oggetto della tenerezza del Padre, che le assegna un posto nel mondo. Perfino lโeffimera vita dellโessere piรน insignificante รจ oggetto del suo amore, e in quei pochi secondi di esistenza, Egli lo circonda con il suo affetto. Diceva san Basilio Magno che il Creatore รจ anche ยซla bontร senza calcoloยป,[44] e Dante Alighieri parlava de ยซlโamor che move il sole e lโaltre stelleยป.[45] Perciรฒ, dalle opere create si ascende ยซfino alla sua amorosa misericordiaยป.[46]
78. Allo stesso tempo, il pensiero ebraico-cristiano ha demitizzato la natura. Senza smettere di ammirarla per il suo splendore e la sua immensitร , non le ha piรน attribuito un carattere divino. In questo modo viene sottolineato ulteriormente il nostro impegno nei suoi confronti. Un ritorno alla natura non puรฒ essere a scapito della libertร e della responsabilitร dellโessere umano, che รจ parte del mondo con il compito di coltivare le proprie capacitร per proteggerlo e svilupparne le potenzialitร . Se riconosciamo il valore e la fragilitร della natura, e allo stesso tempo le capacitร che il Creatore ci ha dato, questo ci permette oggi di porre fine al mito moderno del progresso materiale illimitato. Un mondo fragile, con un essere umano al quale Dio ne affida la cura, interpella la nostra intelligenza per riconoscere come dovremmo orientare, coltivare e limitare il nostro potere.
79. In questo universo, composto da sistemi aperti che entrano in comunicazione gli uni con gli altri, possiamo scoprire innumerevoli forme di relazione e partecipazione. Questo ci porta anche a pensare lโinsieme come aperto alla trascendenza di Dio, allโinterno della quale si sviluppa. La fede ci permette di interpretare il significato e la bellezza misteriosa di ciรฒ che accade. La libertร umana puรฒ offrire il suo intelligente contributo verso unโevoluzione positiva, ma puรฒ anche aggiungere nuovi mali, nuove cause di sofferenza e momenti di vero arretramento. Questo dร luogo allโappassionante e drammatica storia umana, capace di trasformarsi in un fiorire di liberazione, crescita, salvezza e amore, oppure in un percorso di decadenza e di distruzione reciproca. Pertanto, lโazione della Chiesa non solo cerca di ricordare il dovere di prendersi cura della natura, ma al tempo stesso ยซdeve proteggere soprattutto lโuomo contro la distruzione di sรฉ stessoยป.[47]
80. Ciononostante, Dio, che vuole agire con noi e contare sulla nostra collaborazione, รจ anche in grado di trarre qualcosa di buono dai mali che noi compiamo, perchรฉ ยซlo Spirito Santo possiede unโinventiva infinita, propria della mente divina, che sa provvedere a sciogliere i nodi delle vicende umane anche piรน complesse e impenetrabiliยป.[48] In qualche modo, Egli ha voluto limitare sรฉ stesso creando un mondo bisognoso di sviluppo, dove molte cose che noi consideriamo mali, pericoli o fonti di sofferenza, fanno parte in realtร dei dolori del parto, che ci stimolano a collaborare con il Creatore.[49] Egli รจ presente nel piรน intimo di ogni cosa senza condizionare lโautonomia della sua creatura, e anche questo dร luogo alla legittima autonomia delle realtร terrene.[50] Questa presenza divina, che assicura la permanenza e lo sviluppo di ogni essere, ยซรจ la continuazione dellโazione creatriceยป.[51] Lo Spirito di Dio ha riempito lโuniverso con le potenzialitร che permettono che dal grembo stesso delle cose possa sempre germogliare qualcosa di nuovo: ยซLa natura non รจ altro che la ragione di una certa arte, in specie dellโarte divina, inscritta nelle cose, per cui le cose stesse si muovono verso un determinato fine. Come se il maestro costruttore di navi potesse concedere al legno di muoversi da sรฉ per prendere la forma della naveยป.[52]
81. Lโessere umano, benchรฉ supponga anche processi evolutivi, comporta una novitร non pienamente spiegabile dallโevoluzione di altri sistemi aperti. Ognuno di noi dispone in sรฉ di unโidentitร personale in grado di entrare in dialogo con gli altri e con Dio stesso. La capacitร di riflessione, il ragionamento, la creativitร , lโinterpretazione, lโelaborazione artistica ed altre capacitร originali mostrano una singolaritร che trascende lโambito fisico e biologico. La novitร qualitativa implicata dal sorgere di un essere personale allโinterno dellโuniverso materiale presuppone unโazione diretta di Dio, una peculiare chiamata alla vita e alla relazione di un Tu a un altro tu. A partire dai testi biblici, consideriamo la persona come soggetto, che non puรฒ mai essere ridotto alla categoria di oggetto.
82. Sarebbe perรฒ anche sbagliato pensare che gli altri esseri viventi debbano essere considerati come meri oggetti sottoposti allโarbitrario dominio dellโessere umano. Quando si propone una visione della natura unicamente come oggetto di profitto e di interesse, ciรฒ comporta anche gravi conseguenze per la societร . La visione che rinforza lโarbitrio del piรน forte ha favorito immense disuguaglianze, ingiustizie e violenze per la maggior parte dellโumanitร , perchรฉ le risorse diventano proprietร del primo arrivato o di quello che ha piรน potere: il vincitore prende tutto. Lโideale di armonia, di giustizia, di fraternitร e di pace che Gesรน propone รจ agli antipodi di tale modello, e cosรฌ Egli lo esprimeva riferendosi ai poteri del suo tempo: ยซI governanti delle nazioni dominano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarร cosรฌ; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarร vostro servitoreยป (Mt 20,25-26).
83. Il traguardo del cammino dellโuniverso รจ nella pienezza di Dio, che รจ stata giร raggiunta da Cristo risorto, fulcro della maturazione universale.[53] In tal modo aggiungiamo un ulteriore argomento per rifiutare qualsiasi dominio dispotico e irresponsabile dellโessere umano sulle altre creature. Lo scopo finale delle altre creature non siamo noi. Invece tutte avanzano, insieme a noi e attraverso di noi, verso la meta comune, che รจ Dio, in una pienezza trascendente dove Cristo risorto abbraccia e illumina tutto. Lโessere umano, infatti, dotato di intelligenza e di amore, e attratto dalla pienezza di Cristo, รจ chiamato a ricondurre tutte le creature al loro Creatore.
IV. IL MESSAGGIO DI OGNI CREATURA NELLโARMONIA DI TUTTO IL CREATO
84. Insistere nel dire che lโessere umano รจ immagine di Dio non dovrebbe farci dimenticare che ogni creatura ha una funzione e nessuna รจ superflua. Tutto lโuniverso materiale รจ un linguaggio dellโamore di Dio, del suo affetto smisurato per noi. Suolo, acqua, montagne, tutto รจ carezza di Dio. La storia della propria amicizia con Dio si sviluppa sempre in uno spazio geografico che diventa un segno molto personale, e ognuno di noi conserva nella memoria luoghi il cui ricordo gli fa tanto bene. Chi รจ cresciuto tra i monti, o chi da bambino sedeva accanto al ruscello per bere, o chi giocava in una piazza del suo quartiere, quando ritorna in quei luoghi si sente chiamato a recuperare la propria identitร .
85. Dio ha scritto un libro stupendo, ยซle cui lettere sono la moltitudine di creature presenti nellโuniversoยป.[54] I Vescovi del Canada hanno espresso bene che nessuna creatura resta fuori da questa manifestazione di Dio: ยซDai piรน ampi panorami alla piรน esili forme di vita, la natura รจ una continua sorgente di meraviglia e di reverenza. Essa รจ, inoltre, una rivelazione continua del divinoยป.[55] I Vescovi del Giappone, da parte loro, hanno detto qualcosa di molto suggestivo: ยซPercepire ogni creatura che canta lโinno della sua esistenza รจ vivere con gioia nellโamore di Dio e nella speranzaยป.[56] Questa contemplazione del creato ci permette di scoprire attraverso ogni cosa qualche insegnamento che Dio ci vuole comunicare, perchรฉ ยซper il credente contemplare il creato รจ anche ascoltare un messaggio, udire una voce paradossale e silenziosaยป.[57] Possiamo dire che ยซaccanto alla rivelazione propriamente detta contenuta nelle Sacre Scritture cโรจ, quindi, una manifestazione divina nello sfolgorare del sole e nel calare della notteยป.[58] Prestando attenzione a questa manifestazione, lโessere umano impara a riconoscere sรฉ stesso in relazione alle altre creature: ยซIo mi esprimo esprimendo il mondo; io esploro la mia sacralitร decifrando quella del mondoยป.[59]
86. Lโinsieme dellโuniverso, con le sue molteplici relazioni, mostra al meglio la ricchezza inesauribile di Dio. San Tommaso dโAquino ha sottolineato sapientemente che la molteplicitร e la varietร provengono ยซdallโintenzione del primo agenteยป, il Quale ha voluto che ยซciรฒ che manca a ciascuna cosa per rappresentare la bontร divina sia supplito dalle altre coseยป,[60] perchรฉ la sua bontร ยซnon puรฒ essere adeguatamente rappresentata da una sola creaturaยป.[61] Per questo, abbiamo bisogno di cogliere la varietร delle cose nelle loro molteplici relazioni.[62] Dunque, si capisce meglio lโimportanza e il significato di qualsiasi creatura, se la si contempla nellโinsieme del piano di Dio. Questo insegna il Catechismo: ยซLโinterdipendenza delle creature รจ voluta da Dio. Il sole e la luna, il cedro e il piccolo fiore, lโaquila e il passero: le innumerevoli diversitร e disuguaglianze stanno a significare che nessuna creatura basta a se stessa, che esse esistono solo in dipendenza le une dalle altre, per completarsi vicendevolmente, al servizio le une delle altreยป.[63]
87. Quando ci si rende conto del riflesso di Dio in tutto ciรฒ che esiste, il cuore sperimenta il desiderio di adorare il Signore per tutte le sue creature e insieme ad esse, come appare nel bellissimo cantico di san Francesco dโAssisi:
ยซLaudato sie, miโ Signore,
cum tucte le tue creature,
spetialmente messor lo frate sole,
lo qual รจ iorno, et allumini noi per lui.
Et ellu รจ bellu e radiante cum grande splendore:
de te, Altissimo, porta significatione.
Laudato siโ, miโ Signore, per sora luna e le stelle:
in celu lโร i formate clarite et pretiose et belle.
Laudato siโ, miโ Signore, per frate vento
et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per lo quale a le tue creature dร i sustentamento.
Laudato siโ, miโ Signore, per sorโaqua,
la quale รจ multo utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato siโ, miโ Signore, per frate focu,
per lo quale ennallumini la nocte:
ed ello รจ bello et iocundo et robustoso et forteยป.[64]
88. I Vescovi del Brasile hanno messo in rilievo che tutta la natura, oltre a manifestare Dio, รจ luogo della sua presenza. In ogni creatura abita il suo Spirito vivificante che ci chiama a una relazione con Lui.[65] La scoperta di questa presenza stimola in noi lo sviluppo delle ยซvirtรน ecologicheยป.[66] Ma quando diciamo questo, non dimentichiamo che esiste anche una distanza infinita, che le cose di questo mondo non possiedono la pienezza di Dio. Diversamente nemmeno faremmo un bene alle creature, perchรฉ non riconosceremmo il loro posto proprio e autentico, e finiremmo per esigere indebitamente da esse ciรฒ che nella loro piccolezza non ci possono dare.
89. Le creature di questo mondo non possono essere considerate un bene senza proprietario: ยซSono tue, Signore, amante della vitaยป (Sap 11,26). Questo induce alla convinzione che, essendo stati creati dallo stesso Padre, noi tutti esseri dellโuniverso siamo uniti da legami invisibili e formiamo una sorta di famiglia universale, una comunione sublime che ci spinge ad un rispetto sacro, amorevole e umile. Voglio ricordare che ยซDio ci ha unito tanto strettamente al mondo che ci circonda, che la desertificazione del suolo รจ come una malattia per ciascuno, e possiamo lamentare lโestinzione di una specie come fosse una mutilazioneยป.[67]
90. Questo non significa equiparare tutti gli esseri viventi e togliere allโessere umano quel valore peculiare che implica allo stesso tempo una tremenda responsabilitร . E nemmeno comporta una divinizzazione della terra, che ci priverebbe della chiamata a collaborare con essa e a proteggere la sua fragilitร . Queste concezioni finirebbero per creare nuovi squilibri nel tentativo di fuggire dalla realtร che ci interpella.[68] Si avverte a volte lโossessione di negare alla persona umana qualsiasi preminenza, e si porta avanti una lotta per le altre specie che non mettiamo in atto per difendere la pari dignitร tra gli esseri umani. Certamente ci deve preoccupare che gli altri esseri viventi non siano trattati in modo irresponsabile, ma ci dovrebbero indignare soprattutto le enormi disuguaglianze che esistono tra di noi, perchรฉ continuiamo a tollerare che alcuni si considerino piรน degni di altri. Non ci accorgiamo piรน che alcuni si trascinano in una miseria degradante, senza reali possibilitร di miglioramento, mentre altri non sanno nemmeno che farsene di ciรฒ che possiedono, ostentano con vanitร una pretesa superioritร e lasciano dietro di sรฉ un livello di spreco tale che sarebbe impossibile generalizzarlo senza distruggere il pianeta. Continuiamo nei fatti ad ammettere che alcuni si sentano piรน umani di altri, come se fossero nati con maggiori diritti.
91. Non puรฒ essere autentico un sentimento di intima unione con gli altri esseri della natura, se nello stesso tempo nel cuore non cโรจ tenerezza, compassione e preoccupazione per gli esseri umani. ร evidente lโincoerenza di chi lotta contro il traffico di animali a rischio di estinzione, ma rimane del tutto indifferente davanti alla tratta di persone, si disinteressa dei poveri, o รจ determinato a distruggere un altro essere umano che non gli รจ gradito. Ciรฒ mette a rischio il senso della lotta per lโambiente. Non รจ un caso che, nel cantico in cui loda Dio per le creature, san Francesco aggiunga: ยซLaudato siโ, miโ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amoreยป. Tutto รจ collegato. Per questo si richiede una preoccupazione per lโambiente unita al sincero amore per gli esseri umani e un costante impegno riguardo ai problemi della societร .
92. Dโaltra parte, quando il cuore รจ veramente aperto a una comunione universale, niente e nessuno รจ escluso da tale fraternitร . Di conseguenza, รจ vero anche che lโindifferenza o la crudeltร verso le altre creature di questo mondo finiscono sempre per trasferirsi in qualche modo al trattamento che riserviamo agli altri esseri umani. Il cuore รจ uno solo e la stessa miseria che porta a maltrattare un animale non tarda a manifestarsi nella relazione con le altre persone. Ogni maltrattamento verso qualsiasi creatura ยซรจ contrario alla dignitร umanaยป. [69] Non possiamo considerarci persone che amano veramente se escludiamo dai nostri interessi una parte della realtร : ยซPace, giustizia e salvaguardia del creato sono tre questioni del tutto connesse, che non si potranno separare in modo da essere trattate singolarmente, a pena di ricadere nuovamente nel riduzionismoยป.[70] Tutto รจ in relazione, e tutti noi esseri umani siamo uniti come fratelli e sorelle in un meraviglioso pellegrinaggio, legati dallโamore che Dio ha per ciascuna delle sue creature e che ci unisce anche tra noi, con tenero affetto, al fratello sole, alla sorella luna, al fratello fiume e alla madre terra.
VI. LA DESTINAZIONE COMUNE DEI BENI
93. Oggi, credenti e non credenti sono dโaccordo sul fatto che la terra รจ essenzialmente una ereditร comune, i cui frutti devono andare a beneficio di tutti. Per i credenti questo diventa una questione di fedeltร al Creatore, perchรฉ Dio ha creato il mondo per tutti. Di conseguenza, ogni approccio ecologico deve integrare una prospettiva sociale che tenga conto dei diritti fondamentali dei piรน svantaggiati. Il principio della subordinazione della proprietร privata alla destinazione universale dei beni e, perciรฒ, il diritto universale al loro uso, รจ una โregola dโoroโ del comportamento sociale, e il ยซprimo principio di tutto lโordinamento etico-socialeยป.[71] La tradizione cristiana non ha mai riconosciuto come assoluto o intoccabile il diritto alla proprietร privata, e ha messo in risalto la funzione sociale di qualunque forma di proprietร privata. San Giovanni Paolo II ha ricordato con molta enfasi questa dottrina, dicendo che ยซDio ha dato la terra a tutto il genere umano, perchรฉ essa sostenti tutti i suoi membri, senza escludere nรฉ privilegiare nessunoยป.[72] Sono parole pregnanti e forti. Ha rimarcato che ยซnon sarebbe veramente degno dellโuomo un tipo di sviluppo che non rispettasse e non promuovesse i diritti umani, personali e sociali, economici e politici, inclusi i diritti delle Nazioni e dei popoliยป.[73] Con grande chiarezza ha spiegato che ยซla Chiesa difende sรฌ il legittimo diritto alla proprietร privata, ma insegna anche con non minor chiarezza che su ogni proprietร privata grava sempre unโipoteca sociale, perchรฉ i beni servano alla destinazione generale che Dio ha loro datoยป.[74] Pertanto afferma che ยซnon รจ secondo il disegno di Dio gestire questo dono in modo tale che i suoi benefici siano a vantaggio soltanto di alcuni pochiยป.[75] Questo mette seriamente in discussione le abitudini ingiuste di una parte dellโumanitร .[76]
94. Il ricco e il povero hanno uguale dignitร , perchรฉ ยซil Signore ha creato lโuno e lโaltroยป (Pr 22,2), ยซegli ha creato il piccolo e il grandeยป (Sap 6,7), e ยซfa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoniยป (Mt 5,45). Questo ha conseguenze pratiche, come quelle enunciate dai Vescovi del Paraguay: ยซOgni contadino ha diritto naturale a possedere un appezzamento ragionevole di terra, dove possa stabilire la sua casa, lavorare per il sostentamento della sua famiglia e avere sicurezza per la propria esistenza. Tale diritto devโessere garantito perchรฉ il suo esercizio non sia illusorio ma reale. Il che significa che, oltre al titolo di proprietร , il contadino deve contare su mezzi di formazione tecnica, prestiti, assicurazioni e accesso al mercatoยป.[77]
95. Lโambiente รจ un bene collettivo, patrimonio di tutta lโumanitร e responsabilitร di tutti. Chi ne possiede una parte รจ solo per amministrarla a beneficio di tutti. Se non lo facciamo, ci carichiamo sulla coscienza il peso di negare lโesistenza degli altri. Per questo i Vescovi della Nuova Zelanda si sono chiesti che cosa significa il comandamento โnon uccidereโ quando ยซun venti per cento della popolazione mondiale consuma risorse in misura tale da rubare alle nazioni povere e alle future generazioni ciรฒ di cui hanno bisogno per sopravvivereยป.[78]
96. Gesรน fa propria la fede biblica nel Dio creatore e mette in risalto un dato fondamentale: Dio รจ Padre (cfr Mt 11,25). Nei dialoghi con i suoi discepoli, Gesรน li invitava a riconoscere la relazione paterna che Dio ha con tutte le creature, e ricordava loro con una commovente tenerezza come ciascuna di esse รจ importante ai suoi occhi: ยซCinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi รจ dimenticato davanti a Dioยป (Lc 12,6). ยซGuardate gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono, nรฉ raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutreยป (Mt 6,26).
97. Il Signore poteva invitare gli altri ad essere attenti alla bellezza che cโรจ nel mondo, perchรฉ Egli stesso era in contatto continuo con la natura e le prestava unโattenzione piena di affetto e di stupore. Quando percorreva ogni angolo della sua terra, si fermava a contemplare la bellezza seminata dal Padre suo, e invitava i discepoli a cogliere nelle cose un messaggio divino: ยซAlzate i vostri occhi e guardate i campi, che giร biondeggiano per la mietituraยป (Gv 4,35). ยซIl regno dei cieli รจ simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminรฒ nel suo campo. Esso รจ il piรน piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, รจ piรน grande delle altre piante dellโorto e diventa un alberoยป (Mt 13,31-32).
98. Gesรน viveva una piena armonia con la creazione, e gli altri ne rimanevano stupiti: ยซChi รจ mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?ยป (Mt 8,27). Non appariva come un asceta separato dal mondo o nemico delle cose piacevoli della vita. Riferendosi a sรฉ stesso affermava: ยซEโ venuto il Figlio dellโuomo, che mangia e beve, e dicono: โEcco, รจ un mangione e un beoneโยป (Mt 11,19). Era distante dalle filosofie che disprezzavano il corpo, la materia e le realtร di questo mondo. Tuttavia, questi dualismi malsani hanno avuto un notevole influsso su alcuni pensatori cristiani nel corso della storia e hanno deformato il Vangelo. Gesรน lavorava con le sue mani, prendendo contatto quotidiano con la materia creata da Dio per darle forma con la sua abilitร di artigiano. Eโ degno di nota il fatto che la maggior parte della sua vita รจ stata dedicata a questo impegno, in unโesistenza semplice che non suscitava alcuna ammirazione: ยซNon รจ costui il falegname, il figlio di Maria?ยป (Mc 6,3). Cosรฌ ha santificato il lavoro e gli ha conferito un peculiare valore per la nostra maturazione. San Giovanni Paolo II insegnava che ยซsopportando la fatica del lavoro in unione con Cristo crocifisso per noi, lโuomo collabora in qualche modo col Figlio di Dio alla redenzione dellโumanitร ยป.[79]
99. Secondo la comprensione cristiana della realtร , il destino dellโintera creazione passa attraverso il mistero di Cristo, che รจ presente fin dallโorigine: ยซTutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di luiยป (Col 1,16).[80] Il prologo del Vangelo di Giovanni (1,1-18) mostra lโattivitร creatrice di Cristo come Parola divina (Logos). Ma questo prologo sorprende per la sua affermazione che questa Parola ยซsi fece carneยป (Gv 1,14). Una Persona della Trinitร si รจ inserita nel cosmo creato, condividendone il destino fino alla croce. Dallโinizio del mondo, ma in modo particolare a partire dallโincarnazione, il mistero di Cristo opera in modo nascosto nellโinsieme della realtร naturale, senza per questo ledere la sua autonomia.
100. Il Nuovo Testamento non solo ci parla del Gesรน terreno e della sua relazione tanto concreta e amorevole con il mondo. Lo mostra anche risorto e glorioso, presente in tutto il creato con la sua signoria universale: ยซEโ piaciuto infatti a Dio che abiti in lui tutta la pienezza e che per mezzo di lui e in vista di lui siano riconciliate tutte le cose, avendo pacificato con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieliยป (Col 1,19-20). Questo ci proietta alla fine dei tempi, quando il Figlio consegnerร al Padre tutte le cose, cosรฌ che ยซDio sia tutto in tuttiยป (1 Cor 15,28). In tal modo, le creature di questo mondo non ci si presentano piรน come una realtร meramente naturale, perchรฉ il Risorto le avvolge misteriosamente e le orienta a un destino di pienezza. Gli stessi fiori del campo e gli uccelli che Egli contemplรฒ ammirato con i suoi occhi umani, ora sono pieni della sua presenza luminosa.
