“I Sadducèi dicono che non c’è risurrezione”
Quando si immagina la vita eterna non si hanno le idee chiare. Non le avevano i Sadducéi, i quali negavano addirittura l’idea stessa che si potesse risorgere, nè è umanamente possibile a noi concepirla adeguatamente. Per questo la Parola di Dio ci è di aiuto, perché ci dona delle informazioni certe e preziose per poterla comprendere, in modo da non ingannarci con l’immaginazione o con teorie fantasiose come la reincarnazione e simili.
La certezza che la risurrezione esiste è scritta nel nostro cuore innanzitutto. Ne facciamo esperienza quando amiamo qualcuno. Quando l’amore è profondo e si dice “ti amo”, nel nostro cuore non c’è un associazione temporale, ma si intende “per sempre”, in modo stabile e continuativo, ieri e allo stesso modo oggi, e ho intenzione di farlo anche domani. Allo stesso modo quando perdiamo una persona cara, sentiamo che c’è un legame così profondo che non si può perdere con la morte.
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Il dolore che si prova nel non vederla più, ci appare quasi come un tradimento improvviso dell’esperienza che si è accumulata nel tempo, soffriamo perchè quella relazione ci sembrava duratura e connaturale alla nostra stessa vita, in un certo qual modo eterna. La nozione di eternità è dunque già scritta dentro di noi e può aiutarci a moderare l’ansia e la frenesia quotidiana. Questa infatti è, in un certo senso, il tentativo di realizzare quante più cose possibili, i nostri programmi, perchè inconsciamente sappiamo che il tempo a nostra disposizione è breve.
Meditare sul modo in cui sarà vissuta l’eternità, secondo l’insegnamento del Vangelo, ci aiuta a gustare e vivere meglio il tempo che abbiamo a disposizione, a fare le scelte più giuste per dimorare stabilmente nell’eternità beata.
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