“Insegnaci a pregare”
Uno dei discepoli di Gesù chiede di essere istruito nella preghiera. E Gesù gli consegna la formula del Padre Nostro. Per pregare allora occorre una vera e propria scuola. Non si può ridursi a pregare solo quando si prova un particolare stato emotivo, o un pio desiderio. La preghiera non si può ridurre ad un episodio saltuario, così come non è sufficiente una sporadica presenza a scuola per portare a termine un anno scolastico. Pregare è un esercizio quotidiano da svolgere, richiede un metodo, richiede dei luoghi specifici (più adatti e idonei di altri), fa uso anche di alcune formule. Certo tutto questo non è ancora “pregare”, ma sono gli aspetti essenziali.
Poi ci vuole il cuore, l’intenzione profonda di mettersi davanti a Dio. Non sempre questa è pronta, immediata, ma arriva “pregando”, cioè preparando il terreno dell’incontro dell’anima con Dio proprio attraverso la scelta del luogo, del tempo, delle formule. Quando preghi bene, ti accorgi che non ne puoi più fare a meno, che non puoi più accontentarti di sentire la spontaneità di pregare. Accetti la fatica di trovare il tempo per pregare, di preparare il tuo cuore. Perchè sai che dopo la fatica della scalata, in cima c’è l’incontro tra la tua anima e Dio.
In breve
Vuoi pregare? Allora preparati, come fai per le cose importanti. Prenditi del tempo senza altre distrazioni, scegli un posto comodo e tranquillo, volgi il tuo cuore al Signore e attendilo. Egli verrà incontro alla tua anima, lasciando nel profondo di essa il gusto della Sua presenza.
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Commento a cura di don Vincenzo Marinelli
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