LA RADICE UMANA DELLA CRISI ECOLOGICA
101. A nulla ci servirร descrivere i sintomi, se non riconosciamo la radice umana della crisi ecologica. Vi รจ un modo di comprendere la vita e lโazione umana che รจ deviato e che contraddice la realtร fino al punto di rovinarla. Perchรฉ non possiamo fermarci a riflettere su questo? Propongo pertanto di concentrarci sul paradigma tecnocratico dominante e sul posto che vi occupano lโessere umano e la sua azione nel mondo.
I. LA TECNOLOGIA: CREATIVITร E POTERE
102. Lโumanitร รจ entrata in una nuova era in cui la potenza della tecnologia ci pone di fronte ad un bivio. Siamo gli eredi di due secoli di enormi ondate di cambiamento: la macchina a vapore, la ferrovia, il telegrafo, lโelettricitร , lโautomobile, lโaereo, le industrie chimiche, la medicina moderna, lโinformatica e, piรน recentemente, la rivoluzione digitale, la robotica, le biotecnologie e le nanotecnologie. ร giusto rallegrarsi per questi progressi ed entusiasmarsi di fronte alle ampie possibilitร che ci aprono queste continue novitร , perchรฉ ยซla scienza e la tecnologia sono un prodotto meraviglioso della creativitร umana che รจ un dono di Dioยป.[81] La trasformazione della natura a fini di utilitร รจ una caratteristica del genere umano fin dai suoi inizi, e in tal modo la tecnica ยซesprime la tensione dellโanimo umano verso il graduale superamento di certi condizionamenti materialiยป.[82] La tecnologia ha posto rimedio a innumerevoli mali che affliggevano e limitavano lโessere umano. Non possiamo non apprezzare e ringraziare per i progressi conseguiti, specialmente nella medicina, nellโingegneria e nelle comunicazioni. E come non riconoscere tutti gli sforzi di molti scienziati e tecnici che hanno elaborato alternative per uno sviluppo sostenibile?
103. La tecnoscienza, ben orientata, รจ in grado non solo di produrre cose realmente preziose per migliorare la qualitร della vita dellโessere umano, a partire dagli oggetti di uso domestico fino ai grandi mezzi di trasporto, ai ponti, agli edifici, agli spazi pubblici. ร anche capace di produrre il bello e di far compiere allโessere umano, immerso nel mondo materiale, il โsaltoโ nellโambito della bellezza. Si puรฒ negare la bellezza di un aereo, o di alcuni grattacieli? Vi sono preziose opere pittoriche e musicali ottenute mediante il ricorso ai nuovi strumenti tecnici. In tal modo, nel desiderio di bellezza dellโartefice e in chi quella bellezza contempla si compie il salto verso una certa pienezza propriamente umana.
104. Tuttavia non possiamo ignorare che lโenergia nucleare, la biotecnologia, lโinformatica, la conoscenza del nostro stesso DNA e altre potenzialitร che abbiamo acquisito ci offrono un tremendo potere. Anzi, danno a coloro che detengono la conoscenza e soprattutto il potere economico per sfruttarla un dominio impressionante sullโinsieme del genere umano e del mondo intero. Mai lโumanitร ha avuto tanto potere su sรฉ stessa e niente garantisce che lo utilizzerร bene, soprattutto se si considera il modo in cui se ne sta servendo. Basta ricordare le bombe atomiche lanciate in pieno XX secolo, come il grande spiegamento di tecnologia ostentato dal nazismo, dal comunismo e da altri regimi totalitari al servizio dello sterminio di milioni di persone, senza dimenticare che oggi la guerra dispone di strumenti sempre piรน micidiali. In quali mani sta e in quali puรฒ giungere tanto potere? ร terribilmente rischioso che esso risieda in una piccola parte dellโumanitร .
105. Si tende a credere che ยซogni acquisto di potenza sia semplicemente progresso, accrescimento di sicurezza, di utilitร , di benessere, di forza vitale, di pienezza di valoriยป,[83] come se la realtร , il bene e la veritร sbocciassero spontaneamente dal potere stesso della tecnologia e dellโeconomia. Il fatto รจ che ยซlโuomo moderno non รจ stato educato al retto uso della potenzaยป,[84] perchรฉ lโimmensa crescita tecnologica non รจ stata accompagnata da uno sviluppo dellโessere umano per quanto riguarda la responsabilitร , i valori e la coscienza. Ogni epoca tende a sviluppare una scarsa autocoscienza dei propri limiti. Per tale motivo รจ possibile che oggi lโumanitร non avverta la serietร delle sfide che le si presentano, e ยซla possibilitร dellโuomo di usare male della sua potenza รจ in continuo aumentoยป quando ยซnon esistono norme di libertร , ma solo pretese necessitร di utilitร e di sicurezzaยป.[85] Lโessere umano non รจ pienamente autonomo. La sua libertร si ammala quando si consegna alle forze cieche dellโinconscio, dei bisogni immediati, dellโegoismo, della violenza brutale. In tal senso, รจ nudo ed esposto di fronte al suo stesso potere che continua a crescere, senza avere gli strumenti per controllarlo. Puรฒ disporre di meccanismi superficiali, ma possiamo affermare che gli mancano unโetica adeguatamente solida, una cultura e una spiritualitร che realmente gli diano un limite e lo contengano entro un lucido dominio di sรฉ.
II. LA GLOBALIZZAZIONE DEL PARADIGMA TECNOCRATICO
106. Il problema fondamentale รจ un altro, ancora piรน profondo: il modo in cui di fatto lโumanitร ha assunto la tecnologia e il suo sviluppo insieme ad un paradigma omogeneo e unidimensionale. In tale paradigma risalta una concezione del soggetto che progressivamente, nel processo logico-razionale, comprende e in tal modo possiede lโoggetto che si trova allโesterno. Tale soggetto si esplica nello stabilire il metodo scientifico con la sua sperimentazione, che รจ giร esplicitamente una tecnica di possesso, dominio e trasformazione. ร come se il soggetto si trovasse di fronte alla realtร informe totalmente disponibile alla sua manipolazione. Lโintervento dellโessere umano sulla natura si รจ sempre verificato, ma per molto tempo ha avuto la caratteristica di accompagnare, di assecondare le possibilitร offerte dalle cose stesse. Si trattava di ricevere quello che la realtร naturale da sรฉ permette, come tendendo la mano. Viceversa, ora ciรฒ che interessa รจ estrarre tutto quanto รจ possibile dalle cose attraverso lโimposizione della mano umana, che tende ad ignorare o a dimenticare la realtร stessa di ciรฒ che ha dinanzi. Per questo lโessere umano e le cose hanno cessato di darsi amichevolmente la mano, diventando invece dei contendenti. Da qui si passa facilmente allโidea di una crescita infinita o illimitata, che ha tanto entusiasmato gli economisti, i teorici della finanza e della tecnologia. Ciรฒ suppone la menzogna circa la disponibilitร infinita dei beni del pianeta, che conduce a โspremerloโ fino al limite e oltre il limite. Si tratta del falso presupposto che ยซesiste una quantitร illimitata di energia e di mezzi utilizzabili, che la loro immediata rigenerazione รจ possibile e che gli effetti negativi delle manipolazioni della natura possono essere facilmente assorbitiยป.[86]
107. Possiamo perciรฒ affermare che allโorigine di molte difficoltร del mondo attuale vi รจ anzitutto la tendenza, non sempre cosciente, a impostare la metodologia e gli obiettivi della tecnoscienza secondo un paradigma di comprensione che condiziona la vita delle persone e il funzionamento della societร . Gli effetti dellโapplicazione di questo modello a tutta la realtร , umana e sociale, si constatano nel degrado dellโambiente, ma questo รจ solo un segno del riduzionismo che colpisce la vita umana e la societร in tutte le loro dimensioni. Occorre riconoscere che i prodotti della tecnica non sono neutri, perchรฉ creano una trama che finisce per condizionare gli stili di vita e orientano le possibilitร sociali nella direzione degli interessi di determinati gruppi di potere. Certe scelte che sembrano puramente strumentali, in realtร sono scelte attinenti al tipo di vita sociale che si intende sviluppare.
108. Non si puรฒ pensare di sostenere un altro paradigma culturale e servirsi della tecnica come di un mero strumento, perchรฉ oggi il paradigma tecnocratico รจ diventato cosรฌ dominante, che รจ molto difficile prescindere dalle sue risorse, e ancora piรน difficile รจ utilizzare le sue risorse senza essere dominati dalla sua logica. ร diventato contro-culturale scegliere uno stile di vita con obiettivi che almeno in parte possano essere indipendenti dalla tecnica, dai suoi costi e dal suo potere globalizzante e massificante. Di fatto la tecnica ha una tendenza a far sรฌ che nulla rimanga fuori dalla sua ferrea logica, e ยซlโuomo che ne รจ il protagonista sa che, in ultima analisi, non si tratta nรฉ di utilitร , nรฉ di benessere, ma di dominio; dominio nel senso estremo della parolaยป.[87] Per questo ยซcerca di afferrare gli elementi della natura ed insieme quelli dellโesistenza umanaยป.[88] Si riducono cosรฌ la capacitร di decisione, la libertร piรน autentica e lo spazio per la creativitร alternativa degli individui.
109. Il paradigma tecnocratico tende ad esercitare il proprio dominio anche sullโeconomia e sulla politica. Lโeconomia assume ogni sviluppo tecnologico in funzione del profitto, senza prestare attenzione a eventuali conseguenze negative per lโessere umano. La finanza soffoca lโeconomia reale. Non si รจ imparata la lezione della crisi finanziaria mondiale e con molta lentezza si impara quella del deterioramento ambientale. In alcuni circoli si sostiene che lโeconomia attuale e la tecnologia risolveranno tutti i problemi ambientali, allo stesso modo in cui si afferma, con un linguaggio non accademico, che i problemi della fame e della miseria nel mondo si risolveranno semplicemente con la crescita del mercato. Non รจ una questione di teorie economiche, che forse nessuno oggi osa difendere, bensรฌ del loro insediamento nello sviluppo fattuale dellโeconomia. Coloro che non lo affermano con le parole lo sostengono con i fatti, quando non sembrano preoccuparsi per un giusto livello della produzione, una migliore distribuzione della ricchezza, una cura responsabile dellโambiente o i diritti delle generazioni future. Con il loro comportamento affermano che lโobiettivo della massimizzazione dei profitti รจ sufficiente. Il mercato da solo perรฒ non garantisce lo sviluppo umano integrale e lโinclusione sociale.[89] Nel frattempo, abbiamo una ยซsorta di supersviluppo dissipatore e consumistico che contrasta in modo inaccettabile con perduranti situazioni di miseria disumanizzanteยป,[90] mentre non si mettono a punto con sufficiente celeritร istituzioni economiche e programmi sociali che permettano ai piรน poveri di accedere in modo regolare alle risorse di base. Non ci si rende conto a sufficienza di quali sono le radici piรน profonde degli squilibri attuali, che hanno a che vedere con lโorientamento, i fini, il senso e il contesto sociale della crescita tecnologica ed economica.
110. La specializzazione propria della tecnologia implica una notevole difficoltร ad avere uno sguardo dโinsieme. La frammentazione del sapere assolve la propria funzione nel momento di ottenere applicazioni concrete, ma spesso conduce a perdere il senso della totalitร , delle relazioni che esistono tra le cose, dellโorizzonte ampio, senso che diventa irrilevante. Questo stesso fatto impedisce di individuare vie adeguate per risolvere i problemi piรน complessi del mondo attuale, soprattutto quelli dellโambiente e dei poveri, che non si possono affrontare a partire da un solo punto di vista o da un solo tipo di interessi. Una scienza che pretenda di offrire soluzioni alle grandi questioni, dovrebbe necessariamente tener conto di tutto ciรฒ che la conoscenza ha prodotto nelle altre aree del sapere, comprese la filosofia e lโetica sociale. Ma questo รจ un modo di agire difficile da portare avanti oggi. Perciรฒ non si possono nemmeno riconoscere dei veri orizzonti etici di riferimento. La vita diventa un abbandonarsi alle circostanze condizionate dalla tecnica, intesa come la principale risorsa per interpretare lโesistenza. Nella realtร concreta che ci interpella, appaiono diversi sintomi che mostrano lโerrore, come il degrado ambientale, lโansia, la perdita del senso della vita e del vivere insieme. Si dimostra cosรฌ ancora una volta che ยซla realtร รจ superiore allโideaยป.[91]
111. La cultura ecologica non si puรฒ ridurre a una serie di risposte urgenti e parziali ai problemi che si presentano riguardo al degrado ambientale, allโesaurimento delle riserve naturali e allโinquinamento. Dovrebbe essere uno sguardo diverso, un pensiero, una politica, un programma educativo, uno stile di vita e una spiritualitร che diano forma ad una resistenza di fronte allโavanzare del paradigma tecnocratico. Diversamente, anche le migliori iniziative ecologiste possono finire rinchiuse nella stessa logica globalizzata. Cercare solamente un rimedio tecnico per ogni problema ambientale che si presenta, significa isolare cose che nella realtร sono connesse, e nascondere i veri e piรน profondi problemi del sistema mondiale.
112. Eโ possibile, tuttavia, allargare nuovamente lo sguardo, e la libertร umana รจ capace di limitare la tecnica, di orientarla, e di metterla al servizio di un altro tipo di progresso, piรน sano, piรน umano, piรน sociale e piรน integrale. La liberazione dal paradigma tecnocratico imperante avviene di fatto in alcune occasioni. Per esempio, quando comunitร di piccoli produttori optano per sistemi di produzione meno inquinanti, sostenendo un modello di vita, di felicitร e di convivialitร non consumistico. O quando la tecnica si orienta prioritariamente a risolvere i problemi concreti degli altri, con lโimpegno di aiutarli a vivere con piรน dignitร e meno sofferenze. E ancora quando la ricerca creatrice del bello e la sua contemplazione riescono a superare il potere oggettivante in una sorta di salvezza che si realizza nel bello e nella persona che lo contempla. Lโautentica umanitร , che invita a una nuova sintesi, sembra abitare in mezzo alla civiltร tecnologica, quasi impercettibilmente, come la nebbia che filtra sotto una porta chiusa. Sarร una promessa permanente, nonostante tutto, che sboccia come unโostinata resistenza di ciรฒ che รจ autentico?
113. Dโaltronde, la gente ormai non sembra credere in un futuro felice, non confida ciecamente in un domani migliore a partire dalle attuali condizioni del mondo e dalle capacitร tecniche. Prende coscienza che il progresso della scienza e della tecnica non equivale al progresso dellโumanitร e della storia, e intravede che sono altre le strade fondamentali per un futuro felice. Ciononostante, neppure immagina di rinunciare alle possibilitร che offre la tecnologia. Lโumanitร si รจ modificata profondamente e lโaccumularsi di continue novitร consacra una fugacitร che ci trascina in superficie in unโunica direzione. Diventa difficile fermarci per recuperare la profonditร della vita. Se lโarchitettura riflette lo spirito di unโepoca, le megastrutture e le case in serie esprimono lo spirito della tecnica globalizzata, in cui la permanente novitร dei prodotti si unisce a una pesante noia. Non rassegniamoci a questo e non rinunciamo a farci domande sui fini e sul senso di ogni cosa. Diversamente, legittimeremo soltanto lo stato di fatto e avremo bisogno di piรน surrogati per sopportare il vuoto.
114. Ciรฒ che sta accadendo ci pone di fronte allโurgenza di procedere in una coraggiosa rivoluzione culturale. La scienza e la tecnologia non sono neutrali, ma possono implicare dallโinizio alla fine di un processo diverse intenzioni e possibilitร , e possono configurarsi in vari modi. Nessuno vuole tornare allโepoca delle caverne, perรฒ รจ indispensabile rallentare la marcia per guardare la realtร in un altro modo, raccogliere gli sviluppi positivi e sostenibili, e al tempo stesso recuperare i valori e i grandi fini distrutti da una sfrenatezza megalomane.
III. CRISI E CONSEGUENZE DELLโANTROPOCENTRISMO MODERNO
115. Lโantropocentrismo moderno, paradossalmente, ha finito per collocare la ragione tecnica al di sopra della realtร , perchรฉ questo essere umano ยซnon sente piรน la natura nรฉ come norma valida, nรฉ come vivente rifugio. La vede senza ipotesi, obiettivamente, come spazio e materia in cui realizzare unโopera nella quale gettarsi tutto, e non importa che cosa ne risulterร ยป.[92] In tal modo, si sminuisce il valore intrinseco del mondo. Ma se lโessere umano non riscopre il suo vero posto, non comprende in maniera adeguata sรฉ stesso e finisce per contraddire la propria realtร . ยซNon solo la terra รจ stata data da Dio allโuomo, che deve usarla rispettando lโintenzione originaria di bene, secondo la quale gli รจ stata donata; ma lโuomo รจ donato a sรฉ stesso da Dio e deve, perciรฒ, rispettare la struttura naturale e morale, di cui รจ stato dotatoยป.[93]
116. Nella modernitร si รจ verificato un notevole eccesso antropocentrico che, sotto altra veste, oggi continua a minare ogni riferimento a qualcosa di comune e ogni tentativo di rafforzare i legami sociali. Per questo รจ giunto il momento di prestare nuovamente attenzione alla realtร con i limiti che essa impone, i quali a loro volta costituiscono la possibilitร di uno sviluppo umano e sociale piรน sano e fecondo. Una presentazione inadeguata dellโantropologia cristiana ha finito per promuovere una concezione errata della relazione dellโessere umano con il mondo. Molte volte รจ stato trasmesso un sogno prometeico di dominio sul mondo che ha provocato lโimpressione che la cura della natura sia cosa da deboli. Invece lโinterpretazione corretta del concetto dellโessere umano come signore dellโuniverso รจ quella di intenderlo come amministratore responsabile.[94]
117. La mancanza di preoccupazione per misurare i danni alla natura e lโimpatto ambientale delle decisioni, รจ solo il riflesso evidente di un disinteresse a riconoscere il messaggio che la natura porta inscritto nelle sue stesse strutture. Quando non si riconosce nella realtร stessa lโimportanza di un povero, di un embrione umano, di una persona con disabilitร โ per fare solo alcuni esempi โ, difficilmente si sapranno ascoltare le grida della natura stessa. Tutto รจ connesso. Se lโessere umano si dichiara autonomo dalla realtร e si costituisce dominatore assoluto, la stessa base della sua esistenza si sgretola, perchรฉ ยซInvece di svolgere il suo ruolo di collaboratore di Dio nellโopera della creazione, lโuomo si sostituisce a Dio e cosรฌ finisce col provocare la ribellione della naturaยป.[95]
118. Questa situazione ci conduce ad una schizofrenia permanente, che va dallโesaltazione tecnocratica che non riconosce agli altri esseri un valore proprio, fino alla reazione di negare ogni peculiare valore allโessere umano. Ma non si puรฒ prescindere dallโumanitร . Non ci sarร una nuova relazione con la natura senza un essere umano nuovo. Non cโรจ ecologia senza unโadeguata antropologia. Quando la persona umana viene considerata solo un essere in piรน tra gli altri, che deriva da un gioco del caso o da un determinismo fisico, ยซsi corre il rischio che si affievolisca nelle persone la coscienza della responsabilitร ยป.[96] Un antropocentrismo deviato non deve necessariamente cedere il passo a un โbiocentrismoโ, perchรฉ ciรฒ implicherebbe introdurre un nuovo squilibrio, che non solo non risolverร i problemi, bensรฌ ne aggiungerร altri. Non si puรฒ esigere da parte dellโessere umano un impegno verso il mondo, se non si riconoscono e non si valorizzano al tempo stesso le sue peculiari capacitร di conoscenza, volontร , libertร e responsabilitร .
119. La critica allโantropocentrismo deviato non dovrebbe nemmeno collocare in secondo piano il valore delle relazioni tra le persone. Se la crisi ecologica รจ un emergere o una manifestazione esterna della crisi etica, culturale e spirituale della modernitร , non possiamo illuderci di risanare la nostra relazione con la natura e lโambiente senza risanare tutte le relazioni umane fondamentali. Quando il pensiero cristiano rivendica per lโessere umano un peculiare valore al di sopra delle altre creature, dร spazio alla valorizzazione di ogni persona umana, e cosรฌ stimola il riconoscimento dellโaltro. Lโapertura ad un โtuโ in grado di conoscere, amare e dialogare continua ad essere la grande nobiltร della persona umana. Perciรฒ, in ordine ad unโadeguata relazione con il creato, non cโรจ bisogno di sminuire la dimensione sociale dellโessere umano e neppure la sua dimensione trascendente, la sua apertura al โTuโ divino. Infatti, non si puรฒ proporre una relazione con lโambiente a prescindere da quella con le altre persone e con Dio. Sarebbe un individualismo romantico travestito da bellezza ecologica e un asfissiante rinchiudersi nellโimmanenza.
120. Dal momento che tutto รจ in relazione, non รจ neppure compatibile la difesa della natura con la giustificazione dellโaborto. Non appare praticabile un cammino educativo per lโaccoglienza degli esseri deboli che ci circondano, che a volte sono molesti o importuni, quando non si dร protezione a un embrione umano benchรฉ il suo arrivo sia causa di disagi e difficoltร : ยซSe si perde la sensibilitร personale e sociale verso lโaccoglienza di una nuova vita, anche altre forme di accoglienza utili alla vita sociale si inaridisconoยป.[97]
121. Si attende ancora lo sviluppo di una nuova sintesi che superi le false dialettiche degli ultimi secoli. Lo stesso cristianesimo, mantenendosi fedele alla sua identitร e al tesoro di veritร che ha ricevuto da Gesรน Cristo, sempre si ripensa e si riesprime nel dialogo con le nuove situazioni storiche, lasciando sbocciare cosรฌ la sua perenne novitร .[98]
Il relativismo pratico
122. Un antropocentrismo deviato dร luogo a uno stile di vita deviato. NellโEsortazione apostolica Evangelii gaudium ho fatto riferimento al relativismo pratico che caratterizza la nostra epoca, e che รจ ยซancora piรน pericoloso di quello dottrinaleยป.[99] Quando lโessere umano pone sรฉ stesso al centro, finisce per dare prioritร assoluta ai suoi interessi contingenti, e tutto il resto diventa relativo. Perciรฒ non dovrebbe meravigliare il fatto che, insieme allโonnipresenza del paradigma tecnocratico e allโadorazione del potere umano senza limiti, si sviluppi nei soggetti questo relativismo, in cui tutto diventa irrilevante se non serve ai propri interessi immediati. Vi รจ in questo una logica che permette di comprendere come si alimentino a vicenda diversi atteggiamenti che provocano al tempo stesso il degrado ambientale e il degrado sociale.
123. La cultura del relativismo รจ la stessa patologia che spinge una persona ad approfittare di unโaltra e a trattarla come un mero oggetto, obbligandola a lavori forzati, o riducendola in schiavitรน a causa di un debito. ร la stessa logica che porta a sfruttare sessualmente i bambini, o ad abbandonare gli anziani che non servono ai propri interessi. ร anche la logica interna di chi afferma: โlasciamo che le forze invisibili del mercato regolino lโeconomia, perchรฉ i loro effetti sulla societร e sulla natura sono danni inevitabiliโ. Se non ci sono veritร oggettive nรฉ principi stabili, al di fuori della soddisfazione delle proprie aspirazioni e delle necessitร immediate, che limiti possono avere la tratta degli esseri umani, la criminalitร organizzata, il narcotraffico, il commercio di diamanti insanguinati e di pelli di animali in via di estinzione? Non รจ la stessa logica relativista quella che giustifica lโacquisto di organi dei poveri allo scopo di venderli o di utilizzarli per la sperimentazione, o lo scarto di bambini perchรฉ non rispondono al desiderio dei loro genitori? Eโ la stessa logica โusa e gettaโ che produce tanti rifiuti solo per il desiderio disordinato di consumare piรน di quello di cui realmente si ha bisogno. E allora non possiamo pensare che i programmi politici o la forza della legge basteranno ad evitare i comportamenti che colpiscono lโambiente, perchรฉ quando รจ la cultura che si corrompe e non si riconosce piรน alcuna veritร oggettiva o principi universalmente validi, le leggi verranno intese solo come imposizioni arbitrarie e come ostacoli da evitare.
