“Quando lo sposo sarà loro tolto, allora digiuneranno”
I discepoli del Battista notano che i discepoli di Gesù non digiunano. Probabilmente questa differenza non li metteva in una buona reputazione, o probabilmente i primi avevano un pò di invidia verso i secondi. Gesù risponde facendo subito intuire che il digiuno non è legato ad una pratica, ma ad una relazione.
È solo quando lo sposo verrà a mancare che si presenterà il momento di digiunare, ovvero quando Gesù sarà morto. La pratica del digiuno quaresimale allora non vuole rinnegare la presenza di Gesù, che è vivo ed eterno, ma vuole piuttosto essere un esercizio di rinuncia a tutti quegli atteggiamenti, a quelle occasioni o a determinati oggetti che ci portano a separarci da Gesù, ovvero sono per noi motivo per peccare o non ci aiutano ad essere più virtuosi.
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È, se si può definire così, un digiuno “preventivo”, per rafforzare il nostro Spirito, ma è anche un digiuno “riparativo” perché attesta il nostro pentimento e la nostra voglia di convertirci e di emendarci da atteggiamenti che tuttavia in passato ci hanno indotto a peccare, ad avere delle debolezze. Ma senza un cuore ricolmo d’amore per Gesù, nessuna rinuncia è capace nè di rafforzarci nel compiere il bene e nell’evitare il male, nè di esprimere un reale pentimento. Tu hai già scelto da cosa digiunare in questa Quaresima?
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