“Amate i vostri nemici”
Le parole di Gesù provocano la nostra umanità. Qual è la prima reazione che avverti verso chi ti ha fatto del male? Suggerendoci di pregare Gesù anzitutto ci invita a far attenzione a quanto avviene dentro di noi. La preghiera infatti aiuta innanzitutto noi stessi a “ricomporci”, a rimettere in equilibrio quello che suggerisce la mente e quello che invece è il naturale e più immediato sfogo emotivo che si avverte. La preghiera è dunque innanzitutto un’occasione per fermarci, non essere impulsivi.
È in essa che troviamo la forza per moderare la reazione delle nostre passioni, lucidità ai nostri pensieri e impedire che le intenzioni malvagie che possono sorgere nel nostro cuore prevalgano. Con la preghiera possiamo addirittura cambiare lo sguardo sui nostri nemici. Rivolgendoci a Dio torniamo a vederli anzitutto come fratelli verso i quali pur avendo ricevuto un danno possiamo trovare una riconciliazione o quantomeno riacquisire la pace e la padronanza di noi stessi. Per quanto sia una prova dura da gestire, la relazione con il nemico è sempre un’occasione di crescita e di testimonianza per un cristiano.
In breve
Amare il nemico è sempre una prova difficile da gestire. Ma è un’occasione per crescere umanamente, maturare nella fede e offrire una testimonianza più forte della propria sequela di Cristo.
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