La necessitร di difendere il lavoro
124. In qualunque impostazione di ecologia integrale, che non escluda lโessere umano, รจ indispensabile integrare il valore del lavoro, tanto sapientemente sviluppato da san Giovanni Paolo II nella sua Enciclica Laborem exercens. Ricordiamo che, secondo il racconto biblico della creazione, Dio pose lโessere umano nel giardino appena creato (cfr Gen 2,15) non solo per prendersi cura dellโesistente (custodire), ma per lavorarvi affinchรฉ producesse frutti (coltivare). Cosรฌ gli operai e gli artigiani ยซassicurano la creazione eternaยป (Sir 38,34). In realtร , lโintervento umano che favorisce il prudente sviluppo del creato รจ il modo piรน adeguato di prendersene cura, perchรฉ implica il porsi come strumento di Dio per aiutare a far emergere le potenzialitร che Egli stesso ha inscritto nelle cose: ยซIl Signore ha creato medicamenti dalla terra, lโuomo assennato non li disprezzaยป (Sir 38,4).
125. Se cerchiamo di pensare quali siano le relazioni adeguate dellโessere umano con il mondo che lo circonda, emerge la necessitร di una corretta concezione del lavoro, perchรฉ, se parliamo della relazione dellโessere umano con le cose, si pone lโinterrogativo circa il senso e la finalitร dellโazione umana sulla realtร . Non parliamo solo del lavoro manuale o del lavoro della terra, bensรฌ di qualsiasi attivitร che implichi qualche trasformazione dellโesistente, dallโelaborazione di un studio sociale fino al progetto di uno sviluppo tecnologico. Qualsiasi forma di lavoro presuppone unโidea sulla relazione che lโessere umano puรฒ o deve stabilire con lโaltro da sรฉ. La spiritualitร cristiana, insieme con lo stupore contemplativo per le creature che troviamo in san Francesco dโAssisi, ha sviluppato anche una ricca e sana comprensione del lavoro, come possiamo riscontrare, per esempio, nella vita del beato Charles de Foucauld e dei suoi discepoli.
126. Raccogliamo anche qualcosa dalla lunga tradizione monastica. Allโinizio essa favorรฌ in un certo modo la fuga dal mondo, tentando di allontanarsi dalla decadenza urbana. Per questo i monaci cercavano il deserto, convinti che fosse il luogo adatto per riconoscere la presenza di Dio. Successivamente, san Benedetto da Norcia volle che i suoi monaci vivessero in comunitร , unendo la preghiera e lo studio con il lavoro manuale (Ora et labora). Questa introduzione del lavoro manuale intriso di senso spirituale si rivelรฒ rivoluzionaria. Si imparรฒ a cercare la maturazione e la santificazione nellโintreccio tra il raccoglimento e il lavoro. Tale maniera di vivere il lavoro ci rende piรน capaci di cura e di rispetto verso lโambiente, impregna di sana sobrietร la nostra relazione con il mondo.
127. Affermiamo che ยซlโuomo รจ lโautore, il centro e il fine di tutta la vita economico-socialeยป. [100] Ciononostante, quando nellโessere umano si perde la capacitร di contemplare e di rispettare, si creano le condizioni perchรฉ il senso del lavoro venga stravolto.[101] Conviene ricordare sempre che lโessere umano รจ nello stesso tempo ยซcapace di divenire lui stesso attore responsabile del suo miglioramento materiale, del suo progresso morale, dello svolgimento pieno del suo destino spiritualeยป.[102] Il lavoro dovrebbe essere lโambito di questo multiforme sviluppo personale, dove si mettono in gioco molte dimensioni della vita: la creativitร , la proiezione nel futuro, lo sviluppo delle capacitร , lโesercizio dei valori, la comunicazione con gli altri, un atteggiamento di adorazione. Perciรฒ la realtร sociale del mondo di oggi, al di lร degli interessi limitati delle imprese e di una discutibile razionalitร economica, esige che ยซsi continui a perseguire quale prioritร lโobiettivo dellโaccesso al lavoro [โฆ] per tuttiยป.[103]
128. Siamo chiamati al lavoro fin dalla nostra creazione. Non si deve cercare di sostituire sempre piรน il lavoro umano con il progresso tecnologico: cosรฌ facendo lโumanitร danneggerebbe sรฉ stessa. Il lavoro รจ una necessitร , รจ parte del senso della vita su questa terra, via di maturazione, di sviluppo umano e di realizzazione personale. In questo senso, aiutare i poveri con il denaro devโessere sempre un rimedio provvisorio per fare fronte a delle emergenze. Il vero obiettivo dovrebbe sempre essere di consentire loro una vita degna mediante il lavoro. Tuttavia lโorientamento dellโeconomia ha favorito un tipo di progresso tecnologico finalizzato a ridurre i costi di produzione in ragione della diminuzione dei posti di lavoro, che vengono sostituiti dalle macchine. ร un ulteriore modo in cui lโazione dellโessere umano puรฒ volgersi contro sรฉ stesso. La riduzione dei posti di lavoro ยซha anche un impatto negativo sul piano economico, attraverso la progressiva erosione del โcapitale socialeโ, ossia di quellโinsieme di relazioni di fiducia, di affidabilitร , di rispetto delle regole, indispensabili ad ogni convivenza civileยป.[104] In definitiva ยซi costi umani sono sempre anche costi economici e le disfunzioni economiche comportano sempre anche costi umaniยป.[105] Rinunciare ad investire sulle persone per ottenere un maggior profitto immediato รจ un pessimo affare per la societร .
129. Perchรฉ continui ad essere possibile offrire occupazione, รจ indispensabile promuovere unโeconomia che favorisca la diversificazione produttiva e la creativitร imprenditoriale. Per esempio, vi รจ una grande varietร di sistemi alimentari agricoli e di piccola scala che continua a nutrire la maggior parte della popolazione mondiale, utilizzando una porzione ridotta del territorio e dellโacqua e producendo meno rifiuti, sia in piccoli appezzamenti agricoli e orti, sia nella caccia e nella raccolta di prodotti boschivi, sia nella pesca artigianale. Le economie di scala, specialmente nel settore agricolo, finiscono per costringere i piccoli agricoltori a vendere le loro terre o ad abbandonare le loro coltivazioni tradizionali. I tentativi di alcuni di essi di sviluppare altre forme di produzione, piรน diversificate, risultano inutili a causa della difficoltร di accedere ai mercati regionali e globali o perchรฉ lโinfrastruttura di vendita e di trasporto รจ al servizio delle grandi imprese. Le autoritร hanno il diritto e la responsabilitร di adottare misure di chiaro e fermo appoggio ai piccoli produttori e alla diversificazione della produzione. Perchรฉ vi sia una libertร economica della quale tutti effettivamente beneficino, a volte puรฒ essere necessario porre limiti a coloro che detengono piรน grandi risorse e potere finanziario. La semplice proclamazione della libertร economica, quando perรฒ le condizioni reali impediscono che molti possano accedervi realmente, e quando si riduce lโaccesso al lavoro, diventa un discorso contraddittorio che disonora la politica. Lโattivitร imprenditoriale, che รจ una nobile vocazione orientata a produrre ricchezza e a migliorare il mondo per tutti, puรฒ essere un modo molto fecondo per promuovere la regione in cui colloca le sue attivitร , soprattutto se comprende che la creazione di posti di lavoro รจ parte imprescindibile del suo servizio al bene comune.
Lโinnovazione biologica a partire dalla ricerca
130. Nella visione filosofica e teologica dellโessere umano e della creazione, che ho cercato di proporre, risulta chiaro che la persona umana, con la peculiaritร della sua ragione e della sua scienza, non รจ un fattore esterno che debba essere totalmente escluso. Tuttavia, benchรฉ lโessere umano possa intervenire nel mondo vegetale e animale e servirsene quando รจ necessario alla sua vita, il Catechismo insegna che le sperimentazioni sugli animali sono legittime solo se ยซsi mantengono in limiti ragionevoli e contribuiscono a curare o a salvare vite umaneยป.[106] Ricorda con fermezza che il potere umano ha dei limiti e che ยซรจ contrario alla dignitร umana far soffrire inutilmente gli animali e disporre indiscriminatamente della loro vitaยป.[107] Qualsiasi uso e sperimentazione ยซesige un religioso rispetto dellโintegritร della creazioneยป.[108]
131. Desidero recepire qui lโequilibrata posizione di san Giovanni Paolo II, il quale metteva in risalto i benefici dei progressi scientifici e tecnologici, che ยซmanifestano quanto sia nobile la vocazione dellโuomo a partecipare responsabilmente allโazione creatrice di Dioยป, ma che al tempo stesso ricordava ยซcome ogni intervento in unโarea dellโecosistema non possa prescindere dal considerare le sue conseguenze in altre areeยป.[109] Affermava che la Chiesa apprezza lโapporto ยซdello studio e delle applicazioni della biologia molecolare, completata dalle altre discipline come la genetica e la sua applicazione tecnologica nellโagricoltura e nellโindustriaยป.[110] Benchรฉ dicesse anche che questo non deve dar luogo ad una ยซindiscriminata manipolazione geneticaยป[111] che ignori gli effetti negativi di questi interventi. Non รจ possibile frenare la creativitร umana. Se non si puรฒ proibire a un artista di esprimere la sua capacitร creativa, neppure si possono ostacolare coloro che possiedono doni speciali per lo sviluppo scientifico e tecnologico, le cui capacitร sono state donate da Dio per il servizio degli altri. Nello stesso tempo, non si puรฒ fare a meno di riconsiderare gli obiettivi, gli effetti, il contesto e i limiti etici di tale attivitร umana che รจ una forma di potere con grandi rischi.
132. In questo quadro dovrebbe situarsi qualsiasi riflessione circa lโintervento umano sul mondo vegetale e animale, che implica oggi mutazioni genetiche prodotte dalla biotecnologia, allo scopo di sfruttare le possibilitร presenti nella realtร materiale. Il rispetto della fede verso la ragione chiede di prestare attenzione a quanto la stessa scienza biologica, sviluppata in modo indipendente rispetto agli interessi economici, puรฒ insegnare a proposito delle strutture biologiche e delle loro possibilitร e mutazioni. In ogni caso, รจ legittimo lโintervento che agisce sulla natura ยซper aiutarla a svilupparsi secondo la sua essenza, quella della creazione, quella voluta da Dioยป.[112]
133. Eโ difficile emettere un giudizio generale sullo sviluppo di organismi geneticamente modificati (OGM), vegetali o animali, per fini medici o in agricoltura, dal momento che possono essere molto diversi tra loro e richiedere distinte considerazioni. Dโaltra parte, i rischi non vanno sempre attribuiti alla tecnica stessa, ma alla sua inadeguata o eccessiva applicazione. In realtร , le mutazioni genetiche sono state e sono prodotte molte volte dalla natura stessa. Nemmeno quelle provocate dallโessere umano sono un fenomeno moderno. La domesticazione di animali, lโincrocio di specie e altre pratiche antiche e universalmente accettate possono rientrare in queste considerazioni. ร opportuno ricordare che lโinizio degli sviluppi scientifici sui cereali transgenici รจ stato lโosservazione di batteri che naturalmente e spontaneamente producevano una modifica nel genoma di un vegetale. Tuttavia in natura questi processi hanno un ritmo lento, che non รจ paragonabile alla velocitร imposta dai progressi tecnologici attuali, anche quando tali progressi si basano su uno sviluppo scientifico di secoli.
134. Sebbene non disponiamo di prove definitive circa il danno che potrebbero causare i cereali transgenici agli esseri umani, e in alcune regioni il loro utilizzo ha prodotto una crescita economica che ha contribuito a risolvere alcuni problemi, si riscontrano significative difficoltร che non devono essere minimizzate. In molte zone, in seguito allโintroduzione di queste coltivazioni, si constata una concentrazione di terre produttive nelle mani di pochi, dovuta alla ยซprogressiva scomparsa dei piccoli produttori, che, in conseguenza della perdita delle terre coltivate, si sono visti obbligati a ritirarsi dalla produzione direttaยป.[113] I piรน fragili tra questi diventano lavoratori precari e molti salariati agricoli finiscono per migrare in miserabili insediamenti urbani. Lโestendersi di queste coltivazioni distrugge la complessa trama degli ecosistemi, diminuisce la diversitร nella produzione e colpisce il presente o il futuro delle economie regionali. In diversi Paesi si riscontra una tendenza allo sviluppo di oligopoli nella produzione di sementi e di altri prodotti necessari per la coltivazione, e la dipendenza si aggrava se si considera la produzione di semi sterili, che finirebbe per obbligare i contadini a comprarne dalle imprese produttrici.
135. Senza dubbio cโรจ bisogno di unโattenzione costante, che porti a considerare tutti gli aspetti etici implicati. A tal fine occorre assicurare un dibattito scientifico e sociale che sia responsabile e ampio, in grado di considerare tutta lโinformazione disponibile e di chiamare le cose con il loro nome. A volte non si mette sul tavolo lโinformazione completa, ma la si seleziona secondo i propri interessi, siano essi politici, economici o ideologici. Questo rende difficile elaborare un giudizio equilibrato e prudente sulle diverse questioni, tenendo presenti tutte le variabili in gioco. Eโ necessario disporre di luoghi di dibattito in cui tutti quelli che in qualche modo si potrebbero vedere direttamente o indirettamente coinvolti (agricoltori, consumatori, autoritร , scienziati, produttori di sementi, popolazioni vicine ai campi trattati e altri) possano esporre le loro problematiche o accedere ad unโinformazione estesa e affidabile per adottare decisioni orientate al bene comune presente e futuro. Quella degli OGM รจ una questione di carattere complesso, che esige di essere affrontata con uno sguardo comprensivo di tutti i suoi aspetti, e questo richiederebbe almeno un maggiore sforzo per finanziare diverse linee di ricerca autonoma e interdisciplinare che possano apportare nuova luce.
136. Dโaltro canto, รจ preoccupante il fatto che alcuni movimenti ecologisti difendano lโintegritร dellโambiente, e con ragione reclamino dei limiti alla ricerca scientifica, mentre a volte non applicano questi medesimi principi alla vita umana. Spesso si giustifica che si oltrepassino tutti i limiti quando si fanno esperimenti con embrioni umani vivi. Si dimentica che il valore inalienabile di un essere umano va molto oltre il grado del suo sviluppo. Ugualmente, quando la tecnica non riconosce i grandi principi etici, finisce per considerare legittima qualsiasi pratica. Come abbiamo visto in questo capitolo, la tecnica separata dallโetica difficilmente sarร capace di autolimitare il proprio potere.
UNโECOLOGIA INTEGRALE
137. Dal momento che tutto รจ intimamente relazionato e che gli attuali problemi richiedono uno sguardo che tenga conto di tutti gli aspetti della crisi mondiale, propongo di soffermarci adesso a riflettere sui diversi elementi di una ecologia integrale, che comprenda chiaramente le dimensioni umane e sociali.
I. ECOLOGIA AMBIENTALE, ECONOMICA E SOCIALE
138. Lโecologia studia le relazioni tra gli organismi viventi e lโambiente in cui si sviluppano. Essa esige anche di fermarsi a pensare e a discutere sulle condizioni di vita e di sopravvivenza di una societร , con lโonestร di mettere in dubbio modelli di sviluppo, produzione e consumo. Non รจ superfluo insistere ulteriormente sul fatto che tutto รจ connesso. Il tempo e lo spazio non sono tra loro indipendenti, e neppure gli atomi o le particelle subatomiche si possono considerare separatamente. Come i diversi componenti del pianeta โ fisici, chimici e biologici โ sono relazionati tra loro, cosรฌ anche le specie viventi formano una rete che non finiamo mai di riconoscere e comprendere. Buona parte della nostra informazione genetica รจ condivisa con molti esseri viventi. Per tale ragione, le conoscenze frammentarie e isolate possono diventare una forma dโignoranza se fanno resistenza ad integrarsi in una visione piรน ampia della realtร .
139. Quando parliamo di โambienteโ facciamo riferimento anche a una particolare relazione: quella tra la natura e la societร che la abita. Questo ci impedisce di considerare la natura come qualcosa di separato da noi o come una mera cornice della nostra vita. Siamo inclusi in essa, siamo parte di essa e ne siamo compenetrati. Le ragioni per le quali un luogo viene inquinato richiedono unโanalisi del funzionamento della societร , della sua economia, del suo comportamento, dei suoi modi di comprendere la realtร . Data lโampiezza dei cambiamenti, non รจ piรน possibile trovare una risposta specifica e indipendente per ogni singola parte del problema. ร fondamentale cercare soluzioni integrali, che considerino le interazioni dei sistemi naturali tra loro e con i sistemi sociali. Non ci sono due crisi separate, una ambientale e unโaltra sociale, bensรฌ una sola e complessa crisi socio-ambientale. Le direttrici per la soluzione richiedono un approccio integrale per combattere la povertร , per restituire la dignitร agli esclusi e nello stesso tempo per prendersi cura della natura.
140. A causa della quantitร e varietร degli elementi di cui tenere conto, al momento di determinare lโimpatto ambientale di una concreta attivitร dโimpresa diventa indispensabile dare ai ricercatori un ruolo preminente e facilitare la loro interazione, con ampia libertร accademica. Questa ricerca costante dovrebbe permettere di riconoscere anche come le diverse creature si relazionano, formando quelle unitร piรน grandi che oggi chiamiamo โecosistemiโ. Non li prendiamo in considerazione solo per determinare quale sia il loro uso ragionevole, ma perchรฉ possiedono un valore intrinseco indipendente da tale uso. Come ogni organismo รจ buono e mirabile in sรฉ stesso per il fatto di essere una creatura di Dio, lo stesso accade con lโinsieme armonico di organismi in uno spazio determinato, che funziona come un sistema. Anche se non ne abbiamo coscienza, dipendiamo da tale insieme per la nostra stessa esistenza. Occorre ricordare che gli ecosistemi intervengono nel sequestro del biossido di carbonio, nella purificazione dellโacqua, nel contrasto di malattie e infestazioni, nella composizione del suolo, nella decomposizione dei rifiuti e in moltissimi altri servizi che dimentichiamo o ignoriamo. Quando si rendono conto di questo, molte persone prendono nuovamente coscienza del fatto che viviamo e agiamo a partire da una realtร che ci รจ stata previamente donata, che รจ anteriore alle nostre capacitร e alla nostra esistenza. Perciรฒ, quando si parla di โuso sostenibileโ bisogna sempre introdurre una considerazione sulla capacitร di rigenerazione di ogni ecosistema nei suoi diversi settori e aspetti.
141. Dโaltra parte, la crescita economica tende a produrre automatismi e ad omogeneizzare, al fine di semplificare i processi e ridurre i costi. Per questo รจ necessaria unโecologia economica, capace di indurre a considerare la realtร in maniera piรน ampia. Infatti, ยซla protezione dellโambiente dovrร costituire parte integrante del processo di sviluppo e non potrร considerarsi in maniera isolataยป.[114] Ma nello stesso tempo diventa attuale la necessitร impellente dellโumanesimo, che fa appello ai diversi saperi, anche quello economico, per una visione piรน integrale e integrante. Oggi lโanalisi dei problemi ambientali รจ inseparabile dallโanalisi dei contesti umani, familiari, lavorativi, urbani, e dalla relazione di ciascuna persona con sรฉ stessa, che genera un determinato modo di relazionarsi con gli altri e con lโambiente. Cโรจ una interazione tra gli ecosistemi e tra i diversi mondi di riferimento sociale, e cosรฌ si dimostra ancora una volta che ยซil tutto รจ superiore alla parteยป.[115]
142. Se tutto รจ in relazione, anche lo stato di salute delle istituzioni di una societร comporta conseguenze per lโambiente e per la qualitร della vita umana: ยซOgni lesione della solidarietร e dellโamicizia civica provoca danni ambientaliยป.[116] In tal senso, lโecologia sociale รจ necessariamente istituzionale e raggiunge progressivamente le diverse dimensioni che vanno dal gruppo sociale primario, la famiglia, fino alla vita internazionale, passando per la comunitร locale e la Nazione. Allโinterno di ciascun livello sociale e tra di essi, si sviluppano le istituzioni che regolano le relazioni umane. Tutto ciรฒ che le danneggia comporta effetti nocivi, come la perdita della libertร , lโingiustizia e la violenza. Diversi Paesi sono governati da un sistema istituzionale precario, a costo delle sofferenze della popolazione e a beneficio di coloro che lucrano su questo stato di cose. Tanto allโinterno dellโamministrazione dello Stato, quanto nelle diverse espressioni della societร civile, o nelle relazioni degli abitanti tra loro, si registrano con eccessiva frequenza comportamenti illegali. Le leggi possono essere redatte in forma corretta, ma spesso rimangono come lettera morta. Si puรฒ dunque sperare che la legislazione e le normative relative allโambiente siano realmente efficaci? Sappiamo, per esempio, che Paesi dotati di una legislazione chiara per la protezione delle foreste, continuano a rimanere testimoni muti della sua frequente violazione. Inoltre, ciรฒ che accade in una regione esercita, direttamente o indirettamente, influenze sulle altre regioni. Cosรฌ per esempio, il consumo di droghe nelle societร opulente provoca una costante o crescente domanda di prodotti che provengono da regioni impoverite, dove si corrompono i comportamenti, si distruggono vite e si finisce col degradare lโambiente.
143. Insieme al patrimonio naturale, vi รจ un patrimonio storico, artistico e culturale, ugualmente minacciato. ร parte dellโidentitร comune di un luogo e base per costruire una cittร abitabile. Non si tratta di distruggere e di creare nuove cittร ipoteticamente piรน ecologiche, dove non sempre risulta desiderabile vivere. Bisogna integrare la storia, la cultura e lโarchitettura di un determinato luogo, salvaguardandone lโidentitร originale. Perciรฒ lโecologia richiede anche la cura delle ricchezze culturali dellโumanitร nel loro significato piรน ampio. In modo piรน diretto, chiede di prestare attenzione alle culture locali nel momento in cui si analizzano questioni legate allโambiente, facendo dialogare il linguaggio tecnico-scientifico con il linguaggio popolare. ร la cultura non solo intesa come i monumenti del passato, ma specialmente nel suo senso vivo, dinamico e partecipativo, che non si puรฒ escludere nel momento in cui si ripensa la relazione dellโessere umano con lโambiente.
