“Come io ho avuto pietà di te”
Pietro sa bene che perdonare non è facile. Così chiede al Signore come regolarsi, quale misura adottare quando c’è da perdonare. Pensava che forse un numero di volte elevato come 7 sarebbe stato sufficiente, ma non è così per Gesù. Per Lui non bisogna quantificare, ma considerare che ci è chiesto di perdonare per una ragione sola: sei stato perdonato a tua volta. Il perdono ricevuto ti abilita a poter perdonare a tua volta. E dal momento che hai ricevuto questa abilitazione non c’è un termine di fine esercizio.
Per perdonare è necessario essere profondamente uomini, immedesimarsi così tanto nelle debolezze e nelle fragilità dell’altro da poterne comprendere tutte le motivazioni che egli ha avuto per poter sbagliare e per farlo anche più di una volta. Ma per perdonare è necessario essere anche profondamente abitati dalla grazia che è capace di resistere ai colpi ricevuti dalle mancanze altrui. Per esercitare il perdono devi solo imparare ad essere più umano e ad essere più vicino a Dio. Non esiste un livello massimo di perdono. La sua misura cresce con te, con il tuo esercizio.
In breve
Il perdono ricevuto ti ridona la vita, il perdono donato ti fa creatore, ad immagine del Padre.
Di don Vincenzo Marinelli anche il libretto:
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Commento a cura di don Vincenzo Marinelli
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