“lasciò la sua anfora”
Un gesto inosservato che accompagna l’uscita della samaritana dalla scena principale, a cui tuttavia l’evangelista dona rilievo. Quest’anfora che la donna ha preso appositamente con se’ prima di uscire di casa e recarsi al pozzo, ora è lasciata lì, abbandonata, inutile.
Ma non è l’anfora a non servire più, è piuttosto la sua sete che ora è diversa, che non può essere più appagata dalla semplice acqua naturale. Il Signore le ha dato lui stesso l’acqua di cui il suo spirito era assetato, era in cerca. La parola di Gesù le ha fatto rivedere la sua vita alla luce di Dio, le sue scelte, i suoi affetti sbagliati, gli errori…la apre alla verità, vera acqua di ogni sete dello spirito umano.
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Se non possiamo rinunciare all’acqua naturale, pena la morte, perché invece lasciamo che il nostro spirito rimanga assetato? Questo accade quando si correre dietro alle cose da fare, non ascoltando i nostri veri bisogni interiori, o ci si illude di calmare la sete del nostro spirito con dei beni materiali che, invece di appagarla, l’accrescono.
Sai dire di cosa hai sete in questo momento della tua vita? Hai sete della relazione con Dio?
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