Dove jazz e spiritualità si incontrano

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Ecco un nuovo approccio all’antica pratica della lectio divina.

Cinquant’anni fa, il grande sassofonista jazz John Coltrane registrò un album intitolato A Love Supreme, una suite in quattro movimenti. Ognuno dei quattro brani aveva un titolo: Riconoscimento, Risoluzione, Adempimento e Salmo.

Il quarto movimento è infatti realmente basato su un “salmo”. Non uno dei 150 della Bibbia, ma uno scritto dallo stesso Coltrane.

Come Davide aveva la sua cetra, “Trane” aveva il suo sassofono.

[ads2]Nonostante alcune dichiarazioni dubbie a livello teologico contenute nel salmo di Coltrane (“tutte le strade portano a Dio”), il poema è il tipo di preghiera di lode e ringraziamento che ci si potrebbe aspettare di leggere nel Salterio.

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Ma ecco il punto. Le parole non sono cantate nell’album, ma fungono da ispirazione per Coltrane. Apparentemente, aveva il poema manoscritto di fronte a sé mentre improvvisava il pezzo, insieme al pianista McCoy Tyner, al bassista Jimmy Garrison e al batterista Elvin Jones.

Coltrane è cresciuto in una famiglia cristiana del North Carolina, che a quanto pare ha avuto una grande influenza su di lui. Entrambi i suoi nonni erano ministri della Chiesa episcopale metodista africana Zion.

Più tardi nella sua breve vita, “Trane” si è interessato a ogni tipo di spiritualità. Insieme alla sua seconda moglie si è avvicinato molto alla filosofia indiana. Tanto che nel suo album del 1965 Meditations, Coltrane ha scritto: “Credo in tutte le religioni”.

Ad ogni modo, mentre si guarda questo video di James Cary si getta uno sguardo sul processo musicale e su come Coltrane “preghi” le parole con il suo sax.

È il tipo di esperienza di preghiera che si potrebbe avere meditando profondamente la Scrittura – la vera essenza della lectio divina.

John Burger è editore dell’edizione inglese di Aleteia.org

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