“Ho tenuto nascosta la moneta in un fazzoletto”
Il servo che ha ricevuto la moneta in dono dal padrone per farla fruttare la tiene nascosta in un fazzoletto e la restituisce così com’era, gli altri servi invece le fanno fruttare. I tuoi frutti non sono i tuoi successi o le cose positive che riesci a realizzare, se quelle accadono hai motivo per ringraziare Dio del buon esito secondo le tue aspettative.
Ma lì nel tuo fazzoletto continui a tener chiuse tutte quelle situazioni interiori di cui gli altri non sanno e non vedono, ma tu conosci che non stai sviluppando nel modo giusto o non stai sviluppando affatto. Le tieni lì, lasci che accadano e che si ripetano dentro di te, evitando di correggerle e dargli il senso giusto che ti porterebbe a fare meglio il bene o addirittura a fare del bene in misura nuova e maggiore.
In quel fazzoletto è come se tenessi chiusa parte della tua vita, parte di te, che eviti di mettere seriamente in gioco e di migliorare, accontentandoti del fatto che gli altri non sappiano o non vedano.
In breve
Non migliorare di te solo la parte visibile agli altri, o quella che dipende dal loro giudizio. Hai in te molto di più che non puoi tener chiuso in un fazzoletto, ma hai bisogno di metterlo in gioco e orientarlo al bene.
Commento a cura di don Vincenzo Marinelli
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 19, 11-28
In quel tempo, Gesù disse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro.
Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato.
Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”.
Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”.
Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. “Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”».
Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.
Parola del Signore