don Vincenzo Marinelli – Commento al Vangelo del 28 Dicembre 2019

“Erode si infuriò”

La collera di Erode arriva fino alla decisione di uccidere i bambini dai due anni in giù che si trovavano nel territorio di Betlemme. La collera può giungere fino a togliere la vita all’altro, ad eliminare chi impedisce di realizzare le proprie aspettative, o chi le limita fortemente. Alla radice della collera vi è l’orgoglio che si innalza come giudice unico pronto a difendere ad ogni costo i propri obiettivi, senza nessun limite. L’orgoglio non riconosce che una sola ragione, la propria, ed è pronto a sopprimere chiunque le si opponga. Spesso non si giunge a manifestare in forma così esasperata la collera, tuttavia l’orgoglio conosce tanti altri modi per difendere la propria posizione e se non riesce ad uccidere cerca di ferire, screditare, porre in cattiva luce, mentire. Ogni cosa diventa lecita e l’orgoglio fa rinnegare e disconoscere anche le realtà e le relazioni più sacre e inviolabili. L’orgoglio non si vince con un orgoglio più forte, ma con la mitezza e la verità.

In breve

Con la collera si apre la bocca all’orgoglio e lo si autorizza a divorare ogni cosa, anche le più sacre.

Commento tratto dal nuovo libretto di don Vincenzo Marinelli intitolato:

La buona novella. Riflessioni per l’Avvento e il Natale

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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI

Erode mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme.
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 2, 13-18   I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».   Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato il mio figlio».   Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esatezza dai Magi.   Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremìa: «Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più». Parola del Signore

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