“Perirete tutti allo stesso modo”
Nella logica ebraica, la morte sopravvenuta per certi eventi nefasti era a causa dei propri peccati. Invece Gesù smonta questa visione. È come se si dicesse che il popolo di una determinata nazione, se subisce delle morti è perchè, in fondo, quegli uomini sono dei peccatori. Ma Gesù dice che non c’è alcuna connessione diretta tra un evento negativo e il peccato.
Non si può considerare la morte come punizione per i propri peccati. Ma ciò che rimane urgente è convertirsi, perchè quello che è grave è morire senza essere in grazia di Dio, trovandosi in una situazione di peccato. Come si può riporre tanta fiducia nella misericordia del giudice divino se qui in terra non abbiamo seguito le sue leggi? Se non ci siamo serviti dei suoi mezzi per salvarci?
Gesù stesso ha detto “chi mangia di questo pane vivrà in eterno”. E come possiamo sperare l’eternità se poi non ci nutriamo del suo corpo eucaristico? Certo, la misericordia di Dio è grande, e l’uomo può sempre sperare in essa. Ma la condizione per riceverla è molto più sfavorevole se non ci si impegna in un cammino di conversione.
Il cammino quaresimale è un tempo favorevole per disporre al meglio il nostro cuore a ricevere la salvezza donata dal Signore nella sua Pasqua di morte e Risurrezione.
In breve
Senza un cammino di conversione, l’uomo si trova in una condizione molto più sfavorevole nel sperare di ricevere la misericordia del giudice divino.
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