“voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te”
La bontà di Dio è disarmante, tanto per chi la riceve, tanto per chi guarda a colui che la riceve. Chi la riceve avverte la generosa sovrabbondanza e magnanimità con cui viene remunerato rispetto all’impegno profuso e al risultato ottenuto. Invece, colui che osserva la bontà di Dio verso gli altri a volte rischia di non comprenderla e può commettere l’errore di compararla con la propria situazione. A volte ci si concentra di più su quanto gli altri vengano favoriti (secondo i propri parametri di giudizio) e si perde di vista il giusto che viene comunque assicurato da Dio nei propri confronti. Se non si purifica il cuore dai molteplici attaccamenti o dalle proprie aspettative, si rischia di vivere un conflitto interiore per la sorte altrui; di perdere la pace del cuore e divenire schiavi dell’invidia; di allontanarsi da Dio e sentirsi meno favoriti da Lui. La preghiera è la forza che ti aiuta a liberarti da questi movimenti interiori.
In breve
La magnanimità di Dio che vedi riversata verso gli altri è la prova visibile di quanto Dio conosca e abbia cura della fragilità umana. Pertanto, se Egli si comporta così con gli altri, non può evitare di agire allo stesso modo nemmeno con te.
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Commento a cura di don Vincenzo Marinelli
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