“Io non credo”
Tommaso non ha visto Gesù quando è apparso risorto ai discepoli. Quanto essi hanno raccontato è davvero difficile da concepire. Allora manifesta tutta la sua incredulità fino al punto da voler toccare le piaghe di Gesù. Ed è proprio quello che Gesù lo invita a fare otto giorni dopo.
Quel desiderio di Tommaso fatto presente ai discepoli non è caduto nel nulla, ma è proprio Gesù a riproporlo e ad assecondarlo, dimostrando a Tommaso che non ci sono ragioni sufficienti per cui non si possa credere nella sua risurrezione e in Lui. Gesù inoltre appare più volte e a più persone dimostrando che non c’è solo un’unica occasione per tutti di credere, ma gli inviti sono molteplici e nei luoghi e nei tempi più diversi, secondo la situazione di ciascuno.
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È questo che Gesù continua a fare anche oggi per chiunque conservi dubbi e perplessità sulla sua persona, la sua parola e la sua risurrezione. Il dono della misericordia di Dio sui peccati dell’umanità è la prova continua della volontà di Dio di ricominciare con ogni uomo nonostante i dubbi, i peccati, le fragilità.
In breve
Dio da parte sua non lascia nessuna ragione sufficiente per non credere in Lui. Ma credere o non credere è una scelta dell’uomo.
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