don Vincenzo Marinelli – Commento al Vangelo del 16 Agosto 2020

“Mia figlia è molto tormentata”
 
Tormenti e sofferenze non risparmiano nessuno, nemmeno i cristiani. Essere cristiani non può mai essere un alibi davanti a Dio, un riconoscimento che può esentare da una dimensione che è propria della vita di tutti gli uomini. La sofferenza, pur nella sua drammaticità, è invece un luogo privilegiato di riscoperta del senso della vita, della sua essenzialità e della fede. È la conclusione a cui giunge la donna cananea del Vangelo. Grida verso Gesù, lo cerca ostinatamente, e gli risponde che non cerca il pane che non è a lei destinato, ma si accontenta delle briciole. Chi è malato non pensa più ai grandi progetti, agli agi, ai comfort. Si preoccupa del presente, di sentire un fugace e momentaneo sollievo dal dolore, di ricevere, anche se solo per un attimo, un gesto di affetto e tenerezza. La sofferenza della figlia di questa donna l’ha condotta a Dio, alla fede, all’essenziale. Un insegnamento ancora eloquente soprattutto per tutti i credenti.

In breve

La sofferenza è sempre un bivio. Ti chiede di essere accolta pazientemente, o rifiutata; di avvicinarti a Dio, o di allontanarti; di rimpiangere quello che non è più, o di cercare l’essenziale.


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Commento a cura di don Vincenzo Marinelli

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