“Il Padre mio celeste farà così con voi“
Nessuno può giudicare come lo farebbe Dio. Ovvio. Il suo metro di giustizia è imparziale, ma soprattutto è capace di giudicare sia le azioni esteriori, che le intenzioni dei cuori.
Per questo nessun uomo può giudicare rettamente, ma verosimilmente, ovvero non secondo la Verità assoluta degli eventi, ma secondo la verità processuale, quella che emerge dalle prove, dai testimoni, dalla violazione oggettiva della legge etc…Dal momento che il giudizio dell’uomo è fallace per costituzione, Dio allora ci offre un criterio per esercitare la giustizia in modo umano nella vita sociale.
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E il criterio è il perdono nelle sue possibili sfumature. Dalla forma più radicale dell’indulto a quella della sostituzione della pena o della sua mitigazione. Attenuare una pena o essere indulgenti, non vuol dire necessariamente incoraggiare la violazione della legge. Ma vuol dire dare rilevanza all’uomo.
Mettere in conto la sua fragilità, l’inclinazione al male, l’incostanza, l’infedeltà, e non negargli, soprattutto un’occasione di riscatto. Una pena severa il Vangelo insegna che va attribuita solo in caso di molteplice recidiva. Certo a livello istituzionale e giudiziario il discorso è più complesso, ma nell’ambito interpersonale sforzati sempre, nella misura del possibile, di attenuare la rigorosità del tuo giudizio e di mitigare le azioni conseguenti.
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