don Vincenzo Marinelli – Commento al Vangelo del 20 Novembre 2020

“La mia casa sarà casa di preghiera”

Come definiresti la tua casa? Una casa di viandanti, una casa di gioia, una casa di incomprensioni e litigi, una casa vuota… Ogni casa è caratterizzata da qualcosa, sapresti trovare lo specifico della tua casa? Gesù afferma che desidera la sua casa (il tempio di Gerusalemme) una casa di preghiera. Per questo in essa tutto quello che è contrario a questo fine non è ammesso.

E tu come renderesti la tua casa una casa di preghiera? Che cosa sarebbe ammesso o vietato per renderla tale? Perchè non condividere con coloro che condividono con te la casa questa finalità? Prova a pensare in che modo ciascuno potrebbe renderla una casa di preghiera. Come lo farebbe un adolescente, un adulto, un bambino, un uomo o una donna?

Per rendere la tua casa una casa di preghiera non devi arredarla come un santuario. In essa deve essere presente il Signore, ma non solo con delle immagini o delle statue religiose. È nelle parole, nei gesti di chi vive in casa che Egli si rende presente. E, per rendere questi più simili a quelli del Signore, c’è bisogno di pregare con tutta la famiglia.

In breve

Non è necessario arredare la tua casa come un santuario per renderla una casa di preghiera. Ma è importante pregare insieme in famiglia e far diventare le parole e i gesti di ciascuno più simili a quelli del Signore.


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