“Sarà chiesto conto del sangue di tutti i profeti”
Quando viene chiesto conto di qualcosa, si diventa inquieti, si entra in angoscia. Quando si deve ricevere il responso sul proprio operato è difficile restare tranquilli. Eppure è inevitabile essere giudicati: lo è per un esame, un colloquio di lavoro, una prestazione. Ma se è necessario per le finalità della vita terrena, perchè non dovrebbe essere ancor più importante per conseguire il risultato finale, cioè la vita eterna?
In alcuni casi l’idea che Dio debba giudicarci, debba chiederci il conto del nostro operato ci spaventa e, per evitare questo timore, si corre il rischio di non annunciare più che Dio è anche giudice del mondo, della storia, di ogni gesto della nostra esistenza. Si lascia più margine all’idea di un Dio misericordioso. Un’idea che, se non è accompagnata dalla giustizia di Dio, diviene parziale e fuorviante. Invece la giustizia di Dio non deve incutere timore, piuttosto sicurezza e determinazione.
Quante volte si vorrebbe giustizia e non la si trova? Sapere che esiste una giustizia divina davanti alla quale ognuno passerà al vaglio, conferisce un maggiore senso di responsabilità per le proprie scelte. Non temere la giustizia di Dio, anch’essa è un atto d’amore di Dio con cui riconosce a ciascuno quanto giustamente ha compiuto. E se avverti dentro di te di non essere adempiente, allora sei ancora in tempo per correggerti e prepararti ad incontrare il giudice giusto.
In breve
Anche la giustizia di Dio è un gesto d’amore. Finalmente sarà riconosciuto ad ognuno il bene fatto, i sacrifici sofferti, e le lacrime versate in segreto.
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