“Signore, mostraci il Padre”
A volte le parole non sono sufficienti a raccontare quello che noi viviamo. La poesia, la musica, l’arte, i simboli sono i modi con cui l’uomo cerca di indicare quell’ “oltre” di cui avverte la presenza, ma che non riesce ad esprimere, o a ricondurre nei confini delle proprie categorie di pensiero. Filippo chiede a Gesù di mostrargli il Padre, di rendere visibile quel mistero a cui l’uomo anela. Gesù lo rimanda alle parole che Lui ha detto, alle opere compiute, all’umanità di cui ha fatto esperienza. In queste dimensioni il Padre è presente. Il cristianesimo suggerisce uno sguardo paradossale sulla realtà: il mistero di Dio si fa presente nell’uomo, l’infinito in ciò che è limitato, l’eterno in ciò che è determinato dal tempo.
Tutte le volte in cui leggi la realtà che ti è intorno in modo troppo umano, ricordati che in essa si fa presente Dio. Non respingerla o rifiutarla, ma accoglila con rispetto e stupore. Di certo non ti sarà svelato il mistero di Dio, ma è l’unico modo che hai per avvicinarti a Lui, e dare corpo e concretezza all’amore per Lui.
In breve
Se Dio non si fosse incarnato e non si fosse reso visibile attraverso l’umanità di Gesù, forse avvicinarsi al mistero di Dio sarebbe stato più immediato e facile, ma anche più vago e illusorio. Non disprezzare quell’umanità in cui Dio ha prediletto porvi la sua dimora.
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Commento a cura di don Vincenzo Marinelli
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