don Walter Magni, Commento al Vangelo del 20 Novembre 2022

481

SECONDA DOMENICA DI AVVENTO

Anno A – Rito Ambrosiano – 20 novembre 2022 

I figli del Regno

Fratelli, sorelle, 

l’Evangelo della II domenica dell’Avvento ambrosiano fissa l’attenzione su Giovanni Battista, il  primo grande testimone di Gesù di Nazareth. Giovanni non è preoccupato di sé e delle conseguenze  della sua predicazione, spesso dura ed esigente. Il suo unico scopo è di riuscire a indirizzare lo sguardo  di chi lo ascolta anzitutto verso Gesù Signore, l’atteso salvatore del mondo.  

I dirottamenti della Parola di Dio 

Intanto il brano evangelico proposto dalla liturgia segnala un capovolgimento dei canoni storici  tradizionali. I re e i potenti di allora vengono citati, ma al fine di fare spazio alla Parola di Dio, che  avanza con una méta precisa da raggiungere: “Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare,  mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo  fratello, tetrarca dell’Iturea e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell’Abilene, sotto i sommi  sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto”.

La Parola di Dio dirotta dunque il nostro sguardo dai palazzi imperiali di Roma, dalle curie dei sommi  sacerdoti di Gerusalemme, al deserto di Giuda, più spoglio ed essenziale. Proprio come la stessa  Parola di Dio aveva raggiunto la casa di una giovane ragazza, Maria di Nazaret, un piccolo villaggio  sperduto della Galilea delle genti. Se decidi di ascoltare davvero la Parola di Dio, allora lasciati  conquistare dalla logica di suoi dirottamenti, così da imparare a direzionarti per le Sue vie, fermandoti là dove Lui decide di sostare tra gli uomini.

Sapendo così passare dall’abitudine istintiva di guardarsi continuamente addosso a metterci sull’onda dello sguardo di Dio, in una continua sintonia con Lui.  “Se invece di voltarci indietro, guarderemo avanti, se invece di guardare le cose che si vedono,  avremo l’occhio attento a quelle che non si vedono ancora, se avremo cuori in attesa, più che cuori in  rimpianto, nessuno ci toglierà la nostra gioia” (P. Mazzolari).  

Giovanni Battista: l’arte dell’attesa. 

Così non sono più io che cerco il senso delle cose o una risposta all’urgenza delle mie domande.  Giovanni Battista mi ha preso per mano. Di lui ormai mi fido e mi diventa familiare il suo stile di vita  frugale, essenziale. E, come la sua voce, anche la mia si leva sempre più decisa e chiara senza temere  giudizi o confronti. E provo una gioia profonda e indicibile ripetendo le sue stesse parole: “preparate  la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle  sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la  salvezza di Dio!”.

E così imparo guardandolo ad essere pure io un apripista che non si fa strada. E  intravedo percorsi nuovi e con discrezione ripulisco nel cuore degli uomini e delle donne che incontro  quei tortuosi sentieri che forse s’erano da tempo interrotti. E ancora lo seguo con passione, imparando  a solcare le dune del deserto senza perdere la direzione. È Lui che sta per venire, che “Verrà, se  resisto / A sbocciare non visto, / Verrà d’improvviso / Quando meno l’avverto: / Verrà quasi perdono  / Di quanto fa morire, / Verrà a farmi certo / Del suo e mio tesoro, / Verrà come ristoro / Delle mie  e sue pene / Verrà, forse già viene / Il suo bisbiglio” (C. Rebora).

Così in questo Avvento imparo  l’arte di chi sa ancora aspettare. “Un’arte che il nostro tempo impaziente ha dimenticato. Dobbiamo  attendere le cose più grandi, profonde e tenere del mondo, e questo non si può fare nel tumulto, ma  secondo le leggi divine del germogliare, crescere e divenire” (D. Bonhoeffer). 

Regalare sempre a piene mani la speranza 

Il mio amico Giovanni è in fondo un indice puntato su Colui che presto mi raggiungerà. Se hai modo  di incontrare un uomo così, che senza alcuna preoccupazione per sé ti proietta in avanti, allora stai  già percependo qualcosa della grazia di Dio. E se sempre lui sa farti sognare e ti riscalda il cuore con  le sue parole e le sue esortazioni i suoi racconti, allora ringrazia Dio: hai davvero incontrato un santo. 

E lo riempirai di domande, chiedendogli ragione di questo e di quest’altro ancora. Anche l’evangelista Luca parla di grandi folle, ma anche di pubblicani e di soldati, che avvicinano Giovanni volentieri  per chiedergli semplicemente cosa fare. E per ciascuno c’è una risposta adatta e buona, fatta di  solidarietà, di giustizia e magnanimità. Spesso capita di trovarci davanti a fratelli e sorelle che pur  chiedendo di poter fare qualcosa per collaborare sembrano domandare in modo sproporzionato  rispetto alle forze concretamente a disposizione.

Allora non resta che continuare a seminare nei loro  cuori la speranza. Perché questa sorprende persino Dio: “Ma la speranza, dice Dio, la speranza, sì,  che mi sorprende. / Me stesso. / Questo sì che è sorprendente. / Che questi poveri figli vedano come  vanno le cose e credano che domani andrà meglio. / Che vedano come vanno le cose oggi e credano  che andrà meglio domattina. / Questo sì che è sorprendente ed è certo la più grande meraviglia della  nostra grazia. / Ed io stesso ne son sorpreso. / E dev’esser perché la mia grazia possiede davvero  una forza incredibile…”. (Ch Peguy, Il portico del mistero della seconda virtù).  

don Walter Magni


Letture della Domenica
PRESENTAZIONE DEL SIGNORE – festa
Colore liturgico: BIANCO

Prima Lettura

Entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate.Dal libro del profeta Malachìa

Ml 3,1-4

Così dice il Signore Dio: «Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti. Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai. Siederà per fondere e purificare l’argento; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un’offerta secondo giustizia. Allora l’offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani».

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 23 (24)

R. Vieni, Signore, nel tuo tempio santo.

Alzate, o porte, la vostra fronte,
alzatevi, soglie antiche,
ed entri il re della gloria. R.

Chi è questo re della gloria?
Il Signore forte e valoroso,
il Signore valoroso in battaglia. R.

Alzate, o porte, la vostra fronte,
alzatevi, soglie antiche,
ed entri il re della gloria. R.

Chi è mai questo re della gloria?
Il Signore degli eserciti è il re della gloria. R.

Seconda Lettura

Doveva rendersi in tutto simile ai fratelli.Dalla lettera agli Ebrei

Eb 2, 14-18

Poiché i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo stesso modo ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita. Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo. Infatti, proprio per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova.

Parola di Dio

Vangelo

I miei occhi hanno visto la tua salvezza.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 2, 22-40

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore-  come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui. Parola del Signore.

Parola del Signore

Oppure:

(Forma breve)

Dal Vangelo secondo Luca

Lc 2,22-32

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.

Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.

Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:

«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».

Parola del Signore.