don Vincenzo Marinelli – Commento al Vangelo del 20 Novembre 2019

“Ho tenuto nascosta la moneta in un fazzoletto”

Il servo che ha ricevuto la moneta in dono dal padrone per farla fruttare la tiene nascosta in un fazzoletto e la restituisce così com’era, gli altri servi invece le fanno fruttare. I tuoi frutti non sono i tuoi successi o le cose positive che riesci a realizzare, se quelle accadono hai motivo per ringraziare Dio del buon esito secondo le tue aspettative.

Ma lì nel tuo fazzoletto continui a tener chiuse tutte quelle situazioni interiori di cui gli altri non sanno e non vedono, ma tu conosci che non stai sviluppando nel modo giusto o non stai sviluppando affatto. Le tieni lì, lasci che accadano e che si ripetano dentro di te, evitando di correggerle e dargli il senso giusto che ti porterebbe a fare meglio il bene o addirittura a fare del bene in misura nuova e maggiore.

In quel fazzoletto è come se tenessi chiusa parte della tua vita, parte di te, che eviti di mettere seriamente in gioco e di migliorare, accontentandoti del fatto che gli altri non sappiano o non vedano.

In breve

Non migliorare di te solo la parte visibile agli altri, o quella che dipende dal loro giudizio. Hai in te molto di più che non puoi tener chiuso in un fazzoletto, ma hai bisogno di metterlo in gioco e orientarlo al bene.

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI

Perché non hai consegnato il mio denaro a una banca?

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 19, 11-28
 
In quel tempo, Gesù disse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro.
 
Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato.
 
Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”.
 
Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”.
 
Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. “Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”».
 
Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.

Parola del Signore

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