«Pregate per ascoltare, pregate per capire e pregate per vivere la fede, metterla in pratica e renderle testimonianza. Pregate per trasformarvi in luce. Occorre che ascoltiate pregando, che comprendiate la verità nella preghiera e che viviate di preghiera».
San Ch. Maklouf
Il cuore di ogni religione è la preghiera, è al centro di ogni esperienza religiosa, e nel cristianesimo Gesù Cristo ci insegna a chiamare Dio con il nome di Padre, ci introduce ad una relazione di filialità. Alla richiesta dei discepoli, insegnaci a pregare, non offre una formula ma una relazione che mette in gioco l’amore.
Non siamo capaci a pregare, almeno io mi sento così, anche quando prego i salmi, mi fermo in silenzio davanti al tabernacolo, prego il rosario, celebro la Messa. “Bisogna avere molta fame di vita per pregare bene”, afferma E. Ronchi. Quando si prega, si tratta Dio come un potente da convincere, e si sbaglia, entrando in un rapporto commerciale, do ut des, da cui ricevere qualcosa, in modo che renda felice la nostra vita, che sganci qualche grazia, con qualche miracolo risolva i problemi umani. L’evangelista Luca ci tiene a mostrare Gesù in preghiera, anzi, fa una catechesi sulla preghiera, racconta quei pochi momenti intimi, solitari, nel deserto, dove si ritirava. Oggi non si ha tempo per la preghiera, per stare con sè stessi, per stare con gli altri, figuriamoci per Dio!
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I discepoli non chiedono a Gesù di insegnare delle preghiere ma insegnaci a pregare. La nostra preghiera è fatta di riti, abitudini, luoghi, tempi, parole, esperienze, pratiche, ma non sono le formule o quelle imparate a memoria a imparare a pregare: “la preghiera, lungi dall’essere un modo gentile per tirarsi fuori dalla mischia, è, in realtà, una bomba che può cambiare radicalmente la storia, ma non senza aver prima cambiato profondamente il nostro cuore” (D. M. Semeraro).
La preghiera, purtroppo, gode fra noi cattolici di pessima fama. Ci si scopre agapetoi, amati, e penso a Gesù al solo pronunciare la parola Padre, aveva un sussulto nel cuore, le lacrime agli occhi, un vero e proprio incontro. Personalmente, al di là dei momenti canonici, preferisco la preghiera silenziosa, davanti al Tabernacolo, guardando la croce o una statua, ammirando un panorama o nel verde di un bosco, perché la creazione è la lettera di Dio all’uomo. Tutto è preghiera, perché tutto è lode, ringraziamento, “pregare è riattaccarci a Dio, come si attacca la bocca alla fontana; è aprire canali dove può scorrere cielo; è dare a Dio del padre, chiamare vicino un Dio che sa di abbracci” (E. R.). Gesù parla di bussare, di cercare, di insistere nella preghiera, non si può trascurare, perché se non si coltiva la vita spirituale si rischia di atrofizzare non solo lo spirito anche i nostri sensi, perché si prega anche con il corpo, con questo involucro che ci sostiene e ci mette in marcia nella vita.
La preghiera non si spiega, si vive, ti trasforma, è una danza, uno slancio, un grido, un abbraccio, nella polifonia dell’esistenza, e più preghi e più senti di essere parte di dinamismo nell’universo della vita, che per il cristiano ha un esempio, la preghiera di Gesù. Quando mi è stato possibile, ho goduto della preghiera nei monasteri, della preghiera durante gli esercizi spirituali, della Messa, il vertice della preghiera, con i suoi tempi, i ritmi, le regole, e i sussurri dello Spirito.
Insegnami PAROLA DA DIRE e non preghiera
- Dedico tempo alla preghiera personale e in famiglia?
- La preghiera è legata alla mia vita quotidiana?
Siamo viandanti che camminano nella notte, siamo sentinelle che scrutano l’aurora, siamo veglianti e vigilanti in attesa dello Sposo. Siamo la lanterna della vita e della fede, e ogni giorno è un passo verso il Cielo. Siamo l’impossibile che diventa possibile, perché l’odio possa trasformarsi in amore, il buio in luce, la guerra in pace, la tristezza in gioia, il pianto in sorriso. Siamo tutte le cose, siamo i colori dell’arcobaleno.
Per gentile concessione di don Vincenzo Leonardo Manuli
Link all’articolo del suo blog
Don Vincenzo è nato il 7 giugno 1973 a Taurianova. Dopo la laurea in Economia Bancaria Finanziaria ed Assicurativa nell’Università Statale di Messina conseguita nel 1999, ha frequentato il Collegio Capranica a Roma dal 2001 al 2006. Ha studiato filosofia e teologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma dal 2001 al 2006 retta dai padri gesuiti della Compagnia di Gesù. […]