“Salvare una vita o sopprimerla?”
Gesù rivolge una domanda cruciale ai farisei. Essi piuttosto che condividere l’intenzione di Gesù di guarire l’uomo con la mano paralizzata, stavano ad osservare se compiva il miracolo per accusarlo. Quel giorno infatti era un sabato e secondo la legge la guarigione non poteva essere compiuta perchè probabilmente era assimilabile ad un lavoro che, in quel giorno, non era consentito fare.
Anche oggi davanti all’emergenza di salvare delle vita umane, c’è chi rimane a discutere se è lecito o meno farlo. Ma c’è anche chi discute se è lecito o no sopprimere una vita, in che modo, e fino a che momento. E, come i farisei di quel tempo, guardano a chi si prodiga per salvare una vita o per farla venire alla luce, per trovare di che accusarlo.
Gesù pone una domanda che diventa un monito per la società “civile” e i suoi regolamenti, affinchè non risultino come quelle farisaiche: “è lecito fare del bene o fare del male?”
In breve
Non sempre i presupposti e i criteri che determinano una legge, o un ordinamento sono capaci di tutelare la vita, di salvarla o di portarla alla luce. La parola di Gesù interroga ancora oggi la società affinchè maturi sempre più il suo grado di civiltà: “è lecito salvare una vita o sopprimerla?”
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Commento a cura di don Vincenzo Marinelli
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