“Mia figlia è molto tormentata”
Tormenti e sofferenze non risparmiano nessuno, nemmeno i cristiani. Essere cristiani non può mai essere un alibi davanti a Dio, un riconoscimento che può esentare da una dimensione che è propria della vita di tutti gli uomini. La sofferenza, pur nella sua drammaticità, è invece un luogo privilegiato di riscoperta del senso della vita, della sua essenzialità e della fede. È la conclusione a cui giunge la donna cananea del Vangelo. Grida verso Gesù, lo cerca ostinatamente, e gli risponde che non cerca il pane che non è a lei destinato, ma si accontenta delle briciole. Chi è malato non pensa più ai grandi progetti, agli agi, ai comfort. Si preoccupa del presente, di sentire un fugace e momentaneo sollievo dal dolore, di ricevere, anche se solo per un attimo, un gesto di affetto e tenerezza. La sofferenza della figlia di questa donna l’ha condotta a Dio, alla fede, all’essenziale. Un insegnamento ancora eloquente soprattutto per tutti i credenti.
In breve
La sofferenza è sempre un bivio. Ti chiede di essere accolta pazientemente, o rifiutata; di avvicinarti a Dio, o di allontanarti; di rimpiangere quello che non è più, o di cercare l’essenziale.
Di don Vincenzo Marinelli anche il libretto:
La buona novella. Riflessioni per l’Avvento e il Natale disponibile su: AMAZON | IBS
Commento a cura di don Vincenzo Marinelli
- Telegram: https://t.me/labuonanovella
- Instagram: https://www.instagram.com/buona_novella
- Facebook: https://www.facebook.com/labuonanovellavangelo/
- Youtube (video solo nei tempi forti): https://www.youtube.com/channel/UCtPnNUQj4iEx-fKzBCQKTUw