don Vincenzo Leonardo Manuli – Commento al Vangelo del 5 Marzo 2023

919

«Sono mendicante di frammenti di luce». Giancarlo Bruni

Siamo tutti mendicanti di luce, nel profondo del nostro essere, siamo luce, e la tenebra che a volte tende a prevalere è necessaria perché vinca la luce. Gesù è luce, Dio è luce, l’amore è luce, vogliamo vedere il mondo in un’altra luce, perché forse siamo abituati a vedere troppa violenza, troppa indifferenza e tante tragedie. Gesù porta con sé tre dei suoi discepoli, gli fa fare esperienza di luce, si trasfigura, concede prima della passione una pausa, anticipa quella trasfigurazione che avviene in noi quando emerge la profondità di quello che siamo.

Luce

- Pubblicità -

Siamo mendicanti di luce, e frammenti di luce. Sto completando di leggere un libro, la storia di un monaco che esce dal monastero perché non vedeva più la luce, e rientra nel mondo perché possa ritrovare la luce. La luce mi fa venire in mente un film, Alla luce del sole, la vita del beato Pino Puglisi ucciso dalla mafia, un uomo e un prete che ha vissuto es-ponendosi, senza fingimenti, un film che mette in chiaro l’apostolato del prete di Brancaccio nella luce di Dio. Il vangelo di questa domenica racconta l’episodio della trasfigurazione è una buona notizia piena di luce, di bellezza. Tutto il vangelo è pieno di luce, e ci introduce in un percorso verso la luce, come mendicanti di luce. “La luce è così eccessiva che non si limita al corpo, ma dilaga verso l’esterno, cattura la materia degli abiti e la trasfigura. Le vesti e il volto di Gesù sono la scrittura, anzi la calligrafia del cuore” (E. R.). Gesù fu trasfigurato, avviene una trasformazione, mentre conversa con Mosè ed Elia, la Legge e i Profeti, ecco la voce di Dio, e il suo voltole sue vesti, diventano pieni di luce, in lui si compiono le Scritture, avvolgendolo di luce: Il suo volto brillò come il sole.

L’Ascolto

Come Pietro, siamo tutti mendicanti di luce, senza la luce della vita, della fede, dell’amore, del pane, della fraternità, non possiamo vivere. Il Dio che non ha volto, ha invece una voce, Gesù è la Voce diventata Volto e corpo. Vogliamo vedere il mondo in altra luce, Io guardo ogni cosa come se fosse bella e se non lo è devo guardare meglio, scrive Franco Arminio, se dilatiamo il nostro sguardo. Noi nasciamo a metà, quando veniamo al mondo si dice che veniamo alla luce, quando moriamo, si dice che ci spegniamo, ma tutta la vita ci serve per nascere del tutto. Saliamo con Gesù su un alto monte, simbolo della vicinanza con Dio, per compiere questa salita occorre liberarsi da tutto ciò che ci appesantisce e ci ostacola. È questo il significato del nostro cammino quaresimale: il digiuno e la penitenza non hanno lo scopo di affinare e rendere più gradevole il nostro fisico, ma di renderci idonei a trasfigurarci nello spirito e nel cuore per «far risplendere in noi la vita e l’immortalità» dice l’apostolo Paolo, e la preghiera è la forza che sostiene queste pratiche quaresimali.

Illuminati da Cristo

Mi chiedo cosa c’è di trasfigurante nella tragedia di Steccato di Cutro dove sono morti più di 70 migranti. Dove è la luce quando si innalzano muri? Forse dietro ci sarà una spiegazione a questo come a tante altre tragedie che accadono nel mondo.Noi che ci diciamo cristiani, cioè, discepoli di Gesù Cristo, un tempo venivamo chiamati illuminati, perché trasfigurati con il battesimo dal Cristo risorto che illumina ogni battezzato. Cos’è che dà luce? La Parola? L’Eucaristia? Una vita umana e cristiana fondata sulla giustizia e la misericordia? Nella spiritualità della quaresima il vangelo della trasfigurazione illumina anche il cammino battesimale, facendo uscire il discepolo dal suo io, come Abramo che esce dalla sua casa, dalla sua parentela, dalla sua terra, parte verso un luogo che non conosce. Anche il battezzato comprende che Dio lo ha chiamato, scelto, eletto e per questo lascia la casa e la terra delle sue vecchie abitudini legate al peccato, per entrare in una nuova vita trasfigurata dalla luce della fede e dall’ascolto della parola di GesùAscoltatelo, è l’imperativo di tutta la vita, non rassegniamoci, non adattiamoci e non siamo in differenti a tutto quello che accade nel mondo.

  • Come guardiamo la vita? Noi stessi? Gli altri?
  • Siamo chiamati a fare opere di luce. Siamo disposti?

Leggi la preghiera di don Leonardo

Per gentile concessione di don Vincenzo Leonardo Manuli
Link all’articolo del suo blog

Don Vincenzo è nato il 7 giugno 1973 a Taurianova. Dopo la laurea in Economia Bancaria Finanziaria ed Assicurativa nell’Università Statale di Messina conseguita nel 1999, ha frequentato il Collegio Capranica a Roma dal 2001 al 2006. Ha studiato filosofia e teologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma dal 2001 al 2006 retta dai padri gesuiti della Compagnia di Gesù. []