“Siamo servi inutili”
È difficile accettare questa espressione di Gesù sia perchè sentirsi servi non fa piacere, ancor di più sentirsi inutili. Siamo abituati ad essere considerati, ad avere attenzione. E per ottenerla cerchiamo di dimostrare proprio il contrario, cioè che abbiamo un valore. Qualcuno addirittura arriva al punto di ricoprirsi di abiti o di oggetti di valore per poter confermare e ostentare il suo valore indossandoli. Gesù ovviamente non ci vuole servi e ben conosce il nostro valore.
È Lui stesso che ci ha resi liberi e che ci ha fatto comprendere che abbiamo un valore immenso per il quale ha offerto se stesso. Considerarsi servi inutili vuol dire saper riconoscere il frutto del proprio operato non come qualcosa di eccezionale, ma come un compito ordinario che siamo chiamati a svolgere con semplicità e senza superbia o presunzione. Saper accettare il “grazie”, quando ci è riconosciuto, ma saper anche continuare ad agire senza cercarlo o senza averlo ricevuto.
È un esercizio raccomandabile soprattutto a chi ha un ruolo di guida o di governo. Spesso si trova ad agire per la comunità senza che questa conosca e riconosca quanto egli fa per il suo bene o benessere.
In breve
Se non ricevi il “grazie” che ti aspettavi saresti in grado di continuare ad operare nello stesso modo? O di compiere nuovamente quanto hai fatto? Per quante volte? Agisci sempre al di là della gratitudine che ti può essere riconosciuta per quello che fai.
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