144. La visione consumistica dellโessere umano, favorita dagli ingranaggi dellโattuale economia globalizzata, tende a rendere omogenee le culture e a indebolire lโimmensa varietร culturale, che รจ un tesoro dellโumanitร . Per tale ragione, pretendere di risolvere tutte le difficoltร mediante normative uniformi o con interventi tecnici, porta a trascurare la complessitร delle problematiche locali, che richiedono la partecipazione attiva degli abitanti. I nuovi processi in gestazione non possono sempre essere integrati entro modelli stabiliti dallโesterno ma provenienti dalla stessa cultura locale. Cosรฌ come la vita e il mondo sono dinamici, la cura del mondo devโessere flessibile e dinamica. Le soluzioni meramente tecniche corrono il rischio di prendere in considerazione sintomi che non corrispondono alle problematiche piรน profonde. ร necessario assumere la prospettiva dei diritti dei popoli e delle culture, e in tal modo comprendere che lo sviluppo di un gruppo sociale suppone un processo storico allโinterno di un contesto culturale e richiede il costante protagonismo degli attori sociali locali a partire dalla loro propria cultura. Neppure la nozione di qualitร della vita si puรฒ imporre, ma devโessere compresa allโinterno del mondo di simboli e consuetudini propri di ciascun gruppo umano.
145. Molte forme di intenso sfruttamento e degrado dellโambiente possono esaurire non solo i mezzi di sussistenza locali, ma anche le risorse sociali che hanno consentito un modo di vivere che per lungo tempo ha sostenuto unโidentitร culturale e un senso dellโesistenza e del vivere insieme. La scomparsa di una cultura puรฒ essere grave come o piรน della scomparsa di una specie animale o vegetale. Lโimposizione di uno stile egemonico di vita legato a un modo di produzione puรฒ essere tanto nocivo quanto lโalterazione degli ecosistemi.
146. In questo senso, รจ indispensabile prestare speciale attenzione alle comunitร aborigene con le loro tradizioni culturali. Non sono una semplice minoranza tra le altre, ma piuttosto devono diventare i principali interlocutori, soprattutto nel momento in cui si procede con grandi progetti che interessano i loro spazi. Per loro, infatti, la terra non รจ un bene economico, ma un dono di Dio e degli antenati che in essa riposano, uno spazio sacro con il quale hanno il bisogno di interagire per alimentare la loro identitร e i loro valori. Quando rimangono nei loro territori, sono quelli che meglio se ne prendono cura. Tuttavia, in diverse parti del mondo, sono oggetto di pressioni affinchรฉ abbandonino le loro terre e le lascino libere per progetti estrattivi, agricoli o di allevamento che non prestano attenzione al degrado della natura e della cultura.
III. ECOLOGIA DELLA VITA QUOTIDIANA
147. Per poter parlare di autentico sviluppo, occorrerร verificare che si produca un miglioramento integrale nella qualitร della vita umana, e questo implica analizzare lo spazio in cui si svolge lโesistenza delle persone. Gli ambienti in cui viviamo influiscono sul nostro modo di vedere la vita, di sentire e di agire. Al tempo stesso, nella nostra stanza, nella nostra casa, nel nostro luogo di lavoro e nel nostro quartiere facciamo uso dellโambiente per esprimere la nostra identitร . Ci sforziamo di adattarci allโambiente, e quando esso รจ disordinato, caotico o saturo di inquinamento visivo e acustico, lโeccesso di stimoli mette alla prova i nostri tentativi di sviluppare unโidentitร integrata e felice.
148. Eโ ammirevole la creativitร e la generositร di persone e gruppi che sono capaci di ribaltare i limiti dellโambiente, modificando gli effetti avversi dei condizionamenti, e imparando ad orientare la loro esistenza in mezzo al disordine e alla precarietร . Per esempio, in alcuni luoghi, dove le facciate degli edifici sono molto deteriorate, vi sono persone che curano con molta dignitร lโinterno delle loro abitazioni, o si sentono a loro agio per la cordialitร e lโamicizia della gente. La vita sociale positiva e benefica degli abitanti diffonde luce in un ambiente a prima vista invivibile. A volte รจ encomiabile lโecologia umana che riescono a sviluppare i poveri in mezzo a tante limitazioni. La sensazione di soffocamento prodotta dalle agglomerazioni residenziali e dagli spazi ad alta densitร abitativa, viene contrastata se si sviluppano relazioni umane di vicinanza e calore, se si creano comunitร , se i limiti ambientali sono compensati nellโinterioritร di ciascuna persona, che si sente inserita in una rete di comunione e di appartenenza. In tal modo, qualsiasi luogo smette di essere un inferno e diventa il contesto di una vita degna.
149. Eโ provato inoltre che lโestrema penuria che si vive in alcuni ambienti privi di armonia, ampiezza e possibilitร dโintegrazione, facilita il sorgere di comportamenti disumani e la manipolazione delle persone da parte di organizzazioni criminali. Per gli abitanti di quartieri periferici molto precari, lโesperienza quotidiana di passare dallโaffollamento allโanonimato sociale che si vive nelle grandi cittร , puรฒ provocare una sensazione di sradicamento che favorisce comportamenti antisociali e violenza. Tuttavia mi preme ribadire che lโamore รจ piรน forte. Tante persone, in queste condizioni, sono capaci di tessere legami di appartenenza e di convivenza che trasformano lโaffollamento in unโesperienza comunitaria in cui si infrangono le pareti dellโio e si superano le barriere dellโegoismo. Questa esperienza di salvezza comunitaria รจ ciรฒ che spesso suscita reazioni creative per migliorare un edificio o un quartiere.[117]
150. Data lโinterrelazione tra gli spazi urbani e il comportamento umano, coloro che progettano edifici, quartieri, spazi pubblici e cittร , hanno bisogno del contributo di diverse discipline che permettano di comprendere i processi, il simbolismo e i comportamenti delle persone. Non basta la ricerca della bellezza nel progetto, perchรฉ ha ancora piรน valore servire un altro tipo di bellezza: la qualitร della vita delle persone, la loro armonia con lโambiente, lโincontro e lโaiuto reciproco. Anche per questo รจ tanto importante che il punto di vista degli abitanti del luogo contribuisca sempre allโanalisi della pianificazione urbanistica.
151. Eโ necessario curare gli spazi pubblici, i quadri prospettici e i punti di riferimento urbani che accrescono il nostro senso di appartenenza, la nostra sensazione di radicamento, il nostro โsentirci a casaโ allโinterno della cittร che ci contiene e ci unisce. ร importante che le diverse parti di una cittร siano ben integrate e che gli abitanti possano avere una visione dโinsieme invece di rinchiudersi in un quartiere, rinunciando a vivere la cittร intera come uno spazio proprio condiviso con gli altri. Ogni intervento nel paesaggio urbano o rurale dovrebbe considerare come i diversi elementi del luogo formino un tutto che รจ percepito dagli abitanti come un quadro coerente con la sua ricchezza di significati. In tal modo gli altri cessano di essere estranei e li si puรฒ percepire come parte di un โnoiโ che costruiamo insieme. Per questa stessa ragione, sia nellโambiente urbano sia in quello rurale, รจ opportuno preservare alcuni spazi nei quali si evitino interventi umani che li modifichino continuamente.
152. La mancanza di alloggi รจ grave in molte parti del mondo, tanto nelle zone rurali quanto nelle grandi cittร , anche perchรฉ i bilanci statali di solito coprono solo una piccola parte della domanda. Non soltanto i poveri, ma una gran parte della societร incontra serie difficoltร ad avere una casa propria. La proprietร della casa ha molta importanza per la dignitร delle persone e per lo sviluppo delle famiglie. Si tratta di una questione centrale dellโecologia umana. Se in un determinato luogo si sono giร sviluppati agglomerati caotici di case precarie, si tratta anzitutto di urbanizzare tali quartieri, non di sradicarne ed espellerne gli abitanti. Quando i poveri vivono in sobborghi inquinati o in agglomerati pericolosi, ยซnel caso si debba procedere al loro trasferimento e per non aggiungere sofferenza a sofferenza, รจ necessario fornire unโadeguata e previa informazione, offrire alternative di alloggi dignitosi e coinvolgere direttamente gli interessatiยป.[118] Nello stesso tempo, la creativitร dovrebbe portare ad integrare i quartieri disagiati allโinterno di una cittร accogliente. ยซCome sono belle le cittร che superano la sfiducia malsana e integrano i differenti e che fanno di tale integrazione un nuovo fattore di sviluppo! Come sono belle le cittร che, anche nel loro disegno architettonico, sono piene di spazi che collegano, mettono in relazione, favoriscono il riconoscimento dellโaltro!ยป.[119]
153. La qualitร della vita nelle cittร รจ legata in larga parte ai trasporti, che sono spesso causa di grandi sofferenze per gli abitanti. Nelle cittร circolano molte automobili utilizzate da una o due persone, per cui il traffico diventa intenso, si alza il livello dโinquinamento, si consumano enormi quantitร di energia non rinnovabile e diventa necessaria la costruzione di piรน strade e parcheggi, che danneggiano il tessuto urbano. Molti specialisti concordano sulla necessitร di dare prioritร al trasporto pubblico. Tuttavia alcune misure necessarie difficilmente saranno accettate in modo pacifico dalla societร senza un miglioramento sostanziale di tale trasporto, che in molte cittร comporta un trattamento indegno delle persone a causa dellโaffollamento, della scomoditร o della scarsa frequenza dei servizi e dellโinsicurezza.
154. Il riconoscimento della peculiare dignitร dellโessere umano molte volte contrasta con la vita caotica che devono condurre le persone nelle nostre cittร . Questo perรฒ non dovrebbe far dimenticare lo stato di abbandono e trascuratezza che soffrono anche alcuni abitanti delle zone rurali, dove non arrivano i servizi essenziali e ci sono lavoratori ridotti in condizione di schiavitรน, senza diritti nรฉ aspettative di una vita piรน dignitosa.
155. Lโecologia umana implica anche qualcosa di molto profondo: la necessaria relazione della vita dellโessere umano con la legge morale inscritta nella sua propria natura, relazione indispensabile per poter creare un ambiente piรน dignitoso. Affermava Benedetto XVI che esiste una ยซecologia dellโuomoยป perchรฉ ยซanche lโuomo possiede una natura che deve rispettare e che non puรฒ manipolare a piacereยป.[120] In questa linea, bisogna riconoscere che il nostro corpo ci pone in una relazione diretta con lโambiente e con gli altri esseri viventi. Lโaccettazione del proprio corpo come dono di Dio รจ necessaria per accogliere e accettare il mondo intero come dono del Padre e casa comune; invece una logica di dominio sul proprio corpo si trasforma in una logica a volte sottile di dominio sul creato. Imparare ad accogliere il proprio corpo, ad averne cura e a rispettare i suoi significati รจ essenziale per una vera ecologia umana. Anche apprezzare il proprio corpo nella sua femminilitร o mascolinitร รจ necessario per poter riconoscere sรฉ stessi nellโincontro con lโaltro diverso da sรฉ. In tal modo รจ possibile accettare con gioia il dono specifico dellโaltro o dellโaltra, opera di Dio creatore, e arricchirsi reciprocamente. Pertanto, non รจ sano un atteggiamento che pretenda di ยซcancellare la differenza sessuale perchรฉ non sa piรน confrontarsi con essaยป.[121]
IV. IL PRINCIPIO DEL BENE COMUNE
156. Lโecologia integrale รจ inseparabile dalla nozione di bene comune, un principio che svolge un ruolo centrale e unificante nellโetica sociale. Eโ ยซlโinsieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono tanto ai gruppi quanto ai singoli membri di raggiungere la propria perfezione piรน pienamente e piรน speditamenteยป.[122]
157. Il bene comune presuppone il rispetto della persona umana in quanto tale, con diritti fondamentali e inalienabili ordinati al suo sviluppo integrale. Esige anche i dispositivi di benessere e sicurezza sociale e lo sviluppo dei diversi gruppi intermedi, applicando il principio di sussidiarietร . Tra questi risalta specialmente la famiglia, come cellula primaria della societร . Infine, il bene comune richiede la pace sociale, vale a dire la stabilitร e la sicurezza di un determinato ordine, che non si realizza senza unโattenzione particolare alla giustizia distributiva, la cui violazione genera sempre violenza. Tutta la societร โ e in essa specialmente lo Stato โ ha lโobbligo di difendere e promuovere il bene comune.
158. Nelle condizioni attuali della societร mondiale, dove si riscontrano tante inequitร e sono sempre piรน numerose le persone che vengono scartate, private dei diritti umani fondamentali, il principio del bene comune si trasforma immediatamente, come logica e ineludibile conseguenza, in un appello alla solidarietร e in una opzione preferenziale per i piรน poveri. Questa opzione richiede di trarre le conseguenze della destinazione comune dei beni della terra, ma, come ho cercato di mostrare nellโEsortazione apostolica Evangelii gaudium,[123] esige di contemplare prima di tutto lโimmensa dignitร del povero alla luce delle piรน profonde convinzioni di fede. Basta osservare la realtร per comprendere che oggi questa opzione รจ unโesigenza etica fondamentale per lโeffettiva realizzazione del bene comune.
V. LA GIUSTIZIA TRA LE GENERAZIONI
159. La nozione di bene comune coinvolge anche le generazioni future. Le crisi economiche internazionali hanno mostrato con crudezza gli effetti nocivi che porta con sรฉ il disconoscimento di un destino comune, dal quale non possono essere esclusi coloro che verranno dopo di noi. Ormai non si puรฒ parlare di sviluppo sostenibile senza una solidarietร fra le generazioni. Quando pensiamo alla situazione in cui si lascia il pianeta alle future generazioni, entriamo in unโaltra logica, quella del dono gratuito che riceviamo e comunichiamo. Se la terra ci รจ donata, non possiamo piรน pensare soltanto a partire da un criterio utilitarista di efficienza e produttivitร per il profitto individuale. Non stiamo parlando di un atteggiamento opzionale, bensรฌ di una questione essenziale di giustizia, dal momento che la terra che abbiamo ricevuto appartiene anche a coloro che verranno. I Vescovi del Portogallo hanno esortato ad assumere questo dovere di giustizia: ยซLโambiente si situa nella logica del ricevere. ร un prestito che ogni generazione riceve e deve trasmettere alla generazione successivaยป.[124] Unโecologia integrale possiede tale visione ampia.
160. Che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi, ai bambini che stanno crescendo? Questa domanda non riguarda solo lโambiente in modo isolato, perchรฉ non si puรฒ porre la questione in maniera parziale. Quando ci interroghiamo circa il mondo che vogliamo lasciare ci riferiamo soprattutto al suo orientamento generale, al suo senso, ai suoi valori. Se non pulsa in esse questa domanda di fondo, non credo che le nostre preoccupazioni ecologiche possano ottenere effetti importanti. Ma se questa domanda viene posta con coraggio, ci conduce inesorabilmente ad altri interrogativi molto diretti: A che scopo passiamo da questo mondo? Per quale fine siamo venuti in questa vita? Per che scopo lavoriamo e lottiamo? Perchรฉ questa terra ha bisogno di noi? Pertanto, non basta piรน dire che dobbiamo preoccuparci per le future generazioni. Occorre rendersi conto che quello che cโรจ in gioco รจ la dignitร di noi stessi. Siamo noi i primi interessati a trasmettere un pianeta abitabile per lโumanitร che verrร dopo di noi. ร un dramma per noi stessi, perchรฉ ciรฒ chiama in causa il significato del nostro passaggio su questa terra.
161. Le previsioni catastrofiche ormai non si possono piรน guardare con disprezzo e ironia. Potremmo lasciare alle prossime generazioni troppe macerie, deserti e sporcizia. Il ritmo di consumo, di spreco e di alterazione dellโambiente ha superato le possibilitร del pianeta, in maniera tale che lo stile di vita attuale, essendo insostenibile, puรฒ sfociare solamente in catastrofi, come di fatto sta giร avvenendo periodicamente in diverse regioni. Lโattenuazione degli effetti dellโattuale squilibrio dipende da ciรฒ che facciamo ora, soprattutto se pensiamo alla responsabilitร che ci attribuiranno coloro che dovranno sopportare le peggiori conseguenze.
162. La difficoltร a prendere sul serio questa sfida รจ legata ad un deterioramento etico e culturale, che accompagna quello ecologico. Lโuomo e la donna del mondo postmoderno corrono il rischio permanente di diventare profondamente individualisti, e molti problemi sociali attuali sono da porre in relazione con la ricerca egoistica della soddisfazione immediata, con le crisi dei legami familiari e sociali, con le difficoltร a riconoscere lโaltro. Molte volte si รจ di fronte ad un consumo eccessivo e miope dei genitori che danneggia i figli, che trovano sempre piรน difficoltร ad acquistare una casa propria e a fondare una famiglia. Inoltre, questa incapacitร di pensare seriamente alle future generazioni รจ legata alla nostra incapacitร di ampliare lโorizzonte delle nostre preoccupazioni e pensare a quanti rimangono esclusi dallo sviluppo. Non perdiamoci a immaginare i poveri del futuro, รจ sufficiente che ricordiamo i poveri di oggi, che hanno pochi anni da vivere su questa terra e non possono continuare ad aspettare. Perciรฒ, ยซoltre alla leale solidarietร intergenerazionale, occorre reiterare lโurgente necessitร morale di una rinnovata solidarietร intragenerazionaleยป.[125]
ALCUNE LINEE DI ORIENTAMENTO E DI AZIONE
163. Ho cercato di prendere in esame la situazione attuale dellโumanitร , tanto nelle crepe del pianeta che abitiamo, quanto nelle cause piรน profondamente umane del degrado ambientale. Sebbene questa contemplazione della realtร in sรฉ stessa giร ci indichi la necessitร di un cambio di rotta e ci suggerisca alcune azioni, proviamo ora a delineare dei grandi percorsi di dialogo che ci aiutino ad uscire dalla spirale di autodistruzione in cui stiamo affondando.
I. IL DIALOGO SULLโAMBIENTE NELLA POLITICA INTERNAZIONALE
164. Dalla metร del secolo scorso, superando molte difficoltร , si รจ andata affermando la tendenza a concepire il pianeta come patria e lโumanitร come popolo che abita una casa comune. Un mondo interdipendente non significa unicamente capire che le conseguenze dannose degli stili di vita, di produzione e di consumo colpiscono tutti, bensรฌ, principalmente, fare in modo che le soluzioni siano proposte a partire da una prospettiva globale e non solo in difesa degli interessi di alcuni Paesi. Lโinterdipendenza ci obbliga a pensare a un solo mondo, ad un progetto comune. Ma lo stesso ingegno utilizzato per un enorme sviluppo tecnologico, non riesce a trovare forme efficaci di gestione internazionale in ordine a risolvere le gravi difficoltร ambientali e sociali. Per affrontare i problemi di fondo, che non possono essere risolti da azioni di singoli Paesi, si rende indispensabile un consenso mondiale che porti, ad esempio, a programmare unโagricoltura sostenibile e diversificata, a sviluppare forme rinnovabili e poco inquinanti di energia, a incentivare una maggiore efficienza energetica, a promuovere una gestione piรน adeguata delle risorse forestali e marine, ad assicurare a tutti lโaccesso allโacqua potabile.
165. Sappiamo che la tecnologia basata sui combustibili fossili, molto inquinanti โ specie il carbone, ma anche il petrolio e, in misura minore, il gas โ, deve essere sostituita progressivamente e senza indugio. In attesa di un ampio sviluppo delle energie rinnovabili, che dovrebbe giร essere cominciato, รจ legittimo optare per lโalternativa meno dannosa o ricorrere a soluzioni transitorie. Tuttavia, nella comunitร internazionale non si raggiungono accordi adeguati circa la responsabilitร di coloro che devono sopportare i costi maggiori della transizione energetica. Negli ultimi decenni le questioni ambientali hanno dato origine a un ampio dibattito pubblico, che ha fatto crescere nella societร civile spazi di notevole impegno e di generosa dedizione. La politica e lโindustria rispondono con lentezza, lontane dallโessere allโaltezza delle sfide mondiali. In questo senso si puรฒ dire che, mentre lโumanitร del periodo post-industriale sarร forse ricordata come una delle piรน irresponsabili della storia, cโรจ da augurarsi che lโumanitร degli inizi del XXI secolo possa essere ricordata per aver assunto con generositร le proprie gravi responsabilitร .
166. Il movimento ecologico mondiale ha giร fatto un lungo percorso, arricchito dallo sforzo di molte organizzazioni della societร civile. Non sarebbe possibile qui menzionarle tutte, nรฉ ripercorrere la storia dei loro contributi. Ma grazie a tanto impegno, le questioni ambientali sono state sempre piรน presenti nellโagenda pubblica e sono diventate un invito permanente a pensare a lungo termine. Ciononostante, i Vertici mondiali sullโambiente degli ultimi anni non hanno risposto alle aspettative perchรฉ, per mancanza di decisione politica, non hanno raggiunto accordi ambientali globali realmente significativi ed efficaci.
167. Va ricordato il Vertice della Terra celebrato nel 1992 a Rio de Janeiro. In quella sede รจ stato dichiarato che ยซgli esseri umani sono al centro delle preoccupazioni relative allo sviluppo sostenibileยป.[126] Riprendendo alcuni contenuti della Dichiarazione di Stoccolma (1972), ha sancito, tra lโaltro, la cooperazione internazionale per la cura dellโecosistema di tutta la terra, lโobbligo da parte di chi inquina di farsene carico economicamente, il dovere di valutare lโimpatto ambientale di ogni opera o progetto. Ha proposto lโobiettivo di stabilizzare le concentrazioni di gas serra nellโatmosfera per invertire la tendenza al riscaldamento globale. Ha elaborato anche unโagenda con un programma di azione e una convenzione sulla diversitร biologica, ha dichiarato principi in materia forestale. Benchรฉ quel vertice sia stato veramente innovativo e profetico per la sua epoca, gli accordi hanno avuto un basso livello di attuazione perchรฉ non si sono stabiliti adeguati meccanismi di controllo, di verifica periodica e di sanzione delle inadempienze. I principi enunciati continuano a richiedere vie efficaci e agili di realizzazione pratica.
168. Tra le esperienze positive si puรฒ menzionare, per esempio, la Convenzione di Basilea sui rifiuti pericolosi, con un sistema di notificazione, di livelli stabiliti e di controlli; come pure la Convenzione vincolante sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora selvatica minacciate di estinzione, che prevede missioni di verifica dellโattuazione effettiva. Grazie alla Convenzione di Vienna per la protezione dello strato di ozono e la sua attuazione mediante il Protocollo di Montreal e i suoi emendamenti, il problema dellโassottigliamento di questo strato sembra essere entrato in una fase di soluzione.
169. Riguardo alla cura per la diversitร biologica e la desertificazione, i progressi sono stati molto meno significativi. Per quanto attiene ai cambiamenti climatici, i progressi sono deplorevolmente molto scarsi. La riduzione dei gas serra richiede onestร , coraggio e responsabilitร , soprattutto da parte dei Paesi piรน potenti e piรน inquinanti. La Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile denominata Rio+20 (Rio de Janeiro 2012), ha emesso unโampia quanto inefficace Dichiarazione finale. I negoziati internazionali non possono avanzare in maniera significativa a causa delle posizioni dei Paesi che privilegiano i propri interessi nazionali rispetto al bene comune globale. Quanti subiranno le conseguenze che noi tentiamo di dissimulare, ricorderanno questa mancanza di coscienza e di responsabilitร . Mentre si andava elaborando questa Enciclica, il dibattito ha assunto una particolare intensitร . Noi credenti non possiamo non pregare Dio per gli sviluppi positivi delle attuali discussioni, in modo che le generazioni future non soffrano le conseguenze di imprudenti indugi.
