Amerai il tuo prossimo come te stesso”
Quotidianamente siamo invitati a mettere i nostri “like”, a scegliere le cose da aggiungere alle nostre preferenze, ad esprimere i nostri gusti. Continuamente alimentati da queste dinamiche, diviene quasi naturale separare anche coloro che frequentiamo più spesso, tra le cerchie dei preferiti e quelle di chi ci crea disagio o non soddisfa i nostri gusti. L’abitudine a far prevalere i nostri criteri di compiacimento rischia di erodere progressivamente la capacità di accoglienza dell’altro, così com’è. In questo modo, non si raggiunge mai il prossimo oltre il confine esterno dei territori marcati dal nostro gradimento. L’altro per poter essere riconosciuto come prossimo, come vicino, deve aver già superato la soglia della nostra gratificazione. È proprio questa la dinamica evangelica che ci chiede di farci prossimi? Il prossimo è colui che sta proprio al di là del confine delle tue cerchie preferenziali.
In breve
Al tempo dei social si rischia di non raggiungere mai il prossimo oltre il confine esterno dei territori marcati dal nostro gradimento.
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Commento a cura di don Vincenzo Marinelli
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