“Sono venuto a chiamare i peccatori”
La società ci induce a posizionarci sempre tra le eccellenze, a guardare chi sta avanti per sorpassarlo, chi sta accanto per fargli concorrenza, e chi sta dietro per difenderci. Gesù introduce una logica nuova che non ci spinge a farci guerra gli uni con gli altri, ma piuttosto a guardarci con occhi fraterni, pieni di compassione e di rispetto.
Le debolezze, le fragilità e i peccati, sono osservati da Gesù non per scorgere dei punti di debolezza da sfruttare a proprio vantaggio, ma per soccorrerci nelle nostre mancanze. Che tenerezza sapere che Gesù ci viene incontro per quello che già siamo e non per chi dimostriamo di essere o potremmo essere. A volte la consapevolezza dei nostri peccati ci confonde e ci fa credere di essere indegni di Dio e del suo amore.
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Pensiamo che Dio si degni di guardarci solo quando ci dimostriamo all’altezza della sua Parola, fedeli e coerenti. Ma Gesù è venuto a dirti di mettere da parte la presunzione di comparire davanti a Lui integerrimo.
Lui invece ti cerca perché non ha vergogna di quello che sei, o del tuo passato, sa bene che solo la sua grazia può renderti capace di vivere secondo la Sua Parola e cerca di offrirti la sua vicinanza, la sua presenza perché con Lui tu raggiunga l’eccellenza, quella della santità.
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