170. Alcune delle strategie per la bassa emissione di gas inquinanti puntano alla internazionalizzazione dei costi ambientali, con il pericolo di imporre ai Paesi con minori risorse pesanti impegni sulle riduzioni di emissioni, simili a quelli dei Paesi piรน industrializzati. Lโimposizione di queste misure penalizza i Paesi piรน bisognosi di sviluppo. In questo modo si aggiunge una nuova ingiustizia sotto il rivestimento della cura per lโambiente. Anche in questo caso, piove sempre sul bagnato. Poichรฉ gli effetti dei cambiamenti climatici si faranno sentire per molto tempo, anche se ora si prendessero misure rigorose, alcuni Paesi con scarse risorse avranno bisogno di aiuto per adattarsi agli effetti che giร si stanno producendo e colpiscono le loro economie. Resta certo che ci sono responsabilitร comuni ma differenziate, semplicemente perchรฉ, come hanno affermato i Vescovi della Bolivia, ยซi Paesi che hanno tratto beneficio da un alto livello di industrializzazione, a costo di unโenorme emissione di gas serra, hanno maggiore responsabilitร di contribuire alla soluzione dei problemi che hanno causatoยป.[127]
171. La strategia di compravendita di โcrediti di emissioneโ puรฒ dar luogo a una nuova forma di speculazione e non servirebbe a ridurre lโemissione globale di gas inquinanti. Questo sistema sembra essere una soluzione rapida e facile, con lโapparenza di un certo impegno per lโambiente, che perรฒ non implica affatto un cambiamento radicale allโaltezza delle circostanze. Anzi, puรฒ diventare un espediente che consente di sostenere il super-consumo di alcuni Paesi e settori.
172. Per i Paesi poveri le prioritร devono essere lo sradicamento della miseria e lo sviluppo sociale dei loro abitanti; al tempo stesso devono prendere in esame il livello scandaloso di consumo di alcuni settori privilegiati della loro popolazione e contrastare meglio la corruzione. Certo, devono anche sviluppare forme meno inquinanti di produzione di energia, ma per questo hanno bisogno di contare sullโaiuto dei Paesi che sono cresciuti molto a spese dellโinquinamento attuale del pianeta. Lo sfruttamento diretto dellโabbondante energia solare richiede che si stabiliscano meccanismi e sussidi in modo che i Paesi in via di sviluppo possano avere accesso al trasferimento di tecnologie, ad assistenza tecnica e a risorse finanziarie, ma sempre prestando attenzione alle condizioni concrete, giacchรฉ ยซnon sempre viene adeguatamente valutata la compatibilitร degli impianti con il contesto per il quale sono progettatiยป.[128] I costi sarebbero bassi se raffrontati al rischio dei cambiamenti climatici. In ogni modo, รจ anzitutto una decisione etica, fondata sulla solidarietร di tutti i popoli.
173. Urgono accordi internazionali che si realizzino, considerata la scarsa capacitร delle istanze locali di intervenire in modo efficace. Le relazioni tra Stati devono salvaguardare la sovranitร di ciascuno, ma anche stabilire percorsi concordati per evitare catastrofi locali che finirebbero per danneggiare tutti. Occorrono quadri regolatori globali che impongano obblighi e che impediscano azioni inaccettabili, come il fatto che imprese o Paesi potenti scarichino su altri Paesi rifiuti e industrie altamente inquinanti.
174. Menzioniamo anche il sistema di governance degli oceani. Infatti, benchรฉ vi siano state diverse convenzioni internazionali e regionali, la frammentazione e lโassenza di severi meccanismi di regolamentazione, controllo e sanzione finiscono con il minare tutti gli sforzi. Il crescente problema dei rifiuti marini e della protezione delle aree marine al di lร delle frontiere nazionali continua a rappresentare una sfida speciale. In definitiva, abbiamo bisogno di un accordo sui regimi di governance per tutta la gamma dei cosiddetti beni comuni globali.
175. La medesima logica che rende difficile prendere decisioni drastiche per invertire la tendenza al riscaldamento globale รจ quella che non permette di realizzare lโobiettivo di sradicare la povertร . Abbiamo bisogno di una reazione globale piรน responsabile, che implica affrontare contemporaneamente la riduzione dellโinquinamento e lo sviluppo dei Paesi e delle regioni povere. Il XXI secolo, mentre mantiene una governance propria di epoche passate, assiste ad una perdita di potere degli Stati nazionali, soprattutto perchรฉ la dimensione economico-finanziaria, con caratteri transnazionali, tende a predominare sulla politica. In questo contesto, diventa indispensabile lo sviluppo di istituzioni internazionali piรน forti ed efficacemente organizzate, con autoritร designate in maniera imparziale mediante accordi tra i governi nazionali e dotate del potere di sanzionare. Come ha affermato Benedetto XVI nella linea giร sviluppata dalla dottrina sociale della Chiesa, ยซper il governo dellโeconomia mondiale; per risanare le economie colpite dalla crisi, per prevenire peggioramenti della stessa e conseguenti maggiori squilibri; per realizzare un opportuno disarmo integrale, la sicurezza alimentare e la pace; per garantire la salvaguardia dellโambiente e per regolamentare i flussi migratori, urge la presenza di una vera Autoritร politica mondiale, quale รจ stata giร tratteggiata dal mio Predecessore, [san] Giovanni XXIIIยป. [129] In tale prospettiva, la diplomazia acquista unโimportanza inedita, in ordine a promuovere strategie internazionali per prevenire i problemi piรน gravi che finiscono per colpire tutti.
II. IL DIALOGO VERSO NUOVE POLITICHE NAZIONALI E LOCALI
176. Non solo ci sono vincitori e vinti tra i Paesi, ma anche allโinterno dei Paesi poveri, in cui si devono identificare diverse responsabilitร . Perciรฒ, le questioni relative allโambiente e allo sviluppo economico non si possono piรน impostare solo a partire dalle differenze tra i Paesi, ma chiedono di porre attenzione alle politiche nazionali e locali.
177. Dinanzi alla possibilitร di un utilizzo irresponsabile delle capacitร umane, sono funzioni improrogabili di ogni Stato quelle di pianificare, coordinare, vigilare e sanzionare allโinterno del proprio territorio. La societร , in che modo ordina e custodisce il proprio divenire in un contesto di costanti innovazioni tecnologiche? Un fattore che agisce come moderatore effettivo รจ il diritto, che stabilisce le regole per le condotte consentite alla luce del bene comune. I limiti che deve imporre una societร sana, matura e sovrana sono attinenti a previsione e precauzione, regolamenti adeguati, vigilanza sullโapplicazione delle norme, contrasto della corruzione, azioni di controllo operativo sullโemergere di effetti non desiderati dei processi produttivi, e intervento opportuno di fronte a rischi indeterminati o potenziali. Esiste una crescente giurisprudenza orientata a ridurre gli effetti inquinanti delle attivitร imprenditoriali. Ma la struttura politica e istituzionale non esiste solo per evitare le cattive pratiche, bensรฌ per incoraggiare le buone pratiche, per stimolare la creativitร che cerca nuove strade, per facilitare iniziative personali e collettive.
178. Il dramma di una politica focalizzata sui risultati immediati, sostenuta anche da popolazioni consumiste, rende necessario produrre crescita a breve termine. Rispondendo a interessi elettorali, i governi non si azzardano facilmente a irritare la popolazione con misure che possano intaccare il livello di consumo o mettere a rischio investimenti esteri. La miope costruzione del potere frena lโinserimento dellโagenda ambientale lungimirante allโinterno dellโagenda pubblica dei governi. Si dimentica cosรฌ che ยซil tempo รจ superiore allo spazioยป [130], che siamo sempre piรน fecondi quando ci preoccupiamo di generare processi, piuttosto che di dominare spazi di potere. La grandezza politica si mostra quando, in momenti difficili, si opera sulla base di grandi principi e pensando al bene comune a lungo termine. Il potere politico fa molta fatica ad accogliere questo dovere in un progetto di Nazione.
179. In alcuni luoghi, si stanno sviluppando cooperative per lo sfruttamento delle energie rinnovabili che consentono lโautosufficienza locale e persino la vendita della produzione in eccesso. Questo semplice esempio indica che, mentre lโordine mondiale esistente si mostra impotente ad assumere responsabilitร , lโistanza locale puรฒ fare la differenza. Eโ lรฌ infatti che possono nascere una maggiore responsabilitร , un forte senso comunitario, una speciale capacitร di cura e una creativitร piรน generosa, un profondo amore per la propria terra, come pure il pensare a quello che si lascia ai figli e ai nipoti. Questi valori hanno radici molto profonde nelle popolazioni aborigene. Poichรฉ il diritto, a volte, si dimostra insufficiente a causa della corruzione, si richiede una decisione politica sotto la pressione della popolazione. La societร , attraverso organismi non governativi e associazioni intermedie, deve obbligare i governi a sviluppare normative, procedure e controlli piรน rigorosi. Se i cittadini non controllano il potere politico โ nazionale, regionale e municipale โ neppure รจ possibile un contrasto dei danni ambientali. Dโaltra parte, le legislazioni municipali possono essere piรน efficaci se ci sono accordi tra popolazioni vicine per sostenere le medesime politiche ambientali.
180. Non si puรฒ pensare a ricette uniformi, perchรฉ vi sono problemi e limiti specifici di ogni Paese e regione. ร vero anche che il realismo politico puรฒ richiedere misure e tecnologie di transizione, sempre che siano accompagnate dal disegno e dallโaccettazione di impegni graduali vincolanti. Allo stesso tempo, perรฒ, in ambito nazionale e locale cโรจ sempre molto da fare, ad esempio promuovere forme di risparmio energetico. Ciรฒ implica favorire modalitร di produzione industriale con massima efficienza energetica e minor utilizzo di materie prime, togliendo dal mercato i prodotti poco efficaci dal punto di vista energetico o piรน inquinanti. Possiamo anche menzionare una buona gestione dei trasporti o tecniche di costruzione e di ristrutturazione di edifici che ne riducano il consumo energetico e il livello di inquinamento. Dโaltra parte, lโazione politica locale puรฒ orientarsi alla modifica dei consumi, allo sviluppo di unโeconomia dei rifiuti e del riciclaggio, alla protezione di determinate specie e alla programmazione di unโagricoltura diversificata con la rotazione delle colture. ร possibile favorire il miglioramento agricolo delle regioni povere mediante investimenti nelle infrastrutture rurali, nellโorganizzazione del mercato locale o nazionale, nei sistemi di irrigazione, nello sviluppo di tecniche agricole sostenibili. Si possono facilitare forme di cooperazione o di organizzazione comunitaria che difendano gli interessi dei piccoli produttori e preservino gli ecosistemi locali dalla depredazione. ร molto quello che si puรฒ fare!
181. ร indispensabile la continuitร , giacchรฉ non si possono modificare le politiche relative ai cambiamenti climatici e alla protezione dellโambiente ogni volta che cambia un governo. I risultati richiedono molto tempo e comportano costi immediati con effetti che non potranno essere esibiti nel periodo di vita di un governo. Per questo, senza la pressione della popolazione e delle istituzioni, ci saranno sempre resistenze ad intervenire, ancor piรน quando ci siano urgenze da risolvere. Che un politico assuma queste responsabilitร con i costi che implicano, non risponde alla logica efficientista e โimmediatistaโ dellโeconomia e della politica attuali, ma se avrร il coraggio di farlo, potrร nuovamente riconoscere la dignitร che Dio gli ha dato come persona e lascerร , dopo il suo passaggio in questa storia, una testimonianza di generosa responsabilitร . Occorre dare maggior spazio a una sana politica, capace di riformare le istituzioni, coordinarle e dotarle di buone pratiche, che permettano di superare pressioni e inerzie viziose. Tuttavia, bisogna aggiungere che i migliori dispositivi finiscono per soccombere quando mancano le grandi mete, i valori, una comprensione umanistica e ricca di significato, capaci di conferire ad ogni societร un orientamento nobile e generoso.
III. DIALOGO E TRASPARENZA NEI PROCESSI DECISIONALI
182. La previsione dellโimpatto ambientale delle iniziative imprenditoriali e dei progetti richiede processi politici trasparenti e sottoposti al dialogo, mentre la corruzione che nasconde il vero impatto ambientale di un progetto in cambio di favori spesso porta ad accordi ambigui che sfuggono al dovere di informare ed a un dibattito approfondito.
183. Uno studio di impatto ambientale non dovrebbe essere successivo allโelaborazione di un progetto produttivo o di qualsiasi politica, piano o programma. Va inserito fin dallโinizio e devโessere elaborato in modo interdisciplinare, trasparente e indipendente da ogni pressione economica o politica. Devโessere connesso con lโanalisi delle condizioni di lavoro e dei possibili effetti sulla salute fisica e mentale delle persone, sullโeconomia locale, sulla sicurezza. I risultati economici si potranno cosรฌ prevedere in modo piรน realistico, tenendo conto degli scenari possibili ed eventualmente anticipando la necessitร di un investimento maggiore per risolvere effetti indesiderati che possano essere corretti. ร sempre necessario acquisire consenso tra i vari attori sociali, che possono apportare diverse prospettive, soluzioni e alternative. Ma nel dibattito devono avere un posto privilegiato gli abitanti del luogo, i quali si interrogano su ciรฒ che vogliono per sรฉ e per i propri figli, e possono tenere in considerazione le finalitร che trascendono lโinteresse economico immediato. Bisogna abbandonare lโidea di โinterventiโ sullโambiente, per dar luogo a politiche pensate e dibattute da tutte le parti interessate. La partecipazione richiede che tutti siano adeguatamente informati sui diversi aspetti e sui vari rischi e possibilitร , e non si riduce alla decisione iniziale su un progetto, ma implica anche azioni di controllo o monitoraggio costante. Cโรจ bisogno di sinceritร e veritร nelle discussioni scientifiche e politiche, senza limitarsi a considerare che cosa sia permesso o meno dalla legislazione.
184. Quando compaiono eventuali rischi per lโambiente che interessano il bene comune presente e futuro, questa situazione richiede ยซche le decisioni siano basate su un confronto tra rischi e benefici ipotizzabili per ogni possibile scelta alternativaยป[131]. Questo vale soprattutto se un progetto puรฒ causare un incremento nello sfruttamento delle risorse naturali, nelle emissioni e nelle scorie, nella produzione di rifiuti, oppure un mutamento significativo nel paesaggio, nellโhabitat di specie protette o in uno spazio pubblico. Alcuni progetti, non supportati da unโanalisi accurata, possono intaccare profondamente la qualitร della vita di un luogo per questioni molto diverse tra loro come, ad esempio, un inquinamento acustico non previsto, la riduzione dellโampiezza visuale, la perdita di valori culturali, gli effetti dellโuso dellโenergia nucleare. La cultura consumistica, che dร prioritร al breve termine e allโinteresse privato, puรฒ favorire pratiche troppo rapide o consentire lโoccultamento dellโinformazione.
185. In ogni discussione riguardante unโiniziativa imprenditoriale si dovrebbe porre una serie di domande, per poter discernere se porterร ad un vero sviluppo integrale: Per quale scopo? Per quale motivo? Dove? Quando? In che modo? A chi รจ diretto? Quali sono i rischi? A quale costo? Chi paga le spese e come lo farร ? In questo esame ci sono questioni che devono avere la prioritร . Per esempio, sappiamo che lโacqua รจ una risorsa scarsa e indispensabile, inoltre รจ un diritto fondamentale che condiziona lโesercizio di altri diritti umani. Questo รจ indubitabile e supera ogni analisi di impatto ambientale di una regione.
186. Nella Dichiarazione di Rio del 1992, si sostiene che ยซladdove vi sono minacce di danni gravi o irreversibili, la mancanza di piene certezze scientifiche non potrร costituire un motivo per ritardare lโadozione di misure efficaciยป[132] che impediscano il degrado dellโambiente. Questo principio di precauzione permette la protezione dei piรน deboli, che dispongono di pochi mezzi per difendersi e per procurare prove irrefutabili. Se lโinformazione oggettiva porta a prevedere un danno grave e irreversibile, anche se non ci fosse una dimostrazione indiscutibile, qualunque progetto dovrebbe essere fermato o modificato. In questo modo si inverte lโonere della prova, dato che in questi casi bisogna procurare una dimostrazione oggettiva e decisiva che lโattivitร proposta non vada a procurare danni gravi allโambiente o a quanti lo abitano.
187. Questo non significa opporsi a qualsiasi innovazione tecnologica che consenta di migliorare la qualitร della vita di una popolazione. Ma in ogni caso deve rimanere fermo che la redditivitร non puรฒ essere lโunico criterio da tener presente e che, nel momento in cui apparissero nuovi elementi di giudizio a partire dagli sviluppi dellโinformazione, dovrebbe esserci una nuova valutazione con la partecipazione di tutte le parti interessate. Il risultato della discussione potrร essere la decisione di non proseguire in un progetto, ma potrebbe anche essere la sua modifica o lโelaborazione di proposte alternative.
188. Ci sono discussioni, su questioni relative allโambiente, nelle quali รจ difficile raggiungere un consenso. Ancora una volta ribadisco che la Chiesa non pretende di definire le questioni scientifiche, nรฉ di sostituirsi alla politica, ma invito ad un dibattito onesto e trasparente, perchรฉ le necessitร particolari o le ideologie non ledano il bene comune.
IV. POLITICA ED ECONOMIA IN DIALOGO PER LA PIENEZZA UMANA
189. La politica non deve sottomettersi allโeconomia e questa non deve sottomettersi ai dettami e al paradigma efficientista della tecnocrazia. Oggi, pensando al bene comune, abbiamo bisogno in modo ineludibile che la politica e lโeconomia, in dialogo, si pongano decisamente al servizio della vita, specialmente della vita umana. Il salvataggio ad ogni costo delle banche, facendo pagare il prezzo alla popolazione, senza la ferma decisione di rivedere e riformare lโintero sistema, riafferma un dominio assoluto della finanza che non ha futuro e che potrร solo generare nuove crisi dopo una lunga, costosa e apparente cura. La crisi finanziaria del 2007-2008 era lโoccasione per sviluppare una nuova economia piรน attenta ai principi etici, e per una nuova regolamentazione dellโattivitร finanziaria speculativa e della ricchezza virtuale. Ma non cโรจ stata una reazione che abbia portato a ripensare i criteri obsoleti che continuano a governare il mondo. La produzione non รจ sempre razionale, e spesso รจ legata a variabili economiche che attribuiscono ai prodotti un valore che non corrisponde al loro valore reale. Questo determina molte volte una sovrapproduzione di alcune merci, con un impatto ambientale non necessario, che al tempo stesso danneggia molte economie regionali.[133] La bolla finanziaria di solito รจ anche una bolla produttiva. In definitiva, ciรฒ che non si affronta con decisione รจ il problema dellโeconomia reale, la quale rende possibile che si diversifichi e si migliori la produzione, che le imprese funzionino adeguatamente, che le piccole e medie imprese si sviluppino e creino occupazione, e cosรฌ via.
190. In questo contesto bisogna sempre ricordare che ยซla protezione ambientale non puรฒ essere assicurata solo sulla base del calcolo finanziario di costi e benefici. Lโambiente รจ uno di quei beni che i meccanismi del mercato non sono in grado di difendere o di promuovere adeguatamenteยป.[134] Ancora una volta, conviene evitare una concezione magica del mercato, che tende a pensare che i problemi si risolvano solo con la crescita dei profitti delle imprese o degli individui. ร realistico aspettarsi che chi รจ ossessionato dalla massimizzazione dei profitti si fermi a pensare agli effetti ambientali che lascerร alle prossime generazioni? Allโinterno dello schema della rendita non cโรจ posto per pensare ai ritmi della natura, ai suoi tempi di degradazione e di rigenerazione, e alla complessitร degli ecosistemi che possono essere gravemente alterati dallโintervento umano. Inoltre, quando si parla di biodiversitร , al massimo la si pensa come una riserva di risorse economiche che potrebbe essere sfruttata, ma non si considerano seriamente il valore reale delle cose, il loro significato per le persone e le culture, gli interessi e le necessitร dei poveri.
191. Quando si pongono tali questioni, alcuni reagiscono accusando gli altri di pretendere di fermare irrazionalmente il progresso e lo sviluppo umano. Ma dobbiamo convincerci che rallentare un determinato ritmo di produzione e di consumo puรฒ dare luogo a unโaltra modalitร di progresso e di sviluppo. Gli sforzi per un uso sostenibile delle risorse naturali non sono una spesa inutile, bensรฌ un investimento che potrร offrire altri benefici economici a medio termine. Se non abbiamo ristrettezze di vedute, possiamo scoprire che la diversificazione di una produzione piรน innovativa e con minore impatto ambientale, puรฒ essere molto redditizia. Si tratta di aprire la strada a opportunitร differenti, che non implicano di fermare la creativitร umana e il suo sogno di progresso, ma piuttosto di incanalare tale energia in modo nuovo.
192. Per esempio, un percorso di sviluppo produttivo piรน creativo e meglio orientato potrebbe correggere la disparitร tra lโeccessivo investimento tecnologico per il consumo e quello scarso per risolvere i problemi urgenti dellโumanitร ; potrebbe generare forme intelligenti e redditizie di riutilizzo, di recupero funzionale e di riciclo; potrebbe migliorare lโefficienza energetica delle cittร ; e cosรฌ via. La diversificazione produttiva offre larghissime possibilitร allโintelligenza umana per creare e innovare, mentre protegge lโambiente e crea piรน opportunitร di lavoro. Questa sarebbe una creativitร capace di far fiorire nuovamente la nobiltร dellโessere umano, perchรฉ รจ piรน dignitoso usare lโintelligenza, con audacia e responsabilitร , per trovare forme di sviluppo sostenibile ed equo, nel quadro di una concezione piรน ampia della qualitร della vita. Viceversa, รจ meno dignitoso e creativo e piรน superficiale insistere nel creare forme di saccheggio della natura solo per offrire nuove possibilitร di consumo e di rendita immediata.
193. In ogni modo, se in alcuni casi lo sviluppo sostenibile comporterร nuove modalitร per crescere, in altri casi, di fronte alla crescita avida e irresponsabile che si รจ prodotta per molti decenni, occorre pensare pure a rallentare un poโ il passo, a porre alcuni limiti ragionevoli e anche a ritornare indietro prima che sia tardi. Sappiamo che รจ insostenibile il comportamento di coloro che consumano e distruggono sempre piรน, mentre altri ancora non riescono a vivere in conformitร alla propria dignitร umana. Per questo รจ arrivata lโora di accettare una certa decrescita in alcune parti del mondo procurando risorse perchรฉ si possa crescere in modo sano in altre parti. Diceva Benedetto XVI che ยซรจ necessario che le societร tecnologicamente avanzate siano disposte a favorire comportamenti caratterizzati dalla sobrietร , diminuendo il proprio consumo di energia e migliorando le condizioni del suo usoยป.[135]
194. Affinchรฉ sorgano nuovi modelli di progresso abbiamo bisogno di ยซcambiare il modello di sviluppo globaleยป, [136] la qual cosa implica riflettere responsabilmente ยซsul senso dellโeconomia e sulla sua finalitร , per correggere le sue disfunzioni e distorsioniยป.[137] Non basta conciliare, in una via di mezzo, la cura per la natura con la rendita finanziaria, o la conservazione dellโambiente con il progresso. Su questo tema le vie di mezzo sono solo un piccolo ritardo nel disastro. Semplicemente si tratta di ridefinire il progresso. Uno sviluppo tecnologico ed economico che non lascia un mondo migliore e una qualitร di vita integralmente superiore, non puรฒ considerarsi progresso. Dโaltra parte, molte volte la qualitร reale della vita delle persone diminuisce โ per il deteriorarsi dellโambiente, la bassa qualitร dei prodotti alimentari o lโesaurimento di alcune risorse โ nel contesto di una crescita dellโeconomia. In questo quadro, il discorso della crescita sostenibile diventa spesso un diversivo e un mezzo di giustificazione che assorbe valori del discorso ecologista allโinterno della logica della finanza e della tecnocrazia, e la responsabilitร sociale e ambientale delle imprese si riduce per lo piรน a una serie di azioni di marketing e di immagine.
