«Questo giorno che segna una svolta nella storia è la Pasqua del Signore, il Giorno del Signore!». Enzo Bianchi
Dalle tenebre alla luce, dalla morte alla vita, dal peccato alla grazia. E che ne è del venerdì santo? Dio risorge, ma era morto? Abbiamo seppellito Dio e non vogliamo farlo risorgere? Se vogliamo aiutarlo a risorgere, occorre fare spazio all’amore, se abbiamo appreso dal Rabbì di Nazareth come si vive l’amore, i gesti di cura e di prossimità, il perdono e la vittoria sul peccato. Anche noi non lo aiutiamo a risorgere quando rimaniamo dentro al sepolcro a contemplare la tomba vuota, ma il Padre non ha abbandonato il figlio nella tomba.
Giardino in festa
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Il passo dal venerdì santo alla pasqua non è breve, la sofferenza, la tristezza per quel corpo martoriato durano un’eternità, ma non hanno l’ultima parola. Che ne è stato di quei pianti delle pie donne e delle lacrime? Che ne è stato dei discepoli in fuga? Che ne è stato della Madre e del discepolo amato? Alle prime luci dell’alba, le donne si recarono al sepolcro, trovarono la tomba vuota, danza, festa, vento, gioia, canti angelici. Sono le stesse donne che il venerdì hanno abitato, senza arretrare di un centimetro, il perimetro attorno alla croce.
Sono le donne le prime annunciatrici!
Attesa di speranza
Incalza la primavera, la natura si risveglia, porta in sé la risurrezione, in quel giardino attendono la rinascita nel sepolcro, ora lui e Giuseppe attendono che la pietra sia rimossa da una forza superiore. Dove sono andati a finire i discepoli? Sono alcune donne, testimoni della morte di Gesù in croce vengono alla tomba, e il loro affetto fedele le spinge a tornare dove Gesù è stato deposto, al suo corpo, perché queste donne continuano ad essere attratte dal loro maestro e profeta, seguito a caro prezzo fino alla fine.
Sono le donne le prime destinatarie dell’annuncio pasquale.
Alla ricerca dell’amato
Quel mattino di Pasqua, quell’inizio della salvezza, le donne vanno al sepolcro, la tomba è vuota, alla ricerca dello Sposo, mentre i discepoli restano al chiuso, i sacerdoti e gli scribi restano convinti che Gesù è morto e corrompono le guardie perché attestino il falso. C’è Maria di Magdala, “è la donna del desiderio, colei che non si rassegna, ma il dolore le pesa così tanto sul cuore che non riesce a vedere. È buio non solo intorno a lei, perché esce quando si intravvedono le prime luci del mattino, ma è ancora notte nel suo cuore. (..) La sua preoccupazione diventa però un’occasione per annunciare: corre dai discepoli per condividere la sua preoccupazione e proprio quella preoccupazione diventa il punto di partenza per il cammino di qualcun altro” (G. P.).
Sono le donne le prime protagoniste e scendono sulle strade del mondo.
Cercatrici di Dio
So che cercate Gesù, non è qui! Le donne cercatrici, mendicanti dell’amato, con occhi nuovi, “e non appena giungono a interpretare l’evento accaduto nella storia, l’evento della tomba vuota, subito sentono in loro la spinta, il desiderio, la forza di annunciare l’evento” (E. B.). Abbiamo un debito verso le donne, loro risvegliano la solita indifferenza, di chi vive tutto come fosse lo stesso rito senza porsi domande.
Sono le donne che fanno gesti e dicono parole di vita.
- Quali sono i gesti di risurrezione nella mia vita?
- Dove ripartire per nuovi cammini pasquali?
È Pasqua, la pietra del sepolcro è stata rimossa. / È Pasqua, la terra è orante e i polmoni in festa. / È Pasqua, occhi risorti. È Pasqua, Gesù è Risorto, è vivo.
Per gentile concessione di don Vincenzo Leonardo Manuli
Link all’articolo del suo blog
Don Vincenzo è nato il 7 giugno 1973 a Taurianova. Dopo la laurea in Economia Bancaria Finanziaria ed Assicurativa nell’Università Statale di Messina conseguita nel 1999, ha frequentato il Collegio Capranica a Roma dal 2001 al 2006. Ha studiato filosofia e teologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma dal 2001 al 2006 retta dai padri gesuiti della Compagnia di Gesù. […]