“Non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo”
La folla chiede a Gesù un segno tangibile, evidente, di quelli che si imprimono nella memoria di un popolo per generazioni. Mosè aveva procurato la manna agli israeliti nel deserto ed essi erano riusciti a sopravvivere al lungo e faticoso cammino. Gesù risponde e, come spesso accade, cambia la prospettiva. Non è stato Mosè, ma il Padre che ha procurato la manna per mezzo di Mosè. Gesù non sminuisce la figura di Mosè, ma ridà il primato al Padre.
A volte ci accade di vederci noi come Mosè, come quelli capaci di fare, di procurare qualcosa, di realizzare quasi l’impossibile. Invece dietro c’è il Padre da cui ogni cosa proviene. Se riconosci il ruolo di Dio nella tua vita, non perdi nulla. Anzi alleggerisci la pressione di “onnipotenza” che gli altri continuamente si aspettano da te. Quell’onnipotenza che a volte ti porta a nascondere le tue ferite non solo agli altri, ma anche a te stesso. Perchè a forza di renderti sempre efficiente, presente, instancabile, interessante per gli altri, finisci per crederci di esserlo e per chiederlo anche a te stesso. Rinunciando ad accettarti fragile, ad accogliere i momenti no, in cui ti riscopri impaziente, inaffidabile, irresponsabile. Se fai spazio al Padre e gli dai il primato che gli spetta, ricollochi meglio anche te stesso nel rapporto con Dio e con gli altri.
In breve
Se riconosci il primato di Dio, non dovrai più sentirti costretto a gestire la pressione dell’onnipotenza che tutti si attendono da te, e potrai più facilmente appropriarti della tua umanità e gestire le sue ferite.
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Commento a cura di don Vincenzo Marinelli
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