195. Il principio della massimizzazione del profitto, che tende ad isolarsi da qualsiasi altra considerazione, รจ una distorsione concettuale dellโeconomia: se aumenta la produzione, interessa poco che si produca a spese delle risorse future o della salute dellโambiente; se il taglio di una foresta aumenta la produzione, nessuno misura in questo calcolo la perdita che implica desertificare un territorio, distruggere la biodiversitร o aumentare lโinquinamento. Vale a dire che le imprese ottengono profitti calcolando e pagando una parte infima dei costi. Si potrebbe considerare etico solo un comportamento in cui ยซi costi economici e sociali derivanti dallโuso delle risorse ambientali comuni siano riconosciuti in maniera trasparente e siano pienamente supportati da coloro che ne usufruiscono e non da altre popolazioni o dalle generazioni futureยป.[138] La razionalitร strumentale, che apporta solo unโanalisi statica della realtร in funzione delle necessitร del momento, รจ presente sia quando ad assegnare le risorse รจ il mercato, sia quando lo fa uno Stato pianificatore.
196. Qual รจ il posto della politica? Ricordiamo il principio di sussidiarietร , che conferisce libertร per lo sviluppo delle capacitร presenti a tutti i livelli, ma al tempo stesso esige piรน responsabilitร verso il bene comune da parte di chi detiene piรน potere. ร vero che oggi alcuni settori economici esercitano piรน potere degli Stati stessi. Ma non si puรฒ giustificare unโeconomia senza politica, che sarebbe incapace di propiziare unโaltra logica in grado di governare i vari aspetti della crisi attuale. La logica che non lascia spazio a una sincera preoccupazione per lโambiente รจ la stessa in cui non trova spazio la preoccupazione per integrare i piรน fragili, perchรฉ ยซnel vigente modello โdi successoโ e โprivatisticoโ, non sembra abbia senso investire affinchรฉ quelli che rimangono indietro, i deboli o i meno dotati possano farsi strada nella vitaยป.[139]
197. Abbiamo bisogno di una politica che pensi con una visione ampia, e che porti avanti un nuovo approccio integrale, includendo in un dialogo interdisciplinare i diversi aspetti della crisi. Molte volte la stessa politica รจ responsabile del proprio discredito, a causa della corruzione e della mancanza di buone politiche pubbliche. Se lo Stato non adempie il proprio ruolo in una regione, alcuni gruppi economici possono apparire come benefattori e detenere il potere reale, sentendosi autorizzati a non osservare certe norme, fino a dar luogo a diverse forme di criminalitร organizzata, tratta delle persone, narcotraffico e violenza molto difficili da sradicare. Se la politica non รจ capace di rompere una logica perversa, e inoltre resta inglobata in discorsi inconsistenti, continueremo a non affrontare i grandi problemi dellโumanitร . Una strategia di cambiamento reale esige di ripensare la totalitร dei processi, poichรฉ non basta inserire considerazioni ecologiche superficiali mentre non si mette in discussione la logica soggiacente alla cultura attuale. Una politica sana dovrebbe essere capace di assumere questa sfida.
198. La politica e lโeconomia tendono a incolparsi reciprocamente per quanto riguarda la povertร e il degrado ambientale. Ma quello che ci si attende รจ che riconoscano i propri errori e trovino forme di interazione orientate al bene comune. Mentre gli uni si affannano solo per lโutile economico e gli altri sono ossessionati solo dal conservare o accrescere il potere, quello che ci resta sono guerre o accordi ambigui dove ciรฒ che meno interessa alle due parti รจ preservare lโambiente e avere cura dei piรน deboli. Anche qui vale il principio che ยซlโunitร รจ superiore al conflittoยป.[140]
V. LE RELIGIONI NEL DIALOGO CON LE SCIENZE
199. Non si puรฒ sostenere che le scienze empiriche spieghino completamente la vita, lโintima essenza di tutte le creature e lโinsieme della realtร . Questo vorrebbe dire superare indebitamente i loro limitati confini metodologici. Se si riflette con questo quadro ristretto, spariscono la sensibilitร estetica, la poesia, e persino la capacitร della ragione di cogliere il senso e la finalitร delle cose.[141] Desidero ricordare che ยซi testi religiosi classici possono offrire un significato destinato a tutte le epoche, posseggono una forza motivante che apre sempre nuovi orizzonti [โฆ]. ร ragionevole e intelligente relegarli nellโoscuritร solo perchรฉ sono nati nel contesto di una credenza religiosa?ยป.[142] In realtร , รจ semplicistico pensare che i principi etici possano presentarsi in modo puramente astratto, slegati da ogni contesto, e il fatto che appaiano con un linguaggio religioso non toglie loro alcun valore nel dibattito pubblico. I principi etici che la ragione รจ capace di percepire possono riapparire sempre sotto diverse vesti e venire espressi con linguaggi differenti, anche religiosi.
200. Dโaltra parte, qualunque soluzione tecnica che le scienze pretendano di apportare sarร impotente a risolvere i gravi problemi del mondo se lโumanitร perde la sua rotta, se si dimenticano le grandi motivazioni che rendono possibile il vivere insieme, il sacrificio, la bontร . In ogni caso, occorrerร fare appello ai credenti affinchรฉ siano coerenti con la propria fede e non la contraddicano con le loro azioni, bisognerร insistere perchรฉ si aprano nuovamente alla grazia di Dio e attingano in profonditร dalle proprie convinzioni sullโamore, sulla giustizia e sulla pace. Se una cattiva comprensione dei nostri principi ci ha portato a volte a giustificare lโabuso della natura o il dominio dispotico dellโessere umano sul creato, o le guerre, lโingiustizia e la violenza, come credenti possiamo riconoscere che in tal modo siamo stati infedeli al tesoro di sapienza che avremmo dovuto custodire. Molte volte i limiti culturali di diverse epoche hanno condizionato tale consapevolezza del proprio patrimonio etico e spirituale, ma รจ precisamente il ritorno alle loro rispettive fonti che permette alle religioni di rispondere meglio alle necessitร attuali.
201. La maggior parte degli abitanti del pianeta si dichiarano credenti, e questo dovrebbe spingere le religioni ad entrare in un dialogo tra loro orientato alla cura della natura, alla difesa dei poveri, alla costruzione di una rete di rispetto e di fraternitร . ร indispensabile anche un dialogo tra le stesse scienze, dato che ognuna รจ solita chiudersi nei limiti del proprio linguaggio, e la specializzazione tende a diventare isolamento e assolutizzazione del proprio sapere. Questo impedisce di affrontare in modo adeguato i problemi dellโambiente. Ugualmente si rende necessario un dialogo aperto e rispettoso tra i diversi movimenti ecologisti, fra i quali non mancano le lotte ideologiche. La gravitร della crisi ecologica esige da noi tutti di pensare al bene comune e di andare avanti sulla via del dialogo che richiede pazienza, ascesi e generositร , ricordando sempre che ยซla realtร รจ superiore allโideaยป.[143]
EDUCAZIONE E SPIRITUALITร ECOLOGICA
202. Molte cose devono riorientare la propria rotta, ma prima di tutto รจ lโumanitร che ha bisogno di cambiare. Manca la coscienza di unโorigine comune, di una mutua appartenenza e di un futuro condiviso da tutti. Questa consapevolezza di base permetterebbe lo sviluppo di nuove convinzioni, nuovi atteggiamenti e stili di vita. Emerge cosรฌ una grande sfida culturale, spirituale e educativa che implicherร lunghi processi di rigenerazione.
I. PUNTARE SU UN ALTRO STILE DI VITA
203. Dal momento che il mercato tende a creare un meccanismo consumistico compulsivo per piazzare i suoi prodotti, le persone finiscono con lโessere travolte dal vortice degli acquisti e delle spese superflue. Il consumismo ossessivo รจ il riflesso soggettivo del paradigma tecno-economico. Accade ciรฒ che giร segnalava Romano Guardini: lโessere umano ยซaccetta gli oggetti ordinari e le forme consuete della vita cosรฌ come gli sono imposte dai piani razionali e dalle macchine normalizzate e, nel complesso, lo fa con lโimpressione che tutto questo sia ragionevole e giustoยป.[144] Tale paradigma fa credere a tutti che sono liberi finchรฉ conservano una pretesa libertร di consumare, quando in realtร coloro che possiedono la libertร sono quelli che fanno parte della minoranza che detiene il potere economico e finanziario. In questa confusione, lโumanitร postmoderna non ha trovato una nuova comprensione di sรฉ stessa che possa orientarla, e questa mancanza di identitร si vive con angoscia. Abbiamo troppi mezzi per scarsi e rachitici fini.
204. La situazione attuale del mondo ยซprovoca un senso di precarietร e di insicurezza, che a sua volta favorisce forme di egoismo collettivoยป.[145] Quando le persone diventano autoreferenziali e si isolano nella loro coscienza, accrescono la propria aviditร . Piรน il cuore della persona รจ vuoto, piรน ha bisogno di oggetti da comprare, possedere e consumare. In tale contesto non sembra possibile che qualcuno accetti che la realtร gli ponga un limite. In questo orizzonte non esiste nemmeno un vero bene comune. Se tale รจ il tipo di soggetto che tende a predominare in una societร , le norme saranno rispettate solo nella misura in cui non contraddicano le proprie necessitร . Perciรฒ non pensiamo solo alla possibilitร di terribili fenomeni climatici o grandi disastri naturali, ma anche a catastrofi derivate da crisi sociali, perchรฉ lโossessione per uno stile di vita consumistico, soprattutto quando solo pochi possono sostenerlo, potrร provocare soltanto violenza e distruzione reciproca.
205. Eppure, non tutto รจ perduto, perchรฉ gli esseri umani, capaci di degradarsi fino allโestremo, possono anche superarsi, ritornare a scegliere il bene e rigenerarsi, al di lร di qualsiasi condizionamento psicologico e sociale che venga loro imposto. Sono capaci di guardare a sรฉ stessi con onestร , di far emergere il proprio disgusto e di intraprendere nuove strade verso la vera libertร . Non esistono sistemi che annullino completamente lโapertura al bene, alla veritร e alla bellezza, nรฉ la capacitร di reagire, che Dio continua ad incoraggiare dal profondo dei nostri cuori. Ad ogni persona di questo mondo chiedo di non dimenticare questa sua dignitร che nessuno ha diritto di toglierle.
206. Un cambiamento negli stili di vita potrebbe arrivare ad esercitare una sana pressione su coloro che detengono il potere politico, economico e sociale. ร ciรฒ che accade quando i movimenti dei consumatori riescono a far sรฌ che si smetta di acquistare certi prodotti e cosรฌ diventano efficaci per modificare il comportamento delle imprese, forzandole a considerare lโimpatto ambientale e i modelli di produzione. ร un fatto che, quando le abitudini sociali intaccano i profitti delle imprese, queste si vedono spinte a produrre in un altro modo. Questo ci ricorda la responsabilitร sociale dei consumatori. ยซAcquistare รจ sempre un atto morale, oltre che economicoยป.[146] Per questo oggi ยซil tema del degrado ambientale chiama in causa i comportamenti di ognuno di noiยป.[147]
207. La Carta della Terra ci chiamava tutti a lasciarci alle spalle una fase di autodistruzione e a cominciare di nuovo, ma non abbiamo ancora sviluppato una coscienza universale che lo renda possibile. Per questo oso proporre nuovamente quella preziosa sfida: ยซCome mai prima dโora nella storia, il destino comune ci obbliga a cercare un nuovo inizio [โฆ]. Possa la nostra epoca essere ricordata per il risveglio di una nuova riverenza per la vita, per la risolutezza nel raggiungere la sostenibilitร , per lโaccelerazione della lotta per la giustizia e la pace, e per la gioiosa celebrazione della vitaยป.[148]
208. Eโ sempre possibile sviluppare una nuova capacitร di uscire da sรฉ stessi verso lโaltro. Senza di essa non si riconoscono le altre creature nel loro valore proprio, non interessa prendersi cura di qualcosa a vantaggio degli altri, manca la capacitร di porsi dei limiti per evitare la sofferenza o il degrado di ciรฒ che ci circonda. Lโatteggiamento fondamentale di auto-trascendersi, infrangendo la coscienza isolata e lโautoreferenzialitร , รจ la radice che rende possibile ogni cura per gli altri e per lโambiente, e fa scaturire la reazione morale di considerare lโimpatto provocato da ogni azione e da ogni decisione personale al di fuori di sรฉ. Quando siamo capaci di superare lโindividualismo, si puรฒ effettivamente produrre uno stile di vita alternativo e diventa possibile un cambiamento rilevante nella societร .
II. EDUCARE ALLโALLEANZA TRA LโUMANITร E LโAMBIENTE
209. La coscienza della gravitร della crisi culturale ed ecologica deve tradursi in nuove abitudini. Molti sanno che il progresso attuale e il semplice accumulo di oggetti o piaceri non bastano per dare senso e gioia al cuore umano, ma non si sentono capaci di rinunciare a quanto il mercato offre loro. Nei Paesi che dovrebbero produrre i maggiori cambiamenti di abitudini di consumo, i giovani hanno una nuova sensibilitร ecologica e uno spirito generoso, e alcuni di loro lottano in modo ammirevole per la difesa dellโambiente, ma sono cresciuti in un contesto di altissimo consumo e di benessere che rende difficile la maturazione di altre abitudini. Per questo ci troviamo davanti ad una sfida educativa.
210. Lโeducazione ambientale รจ andata allargando i suoi obiettivi. Se allโinizio era molto centrata sullโinformazione scientifica e sulla presa di coscienza e prevenzione dei rischi ambientali, ora tende a includere una critica dei โmitiโ della modernitร basati sulla ragione strumentale (individualismo, progresso indefinito, concorrenza, consumismo, mercato senza regole) e anche a recuperare i diversi livelli dellโequilibrio ecologico: quello interiore con sรฉ stessi, quello solidale con gli altri, quello naturale con tutti gli esseri viventi, quello spirituale con Dio. Lโeducazione ambientale dovrebbe disporci a fare quel salto verso il Mistero, da cui unโetica ecologica trae il suo senso piรน profondo. Dโaltra parte ci sono educatori capaci di reimpostare gli itinerari pedagogici di unโetica ecologica, in modo che aiutino effettivamente a crescere nella solidarietร , nella responsabilitร e nella cura basata sulla compassione.
211. Tuttavia, questa educazione, chiamata a creare una โcittadinanza ecologicaโ, a volte si limita a informare e non riesce a far maturare delle abitudini. Lโesistenza di leggi e norme non รจ sufficiente a lungo termine per limitare i cattivi comportamenti, anche quando esista un valido controllo. Affinchรฉ la norma giuridica produca effetti rilevanti e duraturi รจ necessario che la maggior parte dei membri della societร lโabbia accettata a partire da motivazioni adeguate, e reagisca secondo una trasformazione personale. Solamente partendo dal coltivare solide virtรน รจ possibile la donazione di sรฉ in un impegno ecologico. Se una persona, benchรฉ le proprie condizioni economiche le permettano di consumare e spendere di piรน, abitualmente si copre un poโ invece di accendere il riscaldamento, ciรฒ suppone che abbia acquisito convinzioni e modi di sentire favorevoli alla cura dellโambiente. ร molto nobile assumere il compito di avere cura del creato con piccole azioni quotidiane, ed รจ meraviglioso che lโeducazione sia capace di motivarle fino a dar forma ad uno stile di vita. Lโeducazione alla responsabilitร ambientale puรฒ incoraggiare vari comportamenti che hanno unโincidenza diretta e importante nella cura per lโambiente, come evitare lโuso di materiale plastico o di carta, ridurre il consumo di acqua, differenziare i rifiuti, cucinare solo quanto ragionevolmente si potrร mangiare, trattare con cura gli altri esseri viventi, utilizzare il trasporto pubblico o condividere un medesimo veicolo tra varie persone, piantare alberi, spegnere le luci inutili, e cosรฌ via. Tutto ciรฒ fa parte di una creativitร generosa e dignitosa, che mostra il meglio dellโessere umano. Riutilizzare qualcosa invece di disfarsene rapidamente, partendo da motivazioni profonde, puรฒ essere un atto di amore che esprime la nostra dignitร .
212. Non bisogna pensare che questi sforzi non cambieranno il mondo. Tali azioni diffondono un bene nella societร che sempre produce frutti al di lร di quanto si possa constatare, perchรฉ provocano in seno a questa terra un bene che tende sempre a diffondersi, a volte invisibilmente. Inoltre, lโesercizio di questi comportamenti ci restituisce il senso della nostra dignitร , ci conduce ad una maggiore profonditร esistenziale, ci permette di sperimentare che vale la pena passare per questo mondo.
213. Gli ambiti educativi sono vari: la scuola, la famiglia, i mezzi di comunicazione, la catechesi, e altri. Una buona educazione scolastica nellโinfanzia e nellโadolescenza pone semi che possono produrre effetti lungo tutta la vita. Ma desidero sottolineare lโimportanza centrale della famiglia, perchรฉ ยซรจ il luogo in cui la vita, dono di Dio, puรฒ essere adeguatamente accolta e protetta contro i molteplici attacchi a cui รจ esposta, e puรฒ svilupparsi secondo le esigenze di unโautentica crescita umana. Contro la cosiddetta cultura della morte, la famiglia costituisce la sede della cultura della vitaยป.[149] Nella famiglia si coltivano le prime abitudini di amore e cura per la vita, come per esempio lโuso corretto delle cose, lโordine e la pulizia, il rispetto per lโecosistema locale e la protezione di tutte le creature. La famiglia รจ il luogo della formazione integrale, dove si dispiegano i diversi aspetti, intimamente relazionati tra loro, della maturazione personale. Nella famiglia si impara a chiedere permesso senza prepotenza, a dire โgrazieโ come espressione di sentito apprezzamento per le cose che riceviamo, a dominare lโaggressivitร o lโaviditร , e a chiedere scusa quando facciamo qualcosa di male. Questi piccoli gesti di sincera cortesia aiutano a costruire una cultura della vita condivisa e del rispetto per quanto ci circonda.
214. Alla politica e alle varie associazioni compete uno sforzo di formazione delle coscienze. Compete anche alla Chiesa. Tutte le comunitร cristiane hanno un ruolo importante da compiere in questa educazione. Spero altresรฌ che nei nostri seminari e nelle case religiose di formazione si educhi ad una austeritร responsabile, alla contemplazione riconoscente del mondo, alla cura per la fragilitร dei poveri e dellโambiente. Poichรฉ grande รจ la posta in gioco, cosรฌ come occorrono istituzioni dotate di potere per sanzionare gli attacchi allโambiente, altrettanto abbiamo bisogno di controllarci e di educarci lโun lโaltro.
215. In questo contesto, ยซnon va trascurata [โฆ] la relazione che cโรจ tra unโadeguata educazione estetica e il mantenimento di un ambiente sanoยป.[150] Prestare attenzione alla bellezza e amarla ci aiuta ad uscire dal pragmatismo utilitaristico. Quando non si impara a fermarsi ad ammirare ed apprezzare il bello, non รจ strano che ogni cosa si trasformi in oggetto di uso e abuso senza scrupoli. Allo stesso tempo, se si vuole raggiungere dei cambiamenti profondi, bisogna tener presente che i modelli di pensiero influiscono realmente sui comportamenti. Lโeducazione sarร inefficace e i suoi sforzi saranno sterili se non si preoccupa anche di diffondere un nuovo modello riguardo allโessere umano, alla vita, alla societร e alla relazione con la natura. Altrimenti continuerร ad andare avanti il modello consumistico trasmesso dai mezzi di comunicazione e attraverso gli efficaci meccanismi del mercato.
216. La grande ricchezza della spiritualitร cristiana, generata da venti secoli di esperienze personali e comunitarie, costituisce un magnifico contributo da offrire allo sforzo di rinnovare lโumanitร . Desidero proporre ai cristiani alcune linee di spiritualitร ecologica che nascono dalle convinzioni della nostra fede, perchรฉ ciรฒ che il Vangelo ci insegna ha conseguenze sul nostro modo di pensare, di sentire e di vivere. Non si tratta tanto di parlare di idee, quanto soprattutto delle motivazioni che derivano dalla spiritualitร al fine di alimentare una passione per la cura del mondo. Infatti non sarร possibile impegnarsi in cose grandi soltanto con delle dottrine, senza una mistica che ci animi, senza ยซqualche movente interiore che dร impulso, motiva, incoraggia e dร senso allโazione personale e comunitariaยป.[151] Dobbiamo riconoscere che non sempre noi cristiani abbiamo raccolto e fatto fruttare le ricchezze che Dio ha dato alla Chiesa, dove la spiritualitร non รจ disgiunta dal proprio corpo, nรฉ dalla natura o dalle realtร di questo mondo, ma piuttosto vive con esse e in esse, in comunione con tutto ciรฒ che ci circonda.
217. Se ยซi deserti esteriori si moltiplicano nel mondo, perchรฉ i deserti interiori sono diventati cosรฌ ampiยป,[152] la crisi ecologica รจ un appello a una profonda conversione interiore. Tuttavia dobbiamo anche riconoscere che alcuni cristiani impegnati e dediti alla preghiera, con il pretesto del realismo e della pragmaticitร , spesso si fanno beffe delle preoccupazioni per lโambiente. Altri sono passivi, non si decidono a cambiare le proprie abitudini e diventano incoerenti. Manca loro dunque una conversione ecologica, che comporta il lasciar emergere tutte le conseguenze dellโincontro con Gesรน nelle relazioni con il mondo che li circonda. Vivere la vocazione di essere custodi dellโopera di Dio รจ parte essenziale di unโesistenza virtuosa, non costituisce qualcosa di opzionale e nemmeno un aspetto secondario dellโesperienza cristiana.
218. Ricordiamo il modello di san Francesco dโAssisi, per proporre una sana relazione col creato come una dimensione della conversione integrale della persona. Questo esige anche di riconoscere i propri errori, peccati, vizi o negligenze, e pentirsi di cuore, cambiare dal di dentro. I Vescovi dellโAustralia hanno saputo esprimere la conversione in termini di riconciliazione con il creato: ยซPer realizzare questa riconciliazione dobbiamo esaminare le nostre vite e riconoscere in che modo offendiamo la creazione di Dio con le nostre azioni e con la nostra incapacitร di agire. Dobbiamo fare lโesperienza di una conversione, di una trasformazione del cuoreยป.[153]
219. Tuttavia, non basta che ognuno sia migliore per risolvere una situazione tanto complessa come quella che affronta il mondo attuale. I singoli individui possono perdere la capacitร e la libertร di vincere la logica della ragione strumentale e finiscono per soccombere a un consumismo senza etica e senza senso sociale e ambientale. Ai problemi sociali si risponde con reti comunitarie, non con la mera somma di beni individuali: ยซLe esigenze di questโopera saranno cosรฌ immense che le possibilitร delle iniziative individuali e la cooperazione dei singoli, individualisticamente formati, non saranno in grado di rispondervi. Sarร necessaria una unione di forze e una unitร di contribuzioniยป.[154] La conversione ecologica che si richiede per creare un dinamismo di cambiamento duraturo รจ anche una conversione comunitaria.
