Video-Commento al vangelo della 29a domenica tempo ordinario anno B, a cura di don Vinicio Carminati, Parroco di Cepino e Selino Basso e Rettore delย Santuario della Cornabusa.
Trascrizione generata automaticamente da YouTube e rivista tramite IA.
Terminiamo oggi la lettura del capitolo 10 del Vangelo di Marco. Dopo aver riflettuto nelle scorse volte sul modo di vivere la dimensione matrimoniale e il modo di gestire le proprie ricchezze, il Vangelo oggi ci offre una chiave di lettura su come vivere il potere e l’autoritร .
Gesรน ci aiuta a capire che ha autoritร , innanzitutto, chi รจ coerente, anche se la coerenza รจ sempre un punto di arrivo, un orizzonte che ci spinge a migliorare. Vale sempre la pena ricordare che รจ credibile solo chi per primo si sforza di mettere in pratica quello che dice a parole.
Quando pensiamo alla coerenza, siamo sempre focalizzati su quella che gli altri devono avere, ma forse รจ meglio, ogni tanto, pensare alla nostra. Probabilmente scopriremo che sono tante le nostre incoerenze e che non ci va nemmeno di guardarle troppo. Non รจ cosรฌ facile mettersi in discussione e riconoscere la veritร di noi stessi.
Nell’esercizio del potere, la prima cosa che Gesรน dice รจ che ha efficacia e incisivitร chi si sforza di essere coerente. In ogni caso, anche se siamo coerenti, non รจ detto che gli altri siano disposti a riconoscere il nostro ruolo. Molte volte si vuole prevaricare il ruolo delle persone perchรฉ si vuole essere completamente liberi di fare ciรฒ che si vuole, salvo poi pretendere che gli altri facciano quello che vogliamo noi.
Nel Vangelo, Gesรน ha annunciato piรน volte ciรฒ che gli sarebbe accaduto. La preoccupazione degli Apostoli, perรฒ, qual รจ? Il posto d’onore. Verificare chi รจ il piรน grande all’interno della cerchia dei Dodici, per poi sedere alla destra e alla sinistra della gloria di Gesรน.
Giacomo e Giovanni, come tutti gli altri discepoli, pensavano a un Gesรน trionfante, che avrebbe instaurato il suo regno. Quindi, la cosa che conta per loro รจ sedersi alla destra e alla sinistra. La richiesta di Giacomo e Giovanni appare davvero come una pretesa infantile: “Vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo. Concedici di sedere uno alla destra e uno alla sinistra.”
Questa domanda รจ giร molto istruttiva sul modo di rapportarci spesso con il Signore. Tante volte, il nostro rapporto con Dio รจ un rapporto di esclusiva richiesta, dove Dio รจ buono solo se soddisfa la nostra richiesta. Ma non basta chiedere o solamente chiedere: bisogna anche chiedere le cose giuste, le cose che Dio ci puรฒ dare e ci vuole dare, in primis il dono dello Spirito.
Gesรน non si scandalizza per la richiesta di Giacomo e Giovanni, che รจ una richiesta sbagliata; semplicemente corregge il tiro della loro richiesta: “Il calice che io bevo, potete berlo anche voi. Il battesimo che io ricevo, potete riceverlo anche voi.”
Cosa vuol dire questa espressione? Il calice si riferisce al sangue che Gesรน verserร sulla croce, mentre il battesimo indica la morte e la resurrezione di Gesรน. ร come se Gesรน dicesse ai suoi discepoli, e a noi oggi: “Se tu vuoi seguirmi, sei disposto a soffrire con me? Sei pronto a donare la tua vita? Sei pronto a morire con me?”
Certo, la risposta sembra scontata: “Certo, lo possiamo. Certo, siamo pronti”, rispondono i discepoli, salvo poi fuggire nell’ora della prova e scoprire la propria fragilitร e incoerenza. Gesรน anticipa ai suoi amici che, se saranno fedeli come discepoli, vivranno la stessa sorte del maestro: saranno chiamati anche loro a dare la vita, a consegnarla per amore.
“Il calice che io bevo, anche voi lo berrete. Il battesimo che io ricevo, anche voi lo riceverete.” Questo sarร il segno che i discepoli hanno veramente capito in cosa consiste il potere secondo Gesรน.
Perciรฒ, la Chiesa non deve essere preoccupata di perdere il potere, ma deve essere preoccupata di assomigliare a Gesรน, di essere con lui. La Chiesa deve salvaguardare questo potere, che รจ il potere di dare la vita, e solo cosรฌ puรฒ essere significativa e alternativa alla logica dei poteri forti, che sono forti perchรฉ violenti.
Gesรน non contesta l’autoritร in quanto tale. Gesรน non รจ un anarchico. L’autoritร fa parte dei rapporti umani, li regola, ma Gesรน contesta il modo di esercitare il potere. Non abolisce i rapporti di potere, che da sempre esistono nella cultura umana e nella societร , dove c’รจ chi dirige e chi no, chi decide e chi no: cosรฌ in politica, cosรฌ in un’azienda, cosรฌ nella Chiesa stessa.
Gesรน chiede di esercitare il potere conferito vivendolo come servizio, assumendo cioรจ il compito di trovare le forme piรน adeguate per esprimere, seminare e far crescere ciรฒ che รจ veramente bene. Allora, non c’รจ tanto da stupirsi se Gesรน prende ad esempio i capi delle nazioni. Al loro esempio, quello di chi domina e schiaccia con la violenza, Gesรน contrappone il suo esempio e comanda ai suoi discepoli che il loro stile sia autorevole, che il loro potere sia speso nella logica che lui mostrerร andando a Gerusalemme, incontro alla morte, dando la vita per amore.
Perciรฒ, Gesรน non fa il moralista, ma dice: “Ricordati di vivere servendo, servendo l’umanitร , servendo il bene per il bene dell’umanitร .” E questo lo puoi fare anche se sei il presidente di un’associazione, il presidente della repubblica, il sindaco, il parroco, un generale dell’esercito, il dirigente di un’azienda, un imprenditore affermato, il responsabile di un grave incarico, o il padre o la madre di famiglia.
Piรน รจ grande il potere di cui disponi, piรน hai la responsabilitร degli altri. Per Gesรน, un uomo รจ grande quando serve. Il Figlio dell’Uomo, cioรจ Gesรน, non รจ venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti. Dio รจ cosรฌ.
Il potere, come il denaro, รจ sempre seducente. Ci fa pensare di essere qualcuno, di essere padroni degli altri, delle cose, di noi stessi. Ma non c’รจ niente di piรน illusorio: non siamo padroni di niente. Siamo amministratori della nostra vita e collaboratori del bene nella vita degli altri.
La vita di Gesรน ci illumina su chi รจ Dio. Dio non รจ colui che si fa servire, ma colui che, disponendo di ogni potere, ci ha mostrato come questo debba essere esercitato: vivendo per amore.