“Se il chicco di grano, non muore, rimane solo”
Quale guadagno si può ancora trarre dalla morte? Gesù lo spiega attraverso l’immagine del chicco che proprio quando muore dà frutto. Ma non c’è solo la morte fisica che lascia il frutto di tutto quello che si è insegnato durante la vita e quello della continua intercessione dinanzi a Dio nella vita eterna. Ci sono i frutti silenziosi delle morti quotidiane. Quei piccoli no che diciamo alle occasioni di peccato, alle situazioni che mettono alla prova la nostra onestà e la nostra coerenza.
Regolare e dominare il proprio io è una morte silenziosa che più di ogni altra permette il fiorire in noi della carità, della pazienza, della mitezza, del perdono. Non c’è un morire che rende più felici di quello di chi sa che si sta sacrificando per il bene e il benessere di coloro che ama più della sua stessa vita. È proprio questo tipo di morte il sigillo dell’amore più eroico, l’amore che rimanda a quell’amore divino che ha dato tutta la sua vita per donare la vita divina ad ogni uomo.
In breve
I frutti più belli e più maturi dell’amore nella vita di una persona vengono proprio da quelle morti silenziose con cui si domina il proprio io per offrire i prelibati frutti della mitezza, della pazienza e del perdono.
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