don Vincenzo Leonardo Manuli – Commento al Vangelo del 26 Marzo 2023

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Questa domenica chiude il trittico che accompagna il credente nell’itinerario battesimaleacqua, luce, vita, un percorso che ha la cifra nella forza della Parola, sembra unesodo che fa uscire Lazzaro dal sepolcro. Lazzaro entra morto nella tomba, con i piedi e le mani legati con le bende e il viso avvolto in un sudario, e al comando di Gesù, egli esce dal sepolcro del peccato, perché la Parola di Gesù è più forte della morte. 

Il sepolcro

Lazzaro vieni fuori! Quanti sepolcri costruiamo, luoghi di non vita, abissi con cattivo odore, nascosti alle responsabilità, rifugiati per non prendere contatto la realtà. Esci dal tuo lamento! Grida Gesù. Il suo comando è un urlo che libera, l’amore è più forte della morte, come un fiore che spunta dalla crepa, come un germoglio che forza il ramo e spunta con dolcezza, come un raggio di sole che entra tra le fessure di una finestra. Gesù piange, si commuove, grida. La morte è una ingiustizia, e Gesù è amico dell’uomo; si coinvolge, ha compassione. Per Marta e Maria è un passaggio drammatico, la morte del fratello Lazzaro le getta nella disperazione. Perché Gesù arriva tardi? Questa morte diviene gloria per Dio. Al grido di Gesù, Lazzaro esce, risorge perché amato. Quante volte siamo chiusi nei sepolcri, siamo morti e sfiniti? Chi muove quella pietra? Il sepolcro è immagine di situazioni di morte, quando si è spenti, scoraggiati. Lazzaro sono io, sei tu, siamo noi, e Gesù “è quell’amico che spezza il silenzio” (E. R.), egli forza quella porta sbarrata, come tutte le nostre porte chiuse: diceva don Tonino Bello che Dio non salva dalla morte ma Dio salva nella morte

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Vita nuova

Lazzaro morirà una seconda volta, morirà di nuovo e di nuovo verrà deposto nel sepolcro; Gesù non morirà più né più verrà deposto in un sepolcro, ma apre una speranza, si muove la pietra, entra un raggio di sole, perché “Dio non si rassegna davanti alle nostre tombe” (G. P.), perché il nome stesso di Lazzaro, Dio aiuta, Gesù viene a svegliare l’uomo, e la potenza di Dio si manifesta proprio in quell’assurdità. Il cammino di liberazione di Lazzaro, dei tanti Lazzaro, è graduale, solo quando si lascia sciogliere dai legami che impediscono la vita, può ritrovare la speranza.

Risurrezione

È risurrezione quando l’uomo entra nella pienezza di vita; Gesù venuto per darci una vita qualitativamente eterna. È risurrezione, quando rinasce l’uomo peccatore. Una lettura più profonda di questo racconto, Gesù sembra anticipare l’esperienza della sua passione, morte e risurrezioneTuo fratello risorgerà! Così risponde Gesù a Marta, egli ridona vita, rimuove la pietra che schiaccia la nostra vita, ma “siamo noi che dobbiamo avere il coraggio di uscire e di affrontare la realtà” (G. P.). Quel gesto compiuto da Gesù significa che egli in persona è la risurrezione e la vita, che la possibilità della vita è essere con Gesù, che solo attraverso di lui si può vincere la morte; è piuttosto l’amore che vince la morteè l’amore di Gesù capace di dare la vita, che vince la morte dell’amico Lazzaro. Chi ama non vive nei sepolcri, chi ama è fuori e vive alla luce del giorno, affronta la realtà, non mette una pietra sopra, ma la rimuove ed esce fuori.

  • Quanti sepolcri dobbiamo lasciare?
  • Quali legami siamo chiamato a sciogliere?

Credo in un Dio che si commuove. Credo in un Dio che abita l’umanità. Credo in Dio che entra dentro la realtà e condivide il dolore. Credo in un Dio che si lascia toccare dalla sofferenza, questo è un Dio vero. C’è un Dio che si china, sta dietro di noi, nelle piccole cose. Credo in Dio anche quando tace. Credo in un Dio che dà le carezze. Credo in Dio che dà speranza e fa rinascere tutto di nuovo.

Leggi la preghiera di don Leonardo

Per gentile concessione di don Vincenzo Leonardo Manuli
Link all’articolo del suo blog

Don Vincenzo è nato il 7 giugno 1973 a Taurianova. Dopo la laurea in Economia Bancaria Finanziaria ed Assicurativa nell’Università Statale di Messina conseguita nel 1999, ha frequentato il Collegio Capranica a Roma dal 2001 al 2006. Ha studiato filosofia e teologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma dal 2001 al 2006 retta dai padri gesuiti della Compagnia di Gesù. []