“Colui che mangia me vivrà per me”
L’evangelista sottolinea che il discorso sul pane Gesù lo tiene a Cafarnao, non per fornire una semplice indicazione geografica. A Cafarnao di pane ne capivano bene, dal momento che era una delle maggiori città produttrici. A Cafarnao quindi vivevano di pane. Dal mattino fino al tramonto del sole, tutto ruotava attorno alla lavorazione del pane. La giornata era scandita dai tempi di lievitazione, di cottura e di distribuzione.
Non c’era posto migliore in cui si potesse capire bene cosa intendesse dire Gesù. Mangiare il pane era l’atto finale di un’intera sequenza di preparativi che occupava la quotidianità della maggior parte dei cittadini di Cafarnao. È questo che vuole far intendere Gesù. Se ti nutri di Lui, dell’eucarestia, questo momento diventa ciò che sigilla una comunione che si estende per tutto il giorno, dal sorgere del sole al tramonto.
Ogni momento della giornata è vissuto come un momento di comunione con Gesù che culmina nella comunione sacramentale. Chi mangia di Lui vive per Lui. La comunione eucaristica, quotidiana o domenicale, è espressione di questa continua ricerca di comunione con il Signore?
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