don Vincenzo Leonardo Manuli – Commento al Vangelo del 26 Febbraio 2023

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Ogni anno, la quaresima ci invita a fare ordine, a ricominciare in questo tempo di grazia, per rinnovare il nostro andare dietro a Gesù, e la prima domenica siamo gettati nel deserto, a fare i conti con le tentazioni e ad avere fiducia nella vittoria di Gesù, ha vinto per noi e ci prende per mano per affrontare questo tempo per fare verità contro ogni apparenza e ipocrisia a cui si è esposti.

Il punto più alto

Nelle viscere dell’esistenza, senza immaginazione, non conosco bene le tentazioni presenti e future, non ho chiarezza. L’idea sarebbe di cambiare tutto e subito, pretendere che gli altri possano comprendere, di riparare le ingiustizie; passo nei vicoli, senza incontrare nessuno, nel deserto, e penso, cosa avrebbe fatto Gesù. A volte si è osservatori senza partecipare; a volte vi si sta sopra per giudicare; a volte vi si ha la presunzione di conoscere tutto. Il punto più alto, deve divenire il punto più basso, non quello dei pulpiti o dei computer, ma dalla polvere della terra, della quotidianità, della fatica delle famiglie, degli uomini e delle donne, dello loro frustrazioni, delle loro non scelte o di decisioni sbagliate. Ecco la prima tentazione, il diavolo tenta per farti vedere solo negatività, ma Gesù vince scacciandolo, e propone strade alternative.

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Un briciolo di pietà

Non vivo in una metropoli, nemmeno in una città, ma in un piccolo borgo, spopolato, dove ci sono briciole di vissuto, di amore, di preghiera, frammenti di umanità, sprazzi di compassione. Qui non c’è folla di gente ma il focolare dell’incontro, della prossimità, dell’attesa che ritorni il padre.  Sull’asfalto dissestato e dei muri grigi, il sole splende anche qui, raggi di luce, feritoie di grazia, che penetrano nelle vetrate della chiesa e delle finestre delle case. Qualcuno ancora attende, è qui la speranza, la fede. Gesù, cosa avrebbe fatto? Vince anche questa tentazione, quella che non ci sia nulla da fare, perché il mondo è degli innamorati e dei poeti.

L’atto di fede                         

La chiesa collega il cielo alla terra, guarda il campanile, la punta, un urlo al cielo. Qui si riuniscono per intercedere, e nelle case “ci sono madri che danno la vita per i figli e gente onesta perfino nelle piccole cose; ci sono padri che trasmettono rettitudine ai figli e occhi diritti. C’è il grido del male, lo sento forte, e mi stordisce a giorni, ma più ancora c’è il silenzioso lievitare del bene. Signore, se guardi bene nella città che il diavolo dice sua, non c’è solo competizione, puoi incontrare la passione per la giustizia, il sottovoce dell’onestà, gente limpida senza secondi fini” (E. R.). Cosa farebbe qui Gesù? La sua vittoria è servire senza dominare, si fa vicino e ci prende per mano, passa la grazia, e ci sono ancora angeli che vegliano sui sogni, dicono di gettarsi e di abbandonarsi nelle mani di Dio, e di avere fiducia nell’ultimo tratto della vita: “Vieni, hai tentato di amare, il tuo desiderio di amore era già amore”! (E. R.). L’importante è provarci, un lungo cammino è fatto da piccoli passi, e continuo a pregare, non chiedo altro, basta un sorriso.

  • Quali sono le tentazioni? Fingere, apparire, attaccarsi alle cose, la superbia, pretendere di conoscere tutto?
  • Come si vincono le tentazioni?

Leggi la preghiera di don Leonardo

Per gentile concessione di don Vincenzo Leonardo Manuli
Link all’articolo del suo blog

Don Vincenzo è nato il 7 giugno 1973 a Taurianova. Dopo la laurea in Economia Bancaria Finanziaria ed Assicurativa nell’Università Statale di Messina conseguita nel 1999, ha frequentato il Collegio Capranica a Roma dal 2001 al 2006. Ha studiato filosofia e teologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma dal 2001 al 2006 retta dai padri gesuiti della Compagnia di Gesù. []