“a te che importa?”
Ovunque ci siano gruppi di persone che vivono insieme in cui ci sia un’autorità, o qualcuno che abbia degli incarichi di responsabilità, è umano puntare l’attenzione su di lui, su ciò che dice e ciò che fa. E a volte succede che si sia molto attenti a carpire se abbia qualche preferenza o poca stima per qualcuno, o per determinati atteggiamenti o modi di pensare. La personalità dell’autorità incide notevolmente sul gruppo (sia esso famiglia, classe, equipe di lavoro) sia nell’orientare verso il bene che nel male. Gesù ammonisce Pietro di porre troppa attenzione a quello che è il suo rapporto con Giovanni e di conseguenza di distrarsi da quella che è la sua sequela. È vero che sentirsi benvoluti dall’autorità o addirittura favoriti è bello (se si cammina nel bene), e guardare gli altri per conoscere quello che l’autorità apprezza aiuta a comprendere bene l’ambiente in cui si vive, ma senza la dovuta vigilanza, la preghiera e il giusto rispetto dei ruoli e dei compiti, si rischia di divenire preda dell’invidia, del pettegolezzo, del pregiudizio e di far degenerare gli equilibri dell’ambiente in cui ci si trova. A te perchè importa di sapere come l’autorità si comporta con gli altri?
In breve
Le differenze con cui l’autorità si comporta con gli altri, se non ti privano di quello che è giusto che tu riceva, non devono distoglierti dall’osservare con diligenza e competenza i compiti propri del tuo ruolo.
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Commento a cura di don Vincenzo Marinelli
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