220. Tale conversione comporta vari atteggiamenti che si coniugano per attivare una cura generosa e piena di tenerezza. In primo luogo implica gratitudine e gratuitร , vale a dire un riconoscimento del mondo come dono ricevuto dallโamore del Padre, che provoca come conseguenza disposizioni gratuite di rinuncia e gesti generosi anche se nessuno li vede o li riconosce: ยซNon sappia la tua sinistra ciรฒ che fa la tua destra [โฆ] e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserร ยป (Mt 6,3-4). Implica pure lโamorevole consapevolezza di non essere separati dalle altre creature, ma di formare con gli altri esseri dellโuniverso una stupenda comunione universale. Per il credente, il mondo non si contempla dal di fuori ma dal di dentro, riconoscendo i legami con i quali il Padre ci ha unito a tutti gli esseri. Inoltre, facendo crescere le capacitร peculiari che Dio ha dato a ciascun credente, la conversione ecologica lo conduce a sviluppare la sua creativitร e il suo entusiasmo, al fine di risolvere i drammi del mondo, offrendosi a Dio ยซcome sacrificio vivente, santo e graditoยป (Rm 12,1). Non interpreta la propria superioritร come motivo di gloria personale o di dominio irresponsabile, ma come una diversa capacitร che a sua volta gli impone una grave responsabilitร che deriva dalla sua fede.
221. Diverse convinzioni della nostra fede, sviluppate allโinizio di questa Enciclica, aiutano ad arricchire il senso di tale conversione, come la consapevolezza che ogni creatura riflette qualcosa di Dio e ha un messaggio da trasmetterci, o la certezza che Cristo ha assunto in sรฉ questo mondo materiale e ora, risorto, dimora nellโintimo di ogni essere, circondandolo con il suo affetto e penetrandolo con la sua luce. Come pure il riconoscere che Dio ha creato il mondo inscrivendo in esso un ordine e un dinamismo che lโessere umano non ha il diritto di ignorare. Quando leggiamo nel Vangelo che Gesรน parla degli uccelli e dice che ยซnemmeno uno di essi รจ dimenticato davanti a Dioยป (Lc 12,6), saremo capaci di maltrattarli e far loro del male? Invito tutti i cristiani a esplicitare questa dimensione della propria conversione, permettendo che la forza e la luce della grazia ricevuta si estendano anche alla relazione con le altre creature e con il mondo che li circonda, e susciti quella sublime fratellanza con tutto il creato che san Francesco dโAssisi visse in maniera cosรฌ luminosa.
222. La spiritualitร cristiana propone un modo alternativo di intendere la qualitร della vita, e incoraggia uno stile di vita profetico e contemplativo, capace di gioire profondamente senza essere ossessionati dal consumo. ร importante accogliere un antico insegnamento, presente in diverse tradizioni religiose, e anche nella Bibbia. Si tratta della convinzione che โmeno รจ di piรนโ. Infatti il costante cumulo di possibilitร di consumare distrae il cuore e impedisce di apprezzare ogni cosa e ogni momento. Al contrario, rendersi presenti serenamente davanti ad ogni realtร , per quanto piccola possa essere, ci apre molte piรน possibilitร di comprensione e di realizzazione personale. La spiritualitร cristiana propone una crescita nella sobrietร e una capacitร di godere con poco. ร un ritorno alla semplicitร che ci permette di fermarci a gustare le piccole cose, di ringraziare delle possibilitร che offre la vita senza attaccarci a ciรฒ che abbiamo nรฉ rattristarci per ciรฒ che non possediamo. Questo richiede di evitare la dinamica del dominio e della mera accumulazione di piaceri.
223. La sobrietร , vissuta con libertร e consapevolezza, รจ liberante. Non รจ meno vita, non รจ bassa intensitร , ma tutto il contrario. Infatti quelli che gustano di piรน e vivono meglio ogni momento sono coloro che smettono di beccare qua e lร , cercando sempre quello che non hanno, e sperimentano ciรฒ che significa apprezzare ogni persona e ad ogni cosa, imparano a familiarizzare con le realtร piรน semplici e ne sanno godere. In questo modo riescono a ridurre i bisogni insoddisfatti e diminuiscono la stanchezza e lโansia. Si puรฒ aver bisogno di poco e vivere molto, soprattutto quando si รจ capaci di dare spazio ad altri piaceri e si trova soddisfazione negli incontri fraterni, nel servizio, nel mettere a frutto i propri carismi, nella musica e nellโarte, nel contatto con la natura, nella preghiera. La felicitร richiede di saper limitare alcune necessitร che ci stordiscono, restando cosรฌ disponibili per le molteplici possibilitร che offre la vita.
224. La sobrietร e lโumiltร non hanno goduto nellโultimo secolo di una positiva considerazione. Quando perรฒ si indebolisce in modo generalizzato lโesercizio di qualche virtรน nella vita personale e sociale, ciรฒ finisce col provocare molteplici squilibri, anche ambientali. Per questo non basta piรน parlare solo dellโintegritร degli ecosistemi. Bisogna avere il coraggio di parlare dellโintegritร della vita umana, della necessitร di promuovere e di coniugare tutti i grandi valori. La scomparsa dellโumiltร , in un essere umano eccessivamente entusiasmato dalla possibilitร di dominare tutto senza alcun limite, puรฒ solo finire col nuocere alla societร e allโambiente. Non รจ facile maturare questa sana umiltร e una felice sobrietร se diventiamo autonomi, se escludiamo dalla nostra vita Dio e il nostro io ne occupa il posto, se crediamo che sia la nostra soggettivitร a determinare ciรฒ che รจ bene e ciรฒ che รจ male.
225. Dโaltra parte, nessuna persona puรฒ maturare in una felice sobrietร se non รจ in pace con sรฉ stessa. E parte di unโadeguata comprensione della spiritualitร consiste nellโallargare la nostra comprensione della pace, che รจ molto piรน dellโassenza di guerra. La pace interiore delle persone รจ molto legata alla cura dellโecologia e al bene comune, perchรฉ, autenticamente vissuta, si riflette in uno stile di vita equilibrato unito a una capacitร di stupore che conduce alla profonditร della vita. La natura รจ piena di parole dโamore, ma come potremo ascoltarle in mezzo al rumore costante, alla distrazione permanente e ansiosa, o al culto dellโapparire? Molte persone sperimentano un profondo squilibrio che le spinge a fare le cose a tutta velocitร per sentirsi occupate, in una fretta costante che a sua volta le porta a travolgere tutto ciรฒ che hanno intorno a sรฉ. Questo incide sul modo in cui si tratta lโambiente. Unโecologia integrale richiede di dedicare un poโ di tempo per recuperare la serena armonia con il creato, per riflettere sul nostro stile di vita e i nostri ideali, per contemplare il Creatore, che vive tra di noi e in ciรฒ che ci circonda, e la cui presenza ยซnon deve essere costruita, ma scoperta e svelataยป.[155]
226. Stiamo parlando di un atteggiamento del cuore, che vive tutto con serena attenzione, che sa rimanere pienamente presente davanti a qualcuno senza stare a pensare a ciรฒ che viene dopo, che si consegna ad ogni momento come dono divino da vivere in pienezza. Gesรน ci insegnava questo atteggiamento quando ci invitava a guardare i gigli del campo e gli uccelli del cielo, o quando, alla presenza di un uomo in ricerca, ยซfissรฒ lo sguardo su di luiยป e ยซlo amรฒยป (Mc 10,21). Lui sรฌ che sapeva stare pienamente presente davanti ad ogni essere umano e davanti ad ogni creatura, e cosรฌ ci ha mostrato una via per superare lโansietร malata che ci rende superficiali, aggressivi e consumisti sfrenati.
227. Unโespressione di questo atteggiamento รจ fermarsi a ringraziare Dio prima e dopo i pasti. Propongo ai credenti che riprendano questa preziosa abitudine e la vivano con profonditร . Tale momento della benedizione, anche se molto breve, ci ricorda il nostro dipendere da Dio per la vita, fortifica il nostro senso di gratitudine per i doni della creazione, รจ riconoscente verso quelli che con il loro lavoro forniscono questi beni, e rafforza la solidarietร con i piรน bisognosi.
228. La cura per la natura รจ parte di uno stile di vita che implica capacitร di vivere insieme e di comunione. Gesรน ci ha ricordato che abbiamo Dio come nostro Padre comune e che questo ci rende fratelli. Lโamore fraterno puรฒ solo essere gratuito, non puรฒ mai essere un compenso per ciรฒ che un altro realizza, nรฉ un anticipo per quanto speriamo che faccia. Per questo รจ possibile amare i nemici. Questa stessa gratuitร ci porta ad amare e accettare il vento, il sole o le nubi, benchรฉ non si sottomettano al nostro controllo. Per questo possiamo parlare di una fraternitร universale.
229. Occorre sentire nuovamente che abbiamo bisogno gli uni degli altri, che abbiamo una responsabilitร verso gli altri e verso il mondo, che vale la pena di essere buoni e onesti. Giร troppo a lungo siamo stati nel degrado morale, prendendoci gioco dellโetica, della bontร , della fede, dellโonestร , ed รจ arrivato il momento di riconoscere che questa allegra superficialitร ci รจ servita a poco. Tale distruzione di ogni fondamento della vita sociale finisce col metterci lโuno contro lโaltro per difendere i propri interessi, provoca il sorgere di nuove forme di violenza e crudeltร e impedisce lo sviluppo di una vera cultura della cura dellโambiente.
230. Lโesempio di santa Teresa di Lisieux ci invita alla pratica della piccola via dellโamore, a non perdere lโopportunitร di una parola gentile, di un sorriso, di qualsiasi piccolo gesto che semini pace e amicizia. Unโecologia integrale รจ fatta anche di semplici gesti quotidiani nei quali spezziamo la logica della violenza, dello sfruttamento, dellโegoismo. Viceversa, il mondo del consumo esasperato รจ al tempo stesso il mondo del maltrattamento della vita in ogni sua forma.
231. Lโamore, pieno di piccoli gesti di cura reciproca, รจ anche civile e politico, e si manifesta in tutte le azioni che cercano di costruire un mondo migliore. Lโamore per la societร e lโimpegno per il bene comune sono una forma eminente di caritร , che riguarda non solo le relazioni tra gli individui, ma anche ยซmacro-relazioni, rapporti sociali, economici, politiciยป.[156] Per questo la Chiesa ha proposto al mondo lโideale di una ยซciviltร dellโamoreยป.[157] Lโamore sociale รจ la chiave di un autentico sviluppo: ยซPer rendere la societร piรน umana, piรน degna della persona, occorre rivalutare lโamore nella vita sociale โ a livello, politico, economico, culturale โ facendone la norma costante e suprema dellโagireยป.[158] In questo quadro, insieme allโimportanza dei piccoli gesti quotidiani, lโamore sociale ci spinge a pensare a grandi strategie che arrestino efficacemente il degrado ambientale e incoraggino una cultura della cura che impregni tutta la societร . Quando qualcuno riconosce la vocazione di Dio a intervenire insieme con gli altri in queste dinamiche sociali, deve ricordare che ciรฒ fa parte della sua spiritualitร , che รจ esercizio della caritร , e che in tal modo matura e si santifica.
232. Non tutti sono chiamati a lavorare in maniera diretta nella politica, ma in seno alla societร fiorisce una innumerevole varietร di associazioni che intervengono a favore del bene comune, difendendo lโambiente naturale e urbano. Per esempio, si preoccupano di un luogo pubblico (un edificio, una fontana, un monumento abbandonato, un paesaggio, una piazza), per proteggere, risanare, migliorare o abbellire qualcosa che รจ di tutti. Intorno a loro si sviluppano o si recuperano legami e sorge un nuovo tessuto sociale locale. Cosรฌ una comunitร si libera dallโindifferenza consumistica. Questo vuol dire anche coltivare unโidentitร comune, una storia che si conserva e si trasmette. In tal modo ci si prende cura del mondo e della qualitร della vita dei piรน poveri, con un senso di solidarietร che รจ allo stesso tempo consapevolezza di abitare una casa comune che Dio ci ha affidato. Queste azioni comunitarie, quando esprimono un amore che si dona, possono trasformarsi in intense esperienze spirituali.
VI. I SEGNI SACRAMENTALI E IL RIPOSO CELEBRATIVO
233. Lโuniverso si sviluppa in Dio, che lo riempie tutto. Quindi cโรจ un mistero da contemplare in una foglia, in un sentiero, nella rugiada, nel volto di un povero.[159] Lโideale non รจ solo passare dallโesterioritร allโinterioritร per scoprire lโazione di Dio nellโanima, ma anche arrivare a incontrarlo in tutte le cose, come insegnava san Bonaventura: ยซLa contemplazione รจ tanto piรน elevata quanto piรน lโuomo sente in sรฉ lโeffetto della grazia divina o quanto piรน sa riconoscere Dio nelle altre creatureยป.[160]
234. San Giovanni della Croce insegnava che tutto quanto cโรจ di buono nelle cose e nelle esperienze del mondo ยซsi trova eminentemente in Dio in maniera infinita o, per dire meglio, Egli รจ ognuna di queste grandezze che si predicanoยป.[161] Non รจ perchรฉ le cose limitate del mondo siano realmente divine, ma perchรฉ il mistico sperimenta lโintimo legame che cโรจ tra Dio e tutti gli esseri, e cosรฌ ยซsente che Dio รจ per lui tutte le coseยป.[162] Se ammira la grandezza di una montagna, non puรฒ separare questo da Dio, e percepisce che tale ammirazione interiore che egli vive deve depositarsi nel Signore: ยซLe montagne hanno delle cime, sono alte, imponenti, belle, graziose, fiorite e odorose. Come quelle montagne รจ lโAmato per me. Le valli solitarie sono quiete, amene, fresche, ombrose, ricche di dolci acque. Per la varietร dei loro alberi e per il soave canto degli uccelli ricreano e dilettano grandemente il senso e nella loro solitudine e nel loro silenzio offrono refrigerio e riposo: queste valli รจ il mio Amato per meยป.[163]
235. I Sacramenti sono un modo privilegiato in cui la natura viene assunta da Dio e trasformata in mediazione della vita soprannaturale. Attraverso il culto siamo invitati ad abbracciare il mondo su un piano diverso. Lโacqua, lโolio, il fuoco e i colori sono assunti con tutta la loro forza simbolica e si incorporano nella lode. La mano che benedice รจ strumento dellโamore di Dio e riflesso della vicinanza di Cristo che รจ venuto ad accompagnarci nel cammino della vita. Lโacqua che si versa sul corpo del bambino che viene battezzato รจ segno di vita nuova. Non fuggiamo dal mondo nรฉ neghiamo la natura quando vogliamo incontrarci con Dio. Questo si puรฒ percepire specialmente nella spiritualitร dellโOriente cristiano: ยซLa bellezza, che in Oriente รจ uno dei nomi con cui piรน frequentemente si suole esprimere la divina armonia e il modello dellโumanitร trasfigurata, si mostra dovunque: nelle forme del tempio, nei suoni, nei colori, nelle luci e nei profumiยป.[164] Per lโesperienza cristiana, tutte le creature dellโuniverso materiale trovano il loro vero senso nel Verbo incarnato, perchรฉ il Figlio di Dio ha incorporato nella sua persona parte dellโuniverso materiale, dove ha introdotto un germe di trasformazione definitiva: ยซIl Cristianesimo non rifiuta la materia, la corporeitร ; al contrario, la valorizza pienamente nellโatto liturgico, nel quale il corpo umano mostra la propria natura intima di tempio dello Spirito e arriva a unirsi al Signore Gesรน, anche Lui fatto corpo per la salvezza del mondoยป.[165]
236. NellโEucaristia il creato trova la sua maggiore elevazione. La grazia, che tende a manifestarsi in modo sensibile, raggiunge unโespressione meravigliosa quando Dio stesso, fatto uomo, arriva a farsi mangiare dalla sua creatura. Il Signore, al culmine del mistero dellโIncarnazione, volle raggiungere la nostra intimitร attraverso un frammento di materia. Non dallโalto, ma da dentro, affinchรฉ nel nostro stesso mondo potessimo incontrare Lui. NellโEucaristia รจ giร realizzata la pienezza, ed รจ il centro vitale dellโuniverso, il centro traboccante di amore e di vita inesauribile. Unito al Figlio incarnato, presente nellโEucaristia, tutto il cosmo rende grazie a Dio. In effetti lโEucaristia รจ di per sรฉ un atto di amore cosmico: ยซSรฌ, cosmico! Perchรฉ anche quando viene celebrata sul piccolo altare di una chiesa di campagna, lโEucaristia รจ sempre celebrata, in certo senso, sullโaltare del mondoยป.[166] LโEucaristia unisce il cielo e la terra, abbraccia e penetra tutto il creato. Il mondo, che รจ uscito dalle mani di Dio, ritorna a Lui in gioiosa e piena adorazione: nel Pane eucaristico ยซla creazione รจ protesa verso la divinizzazione, verso le sante nozze, verso lโunificazione con il Creatore stessoยป.[167] Perciรฒ lโEucaristia รจ anche fonte di luce e di motivazione per le nostre preoccupazioni per lโambiente, e ci orienta ad essere custodi di tutto il creato.
237. La domenica, la partecipazione allโEucaristia ha unโimportanza particolare. Questo giorno, cosรฌ come il sabato ebraico, si offre quale giorno del risanamento delle relazioni dellโessere umano con Dio, con sรฉ stessi, con gli altri e con il mondo. La domenica รจ il giorno della Risurrezione, il โprimo giornoโ della nuova creazione, la cui primizia รจ lโumanitร risorta del Signore, garanzia della trasfigurazione finale di tutta la realtร creata. Inoltre, questo giorno annuncia ยซil riposo eterno dellโuomo in Dioยป.[168] In tal modo, la spiritualitร cristiana integra il valore del riposo e della festa. Lโessere umano tende a ridurre il riposo contemplativo allโambito dello sterile e dellโinutile, dimenticando che cosรฌ si toglie allโopera che si compie la cosa piรน importante: il suo significato. Siamo chiamati a includere nel nostro operare una dimensione ricettiva e gratuita, che รจ diversa da una semplice inattivitร . Si tratta di unโaltra maniera di agire che fa parte della nostra essenza. In questo modo lโazione umana รจ preservata non solo da un vuoto attivismo, ma anche dalla sfrenata voracitร e dallโisolamento della coscienza che porta a inseguire lโesclusivo beneficio personale. La legge del riposo settimanale imponeva di astenersi dal lavoro nel settimo giorno, ยซperchรฉ possano godere quiete il tuo bue e il tuo asino e possano respirare i figli della tua schiava e il forestieroยป (Es 23,12). Il riposo รจ un ampliamento dello sguardo che permette di tornare a riconoscere i diritti degli altri. Cosรฌ, il giorno di riposo, il cui centro รจ lโEucaristia, diffonde la sua luce sullโintera settimana e ci incoraggia a fare nostra la cura della natura e dei poveri.
VII. LA TRINITร E LA RELAZIONE TRA LE CREATURE
238. Il Padre รจ la fonte ultima di tutto, fondamento amoroso e comunicativo di quanto esiste. Il Figlio, che lo riflette, e per mezzo del quale tutto รจ stato creato, si unรฌ a questa terra quando prese forma nel seno di Maria. Lo Spirito, vincolo infinito dโamore, รจ intimamente presente nel cuore dellโuniverso animando e suscitando nuovi cammini. Il mondo รจ stato creato dalle tre Persone come unico principio divino, ma ognuna di loro realizza questa opera comune secondo la propria identitร personale. Per questo, ยซquando contempliamo con ammirazione lโuniverso nella sua grandezza e bellezza, dobbiamo lodare tutta la Trinitร ยป.[169]
239. Per i cristiani, credere in un Dio unico che รจ comunione trinitaria porta a pensare che tutta la realtร contiene in sรฉ unโimpronta propriamente trinitaria. San Bonaventura arrivรฒ ad affermare che lโessere umano, prima del peccato, poteva scoprire come ogni creatura ยซtestimonia che Dio รจ trinoยป. Il riflesso della Trinitร si poteva riconoscere nella natura ยซquando nรฉ quel libro era oscuro per lโuomo, nรฉ lโocchio dellโuomo si era intorbidatoยป.[170] Il santo francescano ci insegna che ogni creatura porta in sรฉ una struttura propriamente trinitaria, cosรฌ reale che potrebbe essere spontaneamente contemplata se lo sguardo dellโessere umano non fosse limitato, oscuro e fragile. In questo modo ci indica la sfida di provare a leggere la realtร in chiave trinitaria.
240. Le Persone divine sono relazioni sussistenti, e il mondo, creato secondo il modello divino, รจ una trama di relazioni. Le creature tendono verso Dio, e a sua volta รจ proprio di ogni essere vivente tendere verso unโaltra cosa, in modo tale che in seno allโuniverso possiamo incontrare innumerevoli relazioni costanti che si intrecciano segretamente[171]. Questo non solo ci invita ad ammirare i molteplici legami che esistono tra le creature, ma ci porta anche a scoprire una chiave della nostra propria realizzazione. Infatti la persona umana tanto piรน cresce, matura e si santifica quanto piรน entra in relazione, quando esce da sรฉ stessa per vivere in comunione con Dio, con gli altri e con tutte le creature. Cosรฌ assume nella propria esistenza quel dinamismo trinitario che Dio ha impresso in lei fin dalla sua creazione. Tutto รจ collegato, e questo ci invita a maturare una spiritualitร della solidarietร globale che sgorga dal mistero della Trinitร .
VIII. LA REGINA DI TUTTO IL CREATO
241. Maria, la madre che ebbe cura di Gesรน, ora si prende cura con affetto e dolore materno di questo mondo ferito. Cosรฌ come pianse con il cuore trafitto la morte di Gesรน, ora ha compassione della sofferenza dei poveri crocifissi e delle creature di questo mondo sterminate dal potere umano. Ella vive con Gesรน completamente trasfigurata, e tutte le creature cantano la sua bellezza. ร la Donna ยซvestita di sole, con la luna sotto i piedi e una corona di dodici stelle sul suo capoยป (Ap 12,1). Elevata al cielo, รจ Madre e Regina di tutto il creato. Nel suo corpo glorificato, insieme a Cristo risorto, parte della creazione ha raggiunto tutta la pienezza della sua bellezza. Lei non solo conserva nel suo cuore tutta la vita di Gesรน, che ยซcustodivaยป con cura (cfr Lc 2,19.51), ma ora anche comprende il senso di tutte le cose. Perciรฒ possiamo chiederle che ci aiuti a guardare questo mondo con occhi piรน sapienti.
242. Insieme a lei, nella santa famiglia di Nazaret, risalta la figura di san Giuseppe. Egli ebbe cura e difese Maria e Gesรน con il suo lavoro e la sua presenza generosa, e li liberรฒ dalla violenza degli ingiusti portandoli in Egitto. Nel Vangelo appare come un uomo giusto, lavoratore, forte. Ma dalla sua figura emerge anche una grande tenerezza, che non รจ propria di chi รจ debole ma di chi รจ veramente forte, attento alla realtร per amare e servire umilmente. Per questo รจ stato dichiarato custode della Chiesa universale. Anche lui puรฒ insegnarci ad aver cura, puรฒ motivarci a lavorare con generositร e tenerezza per proteggere questo mondo che Dio ci ha affidato.
