“Avete occhi e non vedete?”
Quante volte abbiamo ciò che cerchiamo sotto gli occhi, ma non lo riconosciamo perchè non guardiamo la realtà come si presenta, ma per come la ricordiamo, per il modo con cui l’abbiamo memorizzata con le nostre mappe mentali?
Gesù rimprovera i suoi discepoli perchè il loro cuore indurito gli impedisce di vedere la realtà con la profondità che deriva dallo sguardo della fede. Loro rimangono chiusi in quella piccola e materiale preoccupazione che il pane a disposizione sarà insufficiente.
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Vedono dunque solo superficialmente quanto vivono, senza accorgersi che c’è ben altro di cui preoccuparsi e fare attenzione. Erode e i farisei come un lievito diffondono nella gente una mentalità attaccata ai segni del potere, alla menzogna, agli inganni di palazzo, a relazioni di cortesia, ma velenose.
Questa mentalità giunge fino a loro, per cui devono guardarsi e difendersi. Come sempre quando c’è la povertà gli uomini pensano più alla pancia che allo spirito. Ma se l’uomo non si prende cura dello spirito, anche nella sua povertà, avvertirà sempre di più la sua indigenza, cresceranno le sue preoccupazioni e i suoi timori.
Senza uno spirito forte, la povertà può essere devastante per l’uomo e avvertirà in misura maggiore la necessità di saziare ogni tipo di bisogno materiale, ad ogni costo. Tu non hai fatto esperienza che quando sei più unito al Signore stai bene e riesci a godere anche di quel poco che hai?
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In breve
Se sei unito al Signore, riesci ad essere felice anche di quel poco che hai. La tua povertà non ti pesa.
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