“Tu sei il re dei Giudei?”
La domenica delle Palme presenta l’acclamazione di Gesù e del suo ingresso a Gerusalemme. È un evento lieto che tuttavia stride con l’epilogo dei giorni seguenti. È l’emblema dell’incostanza dello spirito umano e della sua difficoltà ad essere corente a dei valori, a delle scelte, ma ancora di più ad essere fedele.
A volte guardare questo aspetto dell’umanità ci sconvolge e ci disorienta, ci priva di ogni punto di riferimento, soprattutto quando ad essere coinvolta è quell’umanità che rappresenta le istituzioni, o sono quegli uomini in cui avevamo riposto la nostra fiducia.
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Gesù conosce tutto questo che c’è nell’uomo, conosce la sua fragilità che talvolta lo rende meschino, menzognero, ipocrita, fino a rinnegare completamente ogni dimensione più sacra, a calpestare ogni dignità: da quella inerme di un bambino, a quella più intangibile come quella divina. Gesù davanti a questo paradosso non si sottrae, non giudica e non condanna.
Gesù ama. Fa da aprifila e tiene aperta la strada per coloro che, guardando per primi alla propria incoerenza, vanno avanti per essere un po’ migliori, per risollevare le vittime, per sollecitare i carnefici a recuperare la loro dignità, diventando uomini nuovi.
Non confonderti quando vedi la tua pochezza, accogli Cristo che viene verso di te come Salvatore.
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In breve
La domenica delle Palme è il ritratto drammatico dell’incoerenza dell’uomo. Gesù viene per rimanere il punto fermo a cui aggrapparti quando sperimenti l’incostanza e l’infedeltà che si nasconde nel cuore umano. E per salvare il tuo cuore da queste debolezze che lo caratterizzano.
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