243. Alla fine ci incontreremo faccia a faccia con lโinfinita bellezza di Dio (cfr 1 Cor 13,12) e potremo leggere con gioiosa ammirazione il mistero dellโuniverso, che parteciperร insieme a noi della pienezza senza fine. Sรฌ, stiamo viaggiando verso il sabato dellโeternitร , verso la nuova Gerusalemme, verso la casa comune del cielo. Gesรน ci dice: ยซEcco, io faccio nuove tutte le coseยป (Ap 21,5). La vita eterna sarร una meraviglia condivisa, dove ogni creatura, luminosamente trasformata, occuperร il suo posto e avrร qualcosa da offrire ai poveri definitivamente liberati.
244. Nellโattesa, ci uniamo per farci carico di questa casa che ci รจ stata affidata, sapendo che ciรฒ che di buono vi รจ in essa verrร assunto nella festa del cielo. Insieme a tutte le creature, camminiamo su questa terra cercando Dio, perchรฉ ยซse il mondo ha un principio ed รจ stato creato, cerca chi lo ha creato, cerca chi gli ha dato inizio, colui che รจ il suo Creatoreยป.[172] Camminiamo cantando! Che le nostre lotte e la nostra preoccupazione per questo pianeta non ci tolgano la gioia della speranza.
245. Dio, che ci chiama alla dedizione generosa e a dare tutto, ci offre le forze e la luce di cui abbiamo bisogno per andare avanti. Nel cuore di questo mondo rimane sempre presente il Signore della vita che ci ama tanto. Egli non ci abbandona, non ci lascia soli, perchรฉ si รจ unito definitivamente con la nostra terra, e il suo amore ci conduce sempre a trovare nuove strade. A Lui sia lode!
*****
246. Dopo questa prolungata riflessione, gioiosa e drammatica insieme, propongo due preghiere, una che possiamo condividere tutti quanti crediamo in un Dio creatore onnipotente, e unโaltra affinchรฉ noi cristiani sappiamo assumere gli impegni verso il creato che il Vangelo di Gesรน ci propone.
Dio Onnipotente,
che sei presente in tutto lโuniverso
e nella piรน piccola delle tue creature,
Tu che circondi con la tua tenerezza
tutto quanto esiste,
riversa in noi la forza del tuo amore
affinchรฉ ci prendiamo cura
della vita e della bellezza.
Inondaci di pace, perchรฉ viviamo come fratelli e sorelle
senza nuocere a nessuno.
O Dio dei poveri,
aiutaci a riscattare gli abbandonati
e i dimenticati di questa terra
che tanto valgono ai tuoi occhi.
Risana la nostra vita,
affinchรฉ proteggiamo il mondo e non lo deprediamo,
affinchรฉ seminiamo bellezza
e non inquinamento e distruzione.
Tocca i cuori
di quanti cercano solo vantaggi
a spese dei poveri e della terra.
Insegnaci a scoprire il valore di ogni cosa,
a contemplare con stupore,
a riconoscere che siamo profondamente uniti
con tutte le creature
nel nostro cammino verso la tua luce infinita.
Grazie perchรฉ sei con noi tutti i giorni.
Sostienici, per favore, nella nostra lotta
per la giustizia, lโamore e la pace.
Preghiera cristiana con il creato
Ti lodiamo, Padre, con tutte le tue creature,
che sono uscite dalla tua mano potente.
Sono tue, e sono colme della tua presenza
e della tua tenerezza.
Laudato siโ!
Figlio di Dio, Gesรน,
da te sono state create tutte le cose.
Hai preso forma nel seno materno di Maria,
ti sei fatto parte di questa terra,
e hai guardato questo mondo con occhi umani.
Oggi sei vivo in ogni creatura
con la tua gloria di risorto.
Laudato siโ!
Spirito Santo, che con la tua luce
orienti questo mondo verso lโamore del Padre
e accompagni il gemito della creazione,
tu pure vivi nei nostri cuori
per spingerci al bene.
Laudato siโ!
Signore Dio, Uno e Trino,
comunitร stupenda di amore infinito,
insegnaci a contemplarti
nella bellezza dellโuniverso,
dove tutto ci parla di te.
Risveglia la nostra lode e la nostra gratitudine
per ogni essere che hai creato.
Donaci la grazia di sentirci intimamente uniti
con tutto ciรฒ che esiste.
Dio dโamore, mostraci il nostro posto in questo mondo
come strumenti del tuo affetto
per tutti gli esseri di questa terra,
perchรฉ nemmeno uno di essi รจ dimenticato da te.
Illumina i padroni del potere e del denaro
perchรฉ non cadano nel peccato dellโindifferenza,
amino il bene comune, promuovano i deboli,
e abbiano cura di questo mondo che abitiamo.
I poveri e la terra stanno gridando:
Signore, prendi noi col tuo potere e la tua luce,
per proteggere ogni vita,
per preparare un futuro migliore,
affinchรฉ venga il tuo Regno
di giustizia, di pace, di amore e di bellezza.
Laudato siโ!
Amen.
Dato a Roma, presso San Pietro, il 24 maggio, Solennitร di Pentecoste, dellโanno 2015, terzo del mio Pontificato.
Franciscus
[3] Discorso alla FAO nel 25ยฐ anniversario (16 novembre 1970), 4: AAS 62 (1970), 833.
[4] Lett. enc. Redemptor hominis (4 marzo 1979), 15: AAS 71 (1979), 287.
[5] Cfr Catechesi (17 gennaio 2001), 4: Insegnamenti 24/1 (2001), 179.
[6] Lett. enc. Centesimus annus (1 maggio 1991), 38: AAS 83 (1991), 841.
[7] Ibid., 58: p. 863.
[8] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Sollicitudo rei socialis (30 dicembre 1987), 34: AAS 80 (1988), 559.
[9] Cfr Id., Lett. enc. Centesimus annus (1 maggio 1991), 37: AAS 83 (1991), 840.
[10] Discorso al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede (8 gennaio 2007): AAS 99 (2007), 73.
[11] Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 51: AAS 101 (2009), 687.
[12] Discorso al Deutscher Bundestag, Berlino (22 settembre 2011): AAS 103 (2011), 664.
[13] Discorso al clero della Diocesi di Bolzano-Bressanone (6 agosto 2008): AAS 100 (2008), 634.
[14] Messaggio per la Giornata di preghiera per la salvaguardia del creato (1 settembre 2012).
[15] Discorso a Santa Barbara, California (8 novembre 1997); cfr John Chryssavgis, On Earth as in Heaven: Ecological Vision and Initiatives of Ecumenical Patriarch Bartholomew, Bronx, New York, 2012.
[16] Ibid.
[17] Conferenza al Monastero di Utstein, Norvegia (23 giugno 2003).
[18] Discorso ยซGlobal Responsibility and Ecological Sustainability: Closing Remarksยป, I Vertice di Halki, Istanbul (20 giugno 2012).
[19] Tommaso da Celano, Vita prima di San Francesco, XXIX, 81: FF 460.
[20] Legenda Maior, VIII, 6: FF 1145.
[21] Cfr Tommaso da Celano, Vita seconda di San Francesco, CXXIV, 165: FF 750.
[22] Conferenza dei Vescovi Cattolici dellโAfrica del Sud, Pastoral Statement on the Environmental Crisis (5 settembre 1999).
[23] Cfr Saluto al personale della FAO (20 novembre 2014): AAS 106 (2014), 985.
[24] V Conferenza Generale dellโEpiscopato Latinoamericano e dei Caraibi, Documento di Aparecida (29 giugno 2007), 86.
[25] Conferenza dei Vescovi Cattolici delle Filippine, Lettera pastorale What is Happening to our Beautiful Land? (29 gennaio 1988).
[26] Conferenza Episcopale Boliviana, Lettera pastorale sullโambiente e lo sviluppo umano in Bolivia El universo, don de Dios para la vida (2012), 17.
[27] Cfr Conferenza Episcopale Tedesca. Commissione per gli Affari Sociali, Der Klimawandel: Brennpunkt globaler, intergenerationeller und รถkologischer Gerechtigkeit (settembre 2006), 28-30.
[28] Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 483.
[29] Catechesi (5 giugno 2013): Insegnamenti 1/1 (2013), 280.
[30] Vescovi della Regione Patagonia-Comahue (Argentina), Mensaje de Navidad (dicembre 2009), 2.
[31] Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti, Global Climate Change: A Plea for Dialogue, Prudence and the Common Good (15 giugno 2001).
[32] V Conferenza Generale dellโEpiscopato Latinoamericano e dei Caraibi, Documento di Aparecida (29 giugno 2007), 471.
[33] Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 56: AAS 105 (2013), 1043.
[34] Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1990, 12: AAS 82 (1990), 154.
[35] Id., Catechesi (17 gennaio 2001), 3: Insegnamenti 24/1 (2001), 178.
[36] Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1990, 15: AAS 82 (1990), 156.
[37] Catechismo della Chiesa Cattolica, 357.
[38] Cfr Angelus ad Osnabrรผck (Germania) con le persone disabili, 16 novembre 1980: Insegnamenti 3/2 (1980), 1232.
[39] Benedetto XVI, Omelia per il solenne inizio del ministero petrino (24 aprile 2005): AAS 97 (2005), 711.
[40] Cfr Legenda Maior, VIII, 1: FF 1134.
[41] Catechismo della Chiesa Cattolica, 2416.
[42] Conferenza Episcopale Tedesca, Zukunft der Schรถpfung โ Zukunft der Menschheit. Erklรคrung der Deutschen Bischofskonferenz zu Fragen der Umwelt und der Energieversorgung (1980), II, 2.
[43] Catechismo della Chiesa Cattolica, 339.
[44] Hom. in Hexaemeron, 1, 2, 10: PG 29, 9.
[45] Divina Commedia. Paradiso, Canto XXXIII, 145.
[46] Benedetto XVI, Catechesi (9 novembre 2005), 3: Insegnamenti 1 (2005), 768.
[47] Id., Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 51: AAS 101 (2009), 687.
[48] Giovanni Paolo II, Catechesi (24 aprile 1991), 6: Insegnamenti 14/1 (1991), 856.
[49] Il Catechismo insegna che Dio ha voluto creare un mondo in cammino sino alla sua perfezione ultima, e che ciรฒ implica la presenza dellโimperfezione e del male fisico: cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 310.
[50] Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. Gaudium et spes sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, 36.
[51] Tommaso dโAquino, Summa Theologiae I, q. 104, art. 1, ad 4.
[52] Id., In octo libros Physicorum Aristotelis expositio, lib. II, lectio 14.
[53] In questa prospettiva si pone il contributo del P. Teilhard de Chardin; cfr Paolo VI, Discorso in uno stabilimento chimico-farmaceutico (24 febbraio 1966): Insegnamenti 4 (1966), 992-993; Giovanni Paolo II, Lettera al reverendo P. George V. Coyne (1 giugno 1988): Insegnamenti 11/2 (1988), 1715; Benedetto XVI, Omelia nella celebrazione dei Vespri ad Aosta (24 luglio 2009): Insegnamenti 5/2 (2009), 60.
[54] Giovanni Paolo II, Catechesi (30 gennaio 2002), 6: Insegnamenti 25/1 (2002), 140.
[55] Conferenza dei Vescovi Cattolici del Canada. Commissione Affari Sociali, Lettera pastorale โYou Love All That Existsโฆ All Things Are Yours, God, Lover of Lifeโ (4 ottobre 2003), 1.
[56] Conferenza dei Vescovi Cattolici del Giappone, Reverence for Life. A Message for the Twenty-First Century (1 gennaio 2001), 89.
[57] Giovanni Paolo II, Catechesi (26 gennaio 2000), 5:Insegnamenti 23/1 (2000), 123.
[58] Id., Catechesi (2 agosto 2000), 3: Insegnamenti 23/2 (2000), 112.
[59] Paul Ricลur, Philosophie de la volontรฉ. 2. Finitude et Culpabilitรฉ, Paris 2009, 216 (trad. it.: Finitudine e colpa, Bologna, 1970, 258).
[60] Summa Theologiae I, q. 47, art. 1.
[61] Ibid.
[62] Cfr ibid., art. 2, ad. 1; art. 3.
[63] Catechismo della Chiesa Cattolica, 340.
[64] Cantico delle creature: FF 263.
[65] Cfr Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile, A Igreja e a questรฃo ecolรณgica, 1992, 53-54.
[66] Ibid., 61.
[67] Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 215: AAS 105 (2013), 1109.
[68] Cfr Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 14: AAS 101 (2009), 650.
[69] Catechismo della Chiesa Cattolica, 2418.
[70] Conferenza dellโEpiscopato Dominicano, Lettera pastorale Sobre la relaciรณn del hombre con la naturaleza (15 marzo 1987).
[71] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Laborem exercens (14 settembre 1981), 19: AAS 73 (1981), 626.
[72] Lett. enc. Centesimus annus (1 maggio 1991), 31: AAS 83 (1991), 831.
[73] Lett. enc. Sollicitudo rei socialis (30 dicembre 1987), 33: AAS 80 (1988), 557.
[74] Discorso agli indigeni e ai campesinos del Messico, Cuilapรกn (29 gennaio 1979), 6: AAS 71 (1979), 209.
[75] Omelia nella Messa celebrata per gli agricoltori a Recife, Brasile (7 luglio 1980), 4: AAS 72 (1980), 926.
[76] Cfr Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1990, 8: AAS 82 (1990), 152.
[77] Conferenza Episcopale Paraguayana, Lettera pastorale El campesino paraguayo y la tierra (12 giugno 1983), 2, 4, d.
[78] Conferenza Episcopale della Nuova Zelanda, Statement on Environmental Issues, Wellington (1 settembre 2006).
[79] Lett. enc. Laborem exercens (14 settembre 1981), 27: AAS 73 (1981), 645.
[80] Per tale motivo san Giustino potรฉ parlare di ยซsemi del Verboยป nel mondo: cfr II Apologia 8, 1-2; 13, 3-6: PG 6,457-458; 467.
[81] Giovanni Paolo II, Discorso ai rappresentanti della scienza, della cultura e degli alti studi nellโUniversitร delle Nazioni Unite, Hiroshima (25 febbraio 1981), 3: AAS 73 (1981), 422.
[82] Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 69: AAS 101 (2009), 702.
[83] Romano Guardini, Das Ende der Neuzeit, Wรผrzburg 19659, 87 (ed. it.: La fine dellโepoca moderna, Brescia 1987, 80).
[84] Ibid. (ed. it.: 81).
[85] Ibid., 87-88 (ed. it.: 81).
[86] Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 462.
[87] Romano Guardini, Das Ende der Neuzeit, 63-64 (ed. it.: La fine dellโepoca moderna, 58).
[88] Ibid., 64 (ed. it.: 58).
[89] Cfr Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 35: AAS 101 (2009), 671.
[90] Ibid., 22: p. 657.
[91] Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 231: AAS 105 (2013), 1114.
[92] Romano Guardini, Das Ende der Neuzeit, 63 (ed. it.: La fine dellโepoca moderna, 57-58).
[93] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus (1 maggio 1991), 38: AAS 83 (1991), 841.
[94] Cfr Dichiarazione Love for Creation. An Asian Response to the Ecological Crisis, Colloquio promosso dalla Federazione delle Conferenze dei Vescovi dellโAsia (Tagaytay, 31 gennaio-5 febbraio 1993), 3.3.2.
[95] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus (1 maggio 1991), 37: AAS 83 (1991), 840.
[96] Benedetto XVI, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2010, 2: AAS 102 (2010), 41.
[97] Id., Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 28: AAS 101 (2009), 663.
[98] Cfr Vincenzo di Lรฉrins, Commonitorium primum, cap. 23: PL 50, 668: ยซUt annis scilicet consolidetur, dilatetur tempore, sublimetur aetateยป.
[99] N. 80: AAS 105 (2013), 1053.
[100] Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. Gaudium et spes sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, 63.
[101] Cfr Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus (1 maggio 1991), 37: AAS 83 (1991), 840.
[102] Paolo VI, Lett. enc. Populorum progressio (26 marzo 1967), 34: AAS 59 (1967), 274.
[103] Benedetto XVI, Lettera enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 32: AAS 101 (2009), 666.
[104] Ibid.
[105] Ibid.
[106] Catechismo della Chiesa Cattolica, 2417.
[107] Ibid., 2418.
[108] Ibid., 2415.
[109] Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1990, 6: AAS 82 (1990), 150.
[110] Discorso alla Pontificia Accademia delle Scienze (3 ottobre 1981), 3: Insegnamenti 4/2 (1981), 333.
[111] Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1990, 7: AAS 82 (1990), 151.
[112] Giovanni Paolo II, Discorso alla trentacinquesima Assemblea Generale dellโAssociazione Medica Mondiale (29 ottobre 1983), 6: AAS 76 (1984), 394.
[113] Commissione Episcopale di Pastorale Sociale dellโArgentina, Una tierra para todos (giugno 2005), 19.
[114] Dichiarazione di Rio sullโambiente e lo sviluppo (14 giugno 1992), Principio 4.
[115] Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 237: AAS 105 (2013), 1116.
[116] Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 51: AAS 101 (2009), 687.
[117] Alcuni autori hanno mostrato i valori che spesso si vivono, per esempio, nelle villas, chabolas o favelas dellโAmerica Latina: cfr Juan Carlos Scannone, S.J., ยซLa irrupciรณn del pobre y la lรณgica de la gratitudยป, en Juan Carlos Scannone y Marcelo Perine (edd.), Irrupciรณn del pobre y quehacer filosรณfico. Hacia una nueva racionalidad, Buenos Aires 1993, 225-230.
[118] Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 482.
[119] Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 210: AAS 105 (2013), 1107.
[120] Discorso al Deutscher Bundestag, Berlino (22 settembre 2011): AAS 103 (2011), 668.
[121] Catechesi (15 aprile 2015): LโOsservatore Romano, 16 aprile 2015, p. 8.
[122] Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. Gaudium et spes sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, 26.
[123] Cfr nn. 186-201: AAS 105 (2013), 1098-1105.
[124] Conferenza Episcopale Portoghese, Lettera pastorale Responsabilidade solidรกria pelo bem comum (15 settembre 2003), 20.
[125] Benedetto XVI, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2010, 8: AAS 102 (2010), 45.
[126] Dichiarazione di Rio sullโambiente e lo sviluppo (14 giugno 1992), Principio 1.
[127] Conferenza Episcopale Boliviana, Lettera pastorale sullโambiente e lo sviluppo umano in Bolivia El Universo, don de Dios para la Vida (2012), 86.
[128] Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Energia, Giustizia e Pace, IV, 1, Cittร del Vaticano (2013), 56.
[129] Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 67: AAS 101 (2009), 700.
[130] Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 222: AAS 105 (2013), 1111.
[131] Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 469.
[132] Dichiarazione di Rio sullโambiente e lo sviluppo (14 giugno 1992), Principio 15.
[133] Cfr Conferenza Episcopale Messicana. Commissione Episcopale per la Pastorale Sociale, Jesucristo, vida y esperanza de los indรญgenas y campesinos (14 gennaio 2008).
[134] Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 470.
[135] Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2010, 9: AAS 102 (2010), 46.
[136] Ibid.
[137] Ibid., 5: p. 43.
[138] Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 50: AAS 101 (2009), 686.
[139] Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 209: AAS 105 (2013), 1107.
[140] Ibid., 228: AAS 105 (2013), 1113.
[141] Cfr Lett. enc. Lumen fidei (29 giugno 2013), 34: AAS 105 (2013), 577: ยซLa luce della fede, in quanto unita alla veritร dellโamore, non รจ aliena al mondo materiale, perchรฉ lโamore si vive sempre in corpo e anima; la luce della fede รจ luce incarnata, che procede dalla vita luminosa di Gesรน. Essa illumina anche la materia, confida nel suo ordine, conosce che in essa si apre un cammino di armonia e di comprensione sempre piรน ampio. Lo sguardo della scienza riceve cosรฌ un beneficio dalla fede: questa invita lo scienziato a rimanere aperto alla realtร , in tutta la sua ricchezza inesauribile. La fede risveglia il senso critico, in quanto impedisce alla ricerca di essere soddisfatta nelle sue formule e la aiuta a capire che la natura รจ sempre piรน grande. Invitando alla meraviglia davanti al mistero del creato, la fede allarga gli orizzonti della ragione per illuminare meglio il mondo che si schiude agli studi della scienzaยป.
[142] Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 256: AAS 105 (2013), 1123.
[143] Ibid., 231: p. 1114.
[144] Das Ende der Neuzeit, Wรผrzburg 19659, 66-67 (ed. it. La fine dellโepoca moderna, Brescia 1987, 61).
[145] Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1990, 1: AAS 82 (1990), 147.
[146] Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 66: AAS 101 (2009), 699.
[147] Id., Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2010, 11: AAS 102 (2010), 48.
[148] Carta della Terra, LโAja (29 giugno 2000).
[149] Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus (1 maggio 1991), 39: AAS 83 (1991), 842.
[150] Id., Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1990, 14: AAS 82 (1990), 155.
[151] Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 261: AAS 105 (2013), 1124.
[152] Benedetto XVI, Omelia per il solenne inizio del ministero petrino (24 aprile 2005): AAS 97 (2005), 710.
[153] Conferenza dei Vescovi Cattolici dellโAustralia, A New Earth. The Environmental Challenge (2002).
[154] Romano Guardini, Das Ende der Neuzeit, 72 (trad. it.: La fine dellโepoca moderna, 66).
[155] Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 71: AAS 105 (2013), 1050.
[156] Benedetto XVI, Lett. enc. Caritas in veritate (29 giugno 2009), 2: AAS 101 (2009), 642.
[157] Paolo VI, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1977: AAS 68 (1976), 709.
[158] Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 582.
[159] Un maestro spirituale, Ali Al-Khawwas, a partire dalla sua esperienza, sottolineava la necessitร di non separare troppo le creature del mondo dallโesperienza di Dio nellโinterioritร . Diceva: ยซNon bisogna dunque biasimare per partito preso la gente che cerca lโestasi nella musica e nella poesia. Cโรจ un โsegretoโ sottile in ciascuno dei movimenti e dei suoni di questo mondo. Gli iniziati arrivano a cogliere quello che dicono il vento che soffia, gli alberi che si piegano, lโacqua che scorre, le mosche che ronzano, le porte che cigolano, il canto degli uccelli, il pizzicar di corde, il fischio del flauto, il sospiro dei malati, il gemito dellโafflittoโฆยป(Eva De Vitray-Meyerovitch [ed.], Anthologie du soufisme, Paris 1978, 200; trad. it.: I mistici dellโIslam, Parma 1991, 199).
[160] In II Sent., 23, 2, 3.
[161] Cรกntico Espiritual, XIV, 5.
[162] Ibid.
[163] Ibid., XIV, 6-7.
[164] Giovanni Paolo II, Lett. ap. Orientale lumen (2 maggio 1995), 11: AAS 87 (1995), 757.
[165] Ibid.
[166] Id., Lett. enc. Ecclesia de Eucharistia (17 aprile 2003), 8: AAS 95 (2003), 438.
[167] Benedetto XVI, Omelia nella Messa del Corpus Domini (15 giugno 2006): AAS 98 (2006), 513.
[168] Catechismo della Chiesa Cattolica, 2175.
[169] Giovanni Paolo II, Catechesi (2 agosto 2000), 4: Insegnamenti 23/2 (2000), 112.
[170] Quaest. disp. de Myst. Trinitatis, 1, 2, concl.
[171] Cfr Tommaso dโAquino, Summa Theologiae I, q. 11, art. 3; q. 21, art. 1, ad 3; q. 47, art. 3.
[172] Basilio Magno, Hom. in Hexaemeron, 1, 2, 6: PG